martedì 27 settembre 2016

Politica, bambini, tribunali e tanta inenarrabile vergogna


Per i bambini italiani l'Italia è l'estero, non lo sapevate? 
Portare un bambino all'estero, anche se teoricamente è reato, di fatto non viene mai perseguito (archiviazioni, pene simboliche, ecc.).
Invece portare un bambino italiano in Italia (anche se legalmente secondo la convenzione dell’Aja) non solo è reato, ma comporta una condanna a vita. L’Italia diventa “estero” e viene applicato - nei tribunali italiani - il codice penale straniero (per il quale l’Italia è effettivamente “estero”), infliggendo severe pene detentive e ingenti pene pecuniarie: l’importo da risarcire al genitore straniero è superiore agli importi che di solito vengono riconosciuti ai genitori di bambini uccisi.
In concreto, stando alle sentenze italiane, portare un bambino in Italia è peggio che ucciderlo!

Partiamo dai casi concreti: un bambino italiano viene portato all'estero all'improvviso e la Procura di Milano archivia la denuncia di sottrazione perché non c'è “motivazione psicologica” per la sottrazione. Export riuscito!
Una bambina Italo-tedesca nata in Italia viene illecitamente portata in Germania. Tutti i tribunali riconoscono che si tratta di una sottrazione. Il genitore italiano spende decine di migliaia di euro (ma non è scritto che il rimpatrio non deve comportare costi per la vittima della sottrazione?) per riportare a casa sua figlia (uno dei rarissimi casi in cui è avvenuto effettivamente il rimpatrio, grazie al sostegno non istituzionale). Il genitore tedesco viene processato penalmente in Italia e condannato a rimborsare ... €1500! Come dire, “ritenta e sarai più fortunato”. Dunque export non ancora completato, ma ci si ripenserà presto, quando il genitore italiano non avrà più le possibilità economiche di difendere sua figlia da una nuova sottrazione. Al resto, ci penserà l’inerzia delle istituzioni italiane, velocissime nel perseguire i propri connazionali, lentissime (inermi) nel perseguire i genitori stranieri o italiani trasferitisi all'estero.

In sintesi, chi davvero compie una sottrazione internazionale, viene premiato; chi porta o riporta un bambino italiano in Italia viene perseguito penalmente. E non crediate che sia il sesso del genitore a fare la differenza, questa impressione è dovuta al fatto che statisticamente sono di più le madri straniere che portano i figli al di fuori dei confini italiani rispetto a quelle che ce li riportano e soprattutto perché per i palazzi del potere è meglio dividere i padri dalle madri, rendendoli tutti più deboli. Un fronte compatto di genitori italiani sarebbe più difficile da gestire e zittire. La differenza vera è infatti la nazionalità dei genitori: chi dei due è italiano ha perso in partenza. Le sue denunce vengono archiviate, le malefatte compiute dal genitore straniero in Italia invece non hanno nessuna conseguenza. Un genitore straniero può persino permettersi di trarre in inganno il Tribunale per i Minorenni presentando una traduzione falsificata senza rischiare assolutamente nulla: pur confermando la falsificazione, la procura italiana preferisce archiviare, tanto ormai i bambini sono al di fuori del territorio italiano. Ancora un export riuscito! 


La punizione più terribile è riservata a chi ha scoperchiato questo sistema e ha documentato ogni sua affermazione: Marinella Colombo, pur ritenuta l’unico genitore idoneo per i suoi figli e pur avendo avuto una sentenza di Cassazione a suo favore si è ritrovata oggetto di un procedimento penale in Italia, svoltosi su richiesta tedesca e portato a termine con le modalità richieste da tale paese: l’applicazione del diritto tedesco in Italia.

E’ sufficiente creare il fatto compiuto con ogni mezzo, anche illegale, per esempio presentando la traduzione falsificata di un decreto. Il tribunale per i minorenni preleva i bambini con la forza e li rispedisce in Germania. La Cassazione italiana cassa il decreto di rimpatrio, ma questa sentenza pare abbia solo il ruolo dello specchietto per le allodole; non ci si aspetta certo che i bambini tornino davvero in Italia (si è proceduto all'export preoccupandosi poi di rendere inefficace la sentenza seguente di cassazione che avrebbe dovuto porvi rimedio) e chi ce li riporta diviene oggetto di un procedimento penale per …. sequestro di persona.
Un cittadino italiano che osa rendere vano l’export effettuato con successo (grazie anche alla manipolazione mediatica) va punito in modo esemplare!

Tralasciamo tutte le azioni illegali utilizzate per poter arrivare alla condanna e facciamo un salto temporale a condanna scontata. Una volta libero, a questo cittadino che osa tornare a farsi sentire, vengono aggiunti sei mesi di condanna e il marchio infamante di aver maltrattato i propri figli. Come si fa? Presentando la relazione di uno psicologo tedesco che non ha mai visto questo genitore con i suoi figli, ma che sostiene ci sia tra di loro una relazione simbiotica, rendendo così vane tutte le dichiarazioni dei bambini che da anni e in due lingue ripetevano di voler vivere in Italia. Così si possono aggiungere sei mesi per l’orribile reato dei “maltrattamenti in famiglia”.
Altri sei mesi da scontare dunque. Nel dicembre del 2014 viene emesso un ordine di carcerazione con contestuale sospensione permettendo di richiedere una pena alternativa al carcere. La richiesta viene immediatamente presentata, poi cala il silenzio.

Ma questo cittadino italiano ha il vizio di voler difendere i bambini, non solo i suoi, ma tutti i bambini italiani. Ha il vizio di studiare e riuscire a confutare le pseudo argomentazioni che legalizzano le sottrazioni. Peggio ancora, ha il vizio di trovare appoggio nelle istituzioni europee e dunque approfitta dell’ennesimo viaggio a Bruxelles per riuscire a riportare ancora un'altra bambina nel suo luogo di residenza abituale, costringendo un tribunale tedesco che temporeggiava da due anni a decretarne il rimpatrio.
Per pura coincidenza, è proprio in questo momento che le Istituzioni italiane si “ricordano” che questo cittadino ha ancora una condanna da scontare e fanno apporre sulla sua carta d’identità il timbro “non valida per l’espatrio”. Se vorrà di nuovo varcare i confini italiani (Schengen, questo sconosciuto …) dovrà chiedere l’autorizzazione al Tribunale di sorveglianza. Per evitare che magari un giudice serio (ce ne sono ancora) possa concedere tale autorizzazione è sufficiente fare in modo che il suo fascicolo finisca sempre in fondo alla pila di carte e il gioco è fatto: dopo due anni il fascicolo non è ancora stato costituito e dunque non esiste giudice a cui rivolgersi per ottenere autorizzazioni a recarsi al Parlamento europeo. Provare a rivolgersi al procuratore o al questore darà luogo solo ad un “divertente” giochetto che produce montagne di carte, sempre con la dicitura “la legge non lo permette”. Certo, perché improvvisamente, dopo aver seguito pedissequamente le richieste tedesche, si torna ad applicare la legge italiana e più precisamente una legge del 1967, cioè di quando gli accordi di Schengen erano forse il sogno di qualche europeista d’avanguardia, ma nulla di più. Da allora nessuno ha pensato a renderla più attuale e a sancire la differenza tra il divieto di espatrio in paesi extra UE, quelli per i quali è richiesto il passaporto, e i paesi dell’area Schengen, quelli in cui è in vigore anche il mandato d’arresto europeo.
I sei mesi di pena aggiuntiva da scontare sono così già diventati due anni, senza che nessuno abbia ufficialmente aumentato la pena e senza che nessuno si senta responsabile di sanare questa situazione, perché in fondo anche Ponzio Pilato era italiano.

Avrete notato che in questa ricostruzione dei fatti si parla di export anziché di bambini.  Infatti i grandi assenti di questo sistema che dovrebbe tutelare i minori sono proprio i minori.  Il presunto “interesse superiore del fanciullo” in base al quale devono essere emesse tutte le sentenze è una scatola vuota nella quale ci si può infilare qualsiasi cosa.  Sono ben altri gli interessi che prevalgono, di natura economica e politica o anche semplicemente la comodità di non opporsi a questo sistema malato, alla facilità con cui si può andare dietro alla corrente, pensando solo ad incassare il proprio stipendio a fine mese, o in attesa di andare in pensione e soprattutto evitando di resuscitare la verità dei fatti a scapito della costruita verità processuale.

In questo deplorevole sistema ben costruito per schiacciare i più deboli resta comunque un elemento che potrebbe sfuggire al controllo: i bambini.
I bambini crescono e qualche volta sei anni non bastano a causare una irrevocabile sindrome di Stoccolma e allora …. i bambini potrebbero parlare e quando i bambini parlano chiamano ogni cosa con il suo vero nome.
Si ricordi di questo chi si è dimenticato di loro.

6 commenti:

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  4. PART I
    La vera vergogna è un'altra -
    OLIVIER KARRER·THURSDAY, SEPTEMBER 29, 201613 Reads

    Nostri Governi non-tedeschi hanno ratificato regolamenti europei, senza conoscere né lo scopo reale (appertamente criminale), né gli strumenti reali (jugendamt, beistandschaft, verfahrenspflegschaft) della guirisdizione famigliare di un BUND (un'UNIONE) tedesco, che non si è costituto "Stato", né ha ratificato un trattato di pace con i suoi 'partneri". Si sono fidati.

    D'allora le nostre amministrazioni applicano gentilmente, in modo cecco, gli ordini dello Jugendamt (si pronuncia: You-Ghèn-Tamt), ossia di un ente politica e amministrativa che sfrutta i tribunali tedeschi per 'legalizzare' decisioni politiche e nazionalistiche rese sottomano e inattaccabile,che sfrutta le autorità straniere per leggittimare e legalizzare tale decisioni, come anché le istituzioni europei sotto forte influenza dei lobbies tedeschi (PE, CE, CEDU, ecc), e in fine che sfrutta la buona fede dei politici non-tedeschi, che si mostrano non soltanto INGENUI, ma che in primo grado mettono a rischio la libertà e i diritti del loro proprio paese, legittimando cosi la normativa economica dello BUND tedesco - la legge FONDAMENTALE o 'Grundgesetz' - come legge SOVRA-COSTITUZIONALE, applicabile a tutti altri paesi dello grande "BUND" tedesco, dell'UNIONE Europea.

    Quanti sono i magistrati, i giuristi o i politici non-tedeschi che potrebbero spiegare perché NON ESISTE NESSUN MODO DI FARE RICORSO contro le decisioni segrete rese nella giuridiszione dello Jugendamt (oggi direttamente esiguibile in Italia), né con strumenti legali, né con strumenti POLITICI (perché lo Jugendamt non dipende della responsabilità dello BUND tedesco, cioè del governo di Berlino col quale i trattati sono stati ratificati, ma dei 16 stati tedeschi costituiti, i cosidetti "Land' o 'Länder'), NE NELLA GIURISDIZIONE TEDESCA stessa, NE NELLE GIURISDIZIONI NON-TEDESCHE, NEANCHE di fronte alla CEDU o al Parlamento Europeo; quanti sono?

    Noi, i pochi che sono stati perseguitati del governo italiano per conto della Repubblica di Baviera, rappresentata all'estero dallo BUND tedesco, sappiamo benissimo cio che hanno ratificato i nostri politici (in particolare Franco Frattini in qualità di Commissario delle Affari di Giustizia a Bruxelles): Hanno sottoposto l'EU al controllo della Germania e, in materia famigliare, hanno ridotti i tribunali e le polizzie non-tedesche a simplice organi di esecuzione dello Jugendamt. I loro giuristi (non-tedeschi) - quei della Commissione - non erano in grado di capire il doppio senso dei termini tedeschi, né di CONTROLLARE mediante i FATTI la funzione economica della giustizzia tedesca. Non si sono accorti che la "Legge tedesca equa e non discriminatoria"che i Tedeschi li hanno venduto, non poteva essere altro che un tessuto di MENZOGNI di legalità tedesca, quando dietro ogni tribunale si trova lo Jugendamt. Hanno simplicissimente creduto alle favole dei responsabili politici tedeschi, quando avrebbero VERIFICARE. Ma questi politici, si sono dementicati cosi veloce la loro storia ? Non c'è in Italia uno ché alcuni anni fa si era fidato in modo cecco alla genialità delle favole tedesche? Non debbono rendere conti?

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  5. PART II
    In questa vicenda molto preoccupante, quella della Dott.ssa Colombo, una vicenda che assomiglia a decine di migliaia di altre vicende simile che si svolgono ogni anno di nascosto, nel BUIO della giurisdizione dello Jugendamt, il peggio è tuttavia tutt'altro:
    E' il fatto che la posizione presa dall'allora governo Monti, di collaborare con il Governo tedesco per impore la criminalità istituzionale tedesca in Italia, sembra prolongarsi anché col Governo di Matteo Renzi. Non si capisce veramente il perché.

    Infatti, nel frattempo dovrebbe essere diventato chiaro a tutti politici italiani, che lo Jugendamt tedesco non ha altro scopo che di sfruttare in modo subdolo la Giustizia civile e penale tedesca ed europea (Eurojust, Europol), i regolamenti europei e l'ingenuità dei Governi non-tedeschi, per accapararsi i figli di tutti non-tedeschi, trattenerli nel "territorio economico reunificato" (art. 133 della Grundgesetz - la Germania attuale con una sua sovranità ristretta alla sola gestione delle sue affari economiche) afinché la loro forza lavoro, quella dei loro genitori, le loro richezze, il loro patrimonio e infine la loro eredità rimanessero per sempre li. In poche parole il suo ruolo è di sfruttare gli strumenti giuridici e giudiciari per rubare 'deutsch-legal' ai non-tedeschi non solo i figli e le richezze che essi producono e produranno nel futuro, ma anché i diritti fundamentali e le LIBERTA' di tutti quanti che non appartengono allo VOLK (popolo) tedesco e si rifiutano di succombere al suo odioso ricatto. Non si tratta per nulla di EMOZIONI o di diritti umani o del fanciullo. Si tratta di SOLDI, di CENTINAIA di MILLIARDI di Euros che la Germania intende incassare nell'abile sfruttamento dello soggetto economico minorenne e dei trattati/regolamenti europei.

    Lo Jugendamt è uno dei principali enti economici del territorio economico reunificato. E' capo delle risorse umane della società a responsabilità limitatà 'Deutschland GmbH' (un'azienda di 80 millioni di dipendenti - meno 14 millioni minori - quale responsabilità è limitata alla gestione dei soli aspetti economici). La sua funzione reale è di massimizzare il giro d'affari (=PIL tedesco) attraverso il prodotto "bambino", con l'aiuto del suo fornitore di servizi "Giustizia famigliare". Allo Jugendamt incombe la carica di tenire a disposizione una forza lavoro addestrata oggi e domani, di impedire che quella possa lasciare la sua economia, di reclutare giovanne donne (grembi) e giovanni uomini (soldi) all'estero che fissera nella sua giurisdizione una volta diventati genitori (bambino), di sfruttare in ogni modo il bambino per estorcere il più possibile di soldi dallo straniero, che sia genitore o Stato non-tedesco.

    In questo SISTEMA 'germanopeo' le autorità non-tedesche vengono degradate al rango di forze dell'esecuzione dello Jugendamt. PUNTO. Sono esse che vengono a prelevare nei loro paesi i figli dai propri cittadini (regolamento 2201/2003), i soldi del mantenimento (regolamento 4/2009) e l'eredità (regolamento 650/2012) per consignarli allo Jugendamt. Debbono eseguire: le nostre Repubbliche sono legate dai trattati, ratificati dai politici che non conoscevano il vero piano di pace tedesca per l'Europa. In quanto, noi cittidadini dobbiamo pagare a prezzo caro la loro INGENUITA. Non ci defendono, peggio ci impediscono di difenderci. Forse per coprire la loro responsabilità.

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  6. PART III
    Oggi, la vera domanda che si pone nella vicenda della Dottoressa è un'altra.
    Visto che non esiste più nessun dubbio nelle fascie politiche europee (in particolare nel Parlamento Europeo) sul fatto che lo JUGENDAMT costituisce un problema molto GRAVE, un pericolo latente per l'UE, si deve addesso sapere come dovrebbero reagire i governi non-tedeschi di fronte a tale criminalità di legalità germanopea:

    C'è la possibilità di smettere di credere alle favole di legalità tedesca e di nominare i veri esperti in materia - quelli che sono stati perseguitati dal governo Monti per conto degli Tedeschi - per aver il sapere necessario a confrontare i Tedeschi con le loro buggie e i loro tradimenti allo spirito dell'Unione Europea.
    Cio presuppone che il Premier Matteo Renzi e i sui Ministri della Giustizia e delle Affari Esteri intervenissero per invitare la procura di Milano di cooperare nella lotta contro la criminalità tedesca, anziché di imporla in Italia, contro la loro propria Costituzione, in violazione grave dei diritti fundamentali NON-TEDESCHI. Invito tutti quanti che hanno un contatto con Palazzo Chiggi o i Ministeri di trasferire il mio appello.

    Ma c'è anche la possibilità di continuare ad ascoltare le favole di legalità tedesca, a dimenticarsi della storia recente, a costruire l'Europa tedesca, la Repubblica Economica Germanopea (art. 146 della Grundgesetz), a mettere i suoi tribunali famigliari e le sue forze di policia alla disposizione dello Jugendamt in Italia, a lasciare mano libera alla procura di Milano di perseguitare la Dottoressa Colombo per conto dei Tedeschi, impendendola di lasciare il territorio italiano per esporre presso il Parlamento Europeo le numerose tecniche di dissimulazione dello Jugendamt, sconosciutte dei giuristi non-tedeschi (come per esempio la Beistandschaft o la Verfahrenspflegschaft) e che si appresta adesso, dopo aver "rubato" illegalmente - in base alle buggie di legalità tedesca - due cittadini minori italiani - i suoi figli - all'unico scopo di soddisfare la volontà tedesca, a trasferire il suo patrimonio (il suo appartamento già pignorato) alla Germania.
    Possiamo accettare questa giustizia tedesca in Italia, in Europa?
    Questo sarrebe la vera vergogna.

    Olivier Karrer
    CEED - Paris

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