domenica 31 marzo 2013

Quando le parole mangiano i bambini

La tutela del minore è un tema del quale si parla sempre più spesso e in modo sempre più dettagliato; ogni paese definisce questo concetto nelle sue leggi nazionali e si adopera affinché esse trovino applicazione. A livello internazionale esistono delle Convenzioni che perseguono la stessa finalità e che sono state ratificate ormai dalla stragrande maggioranza dei paesi. Poiché ogni paese redige le sue leggi nella propria lingua nazionale, le traduzioni di regolamenti e convenzioni occupano un ruolo non trascurabile, o più precisamente determinante, nella definizione degli obbiettivi perseguiti e da perseguire. Unanimemente si dà per scontato, anzi non sorge mai il benché minimo dubbio sulla correttezza delle traduzioni ufficiali; si ritiene che saranno sicuramente fedeli al testo originale. Quasi sempre è così, ma non sempre. Esiste un paese in Europa che stravolge sistematicamente i concetti espressi dalle convenzioni per coprire lo stravolgimento di valori sui quali si basa la propria società. In Germania “l’interesse superiore del minore”, il “bene del bambino”, la “messa in pericolo del minore” non corrispondono ai concetti di riferimento a noi noti. In Germania, dove la natalità è decrescente dalla fine della guerra e dove la popolazione si ridurrà di 15 milioni di abitanti nei prossimi decenni, ogni singolo bambino rappresenta il futuro economico del paese. Il governo tedesco, tradizionalmente e culturalmente previdente e pianificatore, è ben conscio di questo pericolo e si è organizzato affinché nessun bambino lasci mai la Germania (grazie al Regolamento europeo 2201/2003 sono sufficienti solo sei mesi di permanenza in Germania affinché la giurisdizione tedesca ottenga la competenza, possa cioè impossessarsi del minore) e si interrompa radicalmente ogni contatto con il genitore o i genitori stranieri. 
Come? Agendo con la finalità che non è quella di tutelare l’interesse superiore del minore, bensì il Kindeswohl, cioè il benessere della comunità dei Tedeschi attraverso il bambino. La parola Kindeswohl, letteralmente significa “bene del bambino”, ma come tutte le parole, il vero significato è dato dal concetto che esprime; in altri termini, la parola è come l’involucro o la scatola che contiene un determinato concetto; se mettiamo questo concetto in scatole di diversi colori (le diverse lingue), esso non cambia, ma se in scatole uguali mettiamo dentro cose diverse (i concetti quali il “bene del bambino”), siamo di fronte ad un imbroglio.


In Europa l’imbroglio si fa in Germania. In quel paese, l’elemento più importante è la relazione tra il minore e lo stato tedesco, anche a scapito della relazione tra il minore e i suoi genitori stranieri (o il suo genitore straniero, in caso di coppie miste che si separano). 
Cosa significa “relazione tra il minore e lo stato tedesco” ? Significa che lo stato tedesco, attraverso una amministrazione della gioventù che si chiama Jugendamt e che indica ai giudici familiari cosa è meglio sentenziare, si attiva sempre per fare in modo che i bambini che risiedono in Germania crescano con mentalità tedesca,  parlino solo in tedesco, guardino agli altri paesi con una sorta di disprezzo, ma soprattutto non mantengano contatti con la famiglia che non vive in Germania e dunque mai pensino di trasferirsi altrove. Dalla “scatola” di cui si parlava più sopra e che contiene il concetto di “benessere del bambino” è stato tolto l’apporto che dà la famiglia ad una crescita equilibrata del minore ed è stata sostituita con lo stato tedesco e le sue molteplici amministrazioni.

Al Parlamento e in Commissione europea si discute da anni di questo problema, taciuto e ben celato dai Tedeschi. 
A noi non resta che darvi un consiglio : non andate in Germania con i vostri figli e informatevi bene prima di decidere di diventare genitore di un bambino italo-tedesco. 

Per concludere vi segnaliamo  un video girato in numerose lingue (nell’ordine : inglese, tedesco, italiano, francese, spagnolo, portoghese) e che proviene proprio dalla Germania : http://www.youtube.com/watch?v=zh5-GRm4QNo&feature=youtu.be

Dott.ssa Marinella Colombo




Nessun commento:

Posta un commento