Il 9 luglio 2013 si è tenuto al Parlamento Europeo (Bruxelles) un incontro tra il gabinetto della Commissione giustizia, Eurodeputati italiani e genitori di bambini ostaggio della Germania
Minori: parlamentari italiani,lotta Ue contro leggi Germania
Incontrata vicepresidente Reding, lettera a presidenza lituana
10 luglio, 15:51
(ANSA) - BRUXELLES, 10 LUG - La
Ue deve prendere posizione e promuovere una "cooperazione più
stretta" tra i paesi in cui si soffrono le conseguenze dello Jugendamt, la
legislazione tedesca che - nei casi di separazione di coppie binazionali -
riconosce solo al genitore tedesco il diritto di affidamento dei figli. Lo ha
chiesto un gruppo di europarlamentari italiani in un incontro con la
vicepresidente della Commissione europea e responsabile per la Giustizia,
Viviane Reding. I deputati hanno anche inviato una lettera alla premier
lituana, Dalia Grybauskaite, titolare della presenza di turno della Ue
chiedendo che il Consiglio affronti il problema.
All'incontro hanno partecipato la
vicepresidente del Parlamento europeo e mediatore europeo per le questioni
internazionali dei minori Roberta Angelilli, la vicepresidente della
Conmmissione Commercio internazionale Cristiana Muscardini, il capogruppo Idv
Niccolo' Rinaldi, la presidente della Commissione Petizioni Erminia Mazzoni, la
vicepresidente del gruppo D&D Patrizia Toia e due genitori in
rappresentanza delle centinaia colpiti dal problema della 'Jugendamt'.
"Bisogna iniziare a fare
quadrato contro un sistema di giustizia familiare" che "attua un
processo di germanizzazione'' osserva Angelilli, aggiungendo che "non
vogliamo credere che nel terzo millennio si possano ipotizzare processi di
germanizzazione come l'atteggiamento dello Jugendamt fa purtroppo presupporre".
Rinaldi ha ricordato le numerose iniziative svolte al Parlamento europeo sul
problema Jugendamt replicando ai membri del gabinetto che ribadire la loro
impossibilità ad intervenire, come successo fino ad ora, provoca una sicura
sfiducia da parte dei cittadini nelle istituzioni europee. Toia ha auspicato
che la Commissaria Reding "abbia il coraggio" di battersi e di
imporre il rispetto dei diritti fondamentali dei bambini.
JUGENDAMT, GLI ON. MUSCARDINI, RINALDI, ANGELILLI, MAZZONI, TOIA INCONTRANO IL COMMISSARIO EUROPEO ALLA GIUSTIZIA REDING PER DISCUTERE DEL PROBLEMA
Mercoledì 10 Luglio 2013 14:15 Redazione
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Bruxelles, 10 luglio 2013 - "E' necessario sviluppare una cooperazione più stretta tra i paesi che soffrono le decisioni dello Jugendamt tedesco sui figli di coppie binazionali" - ha dichiarato l´on. Cristiana Muscardini, Vicepresidente della Commissione Commercio Internazionale al Parlamento Europeo, in occasione dell´incontro che con i deputati europei Rinaldi, Angelilli, Mazzoni, Toia e due genitori, in rappresentanza di centinaia di altri nella medesima situazione, ha avuto ieri con il gabinetto del Commissario Europeo alla Giustizia, Viviane Reding. "Bisogna iniziare a fare quadrato contro un sistema di giustizia familiare che considera, in caso di separazione, il genitore tedesco l´unico capace di poter ´crescere´ i figli (attuando così un processo di germanizzazione) e impedendo ai genitori stranieri di poter svolgere la propria funzione genitoriale perché in questo modo ai bambini verrà sottratto l´affetto ma anche una parte fondamentale della propria cultura. E non vogliamo credere che nel terzo millennio si possano ipotizzare processi di germanizzazione come l´atteggiamento dello Jugendamt fa purtroppo presupporre”. La vicepresidente del Parlamento europeo, on. Roberta Angelilli, in qualità di mediatore europeo per le questioni internazionali riguardanti i minori, ha dichiarato che il suo ufficio riceve numerosissime richieste di aiuto da parte di genitori che, avendo dei bambini in Germania, non hanno più nessun contatto con loro. Tutto ciò, oltre a violare i diritti degli adulti, viola inequivocabilmente quelli dei minori. L´on Niccolò Rinaldi ha ricordato le numerose iniziative svolte al Parlamento europeo sul problema Jugendamt replicando ai membri del gabinetto che ribadire la loro impossibilità ad intervenire, come successo fino ad ora, provoca una sicura sfiducia da parte dei cittadini nelle istituzioni europee. “La Commissione – ha sottolineato - non dovrebbe sottostimare questo problema che non riguarda solo i genitori separati, ma tocca il rispetto dei diritti fondamentali e concerne il futuro dell'Europa stessa”. L'on. Toia ha inoltre auspicato che la Commissaria Reding abbia il coraggio di battersi e di imporre il rispetto dei diritti fondamentali dei bambini, così come si è già battuta per altre nobili cause. A conclusione dell´incontro, i parlamentari europei hanno deciso di inviare una lettera al Presidente lituano, Dalia Grybauskaite, (semestre di presidenza europea iniziato il primo luglio) per chiedere che il Consiglio affronti il problema.
Lo Jugendamt e l'Europa silenziosa, verso un passo in avanti
MERCOLEDÌ 10 LUGLIO 2013 12:07
Ieri con le colleghe Muscardini, Angelilli.
Mazzoni, Toia abbiamo avuto il primo incontro tra il gabinetto della
Commissaria Reding e i rappresentanti dei genitori dei bambini binazionali, tra
cui Marinella Colombo, coinvolti loro malgrado, nelle vicende delloJugendamt.
Abbiamo chiesto l'incontro e finalmente l'abbiamo
ottenuto per trovare una soluzione europea a un problema che sta mettendo a
rischio la credibilità delle Istituzioni europee ma soprattutto per portare
avanti una battaglia politica e morale e fare in modo che tutti i minori in
Europa siano uguali.
I casi che vedono coinvolti coppie miste europee
(di solito uno dei due tedesco) e che hanno dovuto affrontare la dura prova
della separazione dai propri figli con l'intermediazione delle Jugendamt, sono
le esperienze tra le più dolorose con cui mi sono confrontato nell'ambito del
mio mandato al Parlamento europeo.
Per Marinella l'incontro di ieri è stato
l'occasione per ripercorrere la sua vicenda che non è più un caso sporadico ma
l'esempio di un fenomeno sempre più europeo.
Nel 2006 quando si separa dal marito tedesco,
ottiene l'affidamento. Da subito però l'Istituzione che in Germania tutela
ufficialmente i minori, lo Jugendamt, si insinua nella causa di separazione.
Nel 2008, per non perdere il proprio lavoro, Marinella è costretta a tornare in
Italia. Pur essendoci un accordo tra lei e il marito, a sua insaputa una
mattina Leonardo e Nicolò vengono prelevati dalle forze dell'ordine a scuola, e
riportati a Monaco di Baviera. Marinella scoprirà anche che sulla sua testa
pende un mandato di cattura internazionale per sottrazione di minori, emesso
già mesi prima, mentre i bambini, però erano in vacanza con il marito. Ma le
irregolarità non si fermano al suo caso: la sua vicenda, infatti, porta alla
luce le pratiche anomale e discriminanti dello Jugendamt nei confronti dei
coniugi stranieri di coppie miste, testimoniate da decine e decine di cause
pendenti presso la Corte europea dei Diritti dell'Uomo. Una giustizia, come
sostiene Marinella, di un'agenzia che a dispetto di quel che si sostiene non si
interessa affatto del bene dei bambini ma dei soli interessi
"economici" della Germania determinando inevitabilmente la perdita
dei legami, degli affetti, della cultura di uno dei due genitori.
Non è la prima volta che portiamo questo tema
all'attenzione delle Istituzioni europee, abbiamo presentato più e più volte la
questione interrogando la Commissione europea sul caso. Purtroppo, fino ad
oggi, abbiamo avuto un approccio cauto e "legalistico" a riguardo che
non è più credibile agli occhi dei cittadini europei. L'Europa è stata troppo
silenziosa, da una parte perché la Germania è un paese grande e in parte perché
il diritto di famiglia é di competenza degli Stati membri. E' necessario però
che la Commissione si pronunci. Ne vale la credibilità e l'immagine
dell'Europa. Tutte le storie inerenti lo Jugendamt riportano a un tipo di
linguaggio che non dovremmo più sentire. Ogni volta che cerchiamo di proporre
questo dibattito all'opinione pubblica abbiamo sempre riscontrato una reazione
delle autorità tedesche tanto che qualche mese fa è stato addirittura messo in
discussione un nostro incontro al Parlamento di Strasburgo.
Sappiamo che il problema esiste, non è circoscritto
alle esperienze particolari e vogliamo risolverlo. Le forze congiunte tra
Parlamento europeo e Commissione possono davvero fare qualcosa nell'interesse
dei cittadini. E' necessario fare al più presto un passo in avanti.
Lo Jugendamt è un problema, non possiamo più
negarlo, dobbiamo risolverlo con l'approccio giusto ma è arrivato il momento di
farlo per questo ho chiesto che al prossimo Forum europeo sui bambini sia
possibile invitare una rappresentanza dei genitori. E' tempo che la Commissione
assuma la sua responsabilità senza quei timori reverenziali avuti fino ad oggi
nei confronti della Germania.
Quello che vogliamo dall'Europa è una società in
cui tutti siano rispettati e non ci siano arroganze di paesi più forti. Abbiamo
chiesto un'azione che fino ad oggi é tardata per tirar fuori almeno un
cartellino giallo, se non un cartellino rosso, affinché questa azione
sistematica nei confronti dei genitori non tedeschi possa avere fine. Speriamo
davvero di riuscirci.
Quello che è in gioco sono i diritti fondamentali e
la credibilità delle Istituzioni europee!
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DONNE - JUGENDAMT - ON. MUSCARDINI, RINALDI, ANGELILLI, MAZZONI, TOIA AL COMMISSARIO UE/ GIUSTIZIA REDING: COOPERAZIONE PIU' STRETTA TRA PAESI CHE SOFFRONO JUGENDANT SU FIGLI DI COPPIE BINAZIONALI"
(2013-07-10)
"E' necessario sviluppare una cooperazione più stretta tra i paesi che soffrono le decisioni dello Jugendamt tedesco sui figli di coppie binazionali" - ha dichiarato l´on. Cristiana Muscardini, Vicepresidente della Commissione Commercio Internazionale al Parlamento Europeo, in occasione dell´incontro che con i deputati europei Rinaldi, Angelilli, Mazzoni, Toia e due genitori, in rappresentanza di centinaia di altri nella medesima situazione, ha avuto ieri con il gabinetto del Commissario Europeo alla Giustizia, Viviane Reding.
"Bisogna iniziare a fare quadrato contro un sistema di giustizia familiare che considera, in caso di separazione, il genitore tedesco l´unico capace di poter ´crescere´ i figli (attuando così un processo di germanizzazione) e impedendo ai genitori stranieri di poter svolgere la propria funzione genitoriale perché in questo modo ai bambini verrà sottratto l´affetto ma anche una parte fondamentale della propria cultura.
E non vogliamo credere che nel terzo millennio si possano ipotizzare processi di germanizzazione come l´atteggiamento dello Jugendamt fa purtroppo presupporre”. La vicepresidente del Parlamento europeo, on. Roberta Angelilli, in qualità di mediatore europeo per le questioni internazionali riguardanti i minori, ha dichiarato che il suo ufficio riceve numerosissime richieste di aiuto da parte di genitori che, avendo dei bambini in Germania, non hanno più nessun contatto con loro. Tutto ciò, oltre a violare i diritti degli adulti, viola inequivocabilmente quelli dei minori.
L´on Niccolò Rinaldi ha ricordato le numerose iniziative svolte al Parlamento europeo sul problema Jugendamt replicando ai membri del gabinetto che ribadire la loro impossibilità ad intervenire, come successo fino ad ora, provoca una sicura sfiducia da parte dei cittadini nelle istituzioni europee. “La Commissione – ha sottolineato - non dovrebbe sottostimare questo problema che non riguarda solo i genitori separati, ma tocca il rispetto dei diritti fondamentali e concerne il futuro dell'Europa stessa”. L'on. Toia ha inoltre auspicato che la Commissaria Reding abbia il coraggio di battersi e di imporre il rispetto dei diritti fondamentali dei bambini, così come si è già battuta per altre nobili cause.
A conclusione dell´incontro, i parlamentari europei hanno deciso di inviare una lettera al Presidente lituano, Dalia Grybauskaite, (semestre di presidenza europea iniziato il primo luglio) per chiedere che il Consiglio affronti il problema.(10/07/2013-ITL/ITNET)
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Eurodeputati italiani contro le leggi della Germania sull’affidamento dei minori
Pubblicato il 12 luglio 2013 da Redazione
Cinque parlamentari hanno incontrato la commissaria Reding per chiederle di intervenire sulle norme dello Jugendamt: “Fare quadrato” contro regole che, in caso di separazione di coppie binazionali, riconoscono diritto di custodia solo al genitore tedesco
Gli europarlamentari italiani si uniscono nella lotta contro la legislazione della Germania in tema di minori. Cinque deputati hanno incontrato il Commissario Europeo alla Giustizia, Viviane Reding, per chiederle di intervenire sulle norme dello Jugendamt (l’ufficio pubblico incaricato della tutela dei minori) che prevedono, in caso di separazione di coppie binazionali, il riconoscimento del diritto all’affidamento dei figli al solo genitore tedesco.
All’incontro hanno partecipato la vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli, la vicepresidente della Conmmissione Commercio internazionale Cristiana Muscardini, il capogruppo Idv Niccolò Rinaldi, la presidente della Commissione Petizioni Erminia Mazzoni, la vicepresidente del gruppo D&D Patrizia Toia e due genitori in rappresentanza delle centinaia colpiti dal problema dello Jugendamt.
“È necessario sviluppare una cooperazione più stretta tra i Paesi che soffrono di queste decisioni” ha proposto Muscardini: “Impedendo ai genitori stranieri di potere svolgere la propria funzione genitoriale – ricorda – si sottrae ai bambini l’affetto ma anche una parte fondamentale della propria cultura. E non vogliamo credere che nel terzo millennio si possano ipotizzare processi di germanizzazione come l´atteggiamento dello Jugendamt fa purtroppo presupporre”.
Come mediatore europeo per le questioni internazionali riguardanti i minori, Angelilli ha raccontato che il suo ufficio riceve numerosissime richieste di aiuto da parte di genitori che, avendo dei bambini in Germania, non hanno più nessun contatto con loro. “Tutto ciò – ha lamentato – oltre a violare i diritti degli adulti, viola inequivocabilmente quelli dei minori”. Il Parlamento europeo ha già portato avanti numerose iniziative sul problema, ha ricordato Rinaldi, replicando ai membri del gabinetto che ribadire la loro impossibilità ad intervenire, come successo fino ad ora, provoca una sicura sfiducia da parte dei cittadini nelle istituzioni europee. Toia si è invece rivolta alla commissaria Reding chiedendole di avere “il coraggio di battersi e di imporre il rispetto dei diritti fondamentali dei bambini, così come si è già battuta per altre nobili cause”.
Per portare avanti la battaglia i deputati italiani hanno anche deciso di inviare una lettera alla premier lituana, Dalia Grybauskaite, titolare della presenza di turno della Ue chiedendo che il Consiglio affronti il problema.
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JUGENDAMT :
Il Gabinetto della Reding si confronta in un incontro al Parlamento
Europeo
10/07/13
A quanto pare
dopo i numerosi interventi e le interrogazioni di eurodeputati italiani, la
Commissione Europea ha deciso di occuparsi dell'annoso problema dello Jugendamt
tedesco, l'ente amministrativo che "si prende a carico", separandoli
dai genitori stranieri, i figli di coppie binazionali, o anche interamente
straniere. Un problema che ha causato numerosi problemi in tutta Europa. Si è
svolto infatti al Parlamento Europeo un incontro tra parlamentari italiani,
genitori e membri del Gabinetto del Commissario alla Giustizia Reding. Tra gli
eurodeputati italiani, capeggiati dall'On. Cristiana Muscardini che da anni
segue questo problema, c'erano la Vicepresidente del Parlamento Europeo Roberta
Angelilli, la Presidente della commissione Petizioni Erminia Mazzoni e altri
due parlamentari che si sono occupati del problema, Niccolò Rinaldi e Patrizia
Toia. L'On. Muscardini ha presentato il problema e le numerose iniziative
giuridiche e politiche dei genitori vittime del sistema, e l'On. Mazzoni ha
sottolineato come il problema non riguardi solo i genitori italiani, ma quelli
di tutta UE, e che nel suo ufficio riceve decine di richieste e di petizioni
per cercare di limitare il potere imperante e senza appello dello Jugendamt.
Anche l'On. Angelilli, che ricopre anche il ruolo di Mediatore Europeo per i
casi di sottrazione di minori, ha ricordato come tanti genitori facciano
ricorso al suo ufficio per casi problematici di separazione e di intervento
dell'amministrazione tedesca, mentre l'On. Rinaldi ha chiesto ai membri del
Gabinetto di lavorare insieme ad una soluzione che riuscisse a rientrare tra le
competenze delle istituzioni europee - tra le quali non rientra il diritto di
famiglia - essendo allo stesso tempo efficace nella risoluzione delle
controversie.
All'incontro
hanno partecipato anche due genitori i cui figli sono stati sottratti dallo
Jugendamt, che ha tolto loro il diritto di vederli, se non per pochi minuti e
con un intermediario, cioè Marinella Colombo e l'israeliano Joel Peretz. I due
genitori, che da anni non vedono i loro bambini, hanno raccontato ai membri
della Commissione le proprie esperienze giuridiche di fronte a corti che non li
hanno ascoltati, non per semplice sordità istituzionale, ma proprio perché non
comprendono nemmeno la possibilità di un contraddittorio o di un esame
bilaterale del caso.
I membri del
Gabinetto hanno promesso di lavorare sul caso, e si sta tentando di inserire un
dibattito sullo Jugendamt anche nel prossimo Forum europeo dei diritti del
bambino che si terrà con numerose associazioni e ONG del settore il 17 e 18
dicembre prossimo.
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Rinaldi, Colombo e Muscardini I diritti dei minori binazionali e lo Jugendamt
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Rinaldi, Colombo e Muscardini I diritti dei minori binazionali e lo Jugendamt
Brüssel, Europäisches Parlament, 09.07.2013
Niccolò Rinaldi:
Mit Marinella Colombo und mit meiner Kollegin Frau Cristiana Muscardini,
haben wir heute im Europäischen Parlament die Frage des Jugendamtes behandelt.
Diese deutsche Institution beschäftigt sich mit minderjährigen Kindern.
Insbesondere beschäftigt sich das Jugendamt mit minderjährigen Kindern aus
gemischten Paaren. Im Falle einer Trennung, diese Kinder werden in einer
systematischen Art und Weise dem deutschen Elternteil zugewiesen. Dabei wird
dem anderen nicht-deutschen Elternteil den Zugang zum eigenen Kind fast
unmöglich gemacht, was zu Folge hat, dass wahre familiäre Bindungen nicht mehr
aufrecht erhalten werden können.
Die Logik, die sich hinter dieser Entscheidung der deutschen Behörden
verbirgt, ist es die Verbindung mit der Sprache, mit der Kultur und mit einer
Umwelt Deutschlands zu erhalten. Die Vorgehensweise ist extrem DISKRIMINIEREND.
Damit hat sich das Europäische Parlament bereits mehrfach beschäftigt und hat
darüber Briefe verfasst, Abfragen gestartet und Treffen organisiert wie das von
heute mit dem Kabinett der EU-Kommissarin Frau Reding, die die Befugnis hat bei
einem derartigen Thema eingreifen zu können.
In der Tat. Europa hat keine gemeinsame Rechtsgrundlage für das
Familienrecht und das Familienrecht stellt ein Bereich dar, in dem immer noch
eine sehr starke und argwöhnische Haltung seitens der Mitgliedsstaaten
herrscht. Hier geht es aber in Wirklichkeit um tatsächliche Verletzungen von
realen Grundrechte. Tangiert werden hier: die Grundrechte des Kindes, die
Grundrechte der Eltern sowie das Recht auf einer europäischen
Staatsbürgerschaft, die hier jegliche Glaubwürdigkeit verliert.
Ich versichere ihnen, dass die mir erzählten Geschichten sind, in der Art
der Abwicklung und wie sich diese gegen die Eltern des Kindes abspielen, sehr
schmerzhaft, absurd und ärgerlich. Die Entscheidungen des Jugendamtes
beleidigen eben das Konzept einer europäischen Staatsbürgerschaft sowie eines
vereinten Europas.
Nicht ohne Grund nehmen wir dieses Video vor einem Hintergrund auf, der
Fotos des Widerstandes während der Nazi-Zeit in den verschiedenen europäischen
Ländern zeigt. Ohne den Widerstand instrumentalisieren zu wollen: es wurde
nicht für ein Europa gekämpft wie dieses, wo der Gedanke der Nationalstaaten
Besitz des privaten Lebens und der unveräußerlichen Grundrechte des einzelnen
Bürgers einnimmt.
Marinella Colombo hat ein wunderbares Buch geschrieben und ist wider Willen
bekannt geworden, nicht nur in Italien aber auch in ganz Europa, da sie für
aberhundert, wenn nicht abertausend, von Eltern spricht. Diese Eltern haben als
Zuschauer mitansehen müssen, wie durch die Einwirkung des Jugendamtes die
eigene Mutter- oder Vaterfigur zerstört wurde. Marinella weiß, dass sie hier im
Europäischen Parlament auf einigen freiwilligen und kämpferischen Freunden
zählen kann, um sich für ein Europa einzubringen, damit diese mehr Gefühle
zeigt und weniger legalistisch und bürokratisch handelt.
Marinella...
Marinella Colombo:
Vielen Dank. Ja. Ich habe wirklich sowohl Herrn Hon. Rinaldi als auch Frau
Hon. Muscardini zu danken. Ich möchte betonen, dass zwischen den Abgeordneten
der Ländern, die mit Deutschland Probleme haben, Länder wie Frankreich, Spanien
und Polen, die italienischen Abgeordneten diejenigen sind, die mehr als alle
anderen Einsatz zeigen. Sie organisieren Sitzungen wie diese von heute, zu der
ich eingeladen worden bin, als Repräsentantin von wirklich sehr sehr viele
Eltern, die leider, wegen der verspäteten und kurzfristigen erhaltenen
Mitteilung über das Stattfinden dieses Treffens, nicht in der Lage gewesen sind
mit mir nach Brüssel zu kommen.
Nicht desto weniger: wir sind hier gezwungen immer wieder die gleiche
Problematik zu behandeln. Die Geschichten, die sich abspielen, sind alle
gleich. Hier ist ein perfektes System am Werk, das systematisch Anwendung
findet, vor allem in Fällen von Trennung binationaler Paaren. Dennoch wird das
System auch bei nicht-deutschen Paaren angewendet, die nach Deutschland kommen
um dort zu leben. Das Ziel ist Besitz vom Kind zu ergreifen. Was hier dabei
letzten Endes zählt, sind die Einnahme auf wirtschaftlicher Ebene. Vom
fantastischen 'Kindeswohl', wovon sie immer reden, gibt es absolut keine Spur.
Wir betroffene Eltern haben alle Kinder, die Liebe und Zuneigung eines
Elternteil und ihrer Großeltern verloren haben sowie die Sprache, Kultur und
Gewohnheit, die durch den Verlust des verlorenen Elternteils grundsätzlich abhandenkommen.
Und davon wird scheinbar in Deutschland keine Kenntnis genommen.
Nicolò Rinaldi:
Wie lange hast du
deine Kinder im letzten Jahr sehen können?
Marinella
Colombo:
Also, ich sehe meine zwei Kinder seit zweieinhalb Jahre nicht mehr. Meinen
Kindern geht es schlecht. Aber das ist irrelevant, weil, und das hat mir das
Jugendamt schriftlich mitgeteilt, jetzt wo meine Kinder in Deutschland sind,
ist alles gut so. Im vergangenen Jahr gelang es mir sie eine Stunde zu sehen.
Zu der Zeit musste ich nach Deutschland vors Gericht. Damals weigerte ich mich als
gefährliche Person behandelt zu werden, so wie mit ALLEN nicht-deutschen Eltern
gehandelt wird. Ich weigerte mich unter Beobachtung mich zu stellen. Der
italienische Konsol war anwesend ich bekam damals dennoch die Möglichkeit meine
Kinder beim italienischen Konsulat sehen zu können. Dort, im Haus des Konsuls,
habe ich damals meine Kinder eine Stunde sehen können. Ich danke dem Konsul
immer noch dafür. Wenn es seine Einwirkung nicht gegeben hätte, hätte ich meine
Kinder überhaupt nicht gesehen.
Damals vors Gericht, als der Richter die Frage an das Jugendamt richtete,
ob ich meine Kinder sehen dürfte, das Jugendamt antwortete nur mit: 'Nein, wir
können nichts tun.'
Unabhängig von den ganzen Details, hier spielen sich immer wieder die
gleichen Geschichten ab.
Hier geht es um Kinder, die einen Elternteil komplett verlieren sowie die
Liebe, die sie eigentlich so dringend benötigen.
Anbetracht der Geschehnisse verlangen wir, auch im Namen der anderen
Eltern, dass deutsche Beschlüsse die Anerkennung verlieren, da diese Beschlüsse
auf diesen Prinzipien basieren wie: das Wohle des Kindes ist nur möglich, wenn
das Kind sein Aufenthalt in Deutschland hat. Und das ist natürlich
inakzeptabel. Wir haben gehört, dass es ein weiteres Treffen im Dezember geben
wird. Wir hoffen noch dabei sein zu können. Vor allem aber hoffen wir, dass man zwischenzeitig erkennt, dass in
ganz Europa starke anti-deutsche Gefühle entstehen, die von Deutschland selbst
geschürt werden.
Cristiana Muscardini
Wie wir schon sagten, auch Nicolò und auch Marinella: die Situation ist
unhaltbar. Wir können es nicht akzeptieren, dass wir in einem Europa leben, in
dem die Ware und die Menschen frei zirkulieren, aber die Kinder in Deutschland
festgehalten werden. Andere Länder haben das Recht, dass gemeinsame Regeln und
Gesetze eingehalten werden. Deutschland hat auch das Übereinkommen über die
Rechte des Kindes unterschrieben, hat aber dennoch dessen Regeln nie befolgt.
Es wird nie europäische Bürger geben, wenn die Kinder gezwungen werden unter
der Pflicht leben zu müssen nur eine Sprache, nur eine Nation und nur einen
Elternteil wählen zu können. Wie es eben wegen des Jugendamtes passiert. Das
deutsche Gesetz ist in einem vereinten Europa nicht akzeptabel. Ein Europa
dessen Länder ihre Rechte anerkennen als souveräne Staaten, aber auch anerkennen eine Vereinbarung
unterschrieben zu haben, aus dem hervor geht, dass die Europäische Union über
Diktate steht, die noch dazu abnorm sind und Bezug am vergangenem Jahrhundert
nehmen. Wie das Jugendamt selbst, das am Ende der Nazi-Zeit entstanden ist.
Ich glaube, dass Deutschland die Pflicht hat sein eigenes Regelwerk zu
überprüfen. Aber vor allem glaube ich, dass die europäischen Institutionen sich
nicht hinter Tatsachen verbarrikadieren können, und dass es nationale Nationalrechte
gibt, die das Familienrecht regeln für die banalen sowie alltäglichen Dinge.
Diese Regelwerke können nicht als Entschuldigung genommen werden, um den
Kindern zu verbieten mit dem eigenen Vater oder mit der eigenen Mutter zu
leben, um den Kindern anschließend eine Sprache und eine Kultur aufzuzwingen,
wobei die Kultur und die Sprache des verlorenen Elternteils völlig ignoriert
bleibt, wie es eben in den Fällen von binationalen Paaren passiert.
Was werden wir tun? Wir haben viel in den letzten Jahren getan. Mit
Marinella und den vielen Eltern, die bei mehreren Gelegenheiten kamen, haben
wir auch Konferenzen mit Juristen, auch hier im Europäischen Parlament,
organisiert. Wir haben eine Menge getan. Offensichtlich haben wir dennoch nicht
genug getan. Vielleicht waren wir immer zu höflich und haben zu gute Manieren
angewendet, in der Hoffnung auf der anderen Seite auf Verständnis stoßen zu
können. Wir haben aber eine unerträgliche Situation erreicht. Weil die Kinder
immer größer werden und haben dabei immer weiter einen Großteil ihres Rechtes
an einem Leben mit dem eigenen Elternteil verlieren.
Ich glaube, dass von nun an sich alle Eltern, Vereine und Personen
mobilisieren müssen, die diesen Kampf gemeinsam mit uns austragen wollen. Alle
gemeinsam müssen wir zu einer Stoßkraft werden. Hier sabotiert man den Aufbau
von Europa, in dem man die Kinder daran hindert Erwachsene zu werden in einer
Welt, die die Rechte der Kinder, als Individuen und als Zukunft Europas selbst
anerkennt.
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ENGLISH
ENGLISH
Testo
inglese:
Brussels, European
Parliament, 09.07.2013
Nicolò Rinaldi:
With Marinella Colombo
and colleague Cristiana Muscardini, today in the European Parliament we have
faced the question of the JUGENDAMT.
This German institution deals with minors and in particular with minors
who are children of mixed couples. In case of separation the German parent is
systematically granted custody of the minor making it therefore almost
impossible for the non-German parent to maintain real family ties with their
own children.
The logic behind this
decision taken all times by the German authorities is to maintain the link with
the language, the culture and the environment of Germany. This behavior is
extremely discriminatory and because of this the European Parliament has worked
on this question intensively in the past writing letters, with questionnaires
and through meetings like this one today with the cabinet of Commissioner
Reding, who has the power of intervention on an issue like this.
In reality, Europe does
not have a legal basis for the right of the family, which is one of the areas
where there is still a strong and jealous competence on the part of member
states, but in this case, we are touching the violation of real fundamental
rights. The fundamental rights of the child, the fundamental rights of the
parent and then also the right to a European citizenship, which here loses all
credibility. Because in the decisions of the JUGENDAMT and the stories, which,
I assure you, are very painful and absurd because of its mode and the
oppressive way with which they are applied, and because of the way in which all
the procedures get applied against parents, it offends the very concept of the
European citizenship and of a united Europe.
Not by chance, we are recording this short video having behind us some
photographs on the resistance in the various European countries. Without
wanting to exploit the resistance, but in the past we did not fight for a
Europe where the idea of nation-states come to take possession of private life
and of the inalienable rights of every citizen. Marinella Colombo has written a
wonderful book and, in spite of herself, she is a person known not only in
Italy but also throughout Europe. Because she speaks on behalf of hundreds, if
not thousands and thousands, of parents who have seen the JUGENDAMT destroying
their own figure of father and/or of mother. But she knows that, here at the
European Parliament, she can count on some willing and combative friends
against a Europe that is a bit too legalistic and bureaucratic and
unfortunately often devoid of feelings.
Marinella please...
Marinella Colombo:
Thank you. Yes, I really
have to thank both Mr Rinaldi and Mrs Muscardini. At the moment among all the
countries that have problems with Germany, countries like France, Spain and
Poland, I have to say that the Italian deputies are working more than the
others to give us a hand to organize meetings like today where I spoke in the
name and on behalf of many parents who really didn't know in time about the meeting and so they did not
have the chance to come with me to Brussels. However, what we have to talk
about is always the same. Because the stories are all the same. Because there
is a system that works systematically. Precisely it is a perfect system, which
is always adopted. More easily in cases of separation binational couples. But
it is adopted even with non-German couples who go to live in Germany. The aim
is to take possession of the children. In all this, what really matter are the
incomings. Of this elusive 'Well-being of the Child', that they are talking
about, there is absolutely no trace. We all have children who have lost one
parent, one language, one culture, who have lost the affections, who have lost
their grandparents, who have lost some habits. But in Germany it seems that all
this does not bother absolutely anyone.
Nicolò Rinaldi:
How long could you see
your children last year?
Marinella Colombo:
Well, I haven't seen my
children for two and a-half years now. My kids are sick. But that doesn't
matter to anyone because, and I have it written in a letter from the JUGENDAMT,
now that my children are in Germany, it's okay like this. I had the chance to
see them one hour last year, when I went to court in Germany.
The reason was: I refused
to be classified as dangerous like all foreign parents in these cases. I
refused to be under surveillance and so I proposed to see my children at the
consulate. So I could see them in this way about one hour in the house of the
consule. And I still thank him because of this. Otherwise, without his
intervention, I would not have had the possibility to see my children at all.
Because, despite the request of the judge, since the JUGENDAMT said only 'No,
we cannot do anything, I couldn't have seen my children at all. However, beyond
all these details, the stories are all the same. Here it's about children who
lose a parent completely and all that part of affection they need.
Because of all this, at
this point we require, also on behalf of all other parents, that the recognition
of decisions taken by courts in Germany may be suspended. Because decisions in
Germany are taken on the basis of these principles like: the 'well being of the
child' corresponds to living in Germany. And this obviously is not acceptable.
We have heard that there will be another meeting in December. We hope that we
can still participate. But above all, we hope that in the meantime it is realized that there are strong anti-German
feelings springing up across Europe and that Germany itself is fomenting them.
Cristiana Muscardini
As we said before, like
Nicolò and Marinella have said:
the situation has become untenable. It cannot be accepted to be in a Europe in
which the goods circulate freely, where people move freely, meanwhile children
get segregated in Germany.
Other countries have the
right to see respected the common rules and laws. Germany has also signed the
Convention on the Rights of the Child, but Germany has never actually applied
it. There will never exist European citizens if the children will be forced to
live anyway under the duty and the obligation to choose only one language, one
nation and a single parent. This is what happens because of the JUGENDAMT. The
German law is not acceptable in a united Europe. A Europe of countries that recognize
their rights as sovereign states, but recognize also that these states have
signed an agreement that puts the European Union over those procedures that, by
the way, are abnormal and are referring to the last century, same as the
JUGENDAMT itself is, born at the end of the Nazi period. I believe that Germany
has the duty to review its rules. But before that, the European institutions
can not hide behind the fact that there are national rules for the family law
that are acceptable for the normal and banal things, but these national rules
cannot be an excuse to prohibit children to live with their own father or
mother, or to impose them a language and a culture, completely ignoring the
other culture and the other language of the lost parent, as it happens in case
of binational couples. What will we do? We have done much in recent years with
Marinella and the many other parents who came on several occasions. We have
organized conferences even with lawyers even here in the European Parliament.
We have done a lot. But we see that we have not done enough. In the sense that
perhaps we always used common sense and
good manners hoping that there was an understanding on the other side. But we
have reached an intolerable situation. These children are growing having lost
the part of their right to live with their other own parent. I believe that
from now on there must be a mobilization of all parents, associations and
individuals who share this battle with us to become an impact force because
here the construction of Europe gets undermined, preventing children from
becoming adults in a world that actually recognize their rights as children, as
individuals and as future of Europe itself.
mio figlio a 5 anni volio mio figlio sono italiana mio figlio sta male perche fate questo
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