Il video della seduta del 1 aprile 2014 in traduzione italiana:
Il servizio di ParleuropaTV:
Cronaca di un giorno di battaglia contro lo Jugendamt al Parlamento europeo
Dall’inizio di questa
legislatura, ma già anche durante la precedente, la Commissione petizioni del
Parlamento europeo ha ricevuto centinaia e centinaia di petizioni contro lo
Jugendamt e il sistema tedesco in genere, accusato di essere xenofobo e di
germanizzare i bambini. La maggior parte di queste petizioni è stata giudicata
non ricevibile e direttamente archiviata, grazie alla determinazione e il
sostegno reciproco tra i membri tedeschi e austriaci della commissione nel non
volersi mettere in discussione, né ascoltare critiche rivolte al loro sistema.
Le poche petizioni
dichiarate ricevibili, quelle denuncianti violazioni macroscopiche dei diritti
fondamentali, hanno atteso per anni di essere discusse e vedere risolto almeno
in parte il problema evidenziato. In occasione dell’ultima sessione della
Commissione Petizioni, la sua presidente, Erminia Mazzoni, ha insistito
affinché la discussione di queste petizioni “superstiti” fosse inserita
nell’ordine del giorno almeno dell’ultima sessione il 1 aprile 2014.
I petenti, genitori
ridotti sul lastrico dal sistema tedesco che li ha privati non solo dei figli,
ma anche delle risorse economiche, hanno comunque comperato i biglietti per
recarsi a Bruxelles.
La settimana scorsa,
dunque pochi giorni prima del 1 aprile, il coordinatore tedesco, Peter Jahr
(PPE) ha fatto cancellare dall’ordine del giorno tutte le petizioni contro lo
Jugendamt tedesco. I petenti, sostenuti dagli eurodeputati Muscardini e Rinaldi
che hanno per questo organizzato una conferenza stampa (Il Patto sociale ne ha già parlato qui Jugendamt e petizioni negate), hanno chiesto una sessione straordinaria per parlare del
problema. Numerose mail sono arrivate a questo proposito ai presidenti dei diversi
gruppi politici in Europa, inviate da cittadini a sostegno delle vittime dello
Jugendamt tedesco (Il Patto sociale ne ha già parlato
qui Sessione straordinaria della Commissione Petizioni per fermare la negazionedei diritti dei bambini europei).Colpo di scena: la mattina del 1 aprile
le petizioni contro lo Jugendamt vengono di nuovo inserite nell’ordine del
giorno. E’ chiaro che ai petenti sarà difficile essere presenti.
Eppure un gruppo di
genitori a maggioranza italiana e francese si è recato a Bruxelles.
Marinella Colombo ha
aggiornato la sua petizione, rimasta aperta dal 2010 per via delle gravi
violazioni al diritto di libera circolazione in Europa. L’esito del rimpatrio
dei suoi figli ottenuto trasformando il diritto di visita del genitore tedesco
in affido esclusivo grazie ad una traduzione falsificata -così la procura della
Repubblica italiana- ha fatto perdere la mamma ai bambini che non la vedono da
oltre tre anni ed ha permesso al sistema tedesco di renderla a breve una
senzatetto e di esigere anche tutti i risparmi dei nonni italiani, benché
questa mamma, inidonea per i tribunali tedeschi, stia pubblicando il suo
secondo libro e abbia conseguito un Master in Tutela, Diritti e Protezione dei
minori. Il litigio, ha precisato, non è con l’ex-coniuge tedesco, ma con un
sistema profondamente razzista e pertanto discriminante. Il capo-gabinetto del
commissario alla giustizia, Selmayr, tedesco, le ha precisato in una lettera
che l’articolo 24 (diritti dei minori) della carta europea non è applicabile in
tutti i casi di violazione dei diritti fondamentali. Questo è inaccettabile, ha
concluso Marinella Colombo.
Lionel Gilberti, ha
approfondito il tema della Beistandschaft, misura amministrativa camuffata da
decisione giuridica dal sistema tedesco, per impossessarsi degli averi del
genitore non-tedesco. Con questo tipo di provvedimento unilaterale i genitori
vengono condannati in processi che si svolgono a loro insaputa e rischiano tutti
di subire la sua stessa sorte. A lui si sono uniti Cédric Laurent e Luca Putin,
vittime di sottrazione di minore eppure, in forza di in provvedimento di
Beistandschaft, debitori nei confronti dello Stato tedesco.
Alain Joly, non
vedente, ha illustrato come la sua cecità sia per i tribunali tedeschi una
inidoneità all’affido della figlia, mentre non costituisca alcun problema a
fargli fare un lungo viaggio da solo per andare in Germania a incontrala. Sua
figlia non può comunque mai dormire da lui perché questo padre invalido,
incapace di occuparsene, sarebbe però capace di rapirla e vivere con lei in
clandestinità, secondo il giudice tedesco. E’ inoltre, anche lui, oggetto di
procedimento penale, aperto in Germania per violenza familiare in Francia nei
confronti della sua attuale compagna francese.
E’ stato condannato
senza mai essere stato ascoltato e senza cha la presunta vittima delle violenze
potesse esprimersi. La “presunta vittima” era invece presente in Commissione, a
prova dell’assurdità delle costruzioni pseudo-giuridiche dei tribunali
tedeschi.
Benché solo per pochi
minuti, hanno potuto prendere la parola anche altri genitori, tra i quali Luigi
D’Aloia, che ha mostrato i documenti con i quali le amministrazioni tedesche
rifiutano di riconoscere il cognome italiano dei suoi figli binazionali,
sottoscritto con l’accordo di entrambi i genitori.
Thomas Porombka, con
passaporto tedesco, ha dichiarato di non voler usare la sua lingua per
affrontare la questione dei diritti universali, perché assolutamente negati nel
suo paese.
Dopo gli interventi dei
Petenti, la Commissione avrebbe dovuto rendere nota la sua posizione, ma la
Commissione europea non era presente; il membro tedesco della Commissione
petizioni, Peter Jahr, se ne è andato prima che gli venisse chiesto di
replicare. Ha risposto il collega e concittadino Reiner
Wieland, ribadendo la
sua preparazione in diritto di famiglia (come già negli altri suoi interventi
sul tema del sistema familiare tedesco) e considerando lecita la
criminalizzazione dei genitori non-tedeschi che contestano il sistema (per es.
bloccando il pagamento degli alimenti per dei figli dei quali non sanno più
nulla).
Wieland ha concluso
sostenendo che qualche errore, in alcuni dei casi sottoposti con le petizioni,
possa anche essere avvenuto perché la Germania è un grande paese e quindi,
trattando molti casi, è statisticamente impossibile evitarne. La giustizia non
è perfetta, ha detto, ma ha respinto le accuse di sistematicità delle
discriminazioni. Anche se certi modi di procedere erano comuni persino nei
fascicoli dei pochi petenti presenti!
In ritardo è arrivata
l’eurodeputata austriaca Werthmann che dunque non ha ascoltato tutte le ragioni
dei petenti, ma è comunque intervenuta dicendo che “la commissione non è il
luogo preposto a parlare di alimenti”. I petenti hanno vivamente contestato.
Gli interpreti sono
gentilmente rimasti oltre l’orario previsto.
La Commissione
petizioni si è scusata per i repentini cambiamenti nell’ordine del giorno e per
l’assenza della Commissione europea. Ha assicurato che le avrebbe trasmesso i
documenti e richiesto una dichiarazione ufficiale in merito.
Le petizioni sono
rimaste aperte.
Intanto passano i mesi
e gli anni. Sembra che questa Europa risolva i problemi semplicemente
aspettando che i bambini diventino maggiorenni. Ma quel giorno sarà troppi
tardi, saranno cittadini tedeschi e per nulla europei. I loro genitori, privati
di quanto più prezioso esista nella vita, hanno perso ogni speranza in questa
Europa, ma non hanno perso la determinazione a lottare per fermare il dominio
tedesco sugli Stati dell’Unione.
Il video della seduta in lingua francese: Le 1er avril 2014, un jour doublement historique
Il video della seduta in lingua inglese: Commitee on petitions
Il video della seduta in lingua tedesca: Petitionsausschuss
Il video della seduta in lingua originale: Commissione Petizioni vs Jugendamt 1aprile2014