M. Jean-Claude Juncker
Presidente della Commissione europea
– Bruxelles –
Milano, 17
novembre 2014
Signor Presidente,
desidero attirare la
sua attenzione sui numerosi casi di bambini figli di coppie bi-nazionali, che
si trovano costretti, a causa di decisioni assunte dai tribunali minorili del
Paese di un solo genitore, a rinunciare de
facto alla nazionalità, alla lingua e alla cultura del Paese dell’altro
loro genitore. Vi sono numerosissimi casi, tra l’altro già esaminati anche
dalla commissione per le petizioni del Parlamento europeo, in cui i figli non
possono più nemmeno incontrare l’altro loro genitore. Queste aberranti
situazioni sono il risultato concreto di
normative del diritto di famiglia nazionale che, come lei sa, non rientra nelle
competenze dell’Unione europea. E’ vero che esistono la Convenzione dell’Aja ed il Regolamento UE n. 2201/2003 detto
Bruxelles II, che dovrebbero essere punti di riferimento precisi per le coppie
bi-nazionali europee e per i loro figli, ma attraverso l’applicazione del
principio di sussidiarietà, alcuni Paesi sfuggono a queste norme e creano
situazioni di fatto in cui la seconda nazionalità viene negata. Molti bambini
quindi vengono impoveriti intellettualmente da questa sottrazione e defraudati
di un diritto che i principi giuridici europei gli riconoscono: quello della
nazionalità dell’altro loro genitore.
Da notizie di stampa
apprendo che la Commissione avrebbe avviato studi per modificare il Regolamento
2201/2003. Sarebbe l’occasione buona per definire finalmente una normativa che
sia valida ed applicabile a tutti i bambini degli Stati dell’UE, per garantire
la loro tutela ed il rispetto dei diritti legati alla bi-nazionalità per i
bambini figli di coppie bi-nazionali separate o divorziate. Negare questi
diritti è un delitto che non trova compensazioni. Affermarlo de iure negli
Stati dell’UE non basta, infatti, anche oggi tutte le convenzioni e le carte
dei diritti fondamentali lo riconoscono, ma in alcuni Paesi questo diritto non è
riconosciuto de facto, defraudando i bambini di un valore non negoziabile.
Signor Presidente,
la nuova Commissione
nel suo website afferma di essere
“una squadra forte ed esperta per il cambiamento”. Abbia la forza ed il
coraggio di porre mano al cambiamento che vedrebbe tutti i bambini europei
posti sullo stesso piano e titolari veri di diritti che ora ad alcuni di loro
sono negati, come quello della seconda nazionalità. Migliaia di famiglie si
riconcilierebbero con l’Europa e la riconoscerebbero davvero come la patria dei
diritti umani e si aprirebbe finalmente la strada per la riconciliazione con la cittadinanza europea.
La ringrazio per
l’attenzione che vorrà dedicare a questa questione e La prego di gradire i miei
migliori saluti ed auguri.
Cristiana
Muscardini
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