Questa settimana cerchiamo di dare ai
nostri lettori un paio di esempi pratici di ciò che succede in Germania ai
bambini binazionali, per esempio italo-tedeschi (ma non solo), quando i
genitori si separano. Le due categorie da prendere in considerazione sono: mamma italiana / papà tedesco, oppure mamma tedesca / papà italiano. Ovviamente
non sorge nessun problema se la coppia si separa ma entrambi gli adulti
mantengono il dialogo tra loro e la capacità di svolgere e lasciar svolgere
all’altro il suo ruolo genitoriale. Purtroppo è sufficiente che uno dei due non
si comporti in questo modo per rompere questo difficile equilibrio. Nella quasi
totalità dei casi vengono dunque coinvolte le amministrazioni e le autorità
tedesche che portano, nel breve o medio termine, alle situazioni che andiamo ad
illustrare.
La mamma italiana, se anche apparentemente ben integrata in Germania, nel momento in cui si separa è l’elemento straniero che continua a vivere con i figli dopo la separazione. Essa non potrà, proprio perché italiana, crescere i bambini nella più pura mentalità tedesca. Il sistema (Jugendamt – Verfahrensbeistand – Umgangspfleger – Sachverständiger – Giudice) cercherà dunque di costruire qualsiasi tipo di sospetto o accusa contro di lei in modo da allontanarne sempre più i bambini. Superfluo ricordare che le prove sono inutili in un paese in cui è mentalità corrente considerare la mamma italiana una madre non equilibrata e sicuramente con moltissimi difetti. Se il papà tedesco non è in grado o non vuole far passare ai bambini dei bei momenti insieme e i piccoli si rifiutano o non sono particolarmente felici di vederlo scatta l’accusa della madre malevola: se i bambini non vogliono vedere il papà è perché la mamma non li ha preparati ed invogliati a stare con il padre o addirittura li ha manipolati contro di lui. E’ dunque una madre alla quale i bambini vanno tolti. Togliere l’affido o anche la responsabilità genitoriale (già chiamata potestà) è qualcosa che succede con estrema facilità e leggerezza nei tribunali tedeschi. A volte i bambini sono invece davvero manipolati, ma in Germania questa accusa viene sistematicamente usata contro e soltanto contro le madri non-tedesche, anche quando il poco entusiasmo dei figli non è dovuto a manipolazione materna, ma a gravi problematiche paterne. Abbiamo fascicoli riguardanti bambini chiusi dal papà per tutto il giorno in bagno, o con papà apertamente e ufficialmente tossicodipendenti e che per questo motivi registrano difficoltà nel rapporto con il genitore tedesco, ma per questa stessa difficoltà vengono tolti alla mamma non-tedesca.
Ben diversa,
anzi diametralmente opposta, è la condizione della madre tedesca. Lei può fare
ciò che vuole e può anche manipolare i bambini poiché il genitore da
allontanare è il papà non-tedesco. La manipolazione serve al sistema, pertanto
non è identificata come tale. Se i bambini non vogliono incontrare il papà
italiano, pur in mancanza di qualsiasi motivazione concreta e dell’incapacità
del bambino di giustificare il suo rifiuto, gli incontri non ci saranno. Il
sistema si appella al Kindeswille, il
voler del bambino. Detto volere diventa legge e su di esso si basa la decisione
del giudice che cancellerà, non solo ogni incontro, ma anche qualsiasi tipo di
contatto, cioè telefonate e messaggi. Spesso il papà italiano non può neanche
inviare un regalo o gli auguri di compleanno e di Natale. Per facilitare
l’attuazione di questo sistema finalizzato alla realizzazione di un Kindeswohl, cioè di un bene del bambino
che coincide con il “benessere della
comunità dei tedeschi attraverso il bambino”, germanizzandolo, dobbiamo
ricordare come avvengono le audizioni in Germania. La legge vieta qualsiasi tipo di registrazione. Il bambino viene
“ascoltato” senza testimoni e senza che domande e risposte vengano fissate in
un protocollo e, come ricordato, neppure registrate. Nelle note relative
all’audizione (una sorta di riassunto estremamente conciso) che vengono poi
inviate alle parti gli autori della germanizzazione posso scrivere ciò che
vogliono e possono omettere, come d’uso, il tenore delle domande sempre
suggestive. Lo stesso succede con le cosiddette “perizie psicologiche
familiari” che altro non sono se non la maniera di fornire al giudice le motivazioni da indicare in sentenza per la
cancellazione dei rapporti con il genitore italiano. Nessuna possibilità di
contraddittorio, nessun perito di parte, nessuna controperizia ammessa.
Fate infine attenzione a chi vi dirà
“conosco un bravo avvocato che ha aiutato tante mamme”, oppure " un “ti
posso consigliare ottimo avvocato bilingue”. In Germania l’unica domanda preliminare
da fare all’avvocato è: “quanti bambini binazionali ha ricondotto al genitore
non-tedesco?”. Se la risposta è sincera, difficilmente sarà di vostro
gradimento.
Purtroppo, come ho già scritto, i bambini binazionali sono bambini senza
voce e senza diritti (ved. il libro:
Dott.ssa Marinella Colombo
Membro della European Press Federation
Responsabile nazionale dello Sportello
Jugendamt, Associazione C.S.IN. Onlus - Roma
Membro dell’Associazione European Children Aid
(ECA) - Svizzera
Membro dell’Associazione Enfants Otages -
Francia
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