giovedì 31 gennaio 2019

La presenza del Console in udienza - Un altro diritto spesso negato




Nelle udienze presso i tribunali familiari tedeschi[1], in caso di controversie familiari transfrontaliere, cioè quanto è coinvolto un genitore italiano e uno tedesco (o di altra nazionalità residente in Germania) è molto importante che il Console del proprio paese (il Console o Console generale d’Italia) partecipi alle udienze in qualità di osservatore. Questa presenza trasmette innanzi tutto il messaggio che il genitore italiano non è solo e abbandonato dalle proprie autorità e inoltre impedisce affermazioni ricorrenti in tali procedimenti con le quali si lascia intendere che l’Italia sia Paese incivile, Paese in cui la polizia non lavora per la legalità, Paese in cui i figli non hanno futuro, ecc…
Poiché i procedimenti familiari si tengono a porte chiuse, vi verrà risposto che neppure il Console può avere accesso. Questo non è vero. Non solo esiste una Convenzione di Vienna in proposito, ma anche una circolare del Ministero della Giustizia tedesco che ricorda ai giudici familiari di permettere la presenza consolare, in base non solo alla Convenzione di Vienna, ma anche alla reciprocità. I Consoli tedeschi infatti vengono sempre ammessi nelle udienze familiari a porte chiuse che si svolgono negli altri Paesi.
Metto a disposizione di tutti tale documento, affinché né da parte tedesca, né da parte italiana, venga ulteriormente negata la presenza del Console, diritto al quale non si dovrebbe mai rinunciare.







[1] Quando di parla di procedimenti in Germania, ci si riferisce anche a quelli che hanno luogo in Austria e nella Svizzera tedesca, paesi dotati anch’essi di uno Jugendamt e culturalmente vicini, per lingua e legislazione, alla Germania.

lunedì 14 gennaio 2019

La Petizione che riguarda tutti i genitori italiani!

Petizione PASSAPORTO

La Petizione è stata giudicata ricevibile e aperta al sostegno.

Per favore firmate numerosi, ogni genitore è coinvolto in questa problematica, anche se ancora non se ne è reso conto!




Al Parlamento europeo

Petizione della dott.ssa Marinella Colombo e dell’avv. Irene Margherita Gonnelli
di nazionalità italiana
sulla pratica discriminatoria dello Stato italiano relativa
all’emissione e al rinnovo del passaporto del genitore italiano



Presidente della Commissione Petizioni, Cecilia Wikström,
Eurodeputati Membri della Commissione Petizioni,

Per ottenere il rilascio o il rinnovo del proprio passaporto italianoil genitore italiano necessita del consenso dell’altro genitore, sulla base dell’art. 3 lett. b) l. n. 1185/1967, anche se l’altro genitore è ormai un ex coniuge o un ex convivente e se ne è andato dall’Italia portando con sé i figli.
In caso di coniugi separati, questa pratica risulta non solo estremamente umiliante, ma particolarmente complicata nei casi in cui l’ex coniuge si è recato all’estero con i figli, senza lasciare recapito o comunque interrompendo ogni comunicazione. Il genitore italiano, che voglia o debba rinnovare/ richiedere il proprio passaporto personale, si trova nella condizione di chi non è più padrone della sua vita e questo diversamente da quanto accade ai genitori di altra nazionalità europea.
Dopo essere stato così discriminato, in presenza di diniego all’autorizzazione o di mancata risposta da parte dell’altro genitore dei suoi figli, il genitore Italiano è costretto a rivolgersi al giudice tutelare per ottenere il consenso a richiedere/rinnovare il proprio passaporto. Deve dimostrare l’impossibilità di ottenere la firma dell’altro, affrontando costi e lungaggini improponibili (N.B. in teoria, per un ricorso di questo tipo non è necessaria l'assistenza di un legale, ma ciò non corrisponde alla realtà, dal momento che non si può pretendere dal cittadino che sia in grado di scrivere un ricorso e depositarlo; inoltre non di rado i giudici tutelari prima di decidere sul predetto ricorso fissano un'udienza onerando il ricorrente della notifica alla controparte, incombenze che sicuramente non possono essere svolte senza un legale).

A seguito della normativa europea secondo la quale i minori devono avere il proprio passaporto personale e non essere più iscritti in quello dei genitori, il mancato adeguamento italiano della normativa relativa al passaporto dei genitori mostra un carattere paradossale e decisamente discriminatorio nei confronti del cittadino italiano, Infatti gli altri Paesi dell’Unione prevedono la doppia firma per i passaporti dei minori, ma mai per quelli dei genitori, persone adulte e non sotto tutela, cioè capaci di intendere e volere.

Le motivazioni addotte dallo Stato italiano nel voler mantenere questa pratica non sono accettabili, in quanto non in linea con quanto normato e applicato negli altri paesi europei. In altre parole, detta pratica, indipendentemente dalle ragioni addotte a giustificazione, è di fatto una discriminazione dello Stato italiano, a danno dei suoi propri cittadini e in quanto tale va immediatamente abolita.

Chiediamo che si imponga alle Autorità italiane la cessazione immediata di questa pratica discriminatoria e la modifica della relativa Legge nazionale.

Dott.ssa Marinella Colombo
Avv. Irene Margherita Gonnelli


La petizione è pubblica e aperta alle firme

Integrazione:

La Petizione n. 0610/2018 va integrata come segue: la pratica discriminatoria qui denunciata si estende anche alla richiesta del documento di identità (C.I.E.) del cittadino italiano, genitore di figli minorenni. Infatti, non solo nel caso in cui intenda ottenere il rilascio o il rinnovo del proprio passaporto italiano, ma anche nell’ipotesi in cui desideri il rilascio o il rinnovo della propria carta di identità (oggi, in seguito al decreto ministeriale 23.12.2015, n. 93764, C.I.E. ovvero carta d’identità elettronica) il genitore italiano necessita del consenso dell’altro genitore, sulla base dell’art. 3 lett. b) della legge 21.11.1965, n. 1185 letto in combinato disposto con l’art. 1 della medesima legge. Tutto ciò anche se l’altro genitore è ormai un ex partner e anche se quest’ultimo non risiede in Italia e neppure la prole.
Portiamo alla vostra conoscenza un caso concreto e veritiero: la mamma italiana è residente in Germania con il figlio. Il padre, ormai ex-convivente, non è di nazionalità né italiana, né tedesca. La mamma si rivolge al consolato italiano per il rinnovo della propria carta d’identità (non quella del figlio!). Il consolato le fa presente le disposizioni di cui sopra. La signora deve ricontattare il padre per chiedergli la sua firma. Quest’ultimo, che trova assurda la richiesta, non firma e non reagisce alle richieste. La signora, impossibilitata a provare il diniego del padre, deve rivolgersi nuovamente al Console, nelle sue funzioni di giudice tutelare per cercare di ottenere la sua carta d’identità. Per tutto questo trascorrono molti mesi durante i quali la signora si trova in territorio straniero senza un documento valido di identità e incorre in problemi con l’autorità tedesca che non crede alla spiegazione della signora né alla veridicità di queste disposizioni, differenti da quelle di ogni stato membro dell’Unione europa. In sostanza, lo Stato italiano da una parte impone giustamente di avere una carta d’identità in corso di validità e contemporaneamente ne rende difficile il rinnovo allungandone i tempi a dismisura e mettendo volontariamente i suoi concittadini in situazione di illegalità.
Torniamo pertanto a chiedere che lo Stato italiano rinunci a questa assurda richiesta di consenso del genitore per il rilascio e/o il rinnovo del passaporto e della carta d’identità elettronica dell’altro genitore (maggiorenne!), allineandosi con quanto disposto dagli altri Stati membri dell’Unione Europea.

Si richiama per il resto integralmente il testo della summenzionata petizione.
Dott.ssa Marinella Colombo

Avv. Irene Margherita Gonnelli




Qui il link per accedere e firmare:
https://petiport.secure.europarl.europa.eu/petitions/it/petition/content/0610%252F2018/html/Petizione%2Bsulla%2Bpratica%2Bdiscriminatoria%2Bdello%2BStato%2BItaliano%2Brelativa%2Bal%2Bpassaporto%2Bdel%2Bgenitore%2Bitaliano

E' sufficiente iscriversi al sito del Parlamento e firmare digitalmente
Comparirà anche il testo completo della petizione.

Petizione n. 0610/2018, presentata da Marinella Colombo, cittadina italiana, sulla pratica discriminatoria dello Stato italiano relativa all'emissione e al rinnovo del passaporto del genitore italiano

Sostegno consentito
Dati della petizione
Titolo della sintesi: Petizione n. 0610/2018, presentata da Marinella Colombo, cittadina italiana, sulla pratica discriminatoria dello Stato italiano relativa all'emissione e al rinnovo del passaporto del genitore italiano
Numero di petizione: 0610/2018
Temi : Diritti fondamentali
Paese: Italia
Dati del firmatario
Nome: Marinella Colombo
Sintesi della petizione
La firmataria denuncia la pratica discriminatoria dello Stato italiano relativa all'emissione e al rinnovo del passaporto per i genitori italiani. La firmataria spiega che per ottenere il rilascio o il rinnovo del proprio passaporto, il genitore italiano necessita del consenso dell'altro genitore, anche quando questo è un ex coniuge o un ex convivente e se ne è andato dall'Italia portando con sé i figli. Questa pratica risulta non solo estremamente umiliante, ma particolarmente complicata nei casi in cui l'ex coniuge si è recato all'estero con i figli, senza lasciare un recapito. La firmataria sostiene che in questi casi il genitore italiano è costretto a rivolgersi al giudice tutelare per ottenere il passaporto. La firmataria chiede la cessazione immediata di questa pratica discriminatoria da parte dello Stato italiano a danno dei propri cittadini.



Parere della Commissione infanzia del Bundestag
























Gli attori del sistema familiare tedesco sono: Jugendamt, Giudice (Richter), Perito (Gutachter) e Controllore del procedimento (Verfahrensbeistand).


Dello Jugendamt (o Wächteramt, Ufficio di sorveglianza) e del suo ruolo di genitore di Stato si è occupata la Commissione Petizioni del Parlamento europeo: (http://jugendamt0.blogspot.com/2018/11/risoluzione-europea-contro-lo-jugendamt.html ) ed il Parlamento stesso (http://jugendamt0.blogspot.com/2018/12/esito-della-votazione-sulla-risoluzione.html ), evidenziando tra l’altro le discriminazioni che sistematicamente subisce il genitore non tedesco.

Degli altri tre attori si è occupata la Commissione infanzia del Bundestag ed ha emesso il suo parere nel mese di novembre 2018.

Credo che il testo sia sufficientemente chiaro ed inequivocabile: il sistema familiare tedesco non è qualificato e pertanto non affidabile.

Riportiamo qui sotto i passaggi salienti (testo originale seguito dalla traduzione) che si commentano da soli.


Stellungnahme der Kinderkommission des Deutschen Bundestages zum Thema „Qualitätssicherung in Kindschaftsverfahren: Qualifizierung von Familienrichterinnen und -richtern, Gutachtern und Verfahrensbeiständen“
Dichiarazione della Commissione infanzia del Bundestag tedesco sul tema "Garanzia di qualità nei procedimenti per l'infanzia: qualificazione di giudici di famiglia, esperti e Verfahrensbeiständen".


Im Jahr 2017 gab es über 340.000 Kindschaftsverfahren (Familiengerichtliche Verfahren ohne Scheidung und Ehesachen an Amtsgerichten und Oberlandesgerichten)
Nel 2017 sono stati aperti più di 340.000 procedimenti per l'affidamento dei figli (procedimenti familiari esclusi quelli di divorzio e separazione presso le Preture e le Corti d’Appello).


Das staatliche Wächteramt erfordert einerseits, jedes Kind vor Gefährdung und Schaden zu schützen, und andererseits garantiert die Verfassung, die Integrität und das Erziehungsrecht von Familien zu achten
Da una parte, lo Jugendamt (chiamato nel testo “Ufficio di sorveglianza statale”) deve proteggere ogni bambino da pericoli e danni, e dall'altro la Legge fondamentale (La Germania non ha una costituzione!) impone di rispettare, l'integrità e il diritto della famiglia all’educazione


Die Kinderkommission hat sich in drei Expertenanhörungen mit den Herausforderungen beschäftigt, die sich den genannten Professionen stellen. Zusätzlich wurden betroffene Kinder und Jugendliche zu ihren Erfahrungen befragt.
In tre audizioni di esperti, la Commissione per l'infanzia ha affrontato il tema delle capacità che i professionisti devono avere. Inoltre sono stati ascoltati relativamente alle loro esperienze dei bambini e dei ragazzi.


Die Kinderkommission musste zur Kenntnis nehmen, dass die angehörten Experten Mängel bei der Qualifikation, dem Aufgabenverständnis und den Verfahrensabläufen benannten. Auch wurden strukturelle Defizite festgestellt
La Commissione infanzia ha dovuto prendere atto del fatto che gli esperti consultati hanno individuato carenze nelle qualifiche, nella comprensione dei compiti e nelle procedure. Sono stati rilevati anche deficit strutturali.


1.1. Gruppe der Richter und Richterinnen
1.1. Primo gruppo: i giudici

Familienrecht wird in der Ausbildung der Juristen nicht oder nur in geringem Maße vermittelt, und zwar weder im Studium noch im Referendariat
Il diritto di famiglia non viene insegnato affatto o solo in misura limitata ai giuristi, né durante gli studi, né durante il tirocinio.

Die formalen Anforderungen wurden im Zusammenhang mit der Wiedervereinigung reduziert, so dass anstelle von drei Jahren nunmehr ein einziges Jahr Berufserfahrung für eine Bestellung zum Familienrichter ausreicht
Dalla riunificazione (1989), i requisiti formali sono stati ridotti, cosicché, invece di tre anni, è ora sufficiente un anno di esperienza professionale per la nomina a giudice di famiglia.

Weitere formale Voraussetzungen für die Eingangsbestellung, wie sie etwa für das Insolvenzrecht gelten, bestehen nicht.
Per la nomina non esistono altri requisiti formali, come avviene invece per i giudici fallimentari.

Die Zahl der offenen Stellen überschreitet die Nachfrage
Il numero dei posti scoperti è superiore all’offerta


1.2. Gruppe der psychologischen Sachverständigen bzw. Gutachter und Gutachterinnen
1.2. Secondo gruppo: i periti (psicologi ed esperti)

An den 50 universitären Psychologischen Instituten in Deutschland gibt es keine Professur für Rechtspsychologie
Non esiste una cattedra di psicologia giuridica presso i 50 Istituti di Psicologia delle Università in Germania

Der Richter oder die Richterin bestellt den/die Sachverständigen nach eigenem Ermessen
Il giudice nomina il perito (CTU) a sua discrezione

Einige Experten nannten außerdem Mängel in der Abfassung von Gutachten, so werde beispielsweise nicht immer die Tatsachen-beschreibung von ihrer Interpretation getrennt
Alcuni esperti (quelli scelti dalla commissione infanzia del Bundestag) hanno anche menzionato carenze nella redazione dei pareri degli esperti, ad esempio, la descrizione dei fatti non sempre separata dall’interpretazione personale.


1.3. Gruppe der Verfahrensbeistände
1.3. Terzo gruppo: i Verfahrensbeistände (di solito erroneamente tradotto con “avvocato del bambino

Die gesetzliche Anforderung sei lediglich „geeignete Person“. Dies sei aber zu unspezifisch
Il requisito giuridico è semplicemente "persona adatta". Ma questo è troppo generico.

So wurde beispielsweise bemängelt, dass Verfahrensbeistände ihre Aufgaben diffus wahrnähmen, ihre Rolle nicht klar von anderen professionellen Akteuren abgrenzten, z. B. zur psychologischen Begutachtung, und nicht immer zwischen Kindeswillen und Kindeswohl unterscheiden könnten
Ad esempio, è stato criticato il fatto che i consulenti procedurali svolgono i loro compiti in modo non chiaro, non distinguono chiaramente il loro ruolo da quello degli altri attori professionisti coinvolti, ad esempio relativamente alla valutazione psicologica, e non sempre sanno distinguere tra la volontà del bambino e il bene del bambino.


2. Handlungsempfehlungen
2. Raccomandazioni attuative

Die Kinderkommission fordert eine verbindliche Qualifizierung von Familienrichterinnen und –richtern
La Commissione infanzia auspica una qualificazione obbligatoria per i giudici familiari



Entsprechend soll das Familienrecht in der universitären Ausbildung gestärkt werden.
Di conseguenza, il diritto di famiglia dovrebbe essere maggiormente insegnato durante la formazione universitaria.

Die Kinderkommission fordert die Weiterführung des Prozesses zur Qualifizierung von psychologischen Sachverständigen. Dazu gehören die verpflichtende Fort- und Weiterbildung von Sachverständigen und der Ausbau der dazugehörigen Strukturen.
Wichtig ist darüber hinaus, die Rechtspsychologie an den Universitäten zu stärken,
La Commissione infanzia auspica la continuazione del processo di qualificazione degli esperti psicologici. Ciò include la formazione continua obbligatoria e l'ampliamento delle strutture associate.
È inoltre importante rafforzare l’insegnamento della psicologia forense nelle università.

[Es] sollte deshalb nicht länger davon ausgegangen werden, dass Psychotherapeuten grundsätzlich die Befähigung zur Erstellung psychologischer Gutachten im Familienrecht besitzen
Non si deve quindi più dare per scontato che gli psicoterapeuti siano di solito qualificati per la redazione di perizie psicologiche nell’ambito del diritto di famiglia.

Die Kinderkommission fordert verbindliche Qualitätsstandards für Verfahrensbeistände.
La Commissione infanzia auspica l'introduzione di norme di qualità vincolanti per i Verfahrensbeistände.

Es muss sichergestellt werden, dass die Auswahl der Verfahrensbeistände transparent und unter Einbeziehung der betroffenen Kinder erfolgt.
Diese sollten ihren Verfahrensbeistand ablehnen können.
Occorre garantire che la selezione dei Verfahrensbeistände sia trasparente e coinvolga i bambini interessati.
Essi dovrebbero poter rifiutare il Verfahrensbeistand loro assegnato [!].

Die Kinderkommission fordert verbindliche Standards bei der Anhörung von Kindern.
La Commissione infanzia richiede anche standard /protocolli vincolanti per l’ascolto dei minori.

Kinder und Jugendliche müssen während des Verfahrens nachfragen und sich beschweren können.
I bambini e gli adolescenti devono poter fare domande e lamentarsi durante il procedimento.

Kinder und Jugendliche möchten den vom Gericht bestellten Verfahrensbeistand ablehnen oder wechseln können.
I bambini e gli adolescenti desiderano poter rifiutare o cambiare il Verfahrensbeistand nominato dal tribunale.



domenica 13 gennaio 2019

Grazie per il vostro duro lavoro, che ha contribuito anche a questa vittoria

Pubblichiamo qui di seguito lo scritto della D.ssa Marinella Colombo.


Grazie per il vostro duro lavoro, che ha contribuito anche a questa vittoria

La vicenda: i genitori non sposati si accordano affinché la figlia comune, nata e da sempre residente in Francia, passi un anno scolastico in Germania, per imparare la lingua tedesca. Alla fine della scuola avrebbe dovuto ritornare in Francia, ma il padre la ha trattenuta in Germania e ha ottenuto dal tribunale tedesco (come da prassi di quel paese) il “diritto esclusivo di determinare il luogo di soggiorno” della bambina. In sostanza, come sempre, si inizia con una mediazione per poi effettuare una sottrazione e legalizzarla.
La madre va in Germania, prende la figlia e la riporta in Francia, il giudice penale tedesco la accusa di sottrazione internazionale. Siamo di fronte alla classica inversione dei ruoli operata dalla Germania e grazie alla quale tutte le statistiche sulle sottrazioni risultano falsate.
Ho collaborato alla risoluzione di questo caso nel quale è stata applicata la nota metodologia tedesca per trattenere i bambini sotto la propria giurisdizione, usando la mediazione per ben altri scopi e infine la vergognosa pressione sui giudici non-tedeschi.
L’avvocato con cui siamo in contatto in Francia e che abbiamo consigliato alla madre (tramite l’Associazione Enfants Otages, con cui collaboro) per difendersi in Francia, finalmente ci scrive:

“Abbiamo ottenuto il riconoscimento della giurisdizione francese davanti al Tribunale per i Minorenni di T., che ha quindi determinato la residenza abituale in Francia al momento del rinvio, anche se la bambina aveva trascorso 10 mesi in Germania e la Germania sostiene addirittura un anno e mezzo.

Nonostante le telefonate del giudice tedesco e le lettere del giudice tedesco al giudice francese (che ha svolto quindi un vero e proprio lavoro di lobbying!) affinché decretasse la sua incompetenza, abbiamo vinto questa prima battaglia che pone fine alla procedura di custodia tedesca. La Francia si pronuncerà sulla custodia e ostacolerà la procedura di ritorno avviata dal padre, perché la residenza abituale era in Francia: dunque nessun trasferimento illegale in Francia.

Volevo informare tutti voi che ho usato anche la risoluzione EU sullo Jugendamt che confermava i miei scritti e le mie memorie e che afferma che la Germania non soddisfa i criteri della Corte di giustizia europea di residenza abituale, in modo che il giudice francese non ha più tenuto conto delle dichiarazioni della sua controparte tedesca.

Quindi, grazie per il vostro duro lavoro, che ha anche contribuito a questa vittoria!”

Questa è anche un’ulteriore prova del fatto che il problema della sottrazioni si risolve innanzi tutto con il sostegno del proprio paese, quello da cui il minore è stato sottratto. E’ troppo facile e assolutamente improduttivo l’atteggiamento di chi aspetta che il problema venga risolto dall’estero e ancor meno dalla Germania.

Marinella Colombo