martedì 2 luglio 2019

L’aereo della Sea Watch, la chiesa evangelica tedesca e lo Jugendamt



Dopo aver seguito per giorni le vicende inerenti la Sea Watch mi sembra giusto fare un po’ di chiarezza, solo sulla base di documenti pubblici e senza valutazioni personali. Devo precisare innanzi tutto che la forma giuridica della maggior parte di tali organizzazioni in Germania è di “eingetragener Verein”, cioè quella che permette loro di non dover pubblicare i bilanci, ma solo quanto discrezionalmente ritengono di voler rendere pubblico. In altre parole non sapremo mai chi ha finanziato e finanzia davvero la Sea Watch, poiché è evidente che con le donazioni riuscirebbero a rimanere in mare solo per pochi giorni.

Dobbiamo dunque basarci solo su quanto loro stessi decidono di pubblicare. Però, poiché un “eingetragener Verein” può finanziarne un altro, risalendo da uno sponsor all’altro si possono raccogliere interessanti informazioni.
Sul sito tedesco della Sea Watch leggiamo alcuni ringraziamenti a degli sponsor o più esattamente “sostenitori”. Quelli che hanno contribuito finanziariamente in maniera più determinante, hanno il privilegio di avere un link sul sito della Sea Watch che rimanda al loro proprio sito.

Il primo dei sostenitori citati è Borderline Europe (https://www.borderline-europe.de), un altro “eingetragener Verein”, cioè un’altra organizzazione senza obbligo di pubblicazione del bilancio, che dichiara di avere sedi distaccate anche in Grecia e in Italia, a Palermo. A Palermo, scrivono, si può anche fare apprendistato (senza compenso, precisa il sito), condizione indispensabile è la buona conoscenza della lingua italiana. Poiché questa organizzazione esiste già da alcuni anni, viene spontaneo chiedersi se le autorità italiane e più precisamente già i governi precedenti, ne erano al corrente, se hanno controllato tale sede e se l’hanno autorizzata.

Sembra che l’occupazione silenziosa e per ora in sordina del nostro paese da parte della Germania si diffusa in diversi campi. A chi si occupa da anni di bambini soprattutto binazionali rubati sistematicamente dal sistema familiare tedesco controllato dallo Jugendamt (Amministrazione per la Gioventù) il collegamento con le case famiglia tedesche in Italia risulta immediato. Tali case vengono aperte in Italia, ma non di sa bene cosa veramente facciano all’interno e soprattutto non segnalano la presenza dei bambini sul suolo italiano anche se li tengono chiusi in quelle “case” per anni. Solo per caso, per aver curato un bambino in ospedale, le autorità italiane si sono recentemente accorte di questi bambini “fantasma”. Giusto per fare un esempio rimando al link di una di queste sedi dello Jugendamt tedesco in Sicilia, un ente per l’educazione e la formazione con finalità terapeutiche dove non ci sono terapeuti!

Il secondo sponsor citato è watch the med (http://www.watchthemed.net). Come le prime due organizzazioni citate, ha sede a Berlino, benché porti un nome inglese. Ricordiamo per completezza che in Germania, dove ci si vanta del Made in Germany e lo si esporta orgogliosamente in tutto il mondo, solo le organizzazioni che non dovrebbero svelare la propria provenienza e soprattutto le finalità non apertamente dichiarate, hanno nomi inglesi.
Watch the med è finanziata a sua volta soprattutto da tre altre organizzazioni: Stiftung : do, Pro Asyl e Medico International. La prima, Stiftung : do, è una fondazione finanziata da una lunghissima lista di donatori (http://www.stiftung-do.org/andere-stiftungen-und-fonds/) tra i quali notiamo: Das Deutsche Hilfswerk (Fernsehlotterie), cioè l’organizzazione che fa capo alla Lotteria del primo canale della TV tedesca e Der Paritätische Wohlfahrtsverband (Hamburg). 

Dobbiamo precisare che il Paritätische Wohlfahrtsverband (https://www.paritaet-hamburg.de/verband/wir-ueber-uns.html) è una di quelle organizzazioni che gestisce per conto e con i finanziamenti dello Jugendamt - l’amministrazione per la gioventù già citata - lo “spostamento” dei bambini dalle famiglie di origine a istituti e famiglie affidatarie. Stando alle informazioni ricevute l’anno scorso dal Ministero tedesco, lo Jugendamt dispone di un budget annuale, appunto per “tutelare”, di 34 miliardi di euro. Una parte di questi soldi vanno ai Freie Träger, tra i quali è annoverato il Paritätische Wohlfahrtsverband. In pratica, anche se per vie traverse, i soldi sono quelli dello Stato tedesco. Poiché lo Stato tedesco si muove solo in vista di un proprio vantaggio finanziario, bisognerà chiedersi di quale vantaggio si tratta in questo caso specifico.

Altro sponsor della Stiftung : do è la fondazione DFL / Bundesliga che, stando al sito, si occupa ovviamente di bambini e sport. Troviamo poi DIE LINKE Fraktionsverein e.V., l’organizzazione del partito politico del parlamento tedesco, die Linke. Continuiamo con la Norddeutsche Stiftung für Umwelt und Entwicklung (NUE), in italiano Fondazione della Germania del Nord per l’ambiente e lo sviluppo. Non poteva mancare anche l’organizzazione olandese, la X minus Y Solidariteitsfonds, con sede ad Amsterdam, né la chiesa evangelica tedesca, la Missionswerke der Evangelischen Kirche.

Lasciamo ai lettori il piacere di navigare tra i vari siti elencati dalla Stiftung : do e passiamo allo sponsor seguente, Pro Asyl. Quest’ultimo, come la legge tedesca gli permette, decide di non rivelare nessuna fonte di finanziamento.

Lo stesso fa M Medico international che ci conferma solo di non dover pagare tasse e di aver investito in un immobile. L’immobile è visionabile a questo link: https://www.medico.de/raum-fuer-kritisches-potential-16908.

Il terzo importante sponsor della Sea Watch è Human rights at sea (https://www.humanrightsatsea.org). Questa organizzazione ha sede in Gran Bretagna e sul suo sito non rivela da dove provengano i finanziamenti. Ci tiene però a precisare che “Human Rights at Sea sta affrontando la questione gender e delle persone LGBT (Human Rights at Sea is tackling the Gender and LGBT+ issue”). Nomina infine le associazioni con cui collabora, tra le quali ricordiamo BHM Penlaw, uno studio legale con esperienza nel commercio internazionale, infatti: “BHM Penlaw unisce le competenze e le personalità di avvocati esperti in linea con l'orientamento commerciale internazionale e con una conoscenza approfondita per fornire consulenza legale in tedesco, francese e inglese dai loro uffici di Amburgo, Berlino, Parigi e Oxford” (BHM Penlaw combines the skills and personalities of experienced lawyers in line with international commercial focus and with in-depth knowledge to provide legal advice on German, French and English law from their offices in Hamburg, Berlin, Paris and Oxford). 

Tra i collaboratori anche l’Accademia Marittima Lettone, la Mediterranean Affairs, la Middlesex University di Londra e ovviamente la Proactiva open arms.

Torniamo al sito della Sea Watch a visionare gli ulteriori sostenitori e concludiamo con quello a cui visivamente viene dato molto spazio, la chiesa evangelica tedesca. Per mantenere l’obbiettività dell’articolo, cito testualmente quanto pubblicato sul sito www.sea-watch.org: “Sea-Watch si rallegra della decisione della chiesa evangelica tedesca dell’inizio 2018 di continuare a sostenere l'aereo da ricognizione "Moonbird" per i prossimi tre anni e quindi a sostenere tutte le navi civili di salvataggio nel Mediterraneo. Solo l'anno scorso [2017], più di 3000 persone sono annegate nel Mediterraneo; nel 2018 sono già morte oltre 550 persone. Senza l'aereo di ricerca "Moonbird", gestito da Sea-Watch e dall'Iniziativa Svizzera Piloti Umanitari (HPI), nel 2017 ci sarebbero stati almeno 1000 morti in più. L'aereo, acquistato nel 2017 con il sostegno della Chiesa evangelica tedesca, è stato più volte in grado di individuare all'ultimo secondo i gommoni che affondano e di informare le organizzazioni civili di soccorso”.


Ricordiamo infine una persona molto vicina a Carola Rackete, l’orgoglioso e ricco padre di questa donna che salva il mondo con i soldi altrui, ex militare che lavora oggi come consulente per una società che vende armi all’esercito e alla polizia, la Mehler Enginereed Defence https://mehler-engineered-defence.de/products/military-protection-systems/stationary-weapon-systems/?lang=en, società facente parte del gruppo Mehler Vario System GmbH. Fino a ieri lo scriveva lui stesso su Linkedin. Oggi ha chiuso il profilo.

Pertanto la Sea Watch, come la maggior parte delle ONG presenti davanti alle coste libiche, nonostante la bandiera olandese, è stata messa in mare e lì mantenuta con soldi tedeschi. Inoltre tutte le informazioni convergono su un unico fatto: non tanto “salvare” chi si trova in mare, ma portare queste persone in Italia e in nessun altro paese, a qualunque costo, mentre gli italiani sono costretti, come gli Africani, ad emigrare. Molti di quelli che andranno in Germania perderanno i figli, “protetti” e dunque sottratti dallo Jugendamt ai o al genitore italiano, inidoneo per definizione.
Dunque l’unica domanda che ci si dovrebbe porre è: cosa ci guadagna la Germania?

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