Il titolo non è un ossimoro o, se lo è, corrisponde comunque all'odierna (ma non solo di oggi) realtà europea.
Perché ce ne occupiamo? Perché abbiamo appena letto che Laura Garavini (PD) sostiene l’urgenza di “una riforma che valorizzi la cultura italiana nel mondo”
Non possiamo che essere tutti d’accordo.
Affinché questo si realizzi è
però necessario che siano prima di tutto gli Italiani ad essere consapevoli
della cultura della quale sono portatori e devono essere soprattutto i loro
rappresentanti in Italia, in Europa e all’estero a voler valorizzare la cultura
italiana nel mondo, e non solo a parole.
Valorizzare la cultura italiana in
Germania, bacino di elezione della Garavini, non significa infatti soltanto promuovere
una riforma, o organizzare corsi di italiano per stranieri, o mostre o rassegne
cinematografiche, significa in primis difendere il diritto dei
bambini binazionali a mantenere la loro parte di identità italiana, i
contatti con l’Italia e la famiglia residente al di fuori della Germania. In
altre parole tutto ciò che viene sistematicamente
negato ai bambini italo-tedeschi (ma anche interamente italiani) che per
loro sventura si sono trovati a risiedere almeno per sei mesi sul suolo tedesco, i sei mesi necessari ad attribuire la
competenza giurisdizionale al tribunale familiare tedesco e a permettergli di decidere,
secondo la visione teutonica del Kindeswohl,
che per il loro “bene” non devono avere contatti e legami con il o i genitori
italiani e la loro cultura.
Di tutto ciò Laura Garavini è al
corrente, tanto è vero che nel 2009 aveva presentato un’interrogazione molto
chiara e articolata a questo proposito, anche se non esaustiva del problema (http://www.garavini.eu/basta-con-le-discriminazioni-negli-jugendamter-in-germania/ ).
Peccato che subito dopo, a Radio Colonia, aveva ritrattato usando le
argomentazioni tedesche “gli Jugendaemter
lavorano bene, se ci sono degli errori si tratta di pochi casi isolati”.
Centinaia e centinaia di casi posso essere definiti “isolati”?
Anche Reiner
Wieland quest’anno, in Commissione Petizioni, dopo essersi ritrovato a dover
discutere delle Petizioni contro lo Jugendamt
che poco prima aveva fatto cancellare dall’ordine del giorno (http://www.ilpattosociale.it/news/2487/Jugendamt-e-petizioni-negate.html ), ha ribadito che “se ci sono tanti di questi errori è perché la Germania è un
grande paese e non perché si tratti di un sistema” (http://jugendamt0.blogspot.it/2014/04/commissione-petizioni-vs-jugendamt.html ).
Sono passati 5 anni e, a parte
l’affinamento linguistico per negare il problema e il sistema, cosa è cambiato?
Ulteriori migliaia e migliaia di bambini
binazionali sono diventati solo tedeschi, monolingui e monoculturali. Non
compaiono in nessuna statistica, perché sono casi che vengono trattati
all’interno della giurisdizione tedesca, nelle udienze a porte chiuse dei
tribunali familiari o nelle squallide stanze degli incontri, dapprima concessi
ma alla fine sempre negati, delle infinite sedi dello Jugendamt, o del Kinderschtzbund,
o di altri Freie Traeger con nomi
altrettanto idilliaci.
In Germania il tema è tabù, è vietato parlarne e chi lo fa
viene criminalizzato, come Olivier Karrer (http://www.tempi.it/jugendamt-karrer-ceed-scrive-a-paola-severino-per-denunciare-la-procura-di-milano#.U7arJvl_utM ) o come la sottoscritta
Abbiamo portato il
problema in Europa, ma tranne pochi eurodeputati coraggiosi, come Cristiana
Muscardini (https://www.youtube.com/watch?v=OmnSa0eOYDc ) e Niccolò Rinaldi, tutti gli altri non hanno osato affrontare i tedeschi:
“Sono forti, sono in maggioranza”. Ebbene ora la maggioranza tedesca si è
ridimensionata; infatti la delegazione italiana nel Partito Socialista Europeo (nel
quale è confluito il Partito Democratico del quale la Garavini fa parte) è ora
la delegazione più numerosa. Avranno ora
il coraggio i nostri rappresentanti politici di mettere in atto, loro per
primi, “una riforma che valorizzi la cultura italiana” in Germania?
Ci auguriamo che non si
tratti, per l’ennesima volta, di belle parole e di dichiarazioni vuote, perché
servirebbero solo ad alimentare la sfiducia nella nostra classe politica e l'euroscetticismo.
Intanto le associazioni che riuniscono le vittime delle Jugendamt tedesco si moltiplicano in tutta Europa e sono pronte a
fornire ai politici tutte le informazioni e i documenti che vorranno richiedere
… se li richiederanno.
Da parte nostra, continueremo a tenervi informati.
Dott.ssa Marinella Colombo
Membro della European Press Federation
Responsabile nazionale
dello Sportello Jugendamt del C.S.IN. Onlus
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