venerdì 28 marzo 2014

Angela Merkel sa quanto è pericoloso trascorrere le vacanze in Italia?


Abbandoniamo i luoghi comuni e i pregiudizi: non è assolutamente vero che il popolo tedesco è privo di fantasia. 

E’ sufficiente leggere i fascicoli presenti nei tribunali familiari tedeschi che si occupano di casi binazionali per rendersi conto di quanta fantasia siano capaci i tedeschi, oppure siamo noi italiani che non ci siamo resi conto di vivere nel far west.

Ecco perché:

L’avvocato tedesco scrive al tribunale per giustificare la sottrazione dall’Italia verso la Germania e il non-ritorno di una bambina sottratta: Si vive a Milano in un quartiere molto ambiguo [ndr. quartiere vicino al centro]. La famiglia dorme con una mazza da baseball e altre armi vicino al letto per potersi eventualmente difendere”. Prove addotte? Nessuna.

Online troviamo una petizione a sostegno della sottrazione dall’Italia verso la Germania di un’altra bambina: “Lui le raccontava storie di donne che avevano lasciato i loro uomini e spesso erano state ritrovate morte. La controllava sempre quando non era a casa, anche attraverso terze persone. Nella battaglia contro i vicini o animali fastidiosi, non esitava a fare uso di armi”. Prove addotte? Nessuna.

Un altro avvocato tedesco, più intraprendente, scrive direttamente al ministero di giustizia italiano, per prevenire gentilmente, sia il ministero che il tribunale, di quanto la presenza della madre italiana che ha richiesto l’apertura del procedimento e l’udienza possa essere pericolosa “Per il caso che dovesse essere presente in udienza mi permetto di segnalarLe la mia seria (!) preoccupazione in merito ad un suo eventuale gesto folle (p.e. uso di un’arma da fuoco). […] Ciò al fine di evitare che i Suoi colleghi si limitino a mettersi i “paraocchi” imposti loro dalla Suprema Corte”. Prove addotte? Nessuna.

Ci fermiamo qui, anche se ovviamente l’elenco (il nostro, con prove documentali!) potrebbe continuare. 
A questo punto non so se stiate ridendo o scuotendo la testa. Due cose in ogni caso sono certe:

1.      Va comunicato urgentemente ad Angela Merkel di rinunciare alle sue vacanze in Italia, data la pericolosità degli abitanti di questo paese;

Oppure

2.      E’ inammissibile continuare a parlare di riconoscimento delle decisioni giuridiche tedesche sulla base della fiducia reciproca.

Ciò che succede nei tribunali tedeschi è il continuo ininterrotto totale abuso di quella che comunemente si chiama Legge.

In Italia e in Europa si continua vergognosamente a dare fiducia e a farsi depredare da un popolo che da sempre ritiene legale tutto ciò che serve i suoi interessi. 

Sulla base di questa fiducia e del riconoscimento delle decisioni tedesche si mettono in prigione concittadini innocenti, li si spoglia di tutti i loro averi e di quelli di tutta la loro famiglia per mandare i patrimoni in Germania, a corredo dei figli rapiti e germanizzati, usati a breve termine per questi introiti, a più lunga scadenza per incassare le eredità (con la prossima generazione mezzo sud Italia sarà in mani tedesche) e pagare le pensioni di quei tedeschi che oggi ce li rubano, con la complicità di certi funzionari italiani, in modo assolutamente deutsch-legal

giovedì 20 marzo 2014

I Tedeschi e le vergogne nascoste



NO ALLA GERMANIZZAZIONE DEI BAMBINI ITALIANI E 
ALLA CENSURA TEDESCA SULLE LORO NEFANDEZZE !

Ricevo il seguente comunicato stampa dell’on. Cristiana Muscardini e commento, a nome degli innumerevoli cittadini italiani (ma anche francesi, spagnoli e polacchi) che si sono rivolti allo Sportello Jugendamt del Centro Servizi Interdisciplinare C.S.IN. ONLUS, cioè i cittadini che hanno dovuto scoprire la squallida verità tedesca, loro malgrado.

L’on. Cristiana Muscardini, pur non facendo parte della Commissione Petizioni, si è preoccupata di svolgere con serietà ed onestà il suo ruolo di eurodeputata eletta dai cittadini italiani e ci informa di quanto appena accaduto:

"Il vergognoso NO del coordinatore tedesco Jahr del PPE in Commissione Petizioni  ha fatto saltare la discussione delle 24 petizioni sullo Jugendamt, prevista per il 1 aprile - ha dichiarato Cristiana Muscardini, Vicepresidente della Commissione per il Commercio Internazionale al Parlamento Europeo - nonostante l'impegno della Presidente Mazzoni e degli altri deputati, come Roberta Angelilli, Niccolò Rinaldi e Patrizia Toia, che come me da anni si battono per impedire le discriminazioni fatte in Germania dallo Jugendamt contro i genitori non tedeschi e a danno dei bambini. Ora migliaia di cittadini europei, che hanno firmato per ridare a madri e padri non tedeschi la possibilità di vedere i loro figli, rischiano che fino alla futura legislatura non vi sia una risposta chiara. La Germania rifiuta ancora una volta il confronto e lascia che vi siano sul suo territorio misure discriminatorie contro i genitori di altri paesi europei, condannando i bambini, figli di coppie binazionali, a vivere esclusivamente in Germania e privati dell'affetto e della presenza dell'altro genitore

A questo aggiungiamo, per chi non avesse seguito da vicino quanto sta avvenendo in Europa:
Le centinaia e centinaia di petizioni contro le autorità tedesche che i cittadini europei rivolgono al Parlamento vengono sistematicamente censurate, dichiarate cioè non ricevibili con le scuse più squallide, quali ad esempio il fatto che le violazioni dei diritti dei bambini attuate dalla Germania non facciano parte delle competenze della Commissione europea e che questa dunque non possa garantire, ma neppure occuparsi delle violazioni, ad opera della Germania, dell’articolo 24 (diritti dei minori) della Carta europea.

Le ultime 24 petizioni che erano riuscite a passare la censura tedesca avrebbero dovuto essere discusse il giorno 1 aprile 2014 in Commissione Petizioni, l’ultima sessione prima della fine della legislatura.

I petenti, genitori di bambini germanizzati e con i quali non hanno più nessun contatto, hanno comperato i biglietti aerei e chiesto permessi di lavoro per recarsi a Bruxelles alla discussione della propria petizione.
A cose fatte, apprendono che "Il vergognoso NO del coordinatore tedesco Jahr del PPE in Commissione Petizioni ha fatto saltare la discussione delle 24 petizioni sullo Jugendamt, prevista per il 1 aprile!

Diciamolo pertanto senza mezzi termini: non è per nulla la prima volta che assistiamo a questo tipo di boicottaggio. 

La Germania e i suoi rappresentanti, anche e soprattutto in vista delle prossime elezioni, non vogliono che si sappia come agiscono e come stanno costruendo il loro welfare (a nostre spese), vogliono la nostra accettazione silenziosa e addirittura la nostra ammirazione, mentre la democrazia, persino nella sua forma più innocua della Petizione, è morta.

Queste petizioni non verranno mai più discusse (solo la mia aveva quasi 3.000 firme!) e le violazioni tedesche continueranno ad aumentare, perché alle prossime europee rischiamo di eleggere il nostro nuovo “condottiero”: Martin Schulz, attuale presidente del Parlamento europeo, e candidato alla presidenza europea del gruppo dei Socialisti europei

Con Martin Schulz, la censura delle petizioni passerà inosservata a fronte dello sfruttamento economico che farà di noi l’Europa germanizzata.

Pertanto prima di astenerci o di supportare questa candidatura chiediamoci seriamente se vogliamo continuare sulla strada intrapresa, e cioè:
-       La Germania e i suoi rappresentanti stanno smantellando la democrazia in Europa
-       La Germania e i suoi rappresentanti calpestano i Diritti fondamentali dei cittadini europei
-       La Germania e i suoi rappresentanti negano le violazioni da loro perpetrate imponendo il silenzio
-       La Germania e i suoi rappresentanti boicottano sistematicamente ogni iniziativa che presenta la realtà dei fatti (e misfatti)
-       La Germania e i suoi rappresentanti costruiscono il loro welfare sulle spalle dei nostri figli, sfruttando la nostra forza lavoro.

Diciamo no alla germanizzazione dei bambini italiani e allo sfruttamento economico Made in Germany dell’Italia e dell'Europa intera!

Dott.ssa Marinella Colombo
Responsabile nazionale dello Sportello Jugendamt del
Centro Servizi Interdisciplinare C.S.IN. ONULUS



venerdì 7 marzo 2014

Elezioni europee maggio 2014



Forse non tutti sanno che all’interno dell’Unione europea esiste un Intergroup on LGBT Rights working for the rights of lesbian, gay, bisexual and trans people (http://www.lgbt-ep.eu/work/). Benissimo. L’Europa è uno “spazio di libertà e sicurezza”, la “nuova” culla della civiltà, del diritto e dell’uguaglianza. Così almeno ci hanno fatto credere, così come ci hanno fatto credere che il bilinguismo e il biculturalismo fossero una ricchezza, un plus, così come ci hanno fatto credere – e ci abbiamo creduto- che la Germania, risorta dalle sue ceneri, avesse smesso di pensarsi come nazione dominante, che la Carta dell’Unione europea comunque glielo avrebbe impedito, che i Regolamenti europei avrebbero armonizzato le diverse legislature, che l’Unione europea fosse l’unione dei popoli.

Se l’Europa fosse quella che avrebbe dovuto essere, avrebbe dovuto e potuto agire coerentemente contro ogni forma di discriminazione.

Invece nell’Europa che di fatto abbiamo oggi, scopriamo che i posti decisionali sono occupati da tedeschi. Che il capo gabinetto del Commissario alla Giustizia e ai Diritti fondamentali è un avvocato tedesco, che il paese con il maggior numero di parlamentari è la Germania, che mentre le lingue ufficiali dell’Unione sono l’inglese e il francese, le candidature ai bandi e agli impieghi posso essere inoltrate anche in tedesco (non anche in italiano o spagnolo, in tedesco!) Giusto, pensano in molti, si tratta del paese più popolato ed economicamente più forte.

Andiamo avanti ad indagare. Scopriamo che la popolazione tedesca è inferiore di un milione e mezzo di persone rispetto a quanto dichiarato, che la disoccupazione di quel paese pare essere bassa, solo perché dopo alcuni anni da disoccupato si viene cancellati dalle statistiche, che moltissimi lavoratori sono assunti con la formula dei mini-job, quindi percepiscono solo € 400,- al mese (ma nelle statistiche passano ovviamente alla voce “occupati”), che la disoccupazione giovanile è effettivamente ridotta, semplicemente perché non ci sono giovani che si immettono sul mercato del lavoro (In Francia, 850.000 giovani si immettono annualmente sul mercato del lavoro; in Germania, dove la popolazione registra 15 milioni di abitanti in più, soltanto 285.000, vedasi https://www.youtube.com/watch?v=BjwpRcXz-zo ), che i beni primari (penso ad esempio a latte e carne) costano molto meno in Germania semplicemente perché le loro quote di produzione sono tre volte superiori a quelle dell’Italia (è noto, se l’offerta è maggiore, il prodotto costa meno).

In sintesi, abbiamo “scoperto” e continuato a scoprire (cioè a raccogliere prove) realtà inequivocabili, ma note solo a chi padroneggia la lingua e conosce profondamente la cultura e la mentalità dei Tedeschi, grandi specialisti della dissimulazione. Nello stesso modo con cui dissimulano la loro realtà sociale, costruendo statistiche che rendono la Germania il paese più forte della zona euro, dissimulano anche gli strumenti usati all’interno della giurisdizione tedesca per colmare il vuoto demografico che altrimenti vedrebbe implodere questo paese: l’appropriazione dei bambini altrui e soprattutto dei bambini binazionali ricoprendo queste azioni ignobili con il lodevole sforzo della massima tutela del bambino. Insomma tutto “deutsch-legal”.

Centinaia e centinaia di Petizioni al Parlamento e decine e decine di interrogazioni alla Commissione europea[1] hanno avuto come unica risposta “lo Jugendamt applica il diritto di famiglia tedesco e non il diritto dell'UE” e anche “La Commissione non può esprimersi in merito alla compatibilità con i diritti fondamentali delle leggi degli Stati membri”. Tutti sanno, ma nessuno può, o vuole cambiare la situazione. 

In altre parole, i bambini binazionali, o stranieri, nella giurisdizione tedesca non hanno diritti se non quello di essere germanizzati. Ricordiamoci che gli Italiani residenti in Germania (quasi tutti con figli) hanno raggiunto le 700.000 unità.

Per lesbiche, gay, transessuali e bisessuali si è pronti a cambiare le leggi e a farle cambiare ai diversi Stati dell’Unione, si formano gruppi transnazionali e si investono milioni di euro, ma per i bambini ostaggio della giurisdizione tedesca non solo non si vuole far nulla, ma addirittura si criminalizzano i genitori che hanno rivelato il perverso meccanismo che permette tutto questo.

Presto voteremo i nostri rappresentanti in Europa. I genitori, nonni, familiari e amici di questi BAMBINI OSTAGGIO DEI TEDESCHI voteranno solo quei candidati che scriveranno a chiare lettere nel loro programma elettorale di impegnarsi:

1.
nell’abolizione dello Jugendamt tedesco (amministrazione tedesca della gioventù, genitore di Stato),

2.
nella modifica o cancellazione dei regolamenti europei che ci discriminano e

3.
nella lotta al dominio tedesco sull’Europa.


CHIEDIAMO A TUTTI COLORO CHE HANNO A CUORE I BAMBINI, CIOE’ IL FUTURO DEL NOSTRO PAESE E DELL’INTERA EUROPA DI VOTARE SOLO I CANDIDATI CHE, INDIPENDENTEMENTE DALL’ORIENTAMENTO POLITICO, SI IMPEGNANO ESPLICITAMENTE AL RAGGIUNGIMENTO DI QUESTI OBBIETTIVI.

CHIEDIAMO AI CANDIDATI DI ESPRIMERSI IN MODO ESPLICITO IN RELAZIONE A QUESTO TEMA!


Dott.ssa Marinella Colombo
e per le Associazioni:





[1] Qui solo alcuni estratti: 16 aprile 2010: lo Jugendamt applica il diritto di famiglia tedesco e non il diritto dell'UE.
20 maggio 2010: La Commissione non può esprimersi in merito alla compatibilità con i diritti fondamentali delle leggi degli Stati membri o in merito a questioni che non rientrano nella competenza dell'UE. La legislazione antidiscriminazione dell'UE non copre il caso descritto (Jugendamt) dall'onorevole parlamentare.
29 febbraio 2012: la Commissione non può formulare osservazioni sul rispetto dei diritti fondamentali da parte delle autorità tedesche.
7 maggio 2012: La Commissione ha trattato 40 petizioni in relazione a questo tema formulate dal Parlamento europeo e 49 interrogazioni dallo stesso presentate su temi connessi allo Jugendamt. La Commissione non possiede dati statistici per quanto riguarda le altre istituzioni.
4 giugno 2010: L'Unione europea e le sue istituzioni non dispongono delle competenze necessarie per istituire un Ente centrale europeo per il diritto di famiglia. L'Unione europea non dispone, ovviamente, di competenze di controllo in tal senso
18 gennaio 2013: La Commission européenne n'a pas de compétences générales pour intervenir auprès des États membres.
29 marzo 2010: The Commission recalls that under the Treaty on European Union and the Treaty on the Functioning of the European Union, the Commission has no general powers to intervene in individual cases.  Matters related to the exercise of parental responsibility, also in cases having cross-border implications, fall under the responsibility of the judiciary in the Member States.

sabato 1 marzo 2014

Intervento in aula contro lo Jugendamt

L'eurodeputata Cristiana Muscardini da anni conduce con noi la battaglia contro lo Jugendamt (amministrazione per la gioventù, ufficio statale di controllo) finalizzata alla sua abolizione perché in violazione dei Diritti fondamentali, delle Convenzioni internazionali e della Carta europea. L'on. Muscardini è intervenuta in aula il 26 febbraio 2014 con un chiaro e coraggioso testo (come vediamo e sentiamo qui di seguito) che condividiamo e per il quale la ringraziamo. 





INTERVENTO IN AULA
Situazione dei diritti fondamentali nell'Unione europea
On. Cristiana Muscardini
26/02/2014

Presidente, Colleghi,
È paradossale che nel 2014 si debba ancora parlare della mancata implementazione, e da parte di Stati membri dell'Unione, di quei valori di democrazia e Stato di diritto che avrebbero dovuto costituire il fondamento dell'integrazione europea. Sono ancora molte le lacune esistenti: in Italia continuano ad esistere carceri dove sono rinchiusi migliaia di detenuti in condizioni disumane.

In Germania, nella grande Germania, continuano ad esistere istituti come lo Jugendamt a danno della libertà e dei diritti dei figli di coppie binazionali e dei diritti di entrambi i genitori. L’Europa ha aperto le frontiere alle merci, ma alcuni paesi le hanno chiuse per i minori.


Pochi paesi hanno sottoscritto la Convenzione di Istanbul contro la violenza su donne, minori ed anziani; e non tutti gli Stati hanno accettato di chiedere ai propri agenti di polizia di usare numeri identificativi. Molte sono le questioni aperte in tema di diritti civili, di tutela dei rifugiati e della libertà di espressione. Oltre i nostri confini, uomini e donne combattono per avere quei diritti che gli sono stati negati e anche in Europa diventa sempre più necessario garantire che non si debba più negoziare per i diritti fondamentali ed occorre anche Carta Comune dei Doveri, delle Istituzioni verso i cittadini e dei cittadini verso le Istituzioni.
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FRANÇAIS
Monsieur le Président,
Chers collègues,
Il est paradoxal qu'en 2014 on doive encore parler de la non mise en œuvre, et de la part d'Etats membres de l'Union, de ces valeurs de démocratie et d'Etat de droit qui auraient dû constituer le fondement de l'intégration européenne. Les lacunes existantes sont encore nombreuses : en Italie il existe toujours des prisons où sont enfermés des milliers de détenus dans des conditions inhumaines.
En Allemagne, dans la grande Allemagne, il existe toujours des établissements comme le Jugendamt aux dépens de la liberté et des droits des enfants de couples binationaux et des droits des deux parents. L’Europe a ouvert les frontières aux marchandises, mais certains pays les ont fermées pour les mineurs.

Peu de pays ont souscrit à la Convention d'Istanbul contre la violence à l'égard des femmes, des mineurs et des personnes âgées ; et les Etats n'ont pas tous accepté de demander à leurs agents de police d'utiliser des numéros d'identification. Nombreuses sont les questions ouvertes en termes de droits civils, de protection des réfugiés et de liberté d'expression. Au-delà de nos frontières, des hommes et des femmes combattent pour avoir ces droits qui leur ont été niés et en Europe aussi il devient toujours plus nécessaire de garantir qu'on ne doive plus négocier pour les droits fondamentaux et il faut aussi une Charte Commune des Droits des Institutions envers les citoyens et des citoyens envers les Institutions .
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ENGLISH
It is a paradox that in 2014 we still need to talk about the lack of implementation on the part the EU member States of the values linked to democracy and to the rule of law, that should be the foundation of the European integration. There are still a lot of shortcomings: in Italy still remain in existence prisons where thousands of prisoners are held in inhumane conditions.

In Germany, the greater Germany, there are still institutions as the Jugendamt, causing damage to the freedom and to the rights of the children of binational couples and to the rights of both parents. Europe has opened its borders to goods, however some countries have closed their borders to children.

Few countries have ratified the Istanbul Convention combating violence against women, minors and elderly people. Not all the States have accepted to ask their police officers to wear identification numbers. There are still many opened issues concerning civil rights, protection of refugees and freedom of expression. Beyond our borders, men and women are fighting in order to have those rights which have been denied to them and even in Europe there is an increasing need to ensure that it is no longer necessary to negotiate fundamental rights and we need a Common Charter of Duties of Institutions towards citizens and citizens towards Institutions.
Traduzione di Cinzia Caimmi
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DEUTSCH
Beitrag von Cristiana Muscardini, EU-Abgeordnete
Thema: Stand der Grundrechte in der Europäischen Union

Vorsitzende, Kollegen,
es ist ein Paradox, dass wir im Jahr 2014 immer noch darüber reden müssen, dass Mitgliedstaaten der Europäischen Union Werte, die zur Demokratie und Rechtsstaatlichkeit gehören, immer noch nicht umgesetzt haben. Hier handelt es sich um jene Werte, die die Grundsteine der europäischen Union hätten sein müssen. Es ist lückenhaft: In Italien existieren immer noch Gefängnisse, in denen Tausende von Gefangenen unter inhumanen Bedingungen festgehalten werden.

In Deutschland - im großen Deutschland - existieren weiterhin Institutionen wie das Jugendamt, dessen Machenschaften und Existenz auf Kosten der Freiheit und der Grundrechte der Kinder binationaler Paare und der beiden Eltern gehen. Europa hat seine Grenzen für Ware geöffnet, aber einige Länder haben die Grenzen für Kinder geschlossen.

Nur wenige Länder haben die Istanbuler Konvention gegen Gewalt an Frauen, an Minderjährige und an ältere Menschen unterschrieben. Nicht alle Staaten haben es akzeptiert die eigenen Polizeibeamten zu verpflichten, eine ID-Nummer zu verwenden. Es gibt viele offene Fragen auf dem Gebiet der Bürgerrechte, Flüchtlingsschutz und Meinungsfreiheit. Über unsere Grenzen hinaus, Männer und Frauen kämpfen um verweigerte Rechte zu bekommen und auch in Europa sollte man nicht mehr über Grundrechte diskutieren müssen. Eine Charta über die Pflichten der Institutionen gegenüber den Bürgern und der Bürger gegenüber den Institutionen ist notwendig.
Traduzione di Luigi D‘Aloia