sabato 13 dicembre 2014

Solo e sempre tedesco!

La direttiva della CSU tedesca sulle lingue

Ordine per gli immigrati di usare la lingua tedesca anche a casa!
Il Bayerischer Rundfunk ha pubblicato il 7 dicembre 2014 un articolo dal titolo “La CSU [ndr. Christlich-Soziale Union in Bayern, il partito gemello del partito di Angela Merkel, la CDU, Christlich Demokratische Union Deutschlands] appoggia le direttive linguistiche - Nonostante le forti critiche la CSU è ferma sulle controverse direttive linguistiche per gli immigrati: gli immigrati devono parlare tedesco non solo nei luoghi pubblici, ma anche a casa, in famiglia! Il segretario generale della CSU non vede alcun motivo per rinunciare alla pretesa che gli immigrati parlino tedesco anche in famiglia”.


L’articolo procede con le dichiarazioni di altri politici. “L’approvazione arriva dal Presidente della Commissione interna del Bundestag, Wolfang Bosbach che dichiara al giornale Bild am Sonntag: Le conoscenze linguistiche sono importantissime per avere buone possibilità di integrazione. Perciò è importante che si parli in tedesco con i bambini anche a casa”.

Queste affermazioni sono emblematiche della manipolazione e della distorsione che in terra germanica si riesce a fare di ogni principio. Si parte dalla vera e incontestabile affermazione che l’integrazione passi per la lingua, per arrivare a imporre quanto di più assurdo e inumano si possa pensare, la cancellazione della lingua madre, la lingua dei sentimenti e delle proprie radici. Un uomo senza radici è un uomo senza identità; è un uomo che mai potrà integrarsi, ma verrà facilmente assimilato. La Germania, in preoccupante calo demografico dal secondo dopoguerra, si impossessa sistematicamente - dalla riunificazione, cioè dal momento del ritiro delle istanze di controllo - dei bambini stranieri e binazionali. E li assimila. Ne fa dei tedeschi. Lo fa dagli anni 90 e ora, come tristemente in altri ambiti, motiva, giustifica e legalizza ciò che è già in essere.

Inoltre, ciò che non ci dicono, ma che ogni linguista potrà confermare, è che parlare con i propri figli una lingua che non si padroneggia e soprattutto che non è la madrelingua, cioè quella che si è usata nella comunicazione familiare fino al giorno prima dell’ingresso in Germania, porta a conseguenze devastanti per i bambini, sia sul piano scolastico che psichico. E’ come se i genitori erigessero un muro tra sé e i propri figli. Inoltre, gli inevitabili errori grammaticali dei genitori verranno trasmessi ai figli che, una volta iniziata la scuola, avranno grossi problemi di rendimento e integrazione.
Questo però è voluto, questo è l’obbiettivo a cui si punta quando si vuole mantenere una società a classi sociali ben divise e distanti: i figli degli immigrati non continueranno le scuole, ma andranno ad ingrossare le fila dei manovali non specializzati e sottopagati. Questa non è un’affermazione personale, ma del relatore ONU Vernor Muñoz sulle scuole tedesche e senz’altro da me condivisa.

Le critiche riportate dall’articolo, sia interne che dell’opposizione, non attaccano la proposta nel merito, ma solo nella difficoltà del controllo, “Quale guardiano dovrebbe controllare?” (Volker Beck, portavoce dei Verdi), “Adesso mettiamo videocamere nelle cucine?” (Martin Neumeyer, deputato CSU del Landtag) e confermano così l’affermazione precedente su manipolazione e distorsione che avviene in tutti gli ambiti.
Quando si sarà trovato il modo di installare le videocamere in ogni salotto o cucina, tutto sarà perfettamente legale, anzi deutsch-legal.

Marinella Colombo
Giornalista della European Press Federation
9 dicembre 2014

Articoli citati:
http://www.br.de/nachrichten/csu-integration-sprache-100.html

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