La nuova guida
per gli Italiani che si trasferiscono in Germania
30
agosto 2016
Terminato
il periodo di vacanze vogliamo tornare a scrivere iniziando con una bella notizia:
l’Ambasciata d’Italia a Berlino ha finalmente voluto informare dalla realtà del
sistema familiare tedesco tutti i connazionali che intendono recarsi in
Germania. Nella nuova guida, disponibile anche online (http://www.ambberlino.esteri.it/ambasciata_berlino/resource/doc/2015/12/primipassi_nrw_bw_h_def_stand141215_web.pdf
) il vuoto relativo alle necessarie informazioni è stato finalmente colmato.
A
pagina 13-14 si legge ora “L´ordinamento
tedesco attribuisce in via esclusiva alla madre la potestà genitoriale dei
figli di coppie non sposate, anche se il padre ha fatto il riconoscimento della
paternità. Il padre può ottenere la potestà genitoriale congiunta solo con
l’assenso della madre.” Per i padri questo significa che, se vivono in
Italia con figli, in una coppia di fatto con una donna tedesca, nel momento in
cui si trasferiscono in Germania e poi in Germania si separano non avranno
nessun diritto sui propri figli, non hanno la potestà, ma solo l’obbligo di
contribuire al mantenimento (fissato in genere con un sistema che può parere
illogico a qualsiasi non tedesco). Ricorrere al giudice per far valere i propri
diritti/doveri verso dei figli cresciuti (non in Germania) fino a quel momento
è, per un padre non tedesco, assolutamente inutile. E’ infatti sufficiente che
il giudice familiare constati che non c’è dialogo fra i genitori (non importa
se è solo uno dei due a boicottare ogni contatto con l’altro genitore) per
confermare la responsabilità genitoriale esclusiva in capo alla madre tedesca
(se la madre non è tedesca, la situazione cambia radicalmente).
Questo
tipo di amministrazione, da non confondere assolutamente con i servizi sociali
(che sicuramente non detengono tanto potere e tanto meno monopolizzano il
registro delle dichiarazioni di potestà genitoriale congiunta) esiste solo
nell’ordinamento tedesco (e nei paesi di lingua tedesca, Austria e Svizzera
tedesca). La guida prosegue infatti evidenziando che lo Jugendamt “interviene come parte civile in ogni
procedimento giuridico nel quale siano coinvolti dei minori ed ha facoltà di
fare appello contro le decisioni del Tribunale [...] Lo Jugendamt è dunque contemporaneamente parte in causa, organismo di
consulenza ed organo esecutore. Questa peculiarità, sconosciuta agli
ordinamenti di altri Paesi occidentali, suscita crescenti critiche in ambito
europeo, soprattutto nel caso di minori contesi tra genitori di cittadinanze
diverse in relazione a presunte misure discriminatorie ed arbitrarie”.
Il
sistema familiare tedesco, come già si evince da queste precisazioni - ma la
lista è molto più lunga - è molto lontano da quello degli altri paesi europei e
con i quali dovrebbe vigere il principio della fiducia reciproca, fiducia
difficile da accordare in queste condizioni.
Se
dovremo continuare con l’elenco delle peculiarità di questo sistema per il
quale il Kindeswohl (erroneamente
tradotto in “bene del bambino”) corrisponde a far crescere il bambino in
Germania anche separandolo da uno o entrambi i genitori, dobbiamo però ringraziare subito e pubblicamente
l’Ambasciata d’Italia a Berlino che mai fino ad ora aveva voluto pubblicare
queste informazioni e che ora invece sta coraggiosamente tutelando i propri
concittadini, informandoli di quanto li aspetta in terra tedesca.
Con
i ringraziamenti dobbiamo esprimere anche il nostro auspicio che queste informazioni vengano fatte pervenire anche ai Ministeri competenti, a tutti i Consolati italiani, ai Traduttori e ai Magistrati italiani che dovranno tenerne conto nel valutare i
procedimenti binazionali nei quali una parte è tedesca o residente in Germania.
Marinella Colombo
Membro
della European Press Federation
Responsabile
dello «Sportello Jugendamt» dell’associazione C.S.IN. Onlus
Membro
dell’associazione Enfants otages
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