In Germania opera un ente potentissimo, lo
JUGENDAMT[1],
che spesso viene confuso con i servizi sociali, invece il suo ruolo è molto più
esteso, le sue possibilità decisionali e di intervento innumerevoli e le sue finalità
diverse da quelle che dovrebbe perseguire un servizio sociale.
Il suo compito ufficiale è quello di
occuparsi della tutela dei bambini, dove però il concetto di tutela è molto
diverso da quello inteso nei restanti paesi dell’Unione, come illustrato più
sotto.
Lo Jugendamt
lavora in stretta collaborazione con le forze di polizia e con i tribunali,
raccogliendo informazioni sui bambini anche attraverso la scuola, il pediatra
ed ogni altro tipo di istituzione tedesca. Se ritiene che in uno degli ambiti
relativi alla crescita del bambino ci sia una mancanza da parte dei genitori
interviene, arrivando a chiedere al tribunale di emettere un decreto che limita
il diritto di affido dei genitori sul figlio.
Il
frazionamento del diritto di affido sui figli
In Germania infatti il diritto di affido
si divide in due grandi categorie (la cura della persona e la cura del
patrimonio), divise a loro volta in sottocategorie (il diritto a decidere il
luogo di residenza, quello relativo alla scuola e all’istruzione, quello di
decidere nell’ambito sanitario, quello a decidere il cognome del bambino, ecc....).
Pertanto i genitori che, per esempio, non sottopongono i bambini ai regolari
controlli pediatrici, così come previsti dalla normativa tedesca, rischiano di
vedersi sottrarre una parte del loro diritto di affido sui propri figli, quello
appunto relativo alle cure sanitarie (Gesundheitsfürsorge).
I genitori che non seguono attivamente i bambini nel loro percorso scolastico,
o non sono in grado di farlo, perché nonostante la permanenza in Germania non
padroneggiano la lingua tedesca, rischiano di vedersi togliere la parte di
affido relativa all’educazione. Anche permettere al bambino di non presenziare
alle controverse lezioni di educazione sessuale, può portare alla perdita dell’affido.
In Germania infatti la frequentazione della scuola è obbligatoria, diversamente
dall’Italia e dagli altri paesi dell’Unione nei quali vige l’obbligo di
istruzione, ma non di frequenza scolastica. Se dunque negli altri paesi è
prevista la possibilità di educare i propri figli a casa (scuola parentale o homeschooling) e con insegnati privati,
con esame alla fine di ogni anno scolastico, questo è reato in Germania,
punibile appunto con la perdita dell’affido e fin anche con la prigione. Sono
di grande attualità le manifestazioni tenute da diverse associazioni cattoliche
tedesche che richiedono la possibilità di non far partecipare i propri figli alla
lezioni di educazione sessuale che definiscono essere a sfondo pornografico e
sicuramente contro l’etica e la morale. Già più di un genitore è stato arrestato
o gli è stato tolto l’affido per le assenze dei figli.
Le
separazioni nei tribunali familiari tedeschi
In caso di separazione dei genitori, l’intervento dello Jugendamt è ancora più
massiccio. Lo Jugendamt partecipa d’ufficio
a tutti i procedimenti nei quali è coinvolto un minore e non lo fa come
consulente del giudice, ma come parte in causa, quindi allo stesso titolo dei
genitori, anche se questi sono in pieno possesso dei loro diritti sul figlio.
In altre parole, in Germania i bambini hanno tre genitori. Il giudice non può esimersi, è obbligato a coinvolgere
lo Jugendamt ed a chiedergli il suo parere (§ 162 Legge sui procedimenti
familiari di volontaria giurisdizione, FamFG e § 50 Libro VIII del Codice
sociale tedesco, SGB, Buch VIII).
Il parere dello Jugendamt è vincolante per
il giudice: se infatti quest’ultimo dovesse decidere in modo diverso da quanto “consiglia”
lo Jugendamt, questo ente può fargli causa e appellare la decisione. La legge riconosce
espressamente allo Jugendamt il diritto di fare appello delle decisioni che non
condivide (Gegen die Beschlüsse steht dem Jugendamt ein eigenes
Beschwerderecht zu), attribuendogli
così implicitamente anche la funzione di controllo sui giudici.
Il
Verfahrensbeistand
Nei procedimenti familiari tedeschi è presente
anche un’altra figura giuridica, il Verfahrensbeistand,
il cui nome viene generalmente erroneamente tradotto con “curatore”, oppure “avvocato
del bambino”, proprio perché questa figura giuridica non esiste nell’ordinamento
italiano. In Italia, il curatore viene nominato e prende parte al procedimento nel
caso in cui i genitori abbiano perso l’affido sul minore, in Germania invece
esso viene nominato anche se i genitori hanno tutti i diritti sul figlio, per
questo parliamo di traduzione errata. Anche l’altra traduzione, “avvocato del
bambino” è fuorviante perché se il minore, ormai ragazzino, chiede di scegliere
autonomamente il suo avvocato, non può farlo. In pratica il Verfahrensbeistand
è
un’altra figura statale, nominata dal tribunale, che in genere lavora in
accordo con lo Jugendamt e sostiene le stesse tesi che in questo caso verranno però
considerate espressione della volontà del minore.
I
figli naturali
Una realtà molto diversa da quella
italiana, è quella delle coppie di fatto.
In Germania la madre non sposata detiene la responsabilità genitoriale (o potestà)
esclusiva, anche se il padre ha riconosciuto il bambino e gli ha dato il suo
cognome. Riconoscere il proprio figlio, per un padre non sposato significa
riconoscere soltanto di dover pagare gli alimenti per il bambino in caso di
separazione. La madre, detenendo la responsabilità genitoriale (o potestà)
esclusiva, può prendere autonomamente qualsiasi decisione relativa al bambino,
può traslocare, può scegliere la scuola, può decidere se mantenere o meno il
contatto padre-figlio, può cambiare il cognome del bambino e può disporre liberamente
di eventuali libretti di risparmio o conti aperti a nome del minore, di solito
da nonni e altri parenti per assicurare gli studi futuri del piccolo.
Con
la modifica del codice di famiglia entrata in vigore nel 2009, il padre non
sposato può fare istanza in tribunale chiedendo al giudice il riconoscimento
della responsabilità genitoriale (o potestà) congiunta. Il giudice la concede
solo se questo è conforme al Kindeswohl
(il bene del bambino nella particolare accezione tedesca del termine) se cioè,
per esempio, i genitori hanno mantenuto un buon dialogo fra di loro nonostante
la separazione e sono in grado di prendere congiuntamente decisioni relative al
minore. Soprattutto nei casi binazionali, è sufficiente che la madre tedesca si
rifiuti di parlare con il padre, per esempio italiano, per far sì che il
giudice reputi la potestà congiunta non conforme al bene del bambino.