Ai tempi del
Coronavirus, mentre in Italia si susseguono gli appelli di genitori e
associazioni affinché non vengano negati ai bambini che vivono in istituto,
lontano dalla famiglia d’origine, almeno i contatti telefonici, in Germania
vanno oltre. Sono sempre un passo (o anche due) più avanti. Il canale
televisivo RTL, nella sua pagina online pubblica un appello quanto meno
preoccupante. Analizziamolo paragrafo per paragrafo. Il titolo già riassume una
chiara presa di posizione: “In quarantena per il Coronavirus con
genitori stressati - Bambini in pericolo, maltrattati e abusati”. Il
sottotitolo è altrettanto eloquente: “I
“protettori dei bambini” [lo Jugendamt] danno l'allarme. Poi
l’affermazione: "Vivere insieme in famiglia può essere
estenuante e stressante, per alcuni bambini può rappresentare anche un
pericolo di vita". E prosegue, “È
con queste drastiche parole che i “protettori dei bambini” [lo Jugendamt] si
rivolgono all’opinione pubblica. In tempi di isolamento sociale è più
importante che mai tenere d'occhio i membri più deboli della nostra società”.
Come vedete il ruolo della famiglia non è più quello della naturale, amorevole,
ovvia ed insita protezione, vivere in famiglia viene presentato come costrizione
a condividere spazi e, in questo momento di quarantena, una costrizione che può
diventare pericolosa. In un paese nel quale ogni anno vengono sottratti ai
genitori circa 80.000 bambini, è evidente che si sta qui parlando della
programmazione di ulteriori sottrazioni. I bambini veramente in pericolo
saranno, con tutta probabilità, tra gli 80.000 già allontanati annualmente, qui
si cerca invece di incrementare gli interventi o, nel migliore dei casi, di non
abbassare la media. L’articolo procede con un eloquente secondo paragrafo dal
titolo “Quando genitori e figli si trasformano in delinquenti e vittime. La
vita sociale in Germania è ferma. Scuole, asili, circoli, piscine: tutto è
chiuso. I cittadini sono invitati a ridurre al minimo i contatti sociali per
rallentare la diffusione del coronavirus. E’ questa una situazione che può
essere fatale per i bambini maltrattati e, nel peggiore dei casi, sessualmente
abusati. Essi sono indifesi, alla mercé dei loro genitori. "Durante la quarantena non ci sono più le
routine quotidiane, asili e scuole resteranno
chiusi per settimane – cioè i luoghi privilegiati per l’allontanamento dei
bambini -. Il parco giochi è chiuso, i vicini si tengono a distanza, il bambino è
solo con i genitori. […] Chi vede
e sente ora i bambini maltrattati e abusati?" Insomma sembra proprio
che il più grande attacco al benessere del bambino sia rappresentato dai
genitori. Si passa dunque all’implicita affermazione che il numero di bambini
già allontanati non sia sufficiente: “Il
numero di casi non ancora noti di abusi, violenze psicologiche e fisiche nelle
famiglie è elevato”. Si diffonde il sospetto che ogni famiglia rappresenti
il luogo di abusi e dunque: “Ora la
politica deve agire, chi ha isolato i bambini dal mondo esterno per molte
settimane deve anche mettere in campo progetti per intervenire nelle famiglie
in cui il rapporto tra genitori e bambino diventa
un rapporto tra carnefice e vittima". Il condizionale è stato
abbandonato, l’articolo impiega il tempo presente: “il rapporto tra genitori e bambino diventa
un rapporto tra carnefice e vittima”. Si è dunque passati da un terribile
dubbio ad una certezza, per poter
invocare a gran voce la delazione, o senso civico, come lo chiamano in
Germania. L’articolo conclude infatti affermando: “La politica deve agire - e anche
ognuno di noi. Si chiede pertanto
al governo di fornire sostegno alle famiglie a rischio. Ma deve impegnarsi anche ognuno di noi: i vicini, il postino, il cassiere
del supermercato. Insomma tutti noi. "Se avete dubbi sul benessere di
un bambino nel vostro territorio, comunicate allo Jugendamt [Amministrazione per la gioventù] le vostre preoccupazioni. Può essere fatto anche in forma anonima". Se c’è il sospetto di
comportamenti criminali, va informata anche la polizia”.
A seguito dell’annuncio del governo
tedesco di voler stanziare varie centinaia di miliardi di euro a sostegno della
propria economia, pare che lo Jugendamt voglia assicurarsene una bella fetta. I
bambini che risiedono in Germania (ovviamente anche quelli italiani) rischiano
di perdere, insieme alla libertà di movimento, anche la propria famiglia.
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