tag:blogger.com,1999:blog-2026622159227724832024-03-15T18:12:50.052-07:00Lo Jugendamt tedescojugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.comBlogger141125tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-46986654695487643022024-01-06T09:45:00.000-08:002024-01-06T09:47:35.470-08:00Il rifiuto di un genitore, anche se causato dalla manipolazione dell'altro genitore, giustifica la cancellazione di ogni contatto!<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnW8pfzsKNKYTtMd2KYskgvcw2NfBR-4uUJNOnqnc0eg9LpGJq0J7UV_sFPvZ78GNIjuJl7sGTMmK7RzHXm0sR54N0xg5z6gnBeWzOeZPji3yPokM4Cpv5Fv9OXFRZno_ElsA9YNxtuy4dLrn5sRULEOrzL3EkijvznpXH5l9XhHvpQqvAzC8OmIE1m3I/s790/F%20alpaca.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="527" data-original-width="790" height="347" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnW8pfzsKNKYTtMd2KYskgvcw2NfBR-4uUJNOnqnc0eg9LpGJq0J7UV_sFPvZ78GNIjuJl7sGTMmK7RzHXm0sR54N0xg5z6gnBeWzOeZPji3yPokM4Cpv5Fv9OXFRZno_ElsA9YNxtuy4dLrn5sRULEOrzL3EkijvznpXH5l9XhHvpQqvAzC8OmIE1m3I/w519-h347/F%20alpaca.jpg" width="519" /></a></div><br /><p></p><p>-Succede in Germania-</p><p>Traduciamo quanto deciso dalla Corte d'appello del Brandeburgo:</p><p><br /></p><p></p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Se
un figlio adolescente sviluppa un rifiuto deciso e profondo del padre, ciò
giustifica la cancellazione di ogni contatto. Questo vale anche se la volontà
del minore è stata manipolata dalla madre. Lo ha deciso il Tribunale regionale
superiore [OLG – Corte d’appello] del Brandeburgo. <o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Nel caso in esame
si tratta di genitori separatisi nel 2011, la cui bambina, aveva all'epoca
circa otto anni. Da allora, i procedimenti per l'affidamento e il diritto di
visita sono stati pressoché continui. A partire dal gennaio 2013 è emerso che
la figlia mostrava chiari segni di rifiuto del padre, tra i quali anche sintomi
psicosomatici come tremori e forti pianti. La bambina rifiutava ogni contatto
con il padre. La bambina ha fatto suo l'atteggiamento negativo della madre nei
confronti del padre. La madre dipingeva il padre come una minaccia, con accuse
ripetute e non provate. Nel febbraio 2018, il tribunale locale di Cottbus ha
colto il rifiuto della bambina, ormai adolescente, come un'opportunità per
escludere i contatti del padre con la figlia. Pur rispettando l'atteggiamento
di rifiuto della figlia, il padre temeva l’interruzione definitiva della loro relazione
e pertanto ha presentato ricorso contro la decisione.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Legittima
esclusione di ogni contatto onde evitare di recar danno al bene del bambino <o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Il Tribunale
superiore del Brandeburgo ha confermato la decisione di prima istanza e ha
quindi respinto il ricorso del padre della minore. La decisione di cancellare i
contatti, anche in considerazione del principio di proporzionalità, era finalizzata
a contrastare una minaccia allo sviluppo psicologico ed emotivo della minore, di
ormai 15 anni e mezzo. Un contatto forzato con il padre avrebbe compromesso in
modo significativo il bene della minore. Quest’ultima manifestava ormai un atteggiamento
di radicale e profondo rifiuto nei confronti del padre.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span><b><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Se
un figlio adolescente sviluppa un rifiuto deciso e profondo del padre, ciò
giustifica la cancellazione di ogni contatto. Questo vale anche se la volontà
del minore è stata manipolata dalla madre. Lo ha deciso il Tribunale regionale
superiore [OLG – Corte d’appello] del Brandeburgo.</span></b></p><p></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Nel caso in esame
si tratta di genitori separatisi nel 2011, la cui bambina, aveva all'epoca
circa otto anni. Da allora, i procedimenti per l'affidamento e il diritto di
visita sono stati pressoché continui. A partire dal gennaio 2013 è emerso che
la figlia mostrava chiari segni di rifiuto del padre, tra i quali anche sintomi
psicosomatici come tremori e forti pianti. La bambina rifiutava ogni contatto
con il padre. La bambina ha fatto suo l'atteggiamento negativo della madre nei
confronti del padre. La madre dipingeva il padre come una minaccia, con accuse
ripetute e non provate. Nel febbraio 2018, il tribunale locale di Cottbus ha
colto il rifiuto della bambina, ormai adolescente, come un'opportunità per
escludere i contatti del padre con la figlia. Pur rispettando l'atteggiamento
di rifiuto della figlia, il padre temeva l’interruzione definitiva della loro relazione
e pertanto ha presentato ricorso contro la decisione.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"> </span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Legittima
esclusione di ogni contatto onde evitare di recar danno al bene del bambino <o:p></o:p></span></b></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Il Tribunale
superiore del Brandeburgo ha confermato la decisione di prima istanza e ha
quindi respinto il ricorso del padre della minore. La decisione di cancellare i
contatti, anche in considerazione del principio di proporzionalità, era finalizzata
a contrastare una minaccia allo sviluppo psicologico ed emotivo della minore, di
ormai 15 anni e mezzo. Un contatto forzato con il padre avrebbe compromesso in
modo significativo il bene della minore. Quest’ultima manifestava ormai un atteggiamento
di radicale e profondo rifiuto nei confronti del padre.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"> </span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Si
deve tenere conto della volontà del minore seppur manipolata dalla madre.<o:p></o:p></span></b></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Secondo il
Tribunale regionale superiore [OLG – Corte d’appello] alcuni elementi
suggeriscono che l'atteggiamento di rifiuto della minore sia stato causato
dalla madre. Ma anche una volontà manipolata non può essere ignorata. La minore
ha un'età in cui è in grado di elaborare una volontà propria e merita pertanto
che il suo modo di vedere e i suoi desideri vengano tenuti in considerazione. La
volontà manipolata del minore va ignorata solo nel caso in cui le sue dichiarazioni
non corrispondano con le condizioni del legame stesso e ciò non era presente
nel caso in esame. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><i style="text-align: left;"><span style="color: grey; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 10.0pt; line-height: 107%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-themecolor: background1; mso-themeshade: 128;"><br /></span></i></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><i style="text-align: left;"><span style="color: grey; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 10.0pt; line-height: 107%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-themecolor: background1; mso-themeshade: 128;">Traduzione a cura di Dr. Marinella Colombo <br />Riproduzione
della traduzione permessa <b>solo previa autorizzazione</b> da richiedersi a:
sportellojugendamt@gmail.com</span></i></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 10.0pt; line-height: 107%;"> </span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 10.0pt; line-height: 107%;">Fonte: <span class="MsoHyperlink"><a href="https://mobil.kostenlose-urteile.de/OLG-Brandenburg_9-UF-8618_Umgangsausschluss-des-Vaters-mit-seinem-jugendlichen-Kind-wegen-grundlegender-Ablehnungshaltung-gegenueber-Vater.news28471.htm">https://mobil.kostenlose-urteile.de/OLG-Brandenburg_9-UF-8618_Umgangsausschluss-des-Vaters-mit-seinem-jugendlichen-Kind-wegen-grundlegender-Ablehnungshaltung-gegenueber-Vater.news28471.htm</a></span><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 10.0pt; line-height: 107%;"> </span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 10.0pt; line-height: 107%;">Sentenza completa > <span class="MsoHyperlink"><a href="https://openjur.de/u/2252949.html">https://openjur.de/u/2252949.html</a></span></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><br /></p>jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-56358436183128269252023-07-19T14:46:00.005-07:002023-07-19T15:02:34.977-07:00Discriminazione di fatto tra genitori tedeschi e non<p> "Discriminazione di fatto tra genitori tedeschi e non".</p><p>Leggiamo nella recente interrogazione parlamentare alla commissione europea, presentata da un'eurodeputata francese, ciò che sosteniamo da anni e che tanti, troppi genitori non tedeschi vivono nella quotidianità e nel dolore di aver perso ogni contatto con i figli.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi6qFnfNm7tX0y3djn5kX-6H7oaQZcqv6n0CKLdrE5YIQJo7XK2ab6Wi8dyIcWbHDZJHr22FzBFwjy764chikar7nADGldf3EAUSxSA5Vt1elcWXMfDjjKEV3Uckifvy1UhsFkrsMO1d2L2OFjc5NABJxmbm2r_PwStVQR1VJIBLjl-IczfagimqHpNEJc" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="168" data-original-width="300" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi6qFnfNm7tX0y3djn5kX-6H7oaQZcqv6n0CKLdrE5YIQJo7XK2ab6Wi8dyIcWbHDZJHr22FzBFwjy764chikar7nADGldf3EAUSxSA5Vt1elcWXMfDjjKEV3Uckifvy1UhsFkrsMO1d2L2OFjc5NABJxmbm2r_PwStVQR1VJIBLjl-IczfagimqHpNEJc" width="320" /></a></div><br /><br /></div><br />L'interrogazione precisa:</div></div><p></p><p>"<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Il regolamento stabilisce inoltre che qualsiasi
riferimento </span><b style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">all'interesse superiore del
minore</b><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;"> deve essere interpretato alla luce </span><b style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">dell'articolo 24 della Carta dei diritti fondamentali dell'UE</b><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">, che
è giuridicamente vincolante per gli Stati membri, e della Convenzione delle
Nazioni Unite sui diritti del fanciullo.</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">L'articolo 24 afferma che "ogni bambino ha il
diritto di intrattenere regolarmente relazioni personali e contatti diretti con
entrambi i genitori, a meno che ciò non sia contrario all'interesse superiore
del bambino".<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Tuttavia, in termini di responsabilità genitoriale,
numerose decisioni dello <b>Jugendamt</b>, l’amministrazione
tedesca per la gioventù, mettono in discussione questo principio, creando <b>di fatto una discriminazione tra genitori
tedeschi e non </b>(perdita della potestà genitoriale, del diritto di visita,
ecc.)"</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Più sotto riportiamo il documento originale (e link relativo) pubblicato sul sito del parlamento europeo</span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi2GK7e0RLNAv0yrXrfi2q09X3Vvapt8l0bLXsQM54jXY2EfymCXkBLhB-4uiYAnOe-Xel1fSNGeO_D5EVYHDIpemnMvw34Izv1PFmZethhp8ltDMwl1cuQVza7nkqOTiCuIdTLJBtOhmqmrWg76xw7Pv9hVqXkJziT_7Il5WYjuNKEw-MWU4r81eErSL4" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"><img alt="" data-original-height="144" data-original-width="818" height="101" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi2GK7e0RLNAv0yrXrfi2q09X3Vvapt8l0bLXsQM54jXY2EfymCXkBLhB-4uiYAnOe-Xel1fSNGeO_D5EVYHDIpemnMvw34Izv1PFmZethhp8ltDMwl1cuQVza7nkqOTiCuIdTLJBtOhmqmrWg76xw7Pv9hVqXkJziT_7Il5WYjuNKEw-MWU4r81eErSL4=w571-h101" width="571" /></a></div><br /><br /><p></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p></p><p class="Arial10"><span class="Bold"><span lang="EN-GB" style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Question prioritaire avec demande de réponse écrite
P-002066/2023</span></span><span lang="EN-GB"><o:p></o:p></span></p>
<p class="Arial10"><span class="Bold"><span lang="EN-GB" style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">à la Commission</span></span><span lang="EN-GB"><o:p></o:p></span></p>
<p class="Arial10"><span lang="EN-GB">Article 138 du règlement intérieur<o:p></o:p></span></p>
<p class="Arial10After10"><span class="Bold"><span lang="EN-GB" style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Nathalie Colin-Oesterlé</span></span><span lang="EN-GB"> (PPE)<o:p></o:p></span></p>
<p class="Subject"><span lang="EN-GB">Objet:<span style="mso-tab-count: 1;"> </span>Litiges
familiaux transfrontaliers<o:p></o:p></span></p>
<p class="Body"><span lang="EN-GB">En tant qu’États parties à la Convention des
Nations unies relative aux droits de l’enfant (CNUDE), les États membres sont
assujettis à ses règles.<o:p></o:p></span></p>
<p class="Body"><span lang="EN-GB">Le Conseil a adopté, le 25 juin 2019, le
règlement (UE) 2019/1111, lequel entend renforcer les droits des enfants dans
les cas de litiges familiaux transfrontaliers au sein de l’Union européenne.<o:p></o:p></span></p>
<p class="Body"><span lang="EN-GB">Les règles de compétence en matière de
responsabilité parentale sont conçues en fonction de l’intérêt supérieur de
l’enfant. De même, elles devraient être appliquées dans le respect de ce
dernier.<o:p></o:p></span></p>
<p class="Body"><span lang="EN-GB">Il est également indiqué dans le règlement que
toute référence à l’intérêt supérieur de l’enfant devrait être interprétée à la
lumière de l’article 24 de la charte des droits fondamentaux de l’Union,
juridiquement contraignante pour les États membres, ainsi que de la CNUDE. <o:p></o:p></span></p>
<p class="Body"><span lang="EN-GB">L’article 24 précise notamment que «tout
enfant a le droit d’entretenir régulièrement des relations personnelles et des
contacts directs avec ses deux parents, sauf si cela est contraire à son
intérêt».<o:p></o:p></span></p>
<p class="Body"><span lang="EN-GB">Pourtant, en matière de responsabilité
parentale, de nombreuses décisions du Jugendamt, le service allemand d’aide
sociale à l’enfance, remettent en cause ce principe, créant de facto une
discrimination entre le parent allemand et le parent non allemand (perte de
l’autorité parentale, droit de visite…).<o:p></o:p></span></p>
<p class="Body"><span lang="EN-GB">Comment la Commission, en sa qualité de
gardienne des traités, compte-t-elle remédier à cette situation?<o:p></o:p></span></p>
<p class="Body"><span lang="EN-GB">Dépôt: 29.6.2023<o:p></o:p></span></p>
<p class="Body"><span lang="EN-GB"><o:p>Fonte: </o:p></span><a href="https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/P-9-2023-002066_FR.html">https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/P-9-2023-002066_FR.html</a></p><br /><p></p><p>In inglese:</p><p></p><p class="Arial10"><span class="Bold"><span lang="EN-GB" style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Priority question for written answer P-002066/2023</span></span><span lang="EN-GB"><o:p></o:p></span></p>
<p class="Arial10"><span class="Bold"><span lang="EN-GB" style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">to the Commission</span></span><span lang="EN-GB"><o:p></o:p></span></p>
<p class="Arial10"><span lang="EN-GB">Rule 138<o:p></o:p></span></p>
<p class="Arial10After10"><span class="Bold"><span lang="EN-GB" style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Nathalie Colin-Oesterlé</span></span><span lang="EN-GB"> (PPE)<o:p></o:p></span></p>
<p class="Subject"><span lang="EN-GB">Subject:<span style="mso-tab-count: 1;"> </span>Cross-border
family conflicts<o:p></o:p></span></p>
<p class="Body"><span lang="EN-GB">As States parties to the UN Convention on the
Rights of the Child (UNCRC), the Member States are bound by its rules.<o:p></o:p></span></p>
<p class="Body"><span lang="EN-GB">On 25 June 2019, the Council adopted
Regulation (EU) 2019/1111, which aims to strengthen children’s rights in
cross-border family conflicts within the European Union.<o:p></o:p></span></p>
<p class="Body"><span lang="EN-GB">The grounds of jurisdiction in matters of
parental responsibility are shaped according to the best interests of the
child. They should also be applied with due regard for that child.<o:p></o:p></span></p>
<p class="Body"><span lang="EN-GB">The Regulation also states that any reference to
the best interests of the child should be interpreted in light of Article 24 of
the Charter of Fundamental Rights of the European Union, which is legally
binding for the Member States, as well as the UNCRC. <o:p></o:p></span></p>
<p class="Body"><span lang="EN-GB">Article 24 also specifies in particular that
‘every child shall have the right to maintain on a regular basis a personal
relationship and direct contact with both his or her parents, unless that is
contrary to his or her interests’.<o:p></o:p></span></p>
<p class="Body"><span lang="EN-GB">However, in matters of parental responsibility,
many decisions made by the Jugendamt – Germany’s child welfare service – call
this principle into question, creating de facto discrimination between the
German parent and the non-German parent, including loss of parental authority
and rights of access.<o:p></o:p></span></p>
<p class="Body"><span lang="EN-GB">As guardian of the Treaties, how does the
Commission intend to address this situation?<o:p></o:p></span></p>
<p class="Body"><span lang="EN-GB">Submitted:29.6.2023<o:p></o:p></span></p>
<p class="Body"><span lang="EN-GB"><o:p> Fonte: </o:p></span><a href="https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/P-9-2023-002066_EN.html">https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/P-9-2023-002066_EN.html</a></p><p class="Body"><br /></p><p class="Body"><br /></p><br /><p></p>jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-9623981610114861522023-06-28T09:31:00.001-07:002023-06-28T09:31:21.034-07:00Il terzo genitore ... perché tra i due litiganti il terzo gode<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijpCQkANf-FZkdNCwx7bbIlL74fsnwLDWypue8L_pSt2Di0p-FPfAuDBJWQg72ce2xMuYvu6zXUmMDlXD-2nkrylD9w6jdY7eR45Lc4F3HZYkHxF0wWwLbbeOqz00Ilvwq_O-N7pS8kRDtbGuHNOxJ2QsRIOVXKrgo9dnt8JKRA8U4hXBrr7uerR8FKjA/s2290/LaVerit%C3%A0_26giugno2023titolo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="551" data-original-width="2290" height="167" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijpCQkANf-FZkdNCwx7bbIlL74fsnwLDWypue8L_pSt2Di0p-FPfAuDBJWQg72ce2xMuYvu6zXUmMDlXD-2nkrylD9w6jdY7eR45Lc4F3HZYkHxF0wWwLbbeOqz00Ilvwq_O-N7pS8kRDtbGuHNOxJ2QsRIOVXKrgo9dnt8JKRA8U4hXBrr7uerR8FKjA/w640-h167/LaVerit%C3%A0_26giugno2023titolo.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg0nostkYrpqrHe2yKBJj_A5jK5NsIlH7lXEKuF_NII32rhVxKaukBB1YVfzXl7bNq-rqSXB_rBYZIr8JmAPeF8utT61xKqK0qkEhl-ou2eRGqP5fMHQUuMijfQ740jG5fdixExRKVue-UOVF7PLwBkr2PcC21RBSRu9a9Gd1hMW7T2Pkvc4ktlqWxsVc/s1126/LaVerit%C3%A01a_26giugno2023.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1126" data-original-width="405" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg0nostkYrpqrHe2yKBJj_A5jK5NsIlH7lXEKuF_NII32rhVxKaukBB1YVfzXl7bNq-rqSXB_rBYZIr8JmAPeF8utT61xKqK0qkEhl-ou2eRGqP5fMHQUuMijfQ740jG5fdixExRKVue-UOVF7PLwBkr2PcC21RBSRu9a9Gd1hMW7T2Pkvc4ktlqWxsVc/s16000/LaVerit%C3%A01a_26giugno2023.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJMxUtK3RzrjjB6ZOH8RSDg8cEu_6n6eRWldtUwA2q0yfWzBvhl9d9YG6z60s_TRTl17eZdAdmbLSmu2WgfB3iv3tsjRqGDJVSuBgn7Ll8M4pp-aR-rVRX1kESGNxEeFHIZkoNtOnA8-TCWEvPXKjRl8w-7LReScmyGRNYgQDJ9JzDbDejrYUM7hfle-k/s1571/LaVerit%C3%A02a_26giugno2023.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1571" data-original-width="1125" height="1045" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJMxUtK3RzrjjB6ZOH8RSDg8cEu_6n6eRWldtUwA2q0yfWzBvhl9d9YG6z60s_TRTl17eZdAdmbLSmu2WgfB3iv3tsjRqGDJVSuBgn7Ll8M4pp-aR-rVRX1kESGNxEeFHIZkoNtOnA8-TCWEvPXKjRl8w-7LReScmyGRNYgQDJ9JzDbDejrYUM7hfle-k/w747-h1045/LaVerit%C3%A02a_26giugno2023.jpg" width="747" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinKM55NMmFzkTixLLbCCqAklyxekC2UdjAAiGVLJe25uL0lIDIq22Ioc7B3cfSqpMY8M6Xo2_SeSMAB6w1ctTKPSXBHmFsdWfDcZrsDMZxZU_FRxNxoP8TQi56rxE7FDn6WfXXzutZ_AdZ5-sM5tvpIXbCQDbY9sXW-3DYQ_cjsxlojz3GvXGhAqO-b2A/s1552/LaVerit%C3%A03a_26giugno2023.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1552" data-original-width="749" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinKM55NMmFzkTixLLbCCqAklyxekC2UdjAAiGVLJe25uL0lIDIq22Ioc7B3cfSqpMY8M6Xo2_SeSMAB6w1ctTKPSXBHmFsdWfDcZrsDMZxZU_FRxNxoP8TQi56rxE7FDn6WfXXzutZ_AdZ5-sM5tvpIXbCQDbY9sXW-3DYQ_cjsxlojz3GvXGhAqO-b2A/s16000/LaVerit%C3%A03a_26giugno2023.jpg" /></a></div><br /><br /><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><br /><p></p>jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-6109251935017235952022-09-28T15:38:00.000-07:002022-09-28T15:38:16.887-07:00Il PASSAPORTO del genitore italiano di un bambino binazionale<p> Per il genitore italiano di un bambino binazionale richiedere o rinnovare il proprio passaporto può diventare un incubo.</p><p>Il tema è oggetto di una petizione al Parlamento europeo e viene spiegato in questo intervento radiofonico:</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/A5B5IO6b0z8" width="320" youtube-src-id="A5B5IO6b0z8"></iframe></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><p><br /></p>jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-51413428940530436552022-03-09T11:32:00.004-08:002022-03-09T14:13:34.587-08:00Il padre, il padre-sociale e il postino<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiHHugqYp1k1UmdyA0RobT11OyFr2Brr5e-r4BmmAz7C2xmNFTBi83m66tvs3mEM3vwxHS6GMEUJP4rld2pD9OXPBdIIci_aqeVNPGNWj44_uw53riBzroZhBJBDzIHLGvxQH6bBQ-hrDYIvYTyofSxzdDJ2pJLsYgPZXUsS9pOqGtZ0LDQro_ltJnR=s1920" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1392" data-original-width="1920" height="464" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiHHugqYp1k1UmdyA0RobT11OyFr2Brr5e-r4BmmAz7C2xmNFTBi83m66tvs3mEM3vwxHS6GMEUJP4rld2pD9OXPBdIIci_aqeVNPGNWj44_uw53riBzroZhBJBDzIHLGvxQH6bBQ-hrDYIvYTyofSxzdDJ2pJLsYgPZXUsS9pOqGtZ0LDQro_ltJnR=w640-h464" width="640" /></a></div><br /> <p></p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 16pt;">Achtung,
binational babies</span></i></b><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 16pt;">: il padre, il padre-sociale e il postino<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Storie di genitori discriminati e
di bambini con due nazionalità, ma metà diritti<o:p></o:p></i></b></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><br /></i></b></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><br /></i></b></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"></p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;">Riproponiamo un articolo
pubblicato nel giugno del 2014, per comprendere la ragione di questa
ripetizione, leggete fino alla fine.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;">Succede ogni giorno
decine di volte, nel cuore dell’Europa teoricamente senza frontiere, ma con una
barriera attorno alla Germania, dove i bambini entrano, ma non ne escono mai.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;">Ecco una delle tante
vicende e dei tanti genitori al fianco dei quali mi sto battendo.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;">Una donna tedesca si
trasferisce in Italia, dove trova lavoro. Conosce un ragazzo italiano. Dopo un
certo periodo di fidanzamento, quando hanno ormai deciso di sposarsi, lei resta
incinta. Grande gioia di entrambi, acquisto della casa e progetti per il
futuro. Lei dice di voler partorire in Germania, lui cerca di comprendere e
asseconda. Il bambino nasce, ma lei ha intanto deciso che il padre di questo
bambino non sarà italiano (peccato che è con un italiano che ha procreato) e
dunque glielo lascia riconoscere perché così potrà chiedergli gli alimenti, ma
non gli dà la possibilità di avere la potestà genitoriale sul figlio (<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">in Germania è la madre tedesca non sposata
che decide</b> tutto ciò, dunque lei sta agendo in perfetta legalità). Poi
chiede al <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">padre-italiano-senza-diritti</b>
che si era recato in Germania per il parto di sparire. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;">Preso atto della penosa
situazione, dopo essere stato ingannato da diversi avvocati sia italiani che
tedeschi, sia in buonafede (gli avvocati italiani non conoscono necessariamente
il codice di famiglia tedesco) che in malafede (gli avvocati tedeschi sono
sinceramente convinti che crescere senza contatti con l’Italia, un paese “problematico”,
sia la soluzione migliore per il bambino), questo padre intraprende la via del
tribunale per riuscire almeno ad <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">incontrare
ogni tanto suo figlio</b>, per il quale comunque paga gli alimenti.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;">Precisiamo che si
tratta di una persona educata e pacifica e che non è né violenta, né affetta da
disturbi. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;">Mentre spende migliaia
e migliaia di euro in avvocati, spese processuali e viaggi (ovviamente di far
venire il bambino in Italia non se ne parla neanche), riesce a vedere suo
figlio, nell’arco di sei anni, solo una manciata di ore, sempre sotto la
supervisione di altre persone. Infatti, essendo lui italiano, potrebbe rapire
il bambino, quindi meglio tenerlo d’occhio. Forse superfluo aggiungere che la <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">famiglia italiana è completamente esclusa</b>,
così come <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">l’utilizzo della lingua
italiana</b> è strettamente da <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">evitare</b>.
<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;">Dopo anni di
procedimenti, il suo caso è ancora in prima istanza (quindi molto lontano dal
poter adire la Corte per i Diritti umani), sia perché ogni volta che la signora
tedesca cambia casa, cambia la competenza territoriale del tribunale e si
ricomincia daccapo, sia perché quando il giudice stabilisce un calendario di
incontri (tipo un’ora ogni due mesi), una volta esaurite le data indicate,
quest’uomo deve ricominciare un procedimento in tribunale per ottenere altre
date. Per capirci, il giudice non sentenzia mai stabilendo una volta per tutte,
o fino all’accadimento di fatti nuovi, l’intervallo degli incontri, ma scrive
invece “dalle ore tot alle ore tot del giorno tale, del tal mese e del tal anno”.
Passato quel giorno, si ricomincia da zero. Questo padre deve cioè ogni volta
tornare a dimostrare di essere eccezionale affinché gli vengano concessi dei
contatti con il figlio. In pratica il contrario del buon senso e della legge di
natura: non sono eventuali accuse, vere o false, a togliergli la possibilità di
vedere suo figlio; <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">si parte dal
principio che la possibilità di incontrare suo figlio lui non ce l’ha</b> e solo
se dimostra di essere fantastico, forse gentilmente gli concedono qualche ora.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;">Poi la signora tedesca
si sposa con un tedesco. A questo punto il bambino ha finalmente un padre (!)
sociale, un padre tedesco. Allora il <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">vero
padre</b>, per di più <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">italiano</b>,
diventa del tutto <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">superfluo</b>. Ma lui
insiste, dice di voler bene a suo figlio e il bambino, pur incontrandolo
raramente, mostra di essergli affezionato. Soluzione: si dispone una perizia
psicologica familiare.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormalCxSpLast" style="text-align: justify;">Non mi soffermo
sull’impegno di tempo, risorse e denaro necessari allo svolgimento della
perizia (siamo nell’ordine di importi a cinque cifre, ovviamente a carico del
genitore non-tedesco), né sul fatto che la signora tedesca non ritenga di
doversi sempre presentare, né di ottemperare a quanto disposto dal giudice, lei
ha tutti i diritti in maniera esclusiva sul bambino e dunque le si perdona
tutto. Passo direttamente all’esito di questa perizia di quasi 100 pagine: <o:p></o:p></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpFirst" style="margin-left: 35.7pt; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -17.85pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol;"><strike>·</strike><span style="font-size: xx-small;"> </span></span>il bambino percepisce che la madre non
approva che lui instauri una relazione con suo padre [ndr. e d’altronde non gli
ha mai permesso di chiamarlo papà] <s><o:p></o:p></s></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="margin-left: 35.7pt; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -17.85pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7pt "Times New Roman";">
</span></span></span><!--[endif]-->per questo il bambino vive un conflitto di
lealtà<o:p></o:p></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="margin-left: 35.7pt; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -17.85pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7pt "Times New Roman";">
</span></span></span><!--[endif]-->il conflitto di lealtà crea stress nel bambino<o:p></o:p></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpLast" style="margin-left: 35.7pt; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -17.85pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7pt "Times New Roman";">
</span></span></span><!--[endif]-->per eliminare lo stress del bambino si annulla
ogni contatto con il papà italiano per almeno un anno<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;">Il tribunale nomina
allora un intermediario, un estraneo che durante questo anno dovrà parlare del
padre al bambino e del bambino al padre, consegnando anche lettere, fotografie
e regali;<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;">anche questo
intermediario non ottempera e si rifiuta di conoscere il padre, mentre al padre
dice di suo figlio banalità del tipo “pare gli piaccia il gelato”, lui stesso
si definisce un semplice “postino”<a href="file:///D:/Desktop/Miei%20articoli/Il%20Patto%20sociale/2022-03-10%20Il%20padre,%20il%20padre%20sociale%20e%20il%20postino.docx#_ftn1" name="_ftnref1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></span></a>;<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;">avvisato il giudice di
questo comportamento da parte dell’intermediario e delle sue non ottemperanze,
così come di quelle della madre, il giudice ritiene che vada bene così.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;">Ora l’anno è passato,
il rapporto padre-figlio è stato finalmente reso inesistente; qualsiasi cosa
pensi di volere questo genitore italiano deve ricominciare daccapo, con
l’aggravante che, essendo il rapporto con il bambino ormai inesistente, sarà
impossibile dimostrare che mantenere i contatti con il papà giovi al bambino.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;">Ma deve <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">pagare</b>! Deve pagare gli alimenti, le
spese processuali, gli psicologi, e tutti gli altri “personaggi” intervenuti ad
allontanare suo figlio. Non è più in grado di far fronte a questi costi, così
diventerà anche lui un “criminale” –come tutti coloro che hanno tentato di
opporsi a queste ingiustizie- contro il quale verrà spiccato un mandato
d’arresto?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;">Cosa farà l’Italia a
difesa di questi suoi due concittadini, un adulto e un minorenne? <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Questo è quello che succede in Germania ogni giorno centinaia di volte,
contro i padri e le madri non tedesche, ma soprattutto a discapito dei bambini
binazionali.<o:p></o:p></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Questo è quello che non posso e non possiamo più accettare, è la palese
negazione dei diritti fondamentali e naturali, è l’arroganza fatta legge e
sistema, è la distruzione dei valori sui quali -ci hanno fatto credere- avrebbe
dovuto essere costruita l’Europa della pace.<o:p></o:p></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><o:p> </o:p></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Non possiamo cambiare la Germania, ma possiamo tutelare gli Italiani.
Chiedo un impegno ed un incontro a breve con i Ministri degli Esteri e della
Giustiza.<o:p></o:p></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><o:p> </o:p></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle">Dopo otto anni nulla è cambiato. Il sistema
tedesco ha affilato ancor più le unghie e quello italiano è sempre più confuso
e cieco.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle">Dott.ssa Marinella Colombo<br />
Membro della European Press Federation<br />
Responsabile nazionale dello Sportello Jugendamt, Associazione C.S.IN. Onlus –
Roma<br />
Membro dell’Associazione European Children Aid (ECA) – Svizzera<br />
Membro dell’Associazione Enfants Otages - Francia<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><o:p> </o:p></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><o:p>Fonte: https://www.ilpattosociale.it/rubriche/achtung-binational-babies-il-padre-il-padre-sociale-e-il-postino/</o:p></p>
<br />
<div style="mso-element: footnote-list;"><!--[if !supportFootnotes]--><br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<div id="ftn1" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><a href="file:///D:/Desktop/Miei%20articoli/Il%20Patto%20sociale/2022-03-10%20Il%20padre,%20il%20padre%20sociale%20e%20il%20postino.docx#_ftnref1" name="_ftn1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"> “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">What you still want to know in detail about your son? What should I ask
him or his mother at the next meet? I do not think it makes sense that you come
to Germany to talk to me. it would change nothing in the situation. </i></span><i style="mso-bidi-font-style: normal;">I'm just the mailman</i>”.<o:p></o:p></p>
</div>
</div><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"></i></b><p></p>jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com0Milano MI, Italia45.4642035 9.18998217.153969663821158 -25.966268 73.774437336178849 44.346232tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-1359306365115978072022-03-03T13:29:00.002-08:002022-03-03T13:29:51.314-08:00I segreti dello psicologo e le menzogne teutoniche<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiGWaB2Gqvc1uC6cgvikeMJ-5Mgqws_uaU5kboxLz-bAkz0M93yhdAN61wDTeK31A7k69s-cHKy3LTGc-nlBPS_zMblFQEp_bhIriW5Sydd9lmKEyEzndXyqu3paxbqBGHO4qdFB6GFK-BsstBDNNRhg-RPFhjB1kw-auAFQUqoJK7whRs12T1HF6T7=s1920" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="1920" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiGWaB2Gqvc1uC6cgvikeMJ-5Mgqws_uaU5kboxLz-bAkz0M93yhdAN61wDTeK31A7k69s-cHKy3LTGc-nlBPS_zMblFQEp_bhIriW5Sydd9lmKEyEzndXyqu3paxbqBGHO4qdFB6GFK-BsstBDNNRhg-RPFhjB1kw-auAFQUqoJK7whRs12T1HF6T7=w640-h426" width="640" /></a></div><br /><p></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p></p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Recentemente abbiamo spiegato come
in Germania nelle separazioni binazionali vengono usati alternativamente alcuni
stratagemmi, a seconda che la madre o il padre sia il genitore italiano e
straniero in genere (<span class="MsoHyperlink"><a href="https://www.ilpattosociale.it/rubriche/achtung-binational-babies-i-due-pesi-del-sistema-familiare-tedesco/">qui</a></span>).
In questo articolo desideriamo mostrare come anche l’ascolto del minore <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">non</b> sia un elemento che assicura
l’imparzialità delle decisione, o meglio il raggiungimento di quella che
dovrebbe essere la finalità nei procedimenti familiari, l’interesse superiore del
bambino. L’ascolto, così come avviene in Germania, è un ulteriore strumento di
quel sistema per allontanare il bambino dal suo genitore non tedesco.
Attenzione dunque ad avvocati e psicologi italiani che pensano di potervi dare
dei consigli in questo ambito, potrebbero mettervi in ulteriori difficoltà
perché la prassi italiana è completamente diversa. Analizziamo il caso di una
perizia disposta dal tribunale. In Italia, oltre al perito nominato dal giudice
(CTU o Consulente Tecnico d’Ufficio), è permesso alle parti di nominare ognuna
un consulente appunto detto di parte (CTP o Consulente Tecnico di Parte). Il
bambino incontrerà i tre consulenti che potranno tra di loro interagire,
suggerendo anche le domande da porre. Gli incontri vengono registrati (audio o
video) e saranno a disposizione delle parti. In Germania la figura del
Consulente di Parte non è prevista, mentre le registrazioni audio e video sono,
nella maggior parte dei casi vietate, e comunque mai accessibili alle parti. Alleghiamo
a riprova la risposta di un perito forense, nominato dal tribunale, che
testualmente dice al genitore che chiede tali documenti: “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Con riferimento al suo fax del 3 marzo 2020, desidero precisare quanto
segue: Come già informato con mia lettera del 16 ottobre 2019, tutti i
documenti relativi al suo caso familiare sono già stati distrutti - comprese le
registrazioni video e audio.<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Pertanto
non possono essere consegnati. Inoltre ogni professionista renderebbe tali
registrazioni disponibili solo al tribunale in quanto committente, ma non alle
parti coinvolte.<o:p></o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">I
dati personali dei suoi figli sono stati trattati nel corso della perizia - lei
aveva segnalato il suo consenso a questo proposito. Dopo la conclusione del
procedimento peritale, come già detto, i dati sono stati cancellati e non sono
stati raccolti altri dati.<o:p></o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Cordiali
saluti</span></i><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"> (segue timbro e firma)” - Il documento è l’immagine
che pubblichiamo:<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjqcd4IrguDey3AAhrzRyJD3Ma00lqQaDgF2-zOZ8pxxaLtJmxWHlc55cOSuO0sh_RjJrEP-MACu6WsXsxwMpN7L_Cqx0oALNZF_6WjFbbrq_U1IFmqlMM5vLMq2qjbx9cVIY6ddy9LUSzOIVNIIGiwsQErsaEvE8E8Is96JcVXTuhmJUNfClHzlxep=s933" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="933" data-original-width="683" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjqcd4IrguDey3AAhrzRyJD3Ma00lqQaDgF2-zOZ8pxxaLtJmxWHlc55cOSuO0sh_RjJrEP-MACu6WsXsxwMpN7L_Cqx0oALNZF_6WjFbbrq_U1IFmqlMM5vLMq2qjbx9cVIY6ddy9LUSzOIVNIIGiwsQErsaEvE8E8Is96JcVXTuhmJUNfClHzlxep=s16000" /></a></div><p></p><p class="MsoNormalCxSpFirst"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">In questo modo, con perizie e audizioni
completamente segrete e praticamente sempre arbitrarie, si può dare parvenza di
legalità a qualsiasi decisione. Se non è possibile motivare la decisione di
allontanamento con la nazionalità del genitore è invece estremamente agevole
costruire motivazioni apparenti manipolando il bambino con domande suggestive,
o addirittura – caso per nulla raro – completare a piacimento le risposte del
bambino. Poiché non esiste neppure la trascrizione di quanto è stato chiesto e
risposto e solo un riassunto compare nel fascicolo (il riassunto esiste solo se
l’audizione è fatta dal giudice stesso e non da un perito) è facile comprendere
come, nel riassumere, si possa modificare il senso di ogni affermazione.<o:p></o:p></span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Anche per questo non si può parlare in
Germania di “interesse superiore del bambino” (in tedesco, <i>beste Interesse des Kindes</i>) così come tutelato dalle convenzioni
internazionali, ma esclusivamente di <b>bene
della comunità dei tedeschi attraverso il bambino</b>, ciò che nei documenti
tedeschi viene indicato come <b><i>Kindeswohl</i></b>. Chiunque sia passato per
un tribunale di famiglia tedesco potrà ritrovare questa parola nei suoi
documenti, purtroppo quasi sempre tradotta erroneamente in italiano.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: Times New Roman, serif;">Fonte: <a href="https://www.ilpattosociale.it/rubriche/achtung-binational-babies-i-segreti-dello-psicologo-e-le-menzogne-teutoniche/">https://www.ilpattosociale.it/rubriche/achtung-binational-babies-i-segreti-dello-psicologo-e-le-menzogne-teutoniche/</a></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Dott.ssa Marinella Colombo</span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-theme-font: minor-bidi;">
Membro della European Press Federation<br />
Responsabile nazionale dello Sportello Jugendamt, Associazione C.S.IN. Onlus –
Roma<br />
Membro dell’Associazione European Children Aid (ECA) – Svizzera<br />
Membro dell’Associazione Enfants Otages – Francia</span><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p></o:p></span></p></div><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><br /><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><br /></span></p><p></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><br /></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><br /></span></p><div style="text-align: justify;"><br /></div><p></p>jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-46731126298042359602022-02-24T11:15:00.001-08:002022-02-24T11:15:49.600-08:00I due pesi del sistema familiare tedesco<div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEglMKH1tzj7Ga_RX0NFldGvyZm7XbYEw0tDbiTFCBdxECumDhgzw1iizbcdPLbGg4mNKTSzcC9_wKzYzkrMsNzTGqJrEGscJmLJUWRJjOKgpEw5AtncDqTi32ggZRsLKqe633KVSH8l5yV6_hwewvkvBE-qiqvva3VF6o3Lg3tRJCv52cQ2LmaCNuoS" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="470" data-original-width="780" height="386" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEglMKH1tzj7Ga_RX0NFldGvyZm7XbYEw0tDbiTFCBdxECumDhgzw1iizbcdPLbGg4mNKTSzcC9_wKzYzkrMsNzTGqJrEGscJmLJUWRJjOKgpEw5AtncDqTi32ggZRsLKqe633KVSH8l5yV6_hwewvkvBE-qiqvva3VF6o3Lg3tRJCv52cQ2LmaCNuoS=w640-h386" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"> <b><i><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 16pt; line-height: 22.8267px;">Achtung, binational babies: i due pesi del sistema familiare tedesco</span></i></b></div><br /></div><div><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Questa settimana cerchiamo di dare ai
nostri lettori un paio di esempi pratici di ciò che succede in Germania ai
bambini binazionali, per esempio italo-tedeschi (ma non solo), quando i
genitori si separano. Le due categorie da prendere in considerazione sono: <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">mamma italiana / papà tedesco</b>, oppure <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">mamma tedesca / papà italiano</b>. Ovviamente
non sorge nessun problema se la coppia si separa ma entrambi gli adulti
mantengono il dialogo tra loro e la capacità di svolgere e lasciar svolgere
all’altro il suo ruolo genitoriale. Purtroppo è sufficiente che uno dei due non
si comporti in questo modo per rompere questo difficile equilibrio. Nella quasi
totalità dei casi vengono dunque coinvolte le amministrazioni e le autorità
tedesche che portano, nel breve o medio termine, alle situazioni che andiamo ad
illustrare.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">La mamma italiana, se anche apparentemente
ben integrata in Germania, nel momento in cui si separa è l’elemento straniero
che continua a vivere con i figli dopo la separazione. Essa non potrà, proprio
perché italiana, crescere i bambini nella più pura mentalità tedesca. Il
sistema (<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Jugendamt – Verfahrensbeistand –
Umgangspfleger – Sachverständiger – Giudice</i>) cercherà dunque di costruire
qualsiasi tipo di sospetto o accusa contro di lei in modo da allontanarne
sempre più i bambini. Superfluo ricordare che le prove sono inutili in un paese
in cui è mentalità corrente considerare la mamma italiana una madre non
equilibrata e sicuramente con moltissimi difetti. Se il papà tedesco non è in
grado o non vuole far passare ai bambini dei bei momenti insieme e i piccoli si
rifiutano o non sono particolarmente felici di vederlo scatta l’accusa della
madre malevola: se i bambini non vogliono vedere il papà è perché la mamma non
li ha preparati ed invogliati a stare con il padre o addirittura li ha
manipolati contro di lui. E’ dunque una madre alla quale i bambini vanno tolti.
Togliere l’affido o anche la responsabilità genitoriale (già chiamata potestà)
è qualcosa che succede con estrema facilità e leggerezza nei tribunali
tedeschi. A volte <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">i bambini sono invece davvero
manipolati</b>, ma in Germania questa <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">accusa</b>
viene sistematicamente usata <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">contro e
soltanto contro le madri non-tedesche</b>, anche quando il poco entusiasmo dei
figli non è dovuto a manipolazione materna, ma a gravi problematiche paterne.
Abbiamo fascicoli riguardanti bambini chiusi dal papà per tutto il giorno in
bagno, o con papà apertamente e ufficialmente tossicodipendenti e che per
questo motivi registrano difficoltà nel rapporto con il genitore tedesco, ma per
questa stessa difficoltà vengono tolti alla mamma non-tedesca. </span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Ben diversa,
anzi diametralmente opposta, è la condizione della madre tedesca. Lei può fare
ciò che vuole e può anche manipolare i bambini poiché il genitore da
allontanare è il papà non-tedesco. La manipolazione serve al sistema, pertanto
non è identificata come tale. Se i bambini non vogliono incontrare il papà
italiano, pur in mancanza di qualsiasi motivazione concreta e dell’incapacità
del bambino di giustificare il suo rifiuto, gli incontri non ci saranno. Il
sistema si appella al <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Kindeswille</i>, il
voler del bambino. Detto volere diventa legge e su di esso si basa la decisione
del giudice che cancellerà, non solo ogni incontro, ma anche qualsiasi tipo di
contatto, cioè telefonate e messaggi. Spesso il papà italiano non può neanche
inviare un regalo o gli auguri di compleanno e di Natale. Per facilitare
l’attuazione di questo sistema finalizzato alla realizzazione di un <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Kindeswohl</i>, cioè di un bene del bambino
che coincide con il “<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">benessere della
comunità dei tedeschi attraverso il bambino</b>”, germanizzandolo, dobbiamo
ricordare come avvengono le audizioni in Germania. La <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">legge vieta qualsiasi tipo di registrazione</b>. Il bambino viene
“ascoltato” senza testimoni e senza che domande e risposte vengano fissate in
un protocollo e, come ricordato, neppure registrate. Nelle note relative
all’audizione (una sorta di riassunto estremamente conciso) che vengono poi
inviate alle parti gli autori della germanizzazione posso scrivere ciò che
vogliono e possono omettere, come d’uso, il tenore delle domande sempre
suggestive. Lo stesso succede con le cosiddette “perizie psicologiche
familiari” che altro non sono se non la maniera di fornire al giudice le <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">motivazioni da indicare in sentenza per la
cancellazione dei rapporti con il genitore italiano</b>. Nessuna possibilità di
contraddittorio, nessun perito di parte, nessuna controperizia ammessa.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Fate infine attenzione a chi vi dirà
“conosco un bravo avvocato che ha aiutato tante mamme”, oppure " un “ti
posso consigliare ottimo avvocato bilingue”. In Germania l’unica domanda preliminare
da fare all’avvocato è: “quanti bambini binazionali ha ricondotto al genitore
non-tedesco?”. Se la risposta è sincera, difficilmente sarà di vostro
gradimento. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Purtroppo, come ho già scritto, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">i bambini binazionali sono bambini senza
voce e senza diritti </b>(ved. il libro: <o:p></o:p></span><span style="text-align: left;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><a href="http://jugendamt0.blogspot.com/p/il-libro-la-tutela-oltre-la-frontiera.html">La tutela oltre la frontiera</a> )</span></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Dott.ssa Marinella Colombo</span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-theme-font: minor-bidi;">Membro della European Press Federation<br /></span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Responsabile nazionale dello Sportello
Jugendamt, Associazione C.S.IN. Onlus - Roma<br /></span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Membro dell’Associazione European Children Aid
(ECA) - Svizzera<br /></span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Membro dell’Associazione Enfants Otages -
Francia</span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p><br /></div>jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-10022602303633094322022-02-16T13:00:00.000-08:002022-02-16T13:00:17.235-08:00Bambini germanizzati, economia e conferenza sul futuro dell’Europa<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiBOSUDbYGdVFAXoOnwZ_uxI6Y2QWH4_ruMJZoJJCdtYL_2zAOAGfwYpV8BJALwkZry5rg9jFYGayMPTvJiaX3TUfx6PfhlkZyJRPH6p6B33wYgXL2mVmkh-tLR0r3GUNxdtIrwOsce0XOOxPMXTPYLRps9XNhWE2CvhThTv6Toa_fPsjYPEPW9cwb-=s640" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="426" data-original-width="640" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiBOSUDbYGdVFAXoOnwZ_uxI6Y2QWH4_ruMJZoJJCdtYL_2zAOAGfwYpV8BJALwkZry5rg9jFYGayMPTvJiaX3TUfx6PfhlkZyJRPH6p6B33wYgXL2mVmkh-tLR0r3GUNxdtIrwOsce0XOOxPMXTPYLRps9XNhWE2CvhThTv6Toa_fPsjYPEPW9cwb-=w400-h266" width="400" /></a></div><br /><p></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p></p><p class="MsoNormalCxSpFirst"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 16.0pt; line-height: 107%;">Achtung, binational babies: bambini
germanizzati, economia e conferenza sul futuro dell’Europa<o:p></o:p></span></i></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: justify;">Questa rubrica si
occupa di bambini binazionali e del sistema tedesco che si appropria di tutti
loro per germanizzarli. Purtroppo il problema viene spesso circoscritto a
quello delle sottrazioni internazionali, mentre la maggior parte delle
sottrazioni avviene in territorio tedesco. In quel Paese il genitore non
tedesco, in particolare quando si separa, è sistematicamente privato del suo
ruolo genitoriale, gli viene impedito di trasmettere lingua e cultura del suo
paese e viene ridotto a mero pagatore. In Europa molte associazioni di diversi
Paesi si sono avvicinate e lavorano insieme per sottolineare il fatto che non
si tratta di un problema italo-tedesco, o franco-tedesco, o polacco-tedesco,
bensì del problema che rappresenta il sistema tedesco stesso e la sua
peculiarità di esportare tale prevaricazione ben oltre i suoi confini. </span><b style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: justify;">La finalità di germanizzare i bambini non è
solo culturale, come potrebbe in un primo momento apparire, bensì economica</b><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: justify;">.
L’Unione europea, che con le sue istituzioni si erge a modello di democrazia,
di uguaglianza e di rispetto dei diritti fondamentali, è fino ad ora rimasta
sorda a tutti gli appelli, incapace di riconoscere che le più gravi violazioni
dei diritti umani avvengono al suo interno. Togliere ad un bambino parte (o
interamente) la sua identità è un crimine gravissimo, togliere futuro e risorse
economiche ad altri paesi dell’unione non è da meno.</span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Il 18 gennaio
l’Associazione “Alienation free zone” di Marsiglia ha diffuso un contributo
alla <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Conferenza sul futuro dell'Europa</b>.
Nel testo si legge: <i style="mso-bidi-font-style: normal;">La nostra iniziativa
è mossa da una constatazione: la disfunzione istituzionale per cui i meccanismi
dell'Unione Europea non sono oggi in grado di preservare la continuità del
legame familiare e dunque l'interesse superiore del bambino, che va di pari
passo con quello dei genitori. Il legame genitore-figlio è sistematicamente <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">sradicato</b> in alcune giurisdizioni - il
bambino è tenuto prigioniero e strumentalizzato per ottenere pagamenti da uno o
entrambi i genitori, privati arbitrariamente della loro genitorialità</i>. Un
importante tema correlato è quello dell'<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">equità
davanti ai tribunali</b>. <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Riteniamo</i> –
continua il comunicato - <i style="mso-bidi-font-style: normal;">questo tema
centrale e decisivo per la coesione dell'Unione europea, sia nella sua
dimensione giuridica che nella sua trasposizione nei campi economico, sociale
e/o del mercato del lavoro. Non dimentichiamo che <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">il bambino di oggi sarà la risorsa di domani</b></i>. Più avanti
l’Associazione si chiede anche: <i style="mso-bidi-font-style: normal;">La
Garanzia europea per l'infanzia sarà, a lungo andare, un'incarnazione dei
principi del diritto tedesco che danno alle amministrazioni tutti i poteri di
ingerenza nella famiglia e nel rapporto genitori-figli? O sarà in grado di
salvaguardare la continuità del legame familiare, così come i diritti dei
genitori, quelli di cui godevamo originariamente nelle nostre società non
germaniche?</i> I deputati di tutti i partiti vengono poi sollecitati a
presentare la seguente interrogazione scritta alla presidenza del Consiglio
dell'Unione europea: <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">-
Quale calendario e quali misure concrete intende adottare il Consiglio dell'UE
per porre fine alle discriminazioni perpetrate in nome di una nozione che non
può essere assimilata all’interesse superiore del fanciullo: il
"Kindeswohl", in altre parole, "<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">l'interesse superiore della comunità economica tedesca attraverso il
bambino</b>"?<o:p></o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">-
Come intendono le autorità europee garantire l'esercizio effettivo di una
bigenitorialità non discriminatoria a livello dell'Unione europea, mentre oggi
questo rimane ancorato al principio di sussidiarietà? Ciò implica la delega dei
poteri decisionali a livello federale locale e lascia così libero sfogo
all'arbitrio di una rete di organismi istituzionali, politico-amministrativi,
ma anche privati e semi-privati che agiscono al di fuori di qualsiasi struttura
di controllo; controllo che dovrebbe invece farsi garante anche degli interessi
non tedeschi. </span></i><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Sinceramente nutriamo molti dubbi sul
fatto che le istituzioni europee e nazionali vogliano davvero riflettere sulle
conseguenze di queste germanizzazioni che da decenni non solo non cessano, ma
si ampliano in modo sempre più veloce, grazie ad accordi e trattati. Riteniamo
però che l’opinione pubblica debba essere informata, che ogni cittadino debba
sapere del rischio che corre nel procreare un bambino italo-tedesco e che solo
la conoscenza possa aiutarci nell’arginare questa vergognosa deriva.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">Dott.ssa Marinella Colombo<br /></span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">Membro della European Press Federation<br /></span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">Responsabile nazionale dello Sportello
Jugendamt, Associazione C.S.IN. Onlus - Roma<br /></span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">Membro dell’Associazione European Children Aid
(ECA) - Svizzera<br /></span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">Membro dell’Associazione Enfants Otages -
Francia</span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;">Fonte:</span><span style="text-align: left;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><a href="https://www.ilpattosociale.it/rubriche/achtung-binational-babies-bambini-germanizzati-economia-e-conferenza-sul-futuro-delleuropa/">https://www.ilpattosociale.it/rubriche/achtung-binational-babies-bambini-germanizzati-economia-e-conferenza-sul-futuro-delleuropa/</a></span></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p><br /><p></p>jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-86299382893767680902022-02-05T07:40:00.000-08:002022-02-05T07:40:08.952-08:00Achtung, binational babies: “scappa in Germania con il figlio … denuncia alla polizia…”<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjJwFX7bdnmF0--oCrMCtcAgkWneNVfNCzhkbe_OwZtesXG_NuzsT2XPKIQnSYoBxYUre6u8DYBHo8XHzoB0HlQRFKXccb_gbE8UgvNTEA3EwEtu9yw5xeiUnV53pTwG2_j_dcsg2m48_DYXj5WP0w0J4NKgH_E1wqL3HuStH1ZGeppZiehJEzBz6TQ=s1920" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1347" data-original-width="1920" height="450" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjJwFX7bdnmF0--oCrMCtcAgkWneNVfNCzhkbe_OwZtesXG_NuzsT2XPKIQnSYoBxYUre6u8DYBHo8XHzoB0HlQRFKXccb_gbE8UgvNTEA3EwEtu9yw5xeiUnV53pTwG2_j_dcsg2m48_DYXj5WP0w0J4NKgH_E1wqL3HuStH1ZGeppZiehJEzBz6TQ=w640-h450" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Quante volte
leggiamo titoli di questo tipo che rimandano ad articoli nei quali si narrano
le vicende di genitori italiani la cui compagna/o se ne è andata/o in Germania
portando con sé la prole. Si tratta di vicende che sono la premessa a drammi
ben più gravi di quelli già tremendi della sottrazione internazionale, perché
la Germania tutela così tanto i propri concittadini da arrivare a privare
sistematicamente i bambini binazionali della loro identità italiana. In altre
parole il genitore italiano – e con lui tutta la sua famiglia - è destinato a
perdere ogni contatto con il proprio figlio che dunque finirà per non parlare
più neppure la lingua italiana. Peggio ancora, al bambino verrà trasmesso un
senso di sospetto e quasi di disprezzo per quel paese e quella cultura che
dovrebbero essere invece amati proprio perché parte integrante del proprio
essere. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Ma perché la
denuncia alla polizia o ai carabinieri non serve a riportare a casa il bambino
e può addirittura essere negativa? Senza entrare in disquisizioni troppo
tecniche e giuridiche, basterà ricordare che la denuncia, e dunque il correlato
procedimento penale, viene fatta nei confronti dell’altro genitore e
dell’illecito commesso, ma non è finalizzata al rimpatrio del bambino. Ed ecco
l’errore ulteriore: la legge tedesca non prevede l’estradizione del cittadino
tedesco che dichiari di non voler essere estradato! A che pro dunque la
denuncia e la successiva richiesta di estradizione se inevitabilmente non
produrrà che un diniego? Dovremmo sicuramente chiedere a chi ha firmato a nome
del popolo italiano gli accordi sul mandato d’arresto europeo perché lo ha
fatto, dato che manca completamente la reciprocità, il cittadino tedesco non
viene estradato, quello italiano sì. Ma torniamo al caso concreto. Per il
rimpatrio del bambino bisognerà attivare il procedimento civile in Convenzione
Aia, o meglio, per i paesi europei, la richiesta di rimpatrio in base al
regolamento 2201/2003, al quale hanno aderito sia l’Italia che la Germania.
Purtroppo non tutti gli avvocati hanno dimestichezza con questo strumento, ma
soprattutto pochissimi sanno come in generale si svolgono le udienze in
Germania e in particolare in questo genere di procedimenti. Anche a chi ha
contatti con un collega in Germania sarebbe meglio chiedere quanti bambini ha
concretamente riportato in Italia.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">A questo
proposito, permettetemi di ricordare che, stando alle statistiche ufficiali del
Ministero, l’Italia è ai primi posti tra i paesi che inviano i bambini
all’estero e tra gli ultimi per bambini riportati in Italia. Tutto ciò al netto
del fatto che solo una piccola parte dei casi di sottrazione viene comunicata e
registrata dal Ministero. Nei casi che per la statistica si sono conclusi
positivamente con un accordo tra le parti è successo in realtà quanto segue.
Quando la richiesta di rimpatrio giunge in Germania e il giudice tedesco che
deve decidere se rimpatriare il bambino si rende conto che il piccolo – secondo
leggi e regolamenti - dovrebbe senz’altro tornare in Italia, si mette allora in
moto in maniera più o meno conscia il meccanismo di tutela degli interessi
tedeschi e del <i>Kindeswohl</i>, il bene
del bambino inteso come sua completa germanizzazione. Tutto il sistema spingerà
per una mediazione ed un conseguente accordo. In tale sistema sono inclusi:
giudice, Jugendamt, controllore del procedimento (<i>Verfahrensbeistand</i>, falsamente tradotto come avvocato del bambino),
avvocati ed eventuale organizzazione di mediazione internazionale. L’accordo prevedrà
una autorizzazione al genitore tedesco a rimanere in Germania con il figlio e
ampie visite per il genitore italiano. In questo modo la sottrazione viene
derubricata e chiusa. Dopo sei mesi la competenza passa ufficialmente al
giudice tedesco che, su richiesta del genitore tedesco e con un nuovo
procedimento, cancellerà ogni accordo precedente e soprattutto ogni contatto
tra il bambino e il suo genitore italiano. Così si concludono moltissimi dei
“casi risolti” riportati nelle statistiche ufficiali dei nostri ministeri.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"> </span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"> </span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-theme-font: minor-bidi;">Dott.ssa Marinella Colombo<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-theme-font: minor-bidi;">Membro della European Press Federation<br /></span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Responsabile nazionale dello Sportello
Jugendamt, Associazione C.S.IN. Onlus - Roma<br /></span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Membro dell’Associazione European Children Aid
(ECA) - Svizzera<br /></span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Membro dell’Associazione Enfants Otages -
Francia</span></p><p></p>jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-69575075104581251412021-11-24T09:08:00.010-08:002021-11-25T09:28:05.871-08:00Missioni Nato e bambini perduti<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHi7PxlfuaoRLUZe-oKKPGffuUyqEKb3dbj0Be7sVhlimdVBMYfphZD0YKytQD9XCjeg3pdqDPeEfbRLgoBoMkRiicumrtNvwn8Afz_lwinIMsTwJGLKbE0AAmjYsVzgrVqVJYWiMT4VE/s1024/2021-11-24+Missioni+Nato+e+bambini+perduti+Locandina.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="732" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHi7PxlfuaoRLUZe-oKKPGffuUyqEKb3dbj0Be7sVhlimdVBMYfphZD0YKytQD9XCjeg3pdqDPeEfbRLgoBoMkRiicumrtNvwn8Afz_lwinIMsTwJGLKbE0AAmjYsVzgrVqVJYWiMT4VE/w458-h640/2021-11-24+Missioni+Nato+e+bambini+perduti+Locandina.jpeg" width="458" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHi7PxlfuaoRLUZe-oKKPGffuUyqEKb3dbj0Be7sVhlimdVBMYfphZD0YKytQD9XCjeg3pdqDPeEfbRLgoBoMkRiicumrtNvwn8Afz_lwinIMsTwJGLKbE0AAmjYsVzgrVqVJYWiMT4VE/s1024/2021-11-24+Missioni+Nato+e+bambini+perduti+Locandina.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><br /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/i_b3ufmYBH4" width="320" youtube-src-id="i_b3ufmYBH4"></iframe></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /> <p></p>jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-3988883359976287542021-10-27T09:30:00.001-07:002021-11-01T04:34:58.235-07:00Genitori discriminati perché italiani - L'Europa di oggi<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgARPQovfU2yoOaU4jSfP6pS92_no9ybUtOGeP6hSrUX_mdq-nHWfgSBje-rvq9zVkO-I9zL52gG7e2e7_vniXQXxppbJh2BW3wbLCFJLq-n0f6ahj9__is14cAoBBY_IK_xkstver2Eo/s1656/2021-10-27+Jugendamt+-+Liberi+cittadini+FB.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1656" data-original-width="1202" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgARPQovfU2yoOaU4jSfP6pS92_no9ybUtOGeP6hSrUX_mdq-nHWfgSBje-rvq9zVkO-I9zL52gG7e2e7_vniXQXxppbJh2BW3wbLCFJLq-n0f6ahj9__is14cAoBBY_IK_xkstver2Eo/w464-h640/2021-10-27+Jugendamt+-+Liberi+cittadini+FB.png" width="464" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">L'Europa oggi: essere italiani significa per molti genitori perdere ogni diritto sui propri figli.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Se ne parla in questo incontro:</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/jXXiVyZp8B4" width="320" youtube-src-id="jXXiVyZp8B4"></iframe></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><br /><p></p>jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-17469091112406390262021-07-03T13:56:00.002-07:002021-07-03T13:56:49.963-07:00Perché Hitler influenza ancora oggi l'educazione dei bambini<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5x51YHYC1-vM9g7pgp_Fmc4YIjDDfqeXyZlm2ututn2vuJpAwjgdLgAsmw3rxwUy6mtileLqntMMes11ZGh0U9dRXvRXPA-ejyk21V4DsqoFN50iF3gXzHNa4hktMaag4tyO_67TB5jo/s650/Johanna-Haarer_Die-deutsche-Mutter-und-ihr-erstes-Kind.jpg.5107934.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="492" data-original-width="650" height="451" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5x51YHYC1-vM9g7pgp_Fmc4YIjDDfqeXyZlm2ututn2vuJpAwjgdLgAsmw3rxwUy6mtileLqntMMes11ZGh0U9dRXvRXPA-ejyk21V4DsqoFN50iF3gXzHNa4hktMaag4tyO_67TB5jo/w596-h451/Johanna-Haarer_Die-deutsche-Mutter-und-ihr-erstes-Kind.jpg.5107934.jpg" width="596" /></a></div><br /><p></p><p><b><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><br /></span></b></p><p><b><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Un
bestseller e le sue innumerevoli conseguenze</span></b></p><p>
</p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Nel 1934, la
dottoressa Johanna Haarer pubblicò la sua guida <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Die deutsche Mutter und ihr erstes Kind</i> (La madre tedesca e il suo
primo figlio). Il libro vendette 1,2 milioni di copie e divenne un testo base
per l'educazione, utilizzato anche negli asili, negli istituti e nei corsi di
formazione alla maternità durante il periodo nazista.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Nel suo testo, la Haarer
raccomanda alle madri di fare in modo che i figli crescano sviluppando il minor
attaccamento possibile. Se il bambino piange, bisogna lasciarlo piangere,
evitando a tutti i costi un tenerezza eccessiva.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Gli studiosi
temono che questo abbia provocato in quei bambini dei disturbi
dell'attaccamento. Disturbi che sono stati poi trasmessi di generazione in
generazione. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14pt; line-height: 107%;">Perché
Hitler influenza ancora oggi l'educazione dei bambini<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 8pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Per
avere una generazione di fedeli seguaci, i nazisti imposero alle madri di
ignorare i bisogni dei loro figli. Persino i nipoti soffrono ancora per quelle
relazioni spezzate.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Un'analisi di Anne
Kratzer<o:p></o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Vorrebbe amare i
suoi figli, ma non ci riesce fino in fondo. Renate Flens arriva allo studio
della psicoterapeuta Katharina Weiß con una depressione. Ben presto la
psicoterapeuta inizia a sospettare che dietro ai problemi della sua paziente si
nasconda in fondo la frustrazione di non essere capace di permettere alle
persone di avvicinarsi a lei.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Dopo una lunga
ricerca nel passato di Renate Flens, le due donne credono finalmente di aver
trovato la colpevole: la dottoressa Johanna Haarer, che all'epoca del
nazionalsocialismo scriveva manuali spiegando come crescere i bambini per il
Führer. Eppure Renate Flens – nome di fantasia - è nata negli anni '60 - cioè
dopo la guerra. Ma i libri di Haarer erano stati dei bestseller e anche nella
Germania del dopoguerra, copie delle sue opere si potevano trovare in quasi
tutte le case. Investigando sul tema con la terapeuta, Renate Flens ricordò di
aver visto anche dai suoi genitori un libro della Haarer.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Un aspetto
particolarmente perfido della filosofia educativa della Haarer potrebbe anche
essere stato tramandato di generazione in generazione: al fine di renderli
buoni soldati e fedeli seguaci, il regime nazista esortava le madri a ignorare
di proposito i bisogni dei loro bambini che si voleva provassero poche emozioni
e senso dell'attaccamento. Se un'intera generazione è stata sistematicamente educata
a non stringere legami con gli altri altri, cosa può insegnare a figli e
nipoti?<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">"Analisti e
ricercatori si sono occupati a lungo di questo argomento, che invece è stato
ignorato dal grande pubblico”, afferma Klaus Grossmann, nel suo ultimo studio
all'Università di Regensburg, scritto dopo aver condotto studi sull’attaccamento
madre-bambino già negli anni '70. Nelle sue osservazioni aveva osservato
ripetutamente scene come questa: un bambino sta piangendo, la madre cammina
verso il bambino, ma si ferma poco prima di raggiungerlo. Anche se il suo
bambino sta piangendo a pochi metri di distanza, lei non accenna a prenderlo in
braccio o a confortarlo. "Quando chiedevamo alle madri perché si comportassero
in questo modo, dicevano che era soprattutto per non viziare il bambino". <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Tali affermazioni
e modi di dire come "Un indiano non conosce il dolore" si sentono
ripetere spesso ancora oggi. Anche il bestseller <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Ogni bambino può imparare a dormire</i> di Annette Kast-Zahn e Hartmut
Morgenroth indicano una strada che va nella stessa direzione. Il libro
consiglia di coricare da soli in una stanza i bambini che hanno difficoltà ad
addormentarsi, o a dormire in modo continuativo, di controllarli e parlare con
loro a intervalli sempre più lunghi, ma senza mai prenderli in braccio, anche
se stanno piangendo. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">"È meglio
mettere il bambino in una stanza tutta sua, dove poi rimarrà da solo",
scriveva anche Johanna Haarer nel suo manuale del 1934, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">La madre tedesca e il suo primo figlio</i>. Se il bambino comincia a
piangere o urlare, va ignorato: "Non cominciate a prendere il bambino dal
letto, a tenerlo in braccio, a cullarlo, o a tenerlo in grembo, e tantomeno ad
allattarlo. Il bambino capisce incredibilmente in fretta che ha solo bisogno di
gridare per richiamare un'anima compassionevole e diventare l'oggetto delle sue
cure. Dopo poco esigerà questa attenzione come un diritto e non darà più tregua
fino a quando non sarà di nuovo preso in braccio e cullato. A questo punto sarà
diventato il piccolo ma implacabile tiranno domestico!". <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Il bambino come un
tormentatore la cui volontà deve assolutamente essere spezzata - era questo il
modo in cui Johanna Haarer vedeva i bambini. Ancora oggi si percepiscono le
conseguenze di un tale approccio. Alcuni ricercatori, medici e psicologi
ipotizzano che il basso tasso di natalità, i numerosi divorzi, l’alto numero di
persone che vivono sole, i tantissimi casi di burn-out, di depressione e in
genere di malattie mentali potrebbero essere la conseguenza della mancanza di emozioni
e attaccamento.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Rigorosamente considerate,
le ragioni di queste circostanze sociali sono certamente molteplici. Eppure l'influenza
della Haarer può ancora essere rintracciata in alcuni casi clinici, come nel
caso della paziente di Katharina Weiß. "Di solito in queste terapie ci sono
in primo piano temi molto diversi. Eppure dopo un po' emergono tratti che
rimandano chiaramente alla Haarer: disgusto per il proprio corpo, rigide regole
alimentari o incapacità a relazionarsi", afferma la psicoanalista. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Anche lo psichiatra e psicoterapeuta
Hartmut Radebold racconta di un suo paziente con gravi difficoltà di relazione
e di identità. Anche quest’uomo aveva poi trovato a casa un grosso quaderno nel
quale sua madre aveva annotato innumerevoli informazioni sul suo primo anno di
vita: peso, altezza, o frequenza di defecazione - ma non una sola parola sui
sentimenti.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGMnCeOFU0SUv6XEExJQN34ZeCRR-v6CtfP7myWUDSo3AbVDUEUMdRO1K-qVjP8HEa42HDkj-VRBFgYEQG85uek0FHw1ZjEOhx2QCCGP7qw5_80f3i2_DuLXjOOABvi3gIP5vqFPROWIc/s1279/Magda-goebbels-e-i-sei-figli.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1279" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGMnCeOFU0SUv6XEExJQN34ZeCRR-v6CtfP7myWUDSo3AbVDUEUMdRO1K-qVjP8HEa42HDkj-VRBFgYEQG85uek0FHw1ZjEOhx2QCCGP7qw5_80f3i2_DuLXjOOABvi3gIP5vqFPROWIc/w640-h360/Magda-goebbels-e-i-sei-figli.jpg" width="640" /></a></div><br /><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b style="text-align: left;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Colmare
di affetto il bambino, anche ad opera di terze persone, può essere nocivo e
alla lunga renderlo effeminato.</span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Johanna Haarer in "<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> La madre tedesca e il suo primo figlio</i>"
(manuale per genitori del 1934). <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: justify;">"Il bambino va
nutrito, lavato e asciugato, ma per il resto va lasciato completamente
solo", consigliava Johanna Haarer. Essa descrisse in dettaglio ogni
aspetto fisico, ignorando però completamente il lato psicologico e mettendo
continuamente in guardia nei confronti degli atteggiamenti affettuosi che
definiva “scimmieschi”: "Colmare di affetto il bambino, anche ad opera di
terze persone, può essere nocivo e alla lunga renderlo effeminato. Alla madre,
così come al bambino tedesco, si addice una certa frugalità in queste cose”. Subito
dopo la nascita, sosteneva, è bene isolare il bambino per 24 ore, invece di
parlargli in uno "stupido e ridicolo linguaggio infantile". La madre deve
parlargli esclusivamente in "tedesco razionale" e se il bambino
piange, va lasciato piangere. Questo rafforzerebbe i polmoni e anche il
bambino.</span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: #0070c0; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Evitare il contatto fisico</span></b><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">I consigli della
Haarer si presentavano con apparenza moderna e scientifica, ma erano – questo
era in realtà già noto anche all'epoca - sbagliati e persino dannosi. I bambini
hanno bisogno del contatto fisico, mentre la Haarer raccomandava di ridurre al
minimo tale contatto, persino quando si teneva in braccio il bambino. Consigliava
fortemente una postura del tutto innaturale, illustrata anche con immagini: le
madri tengono i loro figli in modo da toccarli il meno possibile, e se li
guardano, non li guardano mai negli occhi.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: #0070c0; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Un'educazione concepita per ottenere soldati insensibili<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu2Lvk5kwKspuksizGnYksqccXpxz-IfL3a89Fs0komQ8FxoJl8nkJkY59Yd4uPNeaQhMdIrl0KCPu-TvRhyphenhyphenUmEo-Wi9hxnAIfzWVGnWlkrV9kfvphOxJfD2cRKXHdT827l2h74xr6BHA/s235/bambini+reich.jpeg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="215" data-original-width="235" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu2Lvk5kwKspuksizGnYksqccXpxz-IfL3a89Fs0komQ8FxoJl8nkJkY59Yd4uPNeaQhMdIrl0KCPu-TvRhyphenhyphenUmEo-Wi9hxnAIfzWVGnWlkrV9kfvphOxJfD2cRKXHdT827l2h74xr6BHA/s0/bambini+reich.jpeg" /></a></div><p></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Esperienze del
genere possono essere traumatizzanti. Tra il 2009 e il 2013, la psicologa Ilka
Quindeau e i suoi colleghi dell'Università di Scienze Applicate di Francoforte furono
incaricati dal Ministero Federale dell'Educazione e della Ricerca di studiare
la generazione dei bambini di guerra. Il loro studio doveva in realtà
concentrarsi sugli effetti tardivi dei bombardamenti e della fuga. Ma dopo le
prime interviste, i ricercatori dovettero cambiare l’impostazione del loro
studio: durante le conversazioni emersero così spesso le esperienze familiari
che decisero di aggiungere un'ulteriore intervista su questo argomento,
intervista che durò per ognuno diverse ore. Alla fine, i ricercatori conclusero:
"Queste persone hanno mostrato un modello di lealtà sorprendentemente
forte verso i loro genitori. Il fatto che non sia stato evocato nessun tipo di conflitto
è un segno di disfunzione della relazione". Quindeau fece inoltre notare
che in nessun'altra parte d'Europa c'era un tale e così ampio interesse per i
“bambini della guerra” come in Germania, benché anche negli altri paesi ci
fossero state distruzioni e bombardamenti.</span></p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Nel 1949 la
psicanalista austro-britannica Anna Freud scoprì che i bambini che mostravano
un buon legame con i propri genitori percepivano la guerra in modo meno grave
rispetto a quelli che non l'avevano. Quindeau, valutando congiuntamente questi
studi, ritenne che i racconti dei bambini della guerra su bombardamenti e espulsioni
fossero in realtà il racconto del disastro delle loro esperienze familiari. Queste
esperienze così dolorose erano diventate indicibili.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: #0070c0; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Incapaci di provare sentimenti<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Questa
interpretazione è comunque difficile da dimostrare. Gli studi randomizzati che
esaminano sperimentalmente l'influenza dei consigli educativi della Haarer non
sono fattibili per ragioni etiche. Ma anche le ricerche che non si occupano
esplicitamente dell'educazione nel Terzo Reich hanno fornito prove preziose, afferma
Grossmann. "Tutti i dati che abbiamo indicano quanto segue: Se si priva un
bambino della reattività sensibile nel primo-secondo anno di vita - come
sosteneva Johanna Haarer - il bambino svilupperà capacità emozionali e reattive
in maniera estremamente limitata”.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Questo studioso
dell'attaccamento indica, tra l'altro, un lungo studio pubblicato nel 2014
sulla rivista Pediatrics da un team guidato dalla psichiatra Mary Margaret
Gleason della Tulane University di New Orleans, Louisiana. Gleason e i suoi
colleghi divisero in due gruppi 136 orfani rumeni, di età compresa tra sei mesi
e quattro anni: un gruppo fu cresciuto in istituto, mentre gli altri furono dati
a famiglie affidatarie. I bambini della regione, cresciuti con i loro genitori
biologici servirono da gruppo di controllo. Furono riscontrati problemi di
linguaggio e attaccamento sia nei bambini rimasti in istituto che in quelli dati
in affido. Vediamo ad esempio questo esperimento con 89 soggetti: un estraneo
entra dalla porta e chiede ai bambini di seguirlo senza dare spiegazioni. Il
3,5% dei bambini del gruppo di controllo lo segue, rispetto al 24,1% dei
bambini in affidamento e ben il 44,9% dei bambini in istituto.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">"Questi <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">bambini, che non pensano e non provano
sentimenti, sono ottimi cittadini di una nazione guerriera</b>", dice
Karl-Heinz Brisch, psichiatra e psicoterapeuta presso l'ospedale pediatrico Dr.
von Haunerschen dell'Università Ludwig Maximilian di Monaco. D'altronde anche
nell'antica Sparta i bambini venivano educati con questo obiettivo, afferma.
"Il principio di Johanna Haarer è che non vada data attenzione al bambino
quando esso la richiede. Ma ogni rifiuto significa anche rigetto", spiega
Grossmann. Un neonato dispone solo di gesti e mimica per comunicare. Se non
ottiene nessuna reazione, imparerà che le sue comunicazioni espressive non
hanno nessun valore. I neonati provano inoltre una paura mortale quando sentono
la fame o la solitudine e quando non vengono tranquillizzati da chi li
accudisce. Nel peggiore dei casi tali esperienze possono in seguito provocare un<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> trauma da attaccamento</b> che rende
difficile più tardi nella vita a queste persone formare relazioni con altre
persone.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: #0070c0; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Suggerimenti educativi della pneumologa <o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">La Haarer, che era
appunto una pneumologa e non aveva una formazione né pedagogica né pediatrica, fu
comunque convintamente sostenuta dai nazionalsocialisti. I consigli contenuti
nel suo libro, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">La madre tedesca e il suo
primo figlio</i>, furono insegnati nei cosiddetti corsi di formazione alla
maternità del Reich. I corsi avevano lo scopo di insegnare a tutte le donne
tedesche delle regole uniformi per la cura dei bambini. Solo nell'aprile 1943,
almeno tre milioni di donne vi avevano preso parte. Inoltre il suo manuale era
la base dell'educazione impartita in asili e comunità. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhS9TqxDghPngHiP_lwcH-9Q-IcovwaamC-kY8qROK4nnQn-WipBa_VJ97Bi__hX_666nxM-CiI1sJH6aIWxffZAl2co8xPR5SM3B6ksNSW8yA8dZVqID034wq_WzX3tpIT85eY1S_q7vk/s560/attaccamento+unsere+kleinen+Kinder.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="349" data-original-width="560" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhS9TqxDghPngHiP_lwcH-9Q-IcovwaamC-kY8qROK4nnQn-WipBa_VJ97Bi__hX_666nxM-CiI1sJH6aIWxffZAl2co8xPR5SM3B6ksNSW8yA8dZVqID034wq_WzX3tpIT85eY1S_q7vk/s16000/attaccamento+unsere+kleinen+Kinder.jpg" /></a></div><br /><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Ancora prima di
pubblicare la sua “bibbia dell’educazione”, Johanna Haarer aveva già scritto per
alcuni giornali sul tema della cura dei bambini. In seguito pubblicò altri
libri, tra cui </span><i style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Mutter, erzähl von Adolf
Hitler</i><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;"> (Madre, racconta di Adolf Hitler), una sorta di favola intrisa di antisemitismo
e anticomunismo in forma comprensibile ai bambini, e </span><i style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Unsere kleinen Kinder</i><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;"> (I nostri bambini piccoli), un'altra guida
per genitori. Dopo il periodo nazista, la donna originaria di Monaco di
Baviera, fu internata per un anno e mezzo. Secondo due delle sue figlie, rimase
comunque un'entusiasta nazionalsocialista fino alla sua morte sopravvenuta nel
1988. Non solo la sua personale visione educativa sopravvisse al Terzo Reich,
ma anche la sua opera principale </span><i style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Die deutsche
Mutter und ihr erstes Kind</i><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;"> (La madre tedesca e il suo primo figlio), che
rimase in circolazione ancora per molto tempo. Dalla pubblicazione alla fine
della guerra il libro vendette 690.000 copie, promosse dalla propaganda
nazista. Ma anche dopo la guerra, in una versione epurata dal gergo nazista più
grossolano, ne vendette altrettante. Nel 1987 il totale delle vendite era di 1,2
milioni di copie.</span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;"> </span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: #0070c0; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Di generazione in generazione<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: #0070c0; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Questi numeri
mostrano quanto fascino avesse ancora nel dopoguerra la visione del mondo secondo
la Haarer. Innanzi tutto bisogna chiedersi perché le madri implementarono un
approccio così innaturale.
"Non erano tutte d’accordo", sostiene Hartmut Radebold. Lo
psichiatra, psicoanalista e scrittore, studiò a fondo la generazione dei
bambini di guerra. Egli presume che la guida educativa della Haarer abbia avuto
un'influenza in particolare su due gruppi: sui genitori che si identificavano fortemente
con il regime nazista, e sulle giovani donne che - spesso a causa della prima
guerra mondiale - provenivano da famiglie distrutte e quindi non sapevano cosa
e come fosse una buona relazione. Se inoltre si ritrovavano sole, perché i
mariti stavano combattendo al fronte, erano anche sopraffatte e insicure, e
quindi particolarmente ricettive nei confronti della propaganda educativa della
Haarer.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Inoltre anche prima
del 1934 un’educazione estremamente rigorosa era già pratica comune in Prussia.</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: right;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUEYtGSg74mR90dHXEos5zR8FFivo-75nBdV7PebTM1l11BvlBIlsQ3-Y9jtD5_Z7TtBUQ52Wbhz8sBVYO7oiO4knFpGbcDe64-p8v6h4o_1sq4sN85FNAHkZOo0lzfpT6Dokj5r_zLDY/s276/Prussia.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="232" data-original-width="276" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUEYtGSg74mR90dHXEos5zR8FFivo-75nBdV7PebTM1l11BvlBIlsQ3-Y9jtD5_Z7TtBUQ52Wbhz8sBVYO7oiO4knFpGbcDe64-p8v6h4o_1sq4sN85FNAHkZOo0lzfpT6Dokj5r_zLDY/s0/Prussia.jpeg" /></a></span></div><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><br />
Grossmann ritiene che solo una cultura con una certa precedente inclinazione
verso queste idee di durezza e di imposizioni avrebbe potuto attuare cose del
genere. Questo coinciderebbe anche con i risultati degli studi degli anni '70,
che indicano, per esempio, che a Bielefeld in quel periodo circa un bambino su
due mostrava un comportamento di attaccamento insicuro, mentre a Ratisbona,
nella Germania meridionale, che non è mai appartenuta alla sfera di influenza
prussiana, nemmeno un bambino su tre.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Per valutare quanto
è sicuro il legame tra madre o padre e bambino, Grossmann e altri ricercatori
usano spesso lo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Stranger Situations Test</i>
(<i style="mso-bidi-font-style: normal;">experiments on attachment quality</i>) sviluppato
dalla psicologa statunitense Mary Ainsworth. In tale esperimento, una madre
entra in una stanza con il suo bambino e lo mette a sedere con un giocattolo
vicino. Dopo 30 secondi si siede su una sedia e legge una rivista. Dopo non più
di due minuti, suona un segnale per ricordare alla madre di incoraggiare il
bambino a giocare, in caso non lo stia già facendo. A ulteriori intervalli, da
uno a tre minuti, si svolgono poi le seguenti scene: una donna sconosciuta appare
nella stanza e tace, poi le due donne parlano tra loro, la sconosciuta si
occupa del bambino, la madre mette la sua borsetta sulla sedia e lascia la
stanza. Dopo poco la madre torna nella stanza e la sconosciuta se ne va. Poco
dopo se ne va anche la madre, lasciando il bambino da solo. Dopo alcuni minuti
la sconosciuta torna nella stanza e si occupa del bambino, solo dopo arriva la
madre.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Gli studiosi dell'attaccamento
hanno osservato attentamente il comportamento del bambino. Se è brevemente
irritato e piange nella situazione di separazione, ma si calma velocemente, si
considera che abbia un saldo rapporto di attaccamento. Se non si calma - oppure
non reagisce per niente alla scomparsa della mamma - si considera che abbia un
rapporto di attaccamento insicuro. Grossmann ha fatto il test in diversi
contesti culturali. Durante le osservazioni lo studioso ha constatato che in
Germania, diversamente da altri paesi occidentali, un numero particolarmente elevato
di adulti sarebbe positivamente impressionato dal fatto che i bambini non
reagiscano alla scomparsa della mamma o della principale persona di riferimento.
I genitori percepiscono tale comportamento come quello di una personalità
"indipendente".<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: #0070c0; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Come i genitori così i bambini<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Tali studi
suggeriscono inoltre che i bambini, una volta divenuti adulti e genitori a loro
volta, trasmettano inevitabilmente questo tipo di relazione dell’attaccamento alla
generazione successiva. In uno degli studi compiuti, Grossmann e colleghi hanno
anche osservato lo stile di attaccamento dei genitori dei bambini osservati,
con l'aiuto di interviste realizzate quattro o cinque anni dopo aver effettuato
lo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Stranger Situation Test</i>. Nella
loro valutazione, gli studiosi hanno incluso non solo il contenuto delle
risposte, ma anche le emozioni degli adulti durante l'intervista. Per esempio,
i ricercatori hanno annotato anche tratti dei soggetti come cambiare spesso
argomento, dare solo risposte monosillabiche o generalizzare troppo, lodando i
propri genitori senza descrivere situazioni specifiche. Il risultato della
pubblicazione del 1988 fu che tra i 65 casi di genitori e figli analizzati, il
tipo di relazione di attaccamento dei bambini corrispondeva a quello dei loro
genitori con una frequenza dell’80%. Una meta-analisi pubblicata nel 2016 dal
gruppo di ricercatori guidati da Marije Verhage dell'Università di Amsterdam,
che aveva analizzato i dati di 4.819 persone, confermò l'effetto della
trasmissione del tipo di relazione di attaccamento da una generazione
all’altra. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">In che modo
esattamente i genitori trasmettano le esperienze negative della propria infanzia
ai figli è ancora oggetto di varie teorie. Tuttavia è ormai riconosciuto che
anche i fattori biologici possano avere un ruolo importante. Nel 2007, per
esempio, Dahlia Ben-Dat Fisher della Concordia University di Montreal e i suoi
colleghi constatarono che la prole di madri che erano state trascurate durante
la loro infanzia mostrava al mattino livelli regolarmente più bassi dell'ormone
dello stress, il cortisolo. I ricercatori interpretano questo fatto come un
segno di elaborazione anormale dello stress.<span style="mso-spacerun: yes;">
</span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Nel 2016, un team
guidato da Tobias Hecker dell'Università di Zurigo confrontò i bambini della
Tanzania che avevano affermato di aver subito molta violenza fisica e
psicologica con quelli che avevano riferito solo un piccolo abuso. Nel primo
gruppo, constatarono non solo una maggiore incidenza di problemi medici, ma
anche una metilazione anomala del gene che codifica la proteina
proopiomelanocortina. Questo è il precursore di tutta una serie di ormoni, tra
cui l'ormone dello stress adrenocorticotropina, che è prodotto nella ghiandola
pituitaria. I modelli di metilazione del DNA alterati possono influenzare
l'attività di un gene - e con ogni probabilità essere trasmessi di generazione
in generazione. Gli studiosi osservarono questo fenomeno in dettaglio negli
esperimenti sugli animali, ma il quadro è meno chiaro rispetto a quanto avvenga
negli esseri umani.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">A livello
comportamentale, si può trasmettere solo ciò che si conosce in termini di
esperienza, spiega Grossmann. Per essere sicuri, i genitori possono
consapevolmente confrontarsi con la propria esperienza di attaccamento e
cercare di crescere i propri figli in modo diverso. "Ma nei momenti di
stress, spesso si ricade nei modelli appresi e inconsci", dice Grossmann.
Forse è per questo che Gertrud Haarer, la più giovane delle figlie di Johanna
Haarer, non volle mai avere figli. Criticò pubblicamente sua madre e, dopo una
grave depressione, scrisse un libro sulla vita di sua mamma e sulle sue idee. La
figlia stessa riconosce di essere stata a lungo una persona incapace di
avvicinarsi agli altri e inoltre confessa di non avere memoria della sua
infanzia. "<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Evidentemente sono stata
talmente traumatizzata da pensare di non essere in grado di crescere dei
bambini</i>", ha spiegato in un'intervista alla Bayerischer Rundfunk.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span><i style="text-align: left;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 10.0pt; line-height: 107%;">Fonte:</span></i><span style="font-size: 10pt; line-height: 107%; text-align: left;"> </span><span class="MsoHyperlink" style="text-align: left;"><i><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 10.0pt; line-height: 107%;"><a href="https://www.spektrum.de/news/paedagogik-die-folgen-der-ns-erziehung/1555862">https://www.spektrum.de/news/paedagogik-die-folgen-der-ns-erziehung/1555862</a></span></i></span></p><p class="MsoNormalCxSpFirst"><b><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 10.0pt; line-height: 107%;"><o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;">Questa traduzione è apparsa in tre puntate sul settimanale Il Patto Sociale:</p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">La prima parte si
trova <a href="https://www.ilpattosociale.it/rubriche/achtung-binational-babies-perche-hitler-influenza-ancora-oggi-leducazione-dei-bambini-parte-1/" target="_blank">qui</a>.</span></p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">La seconda parte <a href="https://www.ilpattosociale.it/rubriche/achtung-binational-babies-perche-hitler-influenza-ancora-oggi-leducazione-dei-bambini-parte-2/">qui</a>.</span></p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">La terza parte <a href="https://www.ilpattosociale.it/rubriche/achtung-binational-babies-perche-hitler-influenza-ancora-oggi-leducazione-dei-bambini-parte-3/">qui</a>.</span></p><p></p>jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-57857196207172102402021-04-21T15:17:00.003-07:002021-04-21T15:17:45.615-07:00KINDERBONUS - Importo da dedurre dal pagamento degli alimenti di maggio 2021<p class="MsoNormalCxSpFirst"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Mandi soldi in Germania quale pagamento
alimenti? <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Leggi attentamente quanto segue sul
KINDERBONUS</span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">A chi invia ogni mese in Germania
l’importo per il mantenimento del figlio, potrebbe infatti essere arrivata una
lettera tipo quella che allego più sotto.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Si tratta della comunicazione relativa al
KINDERBONUS, un importo di 150 euro, che lo stato tedesco pagherà ad ogni
bambino, indipendentemente dal reddito dei genitori ed in aggiunta al noto
“Kindergeld”, nel mese di maggio 2021.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Questi 150 euro, che vengono pagati ad
entrambi i genitori, in realtà finiscono sul conto del genitore che riceve
anche il pagamento degli alimenti dall’altro.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Pertanto, il genitore che paga gli
alimenti è autorizzato, per il mese di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">maggio
2021, a dedurre 75 euro (cioè la sua metà dei 150 euro che l’altro incassa)
dall’importo degli alimenti che verserà per quel mese!<o:p></o:p></b></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinQ-knEN-TcnPwnJzDksc09u_frr6Odn4-EVMuC8tHp0lfdQ3Ki-pABTP0IRNB6ytLfp7oaeDvDhVHRfgj_nZc6nKPvV-RcFK5hVviwuS72YKNYVWZv3jRItQtiR2sqCBmO3kR_TRKfRs/s1684/Kinderbonus+esempio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1684" data-original-width="1190" height="746" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinQ-knEN-TcnPwnJzDksc09u_frr6Odn4-EVMuC8tHp0lfdQ3Ki-pABTP0IRNB6ytLfp7oaeDvDhVHRfgj_nZc6nKPvV-RcFK5hVviwuS72YKNYVWZv3jRItQtiR2sqCBmO3kR_TRKfRs/w527-h746/Kinderbonus+esempio.jpg" width="527" /></a></div><br /><p class="MsoNormalCxSpFirst"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Per verifica e controllo consiglio di
leggere i due testi seguenti del Ministero delle Finanze tedesco e dell’Agenzia
tedesca per il lavoro<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><a href="https://www.bundesfinanzministerium.de/Content/DE/Gesetzestexte/Gesetze_Gesetzesvorhaben/Abteilungen/Abteilung_IV/19_Legislaturperiode/Gesetze_Verordnungen/2021-03-17-Drittes-Corona-Steuerhilfegesetz/0-Gesetz.html">https://www.bundesfinanzministerium.de/Content/DE/Gesetzestexte/Gesetze_Gesetzesvorhaben/Abteilungen/Abteilung_IV/19_Legislaturperiode/Gesetze_Verordnungen/2021-03-17-Drittes-Corona-Steuerhilfegesetz/0-Gesetz.html</a><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><a href="https://www.arbeitsagentur.de/familie-und-kinder/kinderbonus">https://www.arbeitsagentur.de/familie-und-kinder/kinderbonus</a><o:p></o:p></span></p><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"></b><p></p>jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-53631485437495955862021-03-28T10:10:00.000-07:002021-03-28T10:10:10.586-07:00Il giudice, la politica e la sottrazione internazionale di minore<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTf0zx4bvCSZZ01VR0PDCFe9_nb8Uv3bFWyxswQxmXJyyITTDtnMK-Sfs95CvKyVeIZ4uaPF0xczm75N0GCN130d8zj_UQkOhnoZ5SRaSP0sa8lVTyThDRj4MAIyThvJI86yVCNRcyAC0/s998/Conv+Brindisi+Locandina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="998" data-original-width="706" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTf0zx4bvCSZZ01VR0PDCFe9_nb8Uv3bFWyxswQxmXJyyITTDtnMK-Sfs95CvKyVeIZ4uaPF0xczm75N0GCN130d8zj_UQkOhnoZ5SRaSP0sa8lVTyThDRj4MAIyThvJI86yVCNRcyAC0/w453-h640/Conv+Brindisi+Locandina.jpg" width="453" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Link alla registrazione del convegno: <a href="https://youtu.be/_bHflZBbS-A" target="_blank">https://youtu.be/_bHflZBbS-A</a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Qui sotto un intervento in particolare.</div><p></p><p align="center" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: center; text-autospace: none;"><b><i><span style="color: #111111; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 16.0pt;">La sottrazione minorile nello scenario</span></i></b><span style="color: #111111; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 16.0pt;"> <b><i>internazionale</i></b><o:p></o:p></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<p align="center" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: center; text-autospace: none;"><span style="color: #111111; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt;"> Incontro di martedì 16 marzo
2021</span><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 16.0pt; line-height: 107%;"> </span></p>
<p align="center" class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: center;"><span style="color: #0070c0; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 16.0pt; line-height: 107%;">Intervento e considerazioni di Marinella Colombo<o:p></o:p></span></p>
<p align="center" class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: center;"><b><span style="color: #0070c0; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 16.0pt; line-height: 107%;">IL GIUDICE, LA POLITICA
E LA SOTTRAZIONE INTERNAZIONALE DI MINORE<o:p></o:p></span></b></p>
<p align="center" class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: center;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"> </span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Nel ringraziare
gli organizzatori del Convegno, desidero esprimere loro la mia stima per
l’impegno profuso nel rendere possibile questo evento. La sottrazione
internazionale di minori è un problema diffuso e in continuo aumento. Non
riguarda solo le poche centinaia di casi riportati dall’Autorità centrale che,
anche a detta della stessa vice-ministro Marina Sereni, intervenuta prima di
me, sono in effetti solo quelli che gli interessati hanno voluto segnalare
all’Autorità centrale, a Roma. La problematica riguarda in realtà migliaia di
bambini che perderanno la loro identità, lingua e cultura italiana, rendendo
loro la famiglia italiana allargata nient’altro che un gruppo di estranei con i
quali non sono più neanche in grado di comunicare.</span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"> </span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Da
un punto di vista istituzionale va innanzi tutto evidenziato come, quando si
parla di sottrazioni internazionali di minori, l’azione della nostra Autorità
centrale del Ministero di Giustizia (autorità preposta a questo genere di
problematiche, come già ben spiegato dalla Presidente della Camera Minorile di Brindisi,
l’avv. Simonetta de Carlo) si concentri purtroppo esclusivamente sulle
sottrazioni relative a bambini portati in Italia dall’estero ad opera del
genitore italiano del minore. Per i bambini italiani portati dall’Italia
all’estero si demanda completamente all’autorità straniera omologa. E’ questo
il motivo per il quale la problematica delle sottrazioni internazionali di
minore non ha mai registrato iniziative che abbiano inciso positivamente e risolutivamente,
nonostante i numerosi “vademecum” e le task force tra ministeri sempre
continuamente rinnovate almeno negli ultimi tredici anni. L’uso dei pochi,
eppure esistenti, strumenti di prevenzione e anche di sostegno al connazionale
viene ignorato. Il genitore italiano che chiede aiuto viene troppo spesso
percepito dalle nostre autorità consolari come un elemento fastidioso e di
disturbo.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Questo modo di
procedere del sistema italiano è ormai definito da molti come “auto-razzista”
ed “autolesionista”. Tenterò di spiegare cosa porta a questa amara definizione
dei fatti.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><b><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">1.</span></b><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">
Una fattispecie di sottrazione è il caso del cittadino italiano (non importa se
padre o madre) emigrato all’estero con la convinzione di trovare una sorta di
“eldorado”, sia per cercare lavoro, sia per seguire il/la compagno/a che ama.
Quando l’unione fallisce, scopre di essere completamente privo/a di diritti
anche nei confronti dei figli.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><b><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">2.</span></b><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">
L’altra fattispecie è quella del cittadino italiano (non importa se padre o
madre) che ha avuto un figlio in Italia con un/a cittadino/a straniero/a. Quando
si rende conto che lui/lei vuole andarsene cerca, senza successo, di tutelare
il bambino e quando il bambino è ormai all’estero si ritrova completamente
solo, perseguitato dai tribunali (tra l’altro diventa un bancomat) ad assistere
impotente alla cancellazione del suo ruolo genitoriale.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"> </span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Le
Autorità italiane ignorano completamente il fatto che, nel <b>caso 1</b>, se un genitore italiano fa rientro in Italia con la prole,
lo fa solo perché ha dovuto sperimentare a sue spese come nei tribunali esteri
il fatto di essere italiano sia una pregiudiziale nella possibilità di ottenere
e continuare ad esercitare i suoi diritti/doveri di genitore. Tornando in
Italia, nel suo paese, crede di poter ritrovare una giustizia equa che sentenzi
in base ai fatti e non ai pregiudizi e che tuteli il diritto alla
bigenitorialità della prole. La risposta italiana (e <b>solo</b> italiana!) è invece sempre la stessa: <b>decreto di rimpatrio immediatamente esecutivo con la forza dopo il
primo grado di giudizio</b>. Mentre cioè ogni cittadino è innocente fino
all’eventuale condanna in terzo grado, i bambini, dopo un procedimento sommario
che si conclude con una sola udienza, vengono prelevati a casa o a scuola con
enorme dispendio di uomini e mezzi, dunque di preziose risorse, per essere
letteralmente impacchettati e rispediti all’estero presso un genitore che, nel
migliore dei casi si adopererà per cancellare la loro parte italiana di
identità e dove il tribunale toglierà al genitore italiano la potestà (oggi
responsabilità genitoriale) anche senza neppure averlo mai incontrato. Queste
sono, secondo le autorità italiane, i casi di sottrazione nei quali esse intervengono,
risolvono in modo rapido e delle quali riferiscono con orgoglio in relazioni e
convegni. In effetti Convenzioni e regolamenti non lasciano molto spazio
d’azione, ma anche quel poco che si può fare (per esempio invocare l’Art. 13b
della Convenzione per negare il rimpatrio) non viene praticamente mai fatto.
L’Associazione Centro Servizi interdisciplinare, con il suo Sportello Jugendamt
(sportello del quale sono responsabile nazionale) e l’avvocata che collabora
con noi, l’avv. Irene Margherita Gonnelli, ha lavorato con i governi
precedenti, preparando proposte concrete e di relativamente semplice attuazione
per modificare questa situazione, sia con provvedimenti legislativi che
amministrativi. Pare sia mancata la volontà di risolvere tale problematica
dovuta, a mio modesto parere, ad una profonda <b>mancanza di dignità</b> in quanto Popolo e Stato italiano.
Relativamente alla ratifica italiana della Convenzione dell’Aja,
inspiegabilmente articolata contro i cittadini e soprattutto i bambini
italiani, rimando al mio libro <span class="MsoHyperlink"><i><a href="https://www.bonfirraroeditore.it/prodotto/la-tutela-oltre-la-frontiera/">La
tutela oltre la frontiera</a></i></span><i>.
Bambini bilingue senza voce – Bambini binazionali senza diritti,</i> edito da
Bonfirraro.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Mentre
per un altro esempio, l’assurdo obbligo – soltanto italiano – di chiedere
l’autorizzazione al genitore straniero (spesso il sottrattore) per conseguire
il proprio passaporto di cittadino adulto italiano, rimando alla Petizione
presentata al Parlamento europeo; qui <a href="http://jugendamt0.blogspot.com/2019/01/la-petizione-che-riguarda-tutti-i.html">http://jugendamt0.blogspot.com/2019/01/la-petizione-che-riguarda-tutti-i.html</a>
e qui il link per accedere e firmare (è sufficiente iscriversi al sito del
Parlamento e firmare digitalmente): <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><a href="https://www.europarl.europa.eu/petitions/it/petition/content/0610%252F2018/html/Petition-No-0610%252F2018-by-Marinella-Colombo-%2528Italian%2529-on-the-discriminatory-practice-of-the-Italian-State-in-relation-to-the-issue-and-renewal-of-the-passport-of-the-Italian-parent">https://www.europarl.europa.eu/petitions/it/petition/content/0610%252F2018/html/Petition-No-0610%252F2018-by-Marinella-Colombo-%2528Italian%2529-on-the-discriminatory-practice-of-the-Italian-State-in-relation-to-the-issue-and-renewal-of-the-passport-of-the-Italian-parent</a>
<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"> </span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Nel
<b>caso 2</b>, quello delle sottrazioni di
bambini portati via dall’Italia ad opera del genitore straniero, le autorità
italiane sottolineano come sarebbe doveroso prevenire e leggere una delle
numerosissime ristampe del “vademecum” del Ministero sulla sottrazione. In
effetti prevenire, in quasi tutti gli ambiti, è estremamente saggio. Ma <b>nelle Procure e nei Tribunali italiani il
genitore italiano che tenta di prevenire una sottrazione si sente rispondere
“non è possibile fare processi alle intenzioni”.</b> Dunque non viene messa in
atto praticamente nessuna misura atta a prevenire e, se è la madre ad essere
italiana, si apre la strada all’accusa di essere una madre “malevola” e di
inventarsi accuse per tenere i bambini per sé.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">In
mancanza di misure preventive, troppo spesso un genitore si ritrova all’improvviso
con una casa vuota. La prole è ormai all’estero. Il giudice italiano, quello
del luogo di residenza abituale, non ha ora a che fare con un “processo alle
intenzioni”, ma con una sottrazione che si è ormai realizzata. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Potrebbe
ancora salvare la situazione, potrebbe emettere un decreto <i>inaudita altera parte</i> certificante che la residenza abituale del
bambino è in Italia (Art. 15 Conv. Aja). Con tale decreto, il tribunale del
paese nel quale è stato condotto il minore, sarà praticamente costretto a
decretarne il rimpatrio. Il resto del procedimento su affido ed eventuale
trasferimento autorizzato devono aver luogo in Italia.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpFirst"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">In
pratica succede <b>invece</b> questo:
l’avvocato, non necessariamente specializzato in casi di famiglia
internazionale (o comunque non a riportare in Italia i bambini – ci sono
avvocati che si vantano di aver mandato all’estero bambini italiani in modo
estremamente veloce!) invece di presentare al giudice tale richiesta, presenta
istanza di separazione. Oppure inizia procedimenti penali contro il genitore
non-italiano, finalizzati a condanna ed estradizione, ignorando che non pochi
Paesi non estradano i loro concittadini. Dunque anche l’eventuale “vittoria”
nei tribunali penali italiani non riporta a casa il figlio. Passano mesi e anni, il bambino –
indipendentemente dall’esito del procedimento di separazione – resta
all’estero. Oppure l’avvocato è al corrente e presenta istanza ex art. 15 della
convenzione. Qui la situazione è ancora più tragica (e purtroppo ben
documentata) perché il giudice del Tribunale per i minorenni si dichiara non competente
e rimanda al tribunale ordinario. Il giudice del tribunale ordinario rimanda
invece a quello per i minorenni. Se poi uno dei due decide di dar seguito
all’istanza, ignora comunque la richiesta di urgenza e di <i>inaudita altera parte</i> (cioè senza notifica alla controparte) e
fissa il termine entro il quale il genitore italiano deve notificare all’estero
al genitore che spesso non sa neppure dove si sia nascosto!!! Con il bambino
ormai all’estero l’azione italiana si risolve con l’invio di qualche mail e
qualche fax all’Autorità centrale omologa estera. Nel 99% dei casi questi
bambini non tornano più. Vengono mantenuti all’estero con soldi italiani. Va
riconosciuto che in questo ambito le Autorità italiane sono molto efficaci e
velocissime: vengono sequestrati in Italia stipendi, case e risparmi a tempo
record e gli importi vengono mandati all’estero.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">L’esempio
che rinchiude entrambi le fattispecie di comportamenti dell’Autorità centrale
italiana è quella del papà italiano (colui che ha chiesto poi di intervenire nel
presente dibatto e che darà così ulteriori dettagli) che permette alla moglie,
stabilmente residente in Italia da anni, di andare a partorire nel suo paese. Dopo
il parto, lei rimanda continuamente il rientro e costringe il marito a
inoltrare richiesta di rimpatrio della piccola, ma il giudice italiano,
territorialmente competente per quel nucleo famigliare, glielo nega. L’Italia
dunque preferisce smembrare una famiglia lasciando una cittadina di domani
crescere all’estero senza padre. Quando però dall’estero arriva la richiesta di
integrazione del pagamento degli alimenti (che il padre ha sempre pagato, ma
secondo la controparte non a sufficienza) allora l’Autorità centrale italiana
diventa più che attiva nel perseguire il proprio concittadino, sia nella scelta
delle parole che nei fatti. Tutto ciò è di davvero difficile comprensione e
accettazione.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"> </span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Se
il Ministero di Giustizia si è dotato di un’Autorità centrale, il Ministero degli
esteri, dunque lo Stato italiano, ha delle rappresentanze consolari negli altri
Paesi. Il loro ruolo di sostegno al cittadino e genitore italiano è
fondamentale. <b>Non solo il Console
ricopre tra l’altro funzioni di giudice tutelare del minore italiano, ma può
evitare, con la sua presenza in udienza, che il genitore italiano venga
denigrato insieme a tutto il suo Paese e che quindi al bambino venga negato in
maniera completa il suo diritto a mantenere rapporti con entrambi i genitori</b>.
Purtroppo la situazione fattuale ci trasmette un’immagine ben diversa di questi
alti funzionari. Spesso il Console si appella ad ogni genere di motivazioni per
non presentarsi in udienza, non informarsi dei procedimenti relativi a minori suoi
concittadini, insomma non sostenere il proprio concittadino.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"> </span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Come
invece evidenziato anche dalla vice-ministro, il ruolo dei Consoli è
fondamentale, pertanto auspichiamo, anzi <b>chiediamo
formalmente</b> che il Ministero degli Esteri prenda buona nota e dia precisa
indicazione a Consolati ed Ambasciate di seguire e rispettare quanto previsto
dalla Risoluzione del Parlamento europeo del 29 novembre 2018 ed in particolare
quanto previsto al punto 30 che cito <i>“[Il
Parlamento europeo] ricorda agli Stati membri l'importanza di <b>attuare sistematicamente le disposizioni
della convenzione di Vienna del 1963</b> e di <b>assicurarsi che le ambasciate e le rappresentanze consolari siano
informate fin dalle prime fasi di tutti i procedimenti di presa in carico dei
minori riguardanti i loro cittadini</b> e abbiano <b>pieno accesso ai relativi documenti</b>; sottolinea l'importanza di una
<b>cooperazione consolare affidabile in
questo settore</b> e suggerisce che alle <b>autorità
consolari sia consentito di partecipare a tutte le fasi del procedimento</b></i>”<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><a href="https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-8-2018-0476_IT.pdf?redirect">https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-8-2018-0476_IT.pdf?redirect</a>
<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"> </span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">A
conclusione di questo mio intervento desidero infine sottolineare che la
risoluzione della problematica “sottrazioni internazionali” si risolverà
quando, senza cercare complicate soluzioni anche di difficile attuazione, lo
Stato italiano – le sue cariche, amministrazioni e tutti i suoi apparati –
ritroverà la propria dignità. Solo in condizione di <b>tale ritrovata dignità</b> potrà efficacemente difendere i propri
concittadini, soprattutto quelli di domani, i nostri bambini.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Dott.ssa
Marinella Colombo</span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"> </span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"> </span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"> </span></p></div><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><br /><p></p>jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com072100 Brindisi BR, Italia40.6327278 17.9417616-33.608597312054712 -122.6832384 90 158.5667616tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-75429604735137845912021-02-24T23:00:00.014-08:002021-02-25T01:37:05.884-08:00La doppia faccia della giustizia familiare <p> Non sei una buona madre se sei Italiana</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiO0zaDbkrscDPXT3N12hjnCFPMiagTeiFs56sdk_9UaCMAWT2Ouxw_GxBw-6SsilhWj9S3aRLJuz9gL_fcPgHVDJH238_XeRl1KHzCZjSsfdyILKEw1wOknJsfon5EXSxSggFpzSotA9s/s500/Giano+bifronte.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="425" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiO0zaDbkrscDPXT3N12hjnCFPMiagTeiFs56sdk_9UaCMAWT2Ouxw_GxBw-6SsilhWj9S3aRLJuz9gL_fcPgHVDJH238_XeRl1KHzCZjSsfdyILKEw1wOknJsfon5EXSxSggFpzSotA9s/s16000/Giano+bifronte.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><p class="MsoNormalCxSpFirst"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">La settimana scorsa
abbiamo illustrato come un trasferimento in Germania possa comportare la
perdita dei figli, portando ad esempio il caso concreto di un papà italiano.
Oggi vogliamo illustrare, sempre basandoci su storie vere e ben documentate,
ciò che succede se invece è la mamma del bambino ad essere italiana e il padre è
tedesco. L’inizio della vicenda non ha nulla di particolare, i due si conoscono
in Italia, si innamorano, si sposano, dal loro amore nasce un bambino. Poi lui
la convince a trasferirsi in Germania ed è così che tutta la famiglia si trova
sottoposta alla giurisdizione tedesca. Lei, come la maggior parte delle
persone, ovviamente non sa nulla del sistema familiare di quel paese, inoltre pensa
che tutto ciò non la riguardi, perché loro tre sono una famiglia unita. Quando
però il comportamento del marito cambia e lei scopre con orrore il passato, ed
ora anche il presente nascosto dell’uomo che ha sposato, dovrà scoprire anche
come funziona il sistema familiare tedesco. Il marito era tossicodipendente ed
è ora ricaduto nella dipendenza, ecco il motivo del suo cambiamento. La vita in
comune si fa insostenibile e per tutelare sia se stessa che il bambino, si
separa. Resta in Germania e continua a far frequentare al figlio il padre,
cercando di nascondere al piccolo la triste dipendenza. Si adopera in tutti i
modi affinché il piccolo continui a guardare il padre come il suo eroe,
affinché i legami con la famiglia paterna si mantengano forti, affinché loro
due genitori continuino a dialogare per il bene del bimbo. Lui si dimostra
riconoscente nei confronti della moglie, lodandola spesso per come educa il
bambino e per come ha imparato a gestire la sua vita in un paese straniero.
Sembrerebbe che i due adulti siano riusciti in modo lucido e responsabile a
gestire la nuova situazione e, tra un ricovero in clinica e l’altro, la
famigliola si incontra per far sì che papà e figlio si vedano, ma i due non restano
mai da soli, bensì sempre con almeno un membro della famiglia paterna presso
cui la mamma porta il bambino. Ma quest’uomo, questo padre, mentre da un lato
continua a dire e scrivere alla moglie quanto apprezza il suo operato,
dall’altra la trascina in tribunale, sostenuto da un’avvocatessa decisa a far
passare questa mamma per una, come oggi si dice, “madre malevola”.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Poiché non le si
può oggettivamente rimproverare nulla e per fare in modo che la sua
accondiscendenza vacilli, le si chiede di dar via a degli incontri in cui padre
e bambino restino da soli. Di fronte ai problemi del marito, la donna non se la
sente di avvallare tale modalità e chiede con forza la presenza di una terza
persona che si prenda la responsabilità di quanto potrebbe accadere o meglio,
che impedisca si concretizzino situazioni problematiche. Lei non vuole
assolutamente essere sempre presente, ma chiede che gli incontri si svolgano
con un parente (della famiglia paterna, visto che la sua è in Italia!) o con la
persona che il giudice vorrà designare ed alla quale conferirà la
responsabilità degli incontri. Il padre è unanimemente riconosciuto come
affetto da dipendenza da sostanze e, secondo quanto scrive la sua stessa
avvocata, in maniera irreversibile ed è forse per questo che nessuno vuole
assumersi tale responsabilità. Il giudice non è stato fino ad ora in grado di
nominare nessuno che svolga questo ruolo e le udienze in tribunale continuano.
In quelle aule si procede lentamente ma inesorabilmente al capovolgimento dei
fatti: il problema non è più il padre con dipendenze che entra ed esce dalle
cliniche, ma la madre italiana che impedirebbe il rapporto padre-figlio. La spiegazione
sintetica di quanto accade è una sola: la mamma è italiana e il padre è tedesco
e questa è la giustizia equa e giusta del 2021 in Germania, Europa.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Dott.ssa Marinella Colombo</span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Fonte: </span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">https://www.ilpattosociale.it/rubriche/achtung-binational-babies-la-doppia-faccia-della-giustizia-familiare/</span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><br /></span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;"><br /></span></p></div><br /><p><br /></p>jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-62699544354545861332021-02-17T22:58:00.000-08:002021-02-24T23:01:50.245-08:00Missione o massacro? Un trasferimento in Germania può trasformarsi da avanzamento di carriera a incubo per la perdita dei figli<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCpS9nao5JHEHJr_6MwUZL57JpKd1fEa7ZhP06juihRaSHmtaSZi3xBW_AqXHmN_lIiViF0sSsSzIU5M0FXEYQXLHyKnhu5cbiRAEktJc1Jynnoo8vatyD1dCXOSrwuxjd0Vcyh_Swung/s650/binari+militare.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="358" data-original-width="650" height="306" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCpS9nao5JHEHJr_6MwUZL57JpKd1fEa7ZhP06juihRaSHmtaSZi3xBW_AqXHmN_lIiViF0sSsSzIU5M0FXEYQXLHyKnhu5cbiRAEktJc1Jynnoo8vatyD1dCXOSrwuxjd0Vcyh_Swung/w557-h306/binari+militare.jpg" width="557" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;"><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Negli articoli
precedenti di questa rubrica abbiamo ripetutamente evidenziato come i bambini
binazionali con un genitore tedesco ed uno straniero, nel nostro caso italiano,
vengano sempre affidati al genitore tedesco, anche se con tutta evidenza
inidoneo. Se, pur risiedendo in Germania, entrambi i genitori non sono
tedeschi, l’affido andrà a colui che intende rimanere in Germania ed è più
legato a lingua, mentalità e cultura di quel paese. Se nessuno dei due ha i
requisiti necessari, il bambino viene dato, a breve o medio termine, ad una
delle famiglie affidatarie selezionate dallo <i>Jugendamt</i>, l’ormai nota Amministrazione (tedesca) per la gioventù.
Tutte le iniziative vengono rivestite con una buona dose di legalità, poiché
ogni decisione viene presa, come indicato dalla legge, sia tedesca che
internazionale, nel nome del “bene del bambino” (<i>Kindeswohl</i>). Ovviamente nessuna Autorità non tedesca – quelle
italiane purtroppo brillano per la solitudine nella quale lasciano spesso i
propri connazionali - si è mai preoccupata di indagare a fondo e sulla base di
prove ed evidenze, in che cosa consista questo <i>Kindeswohl.</i> Consiste nel permettere alla Germania di impossessarsi
di ogni bambino che abbia risieduto per almeno sei mesi sul suo territorio. Per
quanto incredibile questo possa sembrare, succede anche di peggio. Il
trasferimento che il datore di lavoro propone, o addirittura la missione
all’estero a cui vengono chiamati alcuni militari dello Stato italiano rischia
di trasformarsi, da riconoscimento e gratificazione, nel peggiore incubo della
propria vita. Può succedere - e succede! - che il militare che si trasferisce
con moglie e prole faccia rientro in Italia, dopo 3-4 anni, al termine della
missione, spogliato di ogni diritto sui propri figli e spogliato anche dei
propri averi che ha dovuto lasciare alla ormai ex-moglie che vuole rimanere in
Germania. Le accuse lanciate contro il genitore italiano, in questi casi di
solito il padre, non hanno bisogno di essere provate davanti al giudice tedesco
ed hanno per conseguenza il suo allontanamento dalla casa e dai figli.
L’avvocato in Germania - purtroppo la quasi totalità di quelli residenti in
quel paese con nazionalità italiana o conoscenza della nostra lingua - non solo
non difende efficacemente il proprio cliente, ma arriva a dirgli “<i>Lei tornerà in Italia, sua moglie vuole
restare qui ed è libera di farlo, mentre il bambino ormai si è abituato e non
può essere sradicato, il bambino ormai è tedesco, rimarrà in Germania</i>”.
Inutile precisare che stiamo parlando di bambini interamente italiani o
comunque senza una sola goccia di sangue tedesco. Per descrivere i sentimenti
che affollano l’animo di un genitore che si sente dare una simile spiegazione,
oltretutto dal proprio avvocato, non basterebbe lo spazio di questo articolo.
Se l’atteggiamento delle autorità tedesche è inaccettabile, la reazione
italiana lo è, se possibile, ancora di più: lo Stato Italiano, che il militare
è andato a rappresentare e servire in Germania, non solo non supporta il
proprio concittadino, non solo non previene mettendo in guarda del pericolo chi
ancora non è partito, ma non sostiene chi di questi genitori tenta, purtroppo da
solo, di non perdere quanto gli è più caro nella vita, i propri figli. Non solo
i tribunali tedeschi considerano tedeschi questi bambini italiani, anche i
tribunali italiani, che restano territorialmente competenti per molti aspetti
delle problematiche familiari, trovano però molto più “comodo” delegare quelli
tedeschi persino per quegli aspetti legali che, secondo i regolamenti europei, restano
inequivocabilmente di competenza italiana. Chi si rivolge a Consolati ed
Ambasciata, almeno per informare delle distorsioni e dei soprusi subiti, viene
liquidato con lettere di circostanza nelle quali un elemento ricorre sempre: ha
ragione la parte tedesca, noi qui siamo ospiti, il consolato non può
intervenire nelle vicende giuridiche, ecc…<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Ovviamente nessuno
si aspetta né auspica ingerenze della politica nei tribunali. Ma ci si aspetta
che venga fatto quello anche per cui il personale italiano all’estero è
stipendiato: sostenere e restare al fianco del proprio concittadino, chiedere
ed esigere dalle autorità locali informazioni precise e dettagliate, essere
presente alle udienze, far valere il ruolo del Console quale giudice tutelare
del minore, ecc.. Certamente ciò che ci aspettiamo è anche la spiegazione
pubblica ed ufficiale del fatto che nell’ufficio del consolato che si occupa
del sociale e di famiglia vengano assunti come capufficio dei cittadini
tedeschi. Qualcuno potrebbe avere la sgradevole sensazione che non siano
l’aiuto più indicato.<o:p></o:p></span></p></div><p></p><p></p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;"> </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">Dott.ssa Marinella Colombo</span></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: Times New Roman, serif;">Fonte: <a href="https://www.ilpattosociale.it/rubriche/achtung-binational-babies-missione-o-massacro/">https://www.ilpattosociale.it/rubriche/achtung-binational-babies-missione-o-massacro/</a></span></p><br /><p></p>jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-49949038326577680942020-08-13T00:06:00.000-07:002020-08-22T00:11:57.891-07:00I bambini binazionali – che cosa dobbiamo sapere<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix3z-Cyj1NDB_lBD_-i1Hyk_CrYlYiHg501Ztyzu9vOChqbBkV5p1DmwRC54b6Dpd2rANHl40VDLr6FkAVrCsdeV0L79y2QUc2T7BkvjsYlWYDvjzVgrVDFX-rHi5DMBB7lrtNwWUrPAY/s1024/Lonely+pet+divisione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix3z-Cyj1NDB_lBD_-i1Hyk_CrYlYiHg501Ztyzu9vOChqbBkV5p1DmwRC54b6Dpd2rANHl40VDLr6FkAVrCsdeV0L79y2QUc2T7BkvjsYlWYDvjzVgrVDFX-rHi5DMBB7lrtNwWUrPAY/w400-h300/Lonely+pet+divisione.jpg" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt;">In un mondo nel
quale l’imperativo pare sia diventato, per scelta o per necessità, la
“mobilità”, aumentano le coppie binazionali e le coppie italiane che si
trasferiscono all’estero. Come “Sportello Jugendamt” (dell’associazione C.S.IN.
Onlus), la cui finalità è il sostegno alle famiglie italiane in Germania,
riceviamo moltissime telefonate di genitori disperati ai quali
l’Amministrazione tedesca per la gioventù, il temuto Jugendamt (da non confondere
con il Servizio Sociale!) ha sottratto i figli dopo il loro trasferimento in
Germania. Molti di loro non capiscono come ciò sia possibile, poiché credono
erroneamente che la cittadinanza interamente italiana dei loro figli li
sottragga alla competenza delle amministrazioni e della magistratura tedesca.
Purtroppo non è così e non lo è già da almeno 15 anni. Preoccupante è il fatto
che questa informazione non abbia avuto e continui a non avere la dovuta
attenzione e visibilità.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt;">Recentemente i
giornali hanno parlato di casi di bambini binazionali che, residenti in Italia,
sono stati tolti ai genitori ad opera dei servizi sociali italiani. Abbiamo
perciò chiesto all’<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">avvocato Irene
Margherita Gonnelli</b>, altamente specializzata in casi binazionali, di
spiegare brevemente quali sono le norme che regolano questa fattispecie. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt;">Qui di seguito il
suo scritto, ispirato al recente caso di cronaca:<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt;">La triste vicenda
di Jasmin, la ragazza tolta da un tribunale per i minorenni italiano ai
genitori, madre italiana e padre inglese, per essere collocata in una
struttura, spinge, al di là del merito del provvedimento giudiziario, che verrà
discusso nelle sedi opportune, a sollevare l’attenzione sui poteri del giudice
in merito ai <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">bambini binazionali</b>.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt;">Come noto, Jasmin
è figlia di mamma italiana e di papà inglese. Come può essere allora un giudice
italiano a limitare o revocare la responsabilità dei genitori sulla minore, in
assenza peraltro – a quanto consta – di dissidi e tanto meno di separazioni tra
gli stessi? <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">In ragione dello stesso
strumento che, ad esempio, consente, continuamente, al giudice tedesco di
togliere un figlio ad una coppia stabile ed unita di cittadini italiani che si
trovano in Germania per lavoro</b>: il regolamento europeo n. 2201/2003, che
prevale sulla legislazione nazionale, ed anche sulla legge italiana di diritto
internazionale privato n. 218/1995.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt;">Tale regolamento, valido
anche per la Gran Bretagna, come da Considerando n. 30 – salvo verificare l’impatto
della cd. Brexit al riguardo – si applica “all’attribuzione, all’esercizio,
alla delega, alla revoca totale o parziale della responsabilità genitoriale”
(art. 1, comma 1 lett. b), ivi compresa “la collocazione del minore in una
famiglia affidataria o in un istituto” (art. 1, comma 2 lett. d). <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt;">Esso <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">conferisce la competenza a decidere sulla
responsabilità genitoriale sul minore alla autorità giudiziaria dello Stato in
cui il minore risiede abitualmente</b> (art. 8).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt;">E la residenza
abituale del minore, come la consolidata giurisprudenza comunitaria e nazionale
costantemente ci ricorda (solo per fare un esempio tra i tanti, Corte di
Giustizia dell’Unione Europea, 28.06.2018, n. 512), è il luogo in cui si trova
il centro della vita del bambino o del ragazzo, e dunque dove questi vive con
la famiglia unita, dove va a scuola, dove ha degli amici e dove gioca a calcio
o frequenta il corso di ginnastica. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt;">Con la vicenda di
questa giovane ragazza italo-inglese, che la vita ha già messo duramente alla
prova e alla quale auguro ogni bene insieme ai suoi genitori, credo opportuno
cogliere l’occasione di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">ricordare ai
tanti genitori italiani che si trovano all’estero per lavoro, o sono in una
coppia binazionale</b>, una realtà talvolta poco conosciuta ma fondamentale:
dinanzi all’Unione Europea, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">la vostra
provenienza, la vostra cittadinanza, cedono il passo, e a decidere sui vostri
figli, in caso, sarà il giudice del luogo di residenza abituale degli stessi</b>.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;">Articolo di : </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Avv. Irene Margherita Gonnelli </span><span style="background-color: white; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">del Foro di Siena, </span><span style="background-color: white; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">Ph.D. Diritto Privato Università degli Studi
di Pisa</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="background-color: transparent; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: justify;">Dott.ssa Marinella
Colombo, </span><span style="background-color: transparent; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: justify;">Membro della
European Press Federation</span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="background-color: transparent; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: justify;">Fonte: </span><a href="https://www.la-notizia.net/2020/08/17/i-bambini-binazionali-che-cosa-dobbiamo-sapere/" style="background-color: transparent;">https://www.la-notizia.net/2020/08/17/i-bambini-binazionali-che-cosa-dobbiamo-sapere/</a></p><br /></div><p></p>jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-48621319728552781002020-08-12T23:59:00.001-07:002020-08-22T00:04:05.611-07:00 Bambini italiani e Jugendamt tedesco<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkf-A7vdsuzjR5WXUMuUJNxHWABjI-blW8tRVT5Vgp5fqqBGS-XTlhPy1U9KAZ85cV36HSdpWn0hC-8BxY68_aN4SmVr_RLKJy9o0mDbALtxRrQIvKy3HugAMlseCx47nHiRhcsFp7fWE/s1361/europa-mappamondo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="791" data-original-width="1361" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkf-A7vdsuzjR5WXUMuUJNxHWABjI-blW8tRVT5Vgp5fqqBGS-XTlhPy1U9KAZ85cV36HSdpWn0hC-8BxY68_aN4SmVr_RLKJy9o0mDbALtxRrQIvKy3HugAMlseCx47nHiRhcsFp7fWE/s640/europa-mappamondo.jpg" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">In un mondo in cui
sempre più persone si spostano, sia per studio che per lavoro, per piacere o
per necessità, le coppie binazionali sono in continuo aumento. Sono in aumento
anche le famiglie italiane che, purtroppo, si trasferiscono all’estero perché
in Italia non trovano un lavoro, o perché professionalmente altri paesi offrono
più possibilità. Ciò che poche persone sanno - sicuramente troppo poche - è che
trasferirsi all’estero con i figli può voler dire perderli. Se il nuovo Paese
di residenza è la Germania (o l’Austria) il rischio è ancora più elevato.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Determinante
è il luogo di residenza abituale e non la cittadinanza<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Innanzi tutto va
precisato che il giudice competente a decidere dei minori è quello del luogo di
residenza abituale. Non importa se la famiglia ha mantenuto “sulla carta” la
sua residenza in Italia, ciò che conta è dove vive realmente, dove i figli
vanno a scuola o all’asilo, dove hanno amici, dove hanno un medico curante, ecc....
Dunque la famiglia che si trasferisce in un altro paese, magari per rimanerci
anche solo un paio d’anni, deve sapere che dopo sei mesi di residenza
all’estero il giudice competente a decidere della responsabilità genitoriale
sui figli è quello del paese nel quale sono andati e non più quello italiano. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Bastano
poche differenze culturali per essere ritenuti genitori inidonei<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Dare uno
sculaccione per strada, alzare la voce per un rimprovero o dare una punizione
troppo severa, o non darne affatto, può mettere in moto il sistema straniero
che considera questi comportamenti inaccettabili e che quindi, con procedimento
velocissimo, allontana i bambini dalla famiglia. Questi allontanamenti sono
spesso definitivi, soprattutto se avvengono in Germania.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">In
Germania il concetto di “bene del bambino” è agli antipodi rispetto a quello
italiano<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">La situazione di
bambini e famiglie in Germania è molto particolare. Da decenni le leggi
tedesche considerano i <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">bambini come
proprietà dello Stato</b>. Essi vengono lasciati di solito in mano ai genitori,
ma vengono loro sottratti con estrema facilità. Per es., pur non essendo
obbligatorie le vaccinazioni, chi non vaccina i figli viene privato per lo meno
di quella parte di responsabilità genitoriale che attiene alla salute. Chi
decide che per il proprio figlio sia meglio la scuola parentale viene allo
stesso modo privato dei diritti sulle scelte della vita del figlio, come anche
chi contesta le lezioni di sesso impartite ai bambini delle scuole elementari.
Ma anche chi, perché italiano o in genere non tedesco e pensa di poter educare
i propri figli come usuale nella propria cultura, li mette in “serio pericolo”,
stando alle norme di quel Paese. Basta accompagnare a scuola il figlio per
tutto il primo anno di scuola elementare per essere considerati “eccessivamente
protettivi”. Qualche assenza scolastica in più, magari il giorno precedente
l’inizio delle vacanze di Pasqua o di Natale (perché l’aereo per rientrare in
patria era meno caro o l’unico con posti disponibili) dà luogo a pericolose
segnalazioni. Anche la scarsa conoscenza della lingua tedesca può essere il
pretesto per vedersi privati della parte di responsabilità genitoriale
concernente l’istruzione. Una volta “eroso” questo diritto fondamentale, è
facile perdere anche la parte restante.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Jugendamt
o Servizio sociale?<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Quando in Germania
si parla di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">diritti dei bambini</b>, si
parla <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">in realtà di diritti da sottrarre
ai genitori</b>. Il controllo totale della popolazione residente sul suolo
tedesco è nelle mani del temuto Jugendamt, l’Amministrazione tedesca per la
gioventù. Esso non va assolutamente confuso con il Servizio sociale in quanto
dotato di poteri neppure lontanamente paragonabili a quelli dei servizi
sociali. Lo Jugendamt può intervenire senza decisione giuridica, viceversa deve
essere consultato dal giudice fin dall’inizio di ogni procedimento portante su
di un minore. Lo Jugendamt scrive al giudice la sua “raccomandazione” relativa
alla decisione da emettere, ma siede anche in aula come parte in causa, allo
stesso titolo dei genitori. Essendo parte in causa non è sottoposto ad alcun codice
deontologico né ad alcun giuramento; in altre parole, è legalmente autorizzato
a mentire. Se poi la decisione del giudice non gli conviene, può presentare
reclamo o appello in proprio. Ricordo infine che lo Jugendamt è preposto
all’esecuzione delle decisioni giuridiche, quelle stesse che può contestare!<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Tra
il 2008 e il 2018 in Germania sono stati sottratti ai genitori circa 550.000
bambini<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">In dieci anni lo
Jugendamt ha preso in carico 547.054 bambini (dati ufficiali del Ministero
tedesco, Destatis) e solo una percentuale bassissima di questi bambini è
tornata a vivere con i propri genitori.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Va inoltre
ricordato che tra essi i bambini con almeno un genitore straniero sono più
della metà. Così come è anche importante evidenziare che lo Jugendamt dispone
di un budget annuale di 34 miliardi di euro, ai quali si aggiungono le risorse
finanziarie delle molteplici associazioni presuntamente dedite alla tutela del
minore, ma anch’esse controllare dallo stesso Jugendamt.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Modello
tedesco in tutta l’Europa<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">E’ dal nord Europa
in generale e dalla Germania in particolare che viene “esportata” anche verso
l’Italia questa strategia di distruzione della famiglia e non viceversa. Ne ho
già parlato nel mio articolo, “Il modello tedesco di Bibbiano” (<u><span style="color: blue;"><a href="https://www.ilpattosociale.it/rubriche/achtung-binational-babies-il-modello-tedesco-di-bibbiano/?fbclid=IwAR1z8kaQ_jIjmE4XIBHtwXx4NCEzmYHKui66_KbPyE5m4ea9s3PbdXJUAsE"><span style="color: blue;">https://www.ilpattosociale.it/rubriche/achtung-binational-babies-il-modello-tedesco-di-bibbiano/?fbclid=IwAR1z8kaQ_jIjmE4XIBHtwXx4NCEzmYHKui66_KbPyE5m4ea9s3PbdXJUAsE</span></a></span></u>),
spiegando come i metodi impiegati per sottrarre indebitamente i bambini alle
famiglie fossero gli stessi – anche se non ancora così affinati – di quelli che
da inizio ‘900, ma soprattutto dopo la riunificazione, si applicano per legge
in Germania. Ciò che a Bibbiano è parsa una deriva, facendo aprire inchieste
del cui proseguio si è sentito purtroppo parlare molto poco, in Germania è la
regola, non solo per prassi applicativa, ma appunto perché previsto dalla
legge.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">La
nazionalità italiana non protegge dallo Jugendamt<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Dato l’elevato numero
di famiglie italiane che emigrano in Germania, abbagliate dalle possibilità
lavorative, il rischio che i loro bambini vengano presi in carico dallo
Jugendamt è notevole, anche se questi bambini sono di nazionalità italiana. Torno
a ricordare che, con l’introduzione dei regolamenti europei relativi a
decisioni portanti sulla responsabilità genitoriale, il solo giudice competente
a decidere sui bambini è quello del luogo di residenza. Bastano ormai sei mesi
di residenza effettiva (non necessariamente anagrafica) perché il giudice
tedesco abbia la competenza giuridica sul bambino. E il giudice tedesco non può
decidere senza aver avuto il parere, praticamente vincolante, dello Jugendamt!
E così che molte famiglie italiane, ritenute assolutamente idonee dai servizi
sociali italiani, hanno perso i figli in Germania a seguito del trasferimento
in quel paese.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> Fonte: </o:p></span><a href="https://www.imolaoggi.it/2020/08/13/bambini-italiani-e-jugendamt-tedesco/">https://www.imolaoggi.it/2020/08/13/bambini-italiani-e-jugendamt-tedesco/</a></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><br /></p><br /></div><p></p>jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-2242537071986846752020-03-27T00:49:00.000-07:002020-08-21T23:54:56.390-07:00Lo Jugendamt ai tempi del coronavirus<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdVMe0bIR3-oTf7VfEhES2EKSroSdjGamhSOH51yWTzMqL7nSWxdr4IcwPuIe2czFt3oP_DcgOEFcDut-0oinyzyXZO8mt5r_3MYZ0550nidm1ZMJM-OZFLBrC1rSGdNfmyKfsutcHA6U/s650/Jugendamt+con+virus.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="446" data-original-width="650" height="274" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdVMe0bIR3-oTf7VfEhES2EKSroSdjGamhSOH51yWTzMqL7nSWxdr4IcwPuIe2czFt3oP_DcgOEFcDut-0oinyzyXZO8mt5r_3MYZ0550nidm1ZMJM-OZFLBrC1rSGdNfmyKfsutcHA6U/w400-h274/Jugendamt+con+virus.jpg" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Ai tempi del
Coronavirus, mentre in Italia si susseguono gli appelli di genitori e
associazioni affinché non vengano negati ai bambini che vivono in istituto,
lontano dalla famiglia d’origine, almeno i contatti telefonici, in Germania
vanno oltre. Sono sempre un passo (o anche due) più avanti. Il canale
televisivo RTL, nella sua pagina online pubblica un appello quanto meno
preoccupante. Analizziamolo paragrafo per paragrafo. Il titolo già riassume una
chiara presa di posizione: “<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">In quarantena per il Coronavirus con
genitori stressati - Bambini in pericolo, maltrattati e abusati</i></b>”. Il
sottotitolo è altrettanto eloquente: “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">I
“protettori dei bambini” [lo Jugendamt] danno l'allarme</i>. Poi
l’affermazione: <i style="mso-bidi-font-style: normal;">"<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Vivere insieme in famiglia può essere
estenuante e stressante</b>, per alcuni bambini può rappresentare anche un
pericolo di vita". </i>E prosegue, “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">È
con queste drastiche parole che i “protettori dei bambini” [lo Jugendamt] si
rivolgono all’opinione pubblica. In tempi di isolamento sociale è più
importante che mai tenere d'occhio i membri più deboli della nostra società</i>”.
Come vedete il ruolo della famiglia non è più quello della naturale, amorevole,
ovvia ed insita protezione, vivere in famiglia viene presentato come costrizione
a condividere spazi e, in questo momento di quarantena, una costrizione che può
diventare pericolosa. In un paese nel quale ogni anno vengono sottratti ai
genitori circa 80.000 bambini, è evidente che si sta qui parlando della
programmazione di ulteriori sottrazioni. I bambini veramente in pericolo
saranno, con tutta probabilità, tra gli 80.000 già allontanati annualmente, qui
si cerca invece di incrementare gli interventi o, nel migliore dei casi, di non
abbassare la media. L’articolo procede con un eloquente secondo paragrafo dal
titolo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Quando genitori e figli si trasformano in delinquenti e vittime. </b>La
vita sociale in Germania è ferma. Scuole, asili, circoli, piscine: tutto è
chiuso. I cittadini sono invitati a ridurre al minimo i contatti sociali per
rallentare la diffusione del coronavirus. E’ questa una situazione che può
essere fatale per i bambini maltrattati e, nel peggiore dei casi, sessualmente
abusati. Essi sono indifesi, alla mercé dei loro genitori</i>. "<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Durante la quarantena non ci sono più le
routine quotidiane, asili e scuole</i> <i style="mso-bidi-font-style: normal;">resteranno
chiusi per settimane</i> – cioè i luoghi privilegiati per l’allontanamento dei
bambini -. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Il parco giochi è chiuso, i vicini si tengono a distanza, il bambino è
solo con i genitori. </i></b>[…] <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Chi vede
e sente ora i bambini maltrattati e abusati?</i>"<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"> </i></b>Insomma sembra proprio
che il più grande attacco al benessere del bambino sia rappresentato dai
genitori. Si passa dunque all’implicita affermazione che il numero di bambini
già allontanati non sia sufficiente: “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Il
numero di casi non ancora noti di abusi, violenze psicologiche e fisiche nelle
famiglie è elevato</i>”. Si diffonde il sospetto che ogni famiglia rappresenti
il luogo di abusi e dunque: “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Ora la
politica deve agire, chi ha isolato i bambini dal mondo esterno per molte
settimane deve anche mettere in campo progetti per intervenire nelle famiglie
in cui il rapporto tra genitori e bambino <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">diventa</b>
un rapporto tra carnefice e vittima</i>". Il condizionale è stato
abbandonato, l’articolo impiega il tempo presente: “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">il rapporto tra genitori e bambino <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">diventa</b>
un rapporto tra carnefice e vittima”. </i>Si è dunque passati da un terribile
dubbio ad una certezza, per poter<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>invocare a gran voce la delazione, o senso civico, come lo chiamano in
Germania. L’articolo conclude infatti affermando: “<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">La politica deve agire - e anche
ognuno di noi. </i></b><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Si chiede pertanto
al governo di fornire sostegno alle famiglie a rischio. Ma <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">deve impegnarsi anche ognuno di noi: i vicini, il postino, il cassiere
del supermercato. Insomma tutti noi</b>. "Se avete dubbi sul benessere di
un bambino nel vostro territorio, comunicate allo <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Jugendamt</b> </i>[Amministrazione per la gioventù]<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> le vostre preoccupazioni. Può essere fatto anche in forma <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">anonima</b>". Se c’è il sospetto di
comportamenti criminali, va informata anche la polizia</i>”. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">A seguito dell’annuncio del governo
tedesco di voler stanziare varie centinaia di miliardi di euro a sostegno della
propria economia, pare che lo Jugendamt voglia assicurarsene una bella fetta. I
bambini che risiedono in Germania (ovviamente anche quelli italiani) rischiano
di perdere, insieme alla libertà di movimento, anche la propria famiglia.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"></p><div style="text-align: left;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Dott.ssa Marinella Colombo</span></div><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;"><div style="text-align: left;"><span style="font-size: 12pt;">Fonte: </span><a href="https://www.ilpattosociale.it/rubriche/achtung-binational-babies-lo-jugendamt-ai-tempi-del-coronavirus/">https://www.ilpattosociale.it/rubriche/achtung-binational-babies-lo-jugendamt-ai-tempi-del-coronavirus/</a></div></span><p></p><p class="MsoNormalCxSpMiddle"><br /></p><br /></div><p></p>jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-31364731624440372402020-01-12T23:39:00.001-08:002020-08-21T23:46:03.282-07:00Un altro bambino … e ancora i vicini tedeschi<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjC_8beaStol33Vjc0O-BXjh06aWDz3dHjViXCm_RkgHn3ixV5PdXW9Xvfpyh6GkNKaMpcm3NwckYQjEQZh0eD1saPQVrbs8S9BjmTteh4C1rT2HZf-uSX7JtwJSsUAOSbNaNGTkWE5_Eg/s650/dolore+e+gioia.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="650" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjC_8beaStol33Vjc0O-BXjh06aWDz3dHjViXCm_RkgHn3ixV5PdXW9Xvfpyh6GkNKaMpcm3NwckYQjEQZh0eD1saPQVrbs8S9BjmTteh4C1rT2HZf-uSX7JtwJSsUAOSbNaNGTkWE5_Eg/s640/dolore+e+gioia.jpg" width="640" /></a></div><p></p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span face="" style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><br /></span></p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span face="" style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><br /></span></p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span face="" style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><br /></span></p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span face="" style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><br /></span></p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span face="" style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><br /></span></p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span face="" style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><br /></span></p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span face="" style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><br /></span></p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span face="" style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><br /></span></p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span face="" style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><br /></span></p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span face="" style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><br /></span></p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span face="" style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><br /></span></p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span face="" style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><br /></span></p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span face="" style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><br /></span></p><p class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;"><span face="" style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Strana sensazione
quella che riesce ad unire un’immensa gioia e un inestinguibile dolore. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span face="" style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">L’ennesimo
genitore tedesco aveva tentato con l’inganno di trattenere un bambino
binazionale in Germania. L’ultima moda, molto in voga tra i genitori tedeschi,
è quella di proporre uno scambio scolastico. Lo fanno sia le mamma che i papà
tedeschi e il genitore non-tedesco che, pensando davvero al figlio, pensa che
un anno in Germania sarebbe per il bambino un arricchimento linguistico e
culturale e contemporaneamente un’occasione per rafforzare il rapporto con il
genitore che vede di meno, subito, o dopo riflessioni, finisce per accettare.
Dopo alcuni mesi, almeno sei, il genitore tedesco si rivolge al tribunale del
suo paese e chiede la potestà (oggi responsabilità genitoriale) esclusiva.
Quando sul territorio tedesco è presente solo il genitore tedesco è
praticamente certo che la otterrà, diversamente da quanto accade negli altri
paesi dell’Unione europea. In realtà il tribunale tedesco non è competente per
modificare precedenti decreti di affido, ma ama farlo lo stesso. In questo è
quasi sempre aiutato dall’avvocato del genitore non-tedesco e che, anziché
difenderlo, lo trascina in un processo kafkiano dal quale uscirà senza più un
soldo e soprattutto senza più diritti su suo figlio. Noi, cioè la rete internazionale
cui ho dato vita tanti anni fa, lo sappiamo bene e sappiamo consigliare la
strada giuridicamente corretta e concretamente risolutiva. Lo abbiamo fatto
anche questa volta. Bloccate le richieste infondate di procedimenti
sull’affido, abbiamo chiesto il rimpatrio e abbiamo ottenuto l’udienza in tempi
brevi. Il giudice pareva schierato, come sempre, a difesa degli interessi
tedeschi anziché del bene del bambino sottratto. Aveva addirittura voluto
controllare l’autorizzazione all’esercizio della professione del nostro
avvocato. Questo nostro giovane avvocato invece, non solo possiede tutti i
titoli per esercitare, ma è giuridicamente molto preparato, soprattutto per
quanto riguarda i casi binazionali e le sottrazioni. Ha anche saputo spingere
il giudice a rispettare Leggi e Convenzioni internazionali ed a sentenziare in
base ad esse, fatto piuttosto raro al di là delle Alpi. Infatti, mentre in
Italia i giudici ordinano sempre il rimpatrio, cioè mandano via, o meglio
esportano i nostri bambini senza verificare fatti e documenti, in Germania lo
negano praticamente sempre, applicando una interpretazione molto “teutonica”
del bene del bambino da perseguire, che è appunto quello di rimanere in
Germania, non importa con chi né a che condizioni. Con un vero lavoro di
squadra tra gli avvocati dei due paesi, contatti con le istituzioni,
informazione precisa al genitore non-tedesco, informazione a volte accudente, a
volte un po’ “brutale” per prepararlo a ciò che lo aspetta in tribunale e fuori,
fermando l’avvocato che voleva far aprire un procedimento penale a carico del
genitore sottrattore, perché questo avrebbe influito negativamente sulla
decisione di rimpatrio rendendola impossibile da ottenere, abbiamo vinto il
primo grado di giudizio. E poi anche l’appello. Immediatamente dopo abbiamo
riconosciuto le manovre che si stavano mettendo in atto per non eseguire il
rimpatrio. Conoscendole bene, abbiamo potuto renderle inefficaci. Questo
bambino oggi è a casa. Tutto questo mi ha regalato un’immensa gioia, perché ogni
bambino salvato da quella prigione diventa un po’ anche figlio mio. Ma <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">tutti questi bambini ricevono un tale
sostegno al costo delle vite spezzate dei miei figli. </b>Questi bambini
ritrovano una vita serena, perché i miei figli hanno perso la loro. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Se tedeschi e italiani non avessero usato i
miei figli come merce, se non avessero imbrattato la loro infanzia, pregiudicando
il loro futuro, io oggi non avrei un master, non saprei nulla di politica e
molto poco di Europa, ma sarei una mamma “qualsiasi”, semplicemente una mamma e
sicuramente più felice.</b><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle" style="text-align: justify;"><span face="" style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><span face="" style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-theme-font: minor-bidi;">Articolo della Dott.ssa Marinella Colombo, pubblicato da Il patto sociale <o:p></o:p></span><a href="https://www.ilpattosociale.it/rubriche/achtung-binational-babies-un-altro-bambino-e-ancora-i-vicini-tedeschi/">https://www.ilpattosociale.it/rubriche/achtung-binational-babies-un-altro-bambino-e-ancora-i-vicini-tedeschi/</a></p>
<p class="MsoNormalCxSpMiddle"><br /></p>jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-25692382041616839842019-12-18T03:08:00.001-08:002019-12-18T03:08:42.441-08:00Bambini sottratti, in Germania l’incubo chiamato ‘Jugendamt’<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Articolo di Marco Gregoretti, pubblicato da Imola Oggi
il 17 dicembre 2019<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">‘Jugendamt’
è l‘ente tedesco con poteri assoluti e tristemente noto a tanti genitori
italiani<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<a href="http://www.imolaoggi.it/2019/12/17/bambini-sottratti-incubo-chiamato-jugendamt/?fbclid=IwAR1PjOBEU-dCNq1hMhgTvduvlk5HVwBOc3GCtZxgilrsgsL18_f5pObKwEc" target="_blank">http://www.imolaoggi.it/2019/12/17/bambini-sottratti-incubo-chiamato-jugendamt</a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSTUGIagBWxwdR2hv6wn-4elMHwhJfsfxaap3K15ttKNEsaEaWKC0Eaqp6_RlXP5ireB6bKrXBxO4TANz3o17FZBEQSEJpC0u7EszxKeSQ3B35gU_aB3OjbNsIb9LvZVGvlcnYp3bGR80/s1600/copertina+rizzoli.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="424" data-original-width="285" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSTUGIagBWxwdR2hv6wn-4elMHwhJfsfxaap3K15ttKNEsaEaWKC0Eaqp6_RlXP5ireB6bKrXBxO4TANz3o17FZBEQSEJpC0u7EszxKeSQ3B35gU_aB3OjbNsIb9LvZVGvlcnYp3bGR80/s320/copertina+rizzoli.png" width="215" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: justify;">Della sua storia si sono
occupati a lungo i giornali. Le hanno cucito addosso un racconto “criminale” di
mamma che aveva rapito i figli. L’hanno perfino portata due volte nel carcere
milanese di San Vittore. Una ingiustizia da togliere il fiato. Ma di quel che è
capitato non ha più tanta voglia di parlare. Di certo c’è che non vede i figli
da quasi dieci anni, di fatto rapiti dalla cattiveria burocratica di uno Stato
straniero, quello tedesco, contro cui l’Italia, con una diplomazia tappetino,
tribunali accondiscendenti, forze dell’ordine costrette a eseguire
provvedimenti assurdi, non fa nulla. ”Signora!”si sentiva ripetere negli uffici
“con tutto quello che c’è in ballo con la Germania, non possiamo certo metterci
a fare questioni per restituire a una mamma la possibilità di riabbracciare i
figli”. Quella donna, sembrano dire l’ex marito tedesco e le istituzioni, non è
più vostra madre. Scordatevela, dimenticatevela. Piuttosto andate in un
istituto.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Ecco perché Marinella
Colombo milanese, con la sua associazione (sportello Jugendamt), che lavora in
sinergia con altre due associazioni, una francese e una svizzera, è diventata
la combattente perpetua contro lo Jugendamt, l’ente che, in maniera totalmente
discrezionale, senza controllo, senza controparte “amministra la gioventù” in
Germania. E la amministra proseguendo il modello organizzativo realizzato dal
Terzo Reich per porre sotto controllo del commissario politico locale (che oggi
non c’è più, naturalmente) tutte le amministrazioni e gli operatori a contatto
con bambini e adolescenti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyStH5n8ciEdAx7_BugvOnX2FVzPKeSxowmMWw74KLCcDBp3s4YzZ0oA1k4-p2F-FZOPQpZg5MVImW4GkQIdbaG_0ODL8d3jcYBZOna6W9R_cVUZEKKEN4BS9n0EQdq295ftM7ZTxDAzg/s1600/bambino-buco.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="276" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyStH5n8ciEdAx7_BugvOnX2FVzPKeSxowmMWw74KLCcDBp3s4YzZ0oA1k4-p2F-FZOPQpZg5MVImW4GkQIdbaG_0ODL8d3jcYBZOna6W9R_cVUZEKKEN4BS9n0EQdq295ftM7ZTxDAzg/s1600/bambino-buco.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Nella legge fondamentale
tedesca si legge: “Lo Jugendamt lavora nell’ambito dell’autonomia dei comuni
così come garantita dall’articolo 28”. E ancora, tanto per far capire come
questa istituzione abbia potere di vita e di morte sulle famiglie: non esiste
un supervisore e lo Jugendamt, che controlla la famiglia e la giustizia
famigliare, si autocontrolla. Ergo: se dalla Germania arriva l’ordine di
portare via un figlio a una madre e di arrestare la madre, le forze dell’ordine
italiane devono eseguire nel giro al massimo di 48 ore. Se una madre o un padre
italiani fanno un ricorso presso un tribunale tedesco per riavere o rivedere i
figli, possono passare anche alcuni mesi prima che arrivi una risposta. Che
sarà quasi sicuramente negativa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Non basta lo Jugendamt
cerca, a volte con successo, di andare a riprendere dei bambini in un altro
Stato. A una coppia, lei francese e lui tedesco, è successo che un funzionario
dello Jugendamt, dopo dieci anni, sia andato a suonare alla porta della loro
casa francese. “Andatevene, siete in uno stato straniero” ha urlato la madre al
telefono quando ha saputo dalla figlia maggiorenne (l’altra, minorenne, per
fortuna era a scuola) che cosa fosse accaduto. Ancora qualche giorno dopo sotto
casa sostava un’automobile nera con targa tedesca.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Sono decine, centinaia,
forse migliaia, i bambini prelevati senza possibilità di opposizione, dallo
Jugendamt, e messi in istituti ove possono restare anche anni senza che la
famiglia sappia che fine abbiano fatto. Soprattutto quando uno dei due genitori
non è tedesco. Per loro fortuna la coppia franco-tedesca era in contatto con
Marinella Colombo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">“Quando mi hanno portato
via i mie due figli “dice a Nuova Cronaca Colombo “mi sono detta: per ogni mio
figlio che non vedo più, ne devo salvare dieci. Ci siamo: ne ho fatti rientrare
a casa sottraendoli alle manipolazioni tedesche, almeno venti”. Recentemente è
riuscita restituire il sorriso a un papà, un operaio italiano. È padre di un
figlio avuto da una donna rumena. Lei è scappata in Germania nel 2017 inventando
un castello di false accuse. “Ci sono voluti due anni, ma questa battaglia
l’abbiamo vinta” conclude Colombo. “Ora quella donna è di nuovo in Italia,
nella città dove vive il padre del bambino. Che può vedere quando vuole”.<o:p></o:p></span></div>
<br />jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-22134694266324598942019-12-18T02:15:00.000-08:002019-12-18T02:15:08.685-08:00A trent’anni dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia ancora troppi minori senza tutela e diritti<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #2c2f34; font-family: Poppins; line-height: 1.3; list-style: none; margin: 0px 0px 15px; outline: none; padding: 0px;">
A trent’anni dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia ancora troppi minori senza tutela e diritti </div>
<div>
di Cristiana Muscardini</div>
<div>
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #2c2f34; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Oxygen, Oxygen-Sans, Ubuntu, Cantarell, "Helvetica Neue", "Open Sans", sans-serif; font-size: 15px; line-height: 26px; list-style: none; margin-left: 1em; margin-right: 1em; outline: none; padding: 0px;">
<img src="https://www.ilpattosociale.it/wp-content/uploads/2019/11/onu.jpg" /></div>
<br />
<div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #2c2f34; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Oxygen, Oxygen-Sans, Ubuntu, Cantarell, "Helvetica Neue", "Open Sans", sans-serif; font-size: 15px; line-height: 26px; list-style: none; margin-bottom: 25px; outline: none; padding: 0px;">
Il 20 novembre 1989, trenta anni fa, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite approvò la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, composta da 54 articoli e da tre protocolli opzionali che riguardano il coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati, la vendita di bambini e il loro utilizzo in attività pornografiche e di prostituzione, e le procedure di reclamo. Questo è stato il primo documento nel quale sono elencati tutti i diritti che devono essere riconosciuti ai bambini di tutto il mondo. Ad oggi la Convenzione è stata ratificata da 196 Stati e il 20 novembre, ogni anno, viene ricordato con la giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #2c2f34; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Oxygen, Oxygen-Sans, Ubuntu, Cantarell, "Helvetica Neue", "Open Sans", sans-serif; font-size: 15px; line-height: 26px; list-style: none; margin-bottom: 25px; outline: none; padding: 0px;">
Purtroppo ancora oggi sono più di 380 milioni i bambini che non hanno una minima istruzione, più di 220 milioni i bambini che lavorano e spesso effettuano lavori pericolosi e più di 20 milioni le bambine o adolescenti costrette a matrimoni forzati, più di un milione i bambini vittime di sfruttamento sensuale. Numeri spaventosi, realtà agghiaccianti non solo per quello che questi bambini subiscono ma anche perché non potranno diventare i portatori di una società migliore avendo subito così tanta ingiustizia e violenza. Il mondo si sta tranquillamente privando del suo futuro non tutelando i più piccoli e deboli e distruggendo l’ambiente. Ma a questo breve ma spaventoso elenco mancano altri bambini, altri numeri fortunatamente più piccoli ma comunque inquietanti, i bambini strappati ingiustamente alle loro famiglie nelle tante Bibbiano non solo d’Italia e manca qualunque riferimento a quel triste istituto tedesco, lo Jugendamt, in italiano “Amministrazione per la gioventù”, strutturato durante il nazismo e mai abolito, ma anzi potenziato.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #2c2f34; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Oxygen, Oxygen-Sans, Ubuntu, Cantarell, "Helvetica Neue", "Open Sans", sans-serif; font-size: 15px; line-height: 26px; list-style: none; margin-bottom: 25px; outline: none; padding: 0px;">
Questa istituzione affida sempre i bambini al genitore tedesco in caso di separazione e spesso a famiglie affidatarie tedesche, se i genitori sono entrambi stranieri, per esempio italiani emigrati in Germania. Non importa dove è nato il bambino e quale nazionalità abbia. Dopo sei mesi di residenza in Germania questi bambini diventano proprietà tedesca. I genitori così “cancellati” non avranno più nessun contatto con il bambino, ma solo l’obbligo di pagare. Con il genitore straniero viene cancellata anche la lingua e la cultura non tedesca, così come tutto quel ramo familiare.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #2c2f34; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Oxygen, Oxygen-Sans, Ubuntu, Cantarell, "Helvetica Neue", "Open Sans", sans-serif; font-size: 15px; line-height: 26px; list-style: none; margin-bottom: 25px; outline: none; padding: 0px;">
Tutto questo è possibile in barba a Convenzioni e Regolamenti, semplicemente con un semplice stratagemma interpretativo: in Germania l’interesse superiore del minore coincide con la sua permanenza in quel paese e con la sua educazione tedesca, anche se per questo perderà i genitori. Ormai sempre più voci si levano parlando di “germanizzazione”.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #2c2f34; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Oxygen, Oxygen-Sans, Ubuntu, Cantarell, "Helvetica Neue", "Open Sans", sans-serif; font-size: 15px; line-height: 26px; list-style: none; margin-bottom: 25px; outline: none; padding: 0px;">
I membri dell’Unione Europea tacciono, fingono di non sapere o minimizzano.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #2c2f34; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Oxygen, Oxygen-Sans, Ubuntu, Cantarell, "Helvetica Neue", "Open Sans", sans-serif; font-size: 15px; line-height: 26px; list-style: none; margin-bottom: 25px; outline: none; padding: 0px;">
L’Italia, nonostante le centinaia di vittime italiane, è il Paese più silenzioso. Sia i governi di centro destra, sia quelli di centro sinistra non hanno mai mosso un dito per difendere i diritti dei bambini sottratti dallo Jugendamt, sia direttamente, sia imponendo tali scelte ai tribunali.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #2c2f34; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Oxygen, Oxygen-Sans, Ubuntu, Cantarell, "Helvetica Neue", "Open Sans", sans-serif; font-size: 15px; line-height: 26px; list-style: none; margin-bottom: 25px; outline: none; padding: 0px;">
La Convenzione resta un caposaldo importante, ma la politica sembra decisa ad accontentarsi di aver scritto una serie di buone intenzioni. Nei fatti le violenze e le ingiustizie contro i bambini continuano anche in quei paesi dove il livello di civiltà e cultura dovrebbe averle azzerate, bambini violentati nel corpo e nella mente dalla pedopornografia, bambini usati come corrieri della droga, bambini rapiti da assistenti sociali corrotti o impreparati, bambini che vivono nel degrado di case senza igiene e anche bambini italiani che lo Jugendamt si porta via nel più totale silenzio delle nostre autorità.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #2c2f34; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Oxygen, Oxygen-Sans, Ubuntu, Cantarell, "Helvetica Neue", "Open Sans", sans-serif; font-size: 15px; line-height: 26px; list-style: none; margin-bottom: 25px; outline: none; padding: 0px;">
Fonte: <a href="https://www.ilpattosociale.it/2019/11/25/a-trentanni-dalla-convenzione-sui-diritti-dellinfanzia-ancora-troppi-minori-senza-tutela-e-diritti/?fbclid=IwAR3axI2mBedg0j-a44pP4H0s60jyOkNOI9WvoqytIOASGCJA6Xp-t_QY9cI" style="background-color: transparent;">https://www.ilpattosociale.it/2019/11/25/a-trentanni-dalla-convenzione-sui-diritti-dellinfanzia-ancora-troppi-minori-senza-tutela-e-diritti/?fbclid=IwAR3axI2mBedg0j-a44pP4H0s60jyOkNOI9WvoqytIOASGCJA6Xp-t_QY9cI</a></div>
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jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-33269902024694683952019-11-23T06:25:00.000-08:002019-11-23T06:25:54.197-08:00Decriptaggio - Puntata 02 - Le coppie non sposateIn Germania i bambini nati fuori dal matrimonio non sono equiparati a quelli con mamma e papà sposati. Il padre non sposato, anche se ha riconosciuto il bambino e gli ha dato il suo cognome, non ha nessun diritto, se non quello di pagare gli alimenti!<br />
<br />
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<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/3WAwh7lpmG8/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/3WAwh7lpmG8?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<br />jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-87370621661123880422019-11-23T05:59:00.001-08:002019-11-23T05:59:36.485-08:00Lo Jugendamt tedesco e le Bibbiano d'Italia<div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMQ4AZcXcwS9NEiS28nFJjz0Q01V6AwzajjpcjJlxv-F0FF5n10pahOs3KXOpDOwDsIkzsfUguGW5lVA1fLpLD_TAF1f2-2cwXHe4wkIutDfvopiCkINOV4GXH72k9RmMuwySHUsqEy1g/s1600/bavaglino+bandiera.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="225" data-original-width="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMQ4AZcXcwS9NEiS28nFJjz0Q01V6AwzajjpcjJlxv-F0FF5n10pahOs3KXOpDOwDsIkzsfUguGW5lVA1fLpLD_TAF1f2-2cwXHe4wkIutDfvopiCkINOV4GXH72k9RmMuwySHUsqEy1g/s1600/bavaglino+bandiera.jpg" /></a></div>
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Oggi è ospite del blog la dottoressa Marinella Colombo, giornalista, interprete, traduttrice ed esperta di tutela, diritti e protezione dei minori, ma soprattutto di Jugendamt.</div>
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Marinella non solo ha studiato e accumulato una decennale esperienza su questo tema, ma ha vissuto questa realtà sulla propria pelle. Si definisce un <b>utero involontariamente al servizio della grande Germania</b>. Con traduzioni falsificate di decreti e violazioni dei più basilari diritti l’hanno fatta passare dal ruolo di vittima a quello di carnefice. E’ d’obbligo ricordare che il genitore tedesco che ha dichiarato in tutte le sedi di amare tanto i suoi figli e ha messo in moto tutto il meccanismo teutonico che tutela il genitore tedesco a prescindere (anche se è inidoneo), fa ora vivere suo figlio in istituto, perché la sua nuova compagna non lo sopporta (!).</div>
<div style="text-align: justify;">
Da anni Marinella si dedica, collaborando anche con associazioni italiane, francesi e svizzere, alla causa delle sottrazioni di minori in cui il genitore italiano è la vittima, e anche dei casi binazionali nei quali il genitore non tedesco perde sistematicamente i propri figli.</div>
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<br /></div>
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Ecco una sua testimonianza.</div>
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1)<span style="white-space: pre;"> </span>Buongiorno Marinella, potresti spiegarci brevemente cos'è lo Jugendamt tedesco – spesso definito come “terzo genitore”, ben diverso dai servizi sociali che operano in altri Paesi - e il concetto di Kindeswohl (bene del bambino) che ne è alla base? </div>
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<br /></div>
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Per una ricostruzione storica di questa amministrazione, vi rimando al link “<a href="http://jugendamt0.blogspot.com/2012/12/lo-jugendamt-tedesco-da-dove-viene-e.html" target="_blank">Lo Jugendamt tedesco, da dove viene e dove va</a>”. Lo Jugendamt è l’amministrazione per la gioventù e <b>non </b>un servizio sociale in quanto dotato di poteri neppure lontanamente paragonabili a quelli di un servizio sociale. E’ definito terzo genitore perché <b>è giuridicamente il terzo genitore</b>. Tra l’altro è in tribunale come <b>parte in causa, allo stesso titolo dei genitori</b> e può fare appello della decisione del giudice nel caso in cui quest’ultimo “osi” non rispettare ciò che lo Jugendamt gli aveva chiesto di decretare già prima dell’inizio della causa. Lo Jugendamt afferma di perseguire il Kindeswohl (bene del bambino), come previsto da leggi, trattati e convenzioni anche internazionali. In realtà, poiché si tratta di un concetto non giuridicamente definito, constatiamo che, nel caso di coppie binazionali, esso corrisponde sempre alla scelta di affidare i bambini al genitore tedesco o a quello dei due che ne assicuri l’educazione teutonica e la permanenza nella giurisdizione tedesca. Pertanto, se entrambi i genitori sono italiani o comunque non tedeschi, il rischio di una collocazione del bambino presso una famiglia affidataria, o in un istituto, aumenta notevolmente. </div>
<div style="text-align: justify;">
Le cifre dell’ente statistico tedesco, Destatis, relative ai soli bambini tolti ad entrambi i genitori, parlano da sole (<a href="http://jugendamt0.blogspot.com/2019/09/bambini-sottratti-ai-genitori-in.html">http://jugendamt0.blogspot.com/2019/09/bambini-sottratti-ai-genitori-in.html</a>). </div>
<div style="text-align: justify;">
In dieci anni sono stati tolti ai genitori circa <b>550.000</b> bambini.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioCMTkSkfVm9XsrzC0-PoUgSj-ThjKWIFrAomY3Wr9aUPC6ynTPEmClbZkTQiI50g6jRcpsKUb2Ac3QbsTQVe4ByaFUNvOuVM-_ZHoyAsiT9BjtOEQzCtJjyN8g48NOudqemLdIjtxZ5w/s1600/Destatis+2008-2018.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1090" data-original-width="922" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioCMTkSkfVm9XsrzC0-PoUgSj-ThjKWIFrAomY3Wr9aUPC6ynTPEmClbZkTQiI50g6jRcpsKUb2Ac3QbsTQVe4ByaFUNvOuVM-_ZHoyAsiT9BjtOEQzCtJjyN8g48NOudqemLdIjtxZ5w/s640/Destatis+2008-2018.jpg" width="541" /></a></div>
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<br /></div>
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2)<span style="white-space: pre;"> </span>Le cifre parlano chiaro: il 72% dei bambini sottratti alle famiglie in Germania sono di origine straniera, molti dei quali italiani (fonte: il Ministero tedesco). Il tutto avviene con modalità arbitrarie (funzionari che piombano in casa dei genitori senza un motivo valido, prove inventate, manipolazioni del minore da parte di personale non qualificato, eccetera). E’ evidente che i minori binazionali siano nel mirino dello Jugendamt. Come dobbiamo interpretare questo dato? E perché i Paesi del genitore straniero non riescono a difendere i propri cittadini da tali abusi?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L’unica interpretazione che si può dare a questo dato è che siamo di fronte ad una realtà inaccettabile e che con gli anni è andata peggiorando perché, ieri come oggi, si è concesso allo Jugendamt tedesco tutto questo potere, rafforzato dalla disponibilità finanziaria (34 miliardi di euro all’anno) di cui gode. Tra le famiglie tedesche, le prime vittime sono le famiglie più fragili e le classi sociali più deboli, quelle che possono solo permettersi un avvocato con il gratuito patrocinio e soprattutto sono sotto continuo ricatto, del tipo “se non fai questo e quello, ti tagliamo i sussidi”. </div>
<div style="text-align: justify;">
Quando invece le coppie sono binazionali, si crea volontariamente una situazione giuridicamente complicata per poter arrivare ad affidare la prole al genitore tedesco e trasferire nelle casse tedesche ogni avere dello straniero, quello che non sarebbe in grado, per mentalità e cultura, di crescere i figli da veri tedeschi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b><u>Se i Paesi dei genitori stranieri non riescono a difendere i propri concittadini è perché non vogliono farlo</u></b>. Bisogna essere sinceri e oggettivi, la politica e la diplomazia italiana sono state quelle dello “zerbino”. Non si osa rivendicare nulla, si accetta tutto, ci si sottomette, credendo così di mantenere i buoni rapporti diplomatici. Basterebbe invece più determinazione e personale preparato per far diminuire, se non fermare, questo scempio. Anche se può sembrare assurdo, questo migliorerebbe i rapporti con la Germania, perché si otterrebbe un livello di interazione alla pari, con rispetto e stima reciproci. Ma tale <b>rispetto, bisogna esigerlo e meritarlo, non arriva in regalo</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_xVOe9j-SrmNhZafUKhIeA7gfcY2M0jJaRxrfY71gDjvXiQDAAAyeK8UvXz7bdFjLG740AKSLvo75FQa_PI7q9zf_1wQRXB-F5fvnN4HGu4deunGPmgIUohrhSDO8lgwWSLJWrvf2AME/s1600/germania34-miliardi-di-euro-.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="290" data-original-width="650" height="177" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_xVOe9j-SrmNhZafUKhIeA7gfcY2M0jJaRxrfY71gDjvXiQDAAAyeK8UvXz7bdFjLG740AKSLvo75FQa_PI7q9zf_1wQRXB-F5fvnN4HGu4deunGPmgIUohrhSDO8lgwWSLJWrvf2AME/s400/germania34-miliardi-di-euro-.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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3)<span style="white-space: pre;"> </span>Recentemente hai riportato in un articolo su <a href="https://www.ilpattosociale.it/2019/09/02/achtung-binational-babies-lo-jugendamt-tedesco-oltrepassa-le-frontiere/" target="_blank">Il Patto Sociale</a> un caso di sconfinamento: una coppia franco-tedesca, trasferitasi 10 anni prima con le figlie in Francia e che aveva ottenuto una sentenza francese di idoneità genitoriale, ha ricevuto la visita a sorpresa di un funzionario dello Jugendamt. La sua giustificazione: voler controllare il “bene della bambina” (!) su incarico di un giudice tutelare tedesco. Un episodio isolato o uno scenario kafkiano che lascia trasparire delle “velleità espansionistiche”? </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L’episodio non è sicuramente isolato. E’ l’applicazione pratica di quanto spiegato più sopra, ma anche di quanto l’Unione europea sia in realtà l’espressione della grande Germania, non solo per la particolare Weltanschauung tedesca, ma anche perché i restanti paesi lasciano fare. Riuscite ad immaginare un giudice italiano che invia un suo funzionario in Germania a controllare il “bene” di un bambino italo-tedesco, residente in Germania da 10 anni? Potete anche immaginare che alla madre, che contesta l’illegalità di tale azione, il funzionario risponda che l’Italia non riconosce le decisioni straniere? No, non riuscite. Nell'altro senso invece è possibile, perché è già successo. Anche in questo si evidenzia il totale fallimento di un’unione europea in cui le regole, uguali per tutte, si applicano solo ad alcuni.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
4)<span style="white-space: pre;"> </span>Nelle vicende relative alla sottrazione di minori in Germania due cose saltano agli occhi: le affinità con lo scandalo di Bibbiano e il bambino visto come merce in un contesto sociale in cui la “domanda” (di famiglie affidatarie) risulta nettamente superiore all'offerta (in Germania si pubblicano addirittura annunci sui quotidiani). E’ eccessivo parlare di business del bambino, visto anche il calo demografico cui si assiste negli ultimi anni?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Non si tratta solo di calo demografico e di business</b>, fatti assolutamente veri e non trascurabili. Si tratta anche della <b>trasformazione della società</b> sulla scorta del modello trainante e troppo spesso preso ad esempio, quello tedesco. Ho scritto di questo nell'articolo “<a href="https://www.ilpattosociale.it/2019/07/29/achtung-binational-babies-il-modello-tedesco-di-bibbiano/" target="_blank">Il modello tedesco di Bibbiano</a>” . </div>
<div style="text-align: justify;">
Vorrei solo aggiungere alcuni aspetti salienti che evidenziano come si tratti della stessa modalità di <b>mercificazione </b>del bambino, ma che <b>in Germania è giuridicamente ad uno stadio molto più avanzato</b>:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In Italia il servizio sociale non interviene d’ufficio in ogni procedimento in cui è coinvolto un minore (per es. nelle separazioni consensuali).</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo Jugendamt tedesco interviene d’ufficio (Codice Sociale tedesco, libro VIII, §50) in ogni procedimento in cui è coinvolto un minore.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il servizio sociale in Italia gode di grande influenza perché con le sue relazioni può pilotare la decisione del giudice, ma non è parte in causa nel processo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo Jugendamt tedesco deve scrivere al giudice la “raccomandazione” su come sentenziare ed è parte in causa. Se il giudice decide altrimenti, allo Jugendamt è legalmente riconosciuto il potere di fare appello della decisione del giudice (FamFG § 162).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il servizio sociale italiano è tenuto a rispettare il codice deontologico e a dire/scrivere la verità. Se non lo fa è perseguibile, come successo a Bibbiano.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo Jugendamt non deve rispettare nessun ordine deontologico, non è tenuto a dire la verità, né può essere perseguito in giudizio per questo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il servizio sociale italiano deve eseguire quanto il giudice ha deciso. A volte non lo fa, contravvenendo a quanto previsto dalla Legge.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo Jugendamt è autorizzato dalla Legge ad opporsi all'esecuzione di quanto decretato dal giudice per i poteri di cui sopra.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il Tribunale per i Minorenni italiano a volte rende difficoltoso l’accesso al fascicolo. Detto accesso è comunque un diritto del cittadino.</div>
<div style="text-align: justify;">
In Germania, per ogni procedimento portante su un minore, esistono due fascicoli, uno in tribunale, sezione famiglia, ed uno presso lo Jugendamt (del quale cercano sempre di negare l’esistenza, mentre esiste un articolo di legge sul punto, SGBX §25). A quest’ultimo i genitori non hanno accesso e contiene conversazioni scritte, simili a quanto si è scoperto a Bibbiano.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L’audizione del minore viene eseguita in Italia, anche se in modo diverso tra una regione e l’altra, con un minimo di garanzie (specchio unidirezionale, registrazioni, ecc…). Quando la registrazione avviene solo per audizioni tardive, realizzate dopo la manipolazione del bambino, questo è illegale (come a Bibbiano & Co.).</div>
<div style="text-align: justify;">
In Germania <b>è vietato registrare le audizioni</b>. Le parti che ovviamente non sono presenti, ricevono solo un breve riassunto (!) dell’audizione, permettendo così qualsiasi tipo di domande suggestive e di manipolazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In Italia esiste la possibilità, anche se solo per chi ha le disponibilità economiche, di nominare un CTP (consulente tecnico di parte) che si affianca a quello nominato dal tribunale. Chi non ha la possibilità di pagare, si ritrova in situazioni come Bibbiano & Co.</div>
<div style="text-align: justify;">
In Germania il CTP, lo psicologo di parte, non è previsto per legge. Esiste dunque solo lo psicologo nominato, con la conseguente creazione di una vera e propria mafia in questo ambito (ved. per esempio la società di “pseudo” psicologi forensi GWG di Monaco di Baviera).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Il meccanismo è relativamente semplice: si utilizzano concetti psicologici esistenti e si traspongono in un contesto avulso</b>. Per esempio: il conflitto di lealtà (i genitori litigano e il bambino si trova nella condizione odiosa per cui ognuno dei genitori desidera che si schieri dalla sua parte). Se anche nella perizia si dice che è il genitore tedesco a provocare il conflitto, lo psicologo del tribunale teutonico consiglierà di cancellare ogni contatto del bambino con il genitore non-tedesco per risolvere il conflitto. Oppure, si sostiene che la famiglia affidataria non collabori con quella naturale per cui i bambini sono in conflitto e dunque i bambini non rientrano a casa (sono tutti esempi concreti, dei quali possiedo i documenti).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Anche l’induzione di falsi ricordi emersa nei casi di Bibbiano & Co. non è un’invenzione italica</b>. In Germania è organizzata e finanziata. Esiste per es. a Düsseldorf un centro per valutare se i bambini hanno subito abusi. Si lavora in questo modo: sospetto abuso (nessuna prova, solo illazioni, per esempio nuovo compagno di madre single), permanenza del bambino nel centro per 6/12 mesi al fine della valutazione. Ogni giorno i bambini vengono sottoposti per 1-2 ore a riunioni nelle quali si parla solo di sesso. Dopo tale periodo viene redatta la diagnosi: il bambino ha un linguaggio estremamente sessuato, ha molto probabilmente subito abusi, viene dunque allontanato da casa (padrigno abusante, madre non sufficientemente protettiva).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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5)<span style="white-space: pre;"> </span>In ultimo, una domanda d’obbligo: cosa possiamo fare concretamente per favorire una maggiore tutela dei minori nati in Germania?</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Diffondere il più possibile l’informazione. Chi ha interessi da difendere in questo vergognoso sistema, sa bene che l’informazione e la conoscenza possono evitare di cadere in questa trappola ed è per questo che esiste una forte <b>censura </b>su questo tema presso i media. Dobbiamo dunque cercare di essere noi il megafono informativo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Grazie Marinella per il prezioso contributo.</div>
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<br /></div>
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Condividete quest’intervista e abbonatevi al canale YouTube: <a href="https://www.youtube.com/user/Jugendamt0" rel="nofollow" target="_blank">Jugendamt0</a> </div>
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<br /></div>
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Ecco alcuni link di approfondimento:</div>
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<a href="http://jugendamt0.blogspot.com/" target="_blank">http://jugendamt0.blogspot.com/ </a></div>
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<a href="https://www.ilpattosociale.it/category/rubriche/achtung-binational-babies/" target="_blank">https://www.ilpattosociale.it/category/rubriche/achtung-binational-babies/ </a></div>
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<br /></div>
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I libri pubblicati da Marinella Colombo:</div>
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<a href="https://www.amazon.it/Non-lascer%C3%B2-soli-Colombo-Marinella/dp/8817049689" target="_blank">https://www.amazon.it/Non-lascer%C3%B2-soli-Colombo-Marinella/dp/8817049689 </a><a href="https://www.amazon.it/frontiera-Bambini-bilingue-bambini-binazionali/dp/8862721102" target="_blank">https://www.amazon.it/frontiera-Bambini-bilingue-bambini-binazionali/dp/8862721102 </a></div>
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La mail dell’associazione italiana: sportellojugendamt@gmail.com </div>
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<br /></div>
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Intervista tratta da: Quassù e Laggiù: <a href="https://quassuelaggiu.blogspot.com/2019/10/uno-scandalo-tedesco-lo-jugendamt.html">https://quassuelaggiu.blogspot.com/2019/10/uno-scandalo-tedesco-lo-jugendamt.html</a></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-202662215922772483.post-71314988852086715922019-11-23T05:25:00.001-08:002019-11-23T06:26:28.741-08:00Decriptaggio - Puntata 01 - Chi siamo e cosa facciamoDecriptaggio<br />
Puntata n. 1 - Chi siamo e cosa facciamo<br />
<br />
Prima puntata di una importante serie sul diritto di famiglia tedesco, che proseguirà (si spera presto) anche in italiano<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/CQ5xlAD-YQs/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/CQ5xlAD-YQs?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />
<br />
<br />jugendamt0http://www.blogger.com/profile/06059758818349748689noreply@blogger.com0