Dopo aver seguito per giorni le vicende inerenti la Sea Watch mi sembra giusto fare un po’
di chiarezza, solo sulla base di documenti pubblici e senza valutazioni personali.
Devo precisare innanzi tutto che la forma giuridica della maggior parte di tali
organizzazioni in Germania è di “eingetragener Verein”, cioè quella che
permette loro di non dover
pubblicare i bilanci, ma solo quanto discrezionalmente ritengono di voler
rendere pubblico. In altre parole non sapremo mai chi ha finanziato e finanzia davvero la Sea Watch, poiché è evidente
che con le donazioni riuscirebbero a rimanere in mare solo per pochi giorni.
Dobbiamo dunque basarci solo su quanto loro stessi decidono
di pubblicare. Però, poiché un “eingetragener Verein” può finanziarne un altro,
risalendo da uno sponsor all’altro si possono raccogliere interessanti
informazioni.
Sul sito tedesco della Sea Watch leggiamo alcuni
ringraziamenti a degli sponsor o più esattamente “sostenitori”. Quelli che
hanno contribuito finanziariamente in maniera più determinante, hanno il
privilegio di avere un link sul sito della Sea Watch che rimanda al loro
proprio sito.
Il primo dei sostenitori citati è Borderline Europe (https://www.borderline-europe.de), un altro
“eingetragener Verein”, cioè un’altra organizzazione senza obbligo di
pubblicazione del bilancio, che dichiara di avere sedi distaccate anche in Grecia e in Italia, a Palermo. A Palermo, scrivono, si può anche fare
apprendistato (senza compenso, precisa il sito), condizione indispensabile è la
buona conoscenza della lingua italiana. Poiché questa organizzazione esiste già
da alcuni anni, viene spontaneo chiedersi se le autorità italiane e più precisamente
già i governi precedenti, ne erano al corrente, se hanno controllato tale sede
e se l’hanno autorizzata.
Sembra che l’occupazione silenziosa e per
ora in sordina del nostro paese da parte della Germania si diffusa in diversi
campi. A chi si occupa da anni di bambini
soprattutto binazionali rubati sistematicamente dal sistema familiare tedesco
controllato dallo Jugendamt
(Amministrazione per la Gioventù) il collegamento con le case famiglia tedesche in Italia risulta
immediato. Tali case vengono aperte in Italia, ma non di sa bene cosa
veramente facciano all’interno e soprattutto non segnalano la presenza dei bambini sul suolo italiano anche se
li tengono chiusi in quelle “case” per anni. Solo per caso, per aver curato un
bambino in ospedale, le autorità italiane si sono recentemente accorte di
questi bambini “fantasma”. Giusto per fare un esempio rimando al link di una di
queste sedi dello Jugendamt tedesco in
Sicilia, un ente per l’educazione e la formazione con finalità terapeutiche
dove non ci sono terapeuti!
Il secondo sponsor citato è watch the med (http://www.watchthemed.net).
Come le prime due organizzazioni citate, ha sede a Berlino, benché porti un
nome inglese. Ricordiamo per completezza che in Germania, dove ci si vanta del
Made in Germany e lo si esporta orgogliosamente in tutto il mondo, solo le organizzazioni che non dovrebbero
svelare la propria provenienza e soprattutto le finalità non apertamente
dichiarate, hanno nomi inglesi.
Watch the med è finanziata a sua volta soprattutto da
tre altre organizzazioni: Stiftung : do, Pro Asyl e Medico International. La
prima, Stiftung : do, è una
fondazione finanziata da una lunghissima lista di donatori (http://www.stiftung-do.org/andere-stiftungen-und-fonds/)
tra i quali notiamo: Das Deutsche
Hilfswerk (Fernsehlotterie), cioè l’organizzazione che fa capo alla
Lotteria del primo canale della TV tedesca e Der Paritätische Wohlfahrtsverband (Hamburg).
Dobbiamo precisare
che il Paritätische Wohlfahrtsverband (https://www.paritaet-hamburg.de/verband/wir-ueber-uns.html)
è una di quelle organizzazioni che gestisce per conto e con i finanziamenti
dello Jugendamt - l’amministrazione
per la gioventù già citata - lo “spostamento” dei bambini dalle famiglie di origine
a istituti e famiglie affidatarie. Stando alle informazioni ricevute l’anno
scorso dal Ministero tedesco, lo Jugendamt dispone di un budget annuale,
appunto per “tutelare”, di 34 miliardi
di euro. Una parte di questi soldi vanno ai Freie Träger, tra i quali è
annoverato il Paritätische Wohlfahrtsverband. In pratica, anche se per vie
traverse, i soldi sono quelli dello Stato
tedesco. Poiché lo Stato tedesco si muove solo in vista di un proprio
vantaggio finanziario, bisognerà chiedersi di quale vantaggio si tratta in
questo caso specifico.
Altro sponsor della Stiftung : do è la fondazione DFL / Bundesliga che, stando al sito,
si occupa ovviamente di bambini e sport. Troviamo poi DIE LINKE Fraktionsverein
e.V., l’organizzazione del partito
politico del parlamento tedesco, die Linke. Continuiamo con la Norddeutsche Stiftung für Umwelt und
Entwicklung (NUE), in italiano Fondazione della Germania del Nord per
l’ambiente e lo sviluppo. Non poteva mancare anche l’organizzazione olandese,
la X minus Y Solidariteitsfonds, con
sede ad Amsterdam, né la chiesa evangelica tedesca, la Missionswerke der Evangelischen Kirche.
Lasciamo ai lettori il piacere di navigare tra i vari
siti elencati dalla Stiftung : do e passiamo allo sponsor seguente, Pro Asyl. Quest’ultimo, come la legge
tedesca gli permette, decide di non rivelare nessuna fonte di finanziamento.
Il terzo importante sponsor della Sea Watch è Human rights at sea (https://www.humanrightsatsea.org).
Questa organizzazione ha sede in Gran Bretagna e sul suo sito non rivela da
dove provengano i finanziamenti. Ci tiene però a precisare che “Human Rights at
Sea sta affrontando la questione gender e delle persone LGBT (Human Rights at
Sea is tackling the Gender and LGBT+ issue”). Nomina infine le associazioni con
cui collabora, tra le quali ricordiamo BHM
Penlaw, uno studio legale con esperienza nel commercio internazionale,
infatti: “BHM Penlaw unisce le competenze e le personalità di avvocati esperti
in linea con l'orientamento commerciale internazionale e con una conoscenza
approfondita per fornire consulenza legale in tedesco, francese e inglese dai
loro uffici di Amburgo, Berlino, Parigi e Oxford” (BHM Penlaw combines the skills and personalities of
experienced lawyers in line with international commercial focus and with
in-depth knowledge to provide legal advice on German, French and English law
from their offices in Hamburg, Berlin, Paris and Oxford).
Tra i collaboratori anche l’Accademia
Marittima Lettone, la Mediterranean
Affairs, la Middlesex University
di Londra e ovviamente la Proactiva open
arms.
Torniamo al sito della
Sea Watch a visionare gli ulteriori sostenitori e concludiamo con quello a cui
visivamente viene dato molto spazio, la chiesa
evangelica tedesca. Per mantenere l’obbiettività dell’articolo, cito
testualmente quanto pubblicato sul sito www.sea-watch.org: “Sea-Watch si
rallegra della decisione della chiesa evangelica tedesca dell’inizio 2018 di
continuare a sostenere l'aereo da
ricognizione "Moonbird" per i prossimi tre anni e quindi a
sostenere tutte le navi civili di salvataggio nel Mediterraneo. Solo l'anno
scorso [2017], più di 3000 persone sono annegate nel Mediterraneo; nel 2018
sono già morte oltre 550 persone. Senza l'aereo di ricerca
"Moonbird", gestito da Sea-Watch e dall'Iniziativa Svizzera Piloti
Umanitari (HPI), nel 2017 ci sarebbero stati almeno 1000 morti in più. L'aereo, acquistato nel 2017 con il
sostegno della Chiesa evangelica tedesca, è stato più volte in grado di
individuare all'ultimo secondo i gommoni che affondano e di informare le
organizzazioni civili di soccorso”.
Pertanto la Sea Watch,
come la maggior parte delle ONG presenti davanti alle coste libiche, nonostante
la bandiera olandese, è stata messa in mare e lì mantenuta con soldi tedeschi.
Inoltre tutte le informazioni convergono su un unico fatto: non tanto “salvare”
chi si trova in mare, ma portare queste persone in Italia e in nessun altro
paese, a qualunque costo, mentre gli italiani sono costretti, come gli
Africani, ad emigrare. Molti di quelli che andranno in Germania perderanno i
figli, “protetti” e dunque sottratti dallo Jugendamt ai o al genitore italiano,
inidoneo per definizione.
Dunque l’unica domanda
che ci si dovrebbe porre è: cosa ci guadagna la Germania?