La direttiva della CSU tedesca sulle lingue
Ordine per gli immigrati di usare la lingua tedesca
anche a casa!
Il Bayerischer Rundfunk ha
pubblicato il 7 dicembre 2014 un articolo dal titolo “La CSU [ndr. Christlich-Soziale
Union in Bayern, il partito gemello del partito di Angela Merkel, la CDU, Christlich
Demokratische Union Deutschlands] appoggia le direttive linguistiche -
Nonostante le forti critiche la CSU è ferma sulle controverse direttive
linguistiche per gli immigrati: gli
immigrati devono parlare tedesco non solo nei luoghi pubblici, ma anche a casa,
in famiglia! Il segretario generale della CSU non vede alcun motivo per
rinunciare alla pretesa che gli immigrati parlino tedesco anche in famiglia”.
L’articolo procede con le dichiarazioni
di altri politici. “L’approvazione arriva dal Presidente della Commissione
interna del Bundestag, Wolfang Bosbach che dichiara al giornale Bild am
Sonntag: Le conoscenze linguistiche sono importantissime per avere buone
possibilità di integrazione. Perciò è importante che si parli in tedesco con i
bambini anche a casa”.
Queste affermazioni sono
emblematiche della manipolazione e della distorsione che in terra germanica si
riesce a fare di ogni principio. Si
parte dalla vera e incontestabile affermazione che l’integrazione passi per la
lingua, per arrivare a imporre quanto di più assurdo e inumano si possa
pensare, la cancellazione della lingua madre, la lingua dei sentimenti e delle
proprie radici. Un uomo senza radici è un uomo senza identità; è un uomo
che mai potrà integrarsi, ma verrà facilmente assimilato. La Germania, in
preoccupante calo demografico dal secondo dopoguerra, si impossessa
sistematicamente - dalla riunificazione, cioè dal momento del ritiro delle
istanze di controllo - dei bambini stranieri e binazionali. E li assimila. Ne
fa dei tedeschi. Lo fa dagli anni 90 e ora, come tristemente in altri ambiti,
motiva, giustifica e legalizza ciò che è già in essere.
Inoltre, ciò che non ci dicono,
ma che ogni linguista potrà confermare, è che parlare con i propri figli una
lingua che non si padroneggia e soprattutto che non è la madrelingua, cioè
quella che si è usata nella comunicazione familiare fino al giorno prima
dell’ingresso in Germania, porta a conseguenze devastanti per i bambini, sia
sul piano scolastico che psichico. E’ come se i genitori erigessero un muro tra
sé e i propri figli. Inoltre, gli inevitabili errori grammaticali dei genitori
verranno trasmessi ai figli che, una volta iniziata la scuola, avranno grossi
problemi di rendimento e integrazione.
Questo però è voluto, questo è
l’obbiettivo a cui si punta quando si vuole mantenere una società a classi
sociali ben divise e distanti: i figli degli immigrati non continueranno le
scuole, ma andranno ad ingrossare le fila dei manovali non specializzati e
sottopagati. Questa non è un’affermazione personale, ma del relatore ONU Vernor
Muñoz sulle scuole tedesche e senz’altro da me condivisa.
Le critiche riportate
dall’articolo, sia interne che dell’opposizione, non attaccano la proposta nel
merito, ma solo nella difficoltà del controllo, “Quale guardiano dovrebbe
controllare?” (Volker Beck, portavoce dei Verdi), “Adesso mettiamo videocamere
nelle cucine?” (Martin Neumeyer, deputato CSU del Landtag) e confermano così
l’affermazione precedente su manipolazione e distorsione che avviene in tutti
gli ambiti.
Quando si sarà trovato il modo di
installare le videocamere in ogni salotto o cucina, tutto sarà perfettamente
legale, anzi deutsch-legal.
Marinella Colombo
Giornalista della European Press Federation
9 dicembre 2014
Articoli citati:
http://www.br.de/nachrichten/csu-integration-sprache-100.html
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