mercoledì 19 dicembre 2012

Sottrazioni internazionali di minori e Vademecum del mediatore del parlamento europeo.


E’ ormai disponibile in rete il Vademecum del Mediatore del Parlamento europeo[1].
A seguito dell’analisi di numerosissimi casi riguardanti i bambini binazionali è inevitabile constatare che esiste una tipologia di sottrazione che non viene mai inclusa nelle statistiche ufficiali e che rappresenta invece il numero di più consistente dei minori sottratti: le sottrazioni organizzate e legalizzate delle e dalle autorità tedesche.
Non si tratta di un’accusa gratuita, ma dell’esito di un attento esame di casi e documenti che schematizzo come segue:
1.      Separazioni di coppie binazionali residenti in Germania nelle quali la madre è tedesca : i bambini vengono collocati presso la madre nella totalità dei casi (se la madre tedesca è in accordo con il padre straniero i bambini vengono tolti ad entrambi e collocati in istituti o famiglie affidatarie). Il diritto di visita del padre è sottomesso ad un obbligo di residenza e di lavoro nel territorio tedesco. Se il padre straniero che, lo sottolineo, non è il collocatario, rientra nel suo paese, perde il diritto di visita e non rivede più i suoi figli. Non è sottrazione questa? Che ne è dei diritti sanciti dalla Carta europea? Chi rivendica il diritto alla bigenitorialità e a una doppia cultura di questi minori? Certamente non i giudici nazionali tedeschi autori di queste sentenze.
2.      Coppie binazionali residenti in altro paese europeo o extra europeo : quando il genitore tedesco (nella maggior parte dei casi, la madre) rientra in Germania il giudice tedesco, pur non essendo competente, inizia a sentenziare in favore del genitore tedesco.
a)     se la coppia non è sposata, applica la legislazione tedesca al caso, conferisce cioè la potestà genitoriale esclusiva alla madre, cambia il cognome del minore attribuendogli quello della madre e in molti casi cancella addirittura il padre straniero dai documenti del bambino. Il riconoscimento del bambino fatto dal padre nel paese di nascita e residenza serve soltanto a finanziare la sottrazione. Le autorità tedesche (Jugendamt) reclamano infatti gli alimenti per un minore reso volontariamente orfano di padre vivente. Non è sottrazione questa?
b)     se la coppia è sposata, viene aperto un procedimento in convenzione Aja/Bruxelles II bis che si conclude sempre con queste due fattispecie di decisioni:
b1) Il giudice ascolta il minore in assenza delle più elementari garanzie di equità (nessuna registrazione, assenza della parti, ecc..) e constata che il minore vuole restare in Germania. Seguono perizie ed interventi di esperti che sanciscono il definitivo allontanamento del minore dal genitore non tedesco.
b2) Il giudice sentenzia che il minore deve rientrare nel paese di residenza abituale, ma la decisione diventa esecutiva solo dopo quindici giorni, il tempo necessario al genitore tedesco per presentare ricorso con il quale l’esecutività della decisione viene sospesa. Questa sospensione dura anni, passando per tutti i gradi di giudizio. Dopo anni di unitili procedimenti e durante i quali il minore ha perso il contatto con il genitore non-tedesco, vittima della sottrazione, la Cassazione tedesca confermerà che il minore deve restare in Germania. Non è sottrazione questa?
3.      Separazioni di coppie binazionali residenti in Germania nelle quali la madre è straniera: in un primo momento i minori restano presso la madre che però viene messa sotto totale controllo delle autorità tedesche, in attesa di costruire la motivazione in base alla quale affidare i figli al padre, il genitore tedesco. Nella causa di separazione intervengono “esperti” a vario titolo (Jugendamt[2], Verfahrenpfleger, Umgangspfleger, Sachverständiger), tutti preposti alla tutela del “Kindeswohl”, l’interesse tedesco sul bambino, cioè l’interesse tedesco a trattenere il minore in Germania, indipendentemente dai suoi veri desideri e dalle sue necessità. Fino a quando l’affido non viene trasferito al genitore tedesco, il giudice non sentenzia né la separazione né il divorzio. E’ sufficiente che il genitore tedesco depositi alla cancelleria del tribunale una dichiarazione giurata nella quale esterna il suo timore che il genitore straniero voglia trasferirsi all’estero con i figli per provocarne la criminalizzazione e il ritiro dell’affido in 24 ore, con decisione urgente e unilaterale. Questa decisione non viene mai revocata, né viene verificata la veridicità della dichiarazione che l’ha provocata. Fatti e prove non contano, le sentenze si basano su illazioni e sulle dichiarazioni degli esperti che si supportano l’un l’altro. Se il genitore non-tedesco capisce per tempo quanto sta avvenendo e rientra al suo paese in cerca di Giustizia, diventa sottrattore e criminale (le autorità tedesche emettono infatti mandati di arresto per cause civili ancora in corso; il provvedimento penale diventa il motivo a lungo cercato per togliere, nella causa civile, ogni diritto sui bambini al genitore non-tedesco). Le autorità del paese di quest’ultimo (Tribunali per i Minorenni, ma anche forze di Polizia, sistema SIRENE), che applicano le convenzioni senza poter verificare, rimandano i bambini in Germania nonostante il gravissimo pregiudizio a cui li espongono con certezza: la totale perdita del genitore e della cultura (lingua, famiglia, ecc..) non-tedesca. Chi è in questo caso l’autore della sottrazione? Basta pretendere il rispetto della non-discriminazione per diventare un criminale? Questi rimpatri coatti tutelano davvero il minore?
4.      Coppie binazionali residenti in Germania nelle quali nessuno dei due è tedesco : se la coppia si separa, i minori vengono affidati al genitore che il sistema della giustizia familiare tedesca (Tribunale familiare, Jugendamt ed esperti) ritiene dotato di maggiore “Bindungstoleranz”, cioè maggiormente legato al sistema tedesco e che mai lascerebbe la Germania con i figli. Se la coppia è unita, lo Jugendamt interviene sottraendo i minori “preventivamente” con una scusa qualsiasi (il bambino si dondola a scuola sulla sedia, si concentra poco, ecc..) chiedendo poi alla coppia di sottoporsi ad una perizia con la quale verrà costruito il motivo per non restituire i bambini ai genitori e lasciarli in istituto o presso una famiglia affidataria.
Concludo sintetizzando che la legalizzazione di queste sottrazioni avviene in base ad un volontario malinteso di fondo: il concetto di Kindeswohl, letteralmente il “bene del bambino”; ogni decisione viene presa invocando la tutela del bene del bambino, ma in Germania il Kindeswohl rappresenta  l’interesse della comunità dei tedeschi sul bambino. Il sistema di giustizia familiare tedesca non si preoccupa infatti del legame genitore-bambino, bensì di quello stato-bambino ed è comunque storicamente convinto che crescere in Germania significhi crescere nel migliore dei mondi possibile. Ogni bambino va pertanto trattenuto in Germania facendo credere alla comunità internazionale che questo corrisponda al suo “bene”, mentre ciò non è che la tutela degli interessi della comunità dei tedeschi che questo bambino rappresenta.
Nelle sottrazioni in cui sono coinvolte le autorità tedesche che utilizzano il genitore tedesco per i fini sopra descritti non è purtroppo possibile nessuna mediazione. Chi ha voluto farlo – e qui devo parlare anche per esperienza personale – ha visto scomparire per sempre i suoi figli.
Con questo scritto, a nome mio e delle centinaia e migliaia di genitori che vivono i casi di sottrazione qui illustrati, desidero richiedere:
-         l’aggiornamento delle statistiche sulle sottrazioni, completandole con i dati delle sottrazioni
deutsch-legal,
-         l’informazione ai cittadini dell’Unione europea dei pericoli nei quali incorrono diventando genitori di un bambino per metà tedesco,
-         e soprattutto l’imposizione ai tedeschi del Diritto degli europei, anziché imporre all’Europa il Diritto dei tedeschi[3].



[2] Lo Jugendamt interviene SEMPRE, perché previsto dalla Legislazione tedesca, nelle cause in cui sono coinvolti dei minori e non in casi di famiglie disagiate, come spesso si giustificano e fanno credere le autorità tedesche.
[3] I tribunali familiari tedeschi NON riconoscono le decisioni dei tribunali di altri paesi europei, anche se provviste di certificato