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sabato 6 gennaio 2024

Il rifiuto di un genitore, anche se causato dalla manipolazione dell'altro genitore, giustifica la cancellazione di ogni contatto!

 




-Succede in Germania-

Traduciamo quanto deciso dalla Corte d'appello del Brandeburgo:


Se un figlio adolescente sviluppa un rifiuto deciso e profondo del padre, ciò giustifica la cancellazione di ogni contatto. Questo vale anche se la volontà del minore è stata manipolata dalla madre. Lo ha deciso il Tribunale regionale superiore [OLG – Corte d’appello] del Brandeburgo.

Nel caso in esame si tratta di genitori separatisi nel 2011, la cui bambina, aveva all'epoca circa otto anni. Da allora, i procedimenti per l'affidamento e il diritto di visita sono stati pressoché continui. A partire dal gennaio 2013 è emerso che la figlia mostrava chiari segni di rifiuto del padre, tra i quali anche sintomi psicosomatici come tremori e forti pianti. La bambina rifiutava ogni contatto con il padre. La bambina ha fatto suo l'atteggiamento negativo della madre nei confronti del padre. La madre dipingeva il padre come una minaccia, con accuse ripetute e non provate. Nel febbraio 2018, il tribunale locale di Cottbus ha colto il rifiuto della bambina, ormai adolescente, come un'opportunità per escludere i contatti del padre con la figlia. Pur rispettando l'atteggiamento di rifiuto della figlia, il padre temeva l’interruzione definitiva della loro relazione e pertanto ha presentato ricorso contro la decisione.

 

Legittima esclusione di ogni contatto onde evitare di recar danno al bene del bambino

Il Tribunale superiore del Brandeburgo ha confermato la decisione di prima istanza e ha quindi respinto il ricorso del padre della minore. La decisione di cancellare i contatti, anche in considerazione del principio di proporzionalità, era finalizzata a contrastare una minaccia allo sviluppo psicologico ed emotivo della minore, di ormai 15 anni e mezzo. Un contatto forzato con il padre avrebbe compromesso in modo significativo il bene della minore. Quest’ultima manifestava ormai un atteggiamento di radicale e profondo rifiuto nei confronti del padre.

 Se un figlio adolescente sviluppa un rifiuto deciso e profondo del padre, ciò giustifica la cancellazione di ogni contatto. Questo vale anche se la volontà del minore è stata manipolata dalla madre. Lo ha deciso il Tribunale regionale superiore [OLG – Corte d’appello] del Brandeburgo.

Nel caso in esame si tratta di genitori separatisi nel 2011, la cui bambina, aveva all'epoca circa otto anni. Da allora, i procedimenti per l'affidamento e il diritto di visita sono stati pressoché continui. A partire dal gennaio 2013 è emerso che la figlia mostrava chiari segni di rifiuto del padre, tra i quali anche sintomi psicosomatici come tremori e forti pianti. La bambina rifiutava ogni contatto con il padre. La bambina ha fatto suo l'atteggiamento negativo della madre nei confronti del padre. La madre dipingeva il padre come una minaccia, con accuse ripetute e non provate. Nel febbraio 2018, il tribunale locale di Cottbus ha colto il rifiuto della bambina, ormai adolescente, come un'opportunità per escludere i contatti del padre con la figlia. Pur rispettando l'atteggiamento di rifiuto della figlia, il padre temeva l’interruzione definitiva della loro relazione e pertanto ha presentato ricorso contro la decisione.

 

Legittima esclusione di ogni contatto onde evitare di recar danno al bene del bambino

Il Tribunale superiore del Brandeburgo ha confermato la decisione di prima istanza e ha quindi respinto il ricorso del padre della minore. La decisione di cancellare i contatti, anche in considerazione del principio di proporzionalità, era finalizzata a contrastare una minaccia allo sviluppo psicologico ed emotivo della minore, di ormai 15 anni e mezzo. Un contatto forzato con il padre avrebbe compromesso in modo significativo il bene della minore. Quest’ultima manifestava ormai un atteggiamento di radicale e profondo rifiuto nei confronti del padre.

 

Si deve tenere conto della volontà del minore seppur manipolata dalla madre.

Secondo il Tribunale regionale superiore [OLG – Corte d’appello] alcuni elementi suggeriscono che l'atteggiamento di rifiuto della minore sia stato causato dalla madre. Ma anche una volontà manipolata non può essere ignorata. La minore ha un'età in cui è in grado di elaborare una volontà propria e merita pertanto che il suo modo di vedere e i suoi desideri vengano tenuti in considerazione. La volontà manipolata del minore va ignorata solo nel caso in cui le sue dichiarazioni non corrispondano con le condizioni del legame stesso e ciò non era presente nel caso in esame.


Traduzione a cura di Dr. Marinella Colombo                                                                                            
Riproduzione della traduzione permessa solo previa autorizzazione da richiedersi a: sportellojugendamt@gmail.com

 

Fonte: https://mobil.kostenlose-urteile.de/OLG-Brandenburg_9-UF-8618_Umgangsausschluss-des-Vaters-mit-seinem-jugendlichen-Kind-wegen-grundlegender-Ablehnungshaltung-gegenueber-Vater.news28471.htm

 

Sentenza completa > https://openjur.de/u/2252949.html


giovedì 3 marzo 2022

I segreti dello psicologo e le menzogne teutoniche

 














Recentemente abbiamo spiegato come in Germania nelle separazioni binazionali vengono usati alternativamente alcuni stratagemmi, a seconda che la madre o il padre sia il genitore italiano e straniero in genere (qui). In questo articolo desideriamo mostrare come anche l’ascolto del minore non sia un elemento che assicura l’imparzialità delle decisione, o meglio il raggiungimento di quella che dovrebbe essere la finalità nei procedimenti familiari, l’interesse superiore del bambino. L’ascolto, così come avviene in Germania, è un ulteriore strumento di quel sistema per allontanare il bambino dal suo genitore non tedesco. Attenzione dunque ad avvocati e psicologi italiani che pensano di potervi dare dei consigli in questo ambito, potrebbero mettervi in ulteriori difficoltà perché la prassi italiana è completamente diversa. Analizziamo il caso di una perizia disposta dal tribunale. In Italia, oltre al perito nominato dal giudice (CTU o Consulente Tecnico d’Ufficio), è permesso alle parti di nominare ognuna un consulente appunto detto di parte (CTP o Consulente Tecnico di Parte). Il bambino incontrerà i tre consulenti che potranno tra di loro interagire, suggerendo anche le domande da porre. Gli incontri vengono registrati (audio o video) e saranno a disposizione delle parti. In Germania la figura del Consulente di Parte non è prevista, mentre le registrazioni audio e video sono, nella maggior parte dei casi vietate, e comunque mai accessibili alle parti. Alleghiamo a riprova la risposta di un perito forense, nominato dal tribunale, che testualmente dice al genitore che chiede tali documenti: “Con riferimento al suo fax del 3 marzo 2020, desidero precisare quanto segue: Come già informato con mia lettera del 16 ottobre 2019, tutti i documenti relativi al suo caso familiare sono già stati distrutti - comprese le registrazioni video e audio.

Pertanto non possono essere consegnati. Inoltre ogni professionista renderebbe tali registrazioni disponibili solo al tribunale in quanto committente, ma non alle parti coinvolte.

I dati personali dei suoi figli sono stati trattati nel corso della perizia - lei aveva segnalato il suo consenso a questo proposito. Dopo la conclusione del procedimento peritale, come già detto, i dati sono stati cancellati e non sono stati raccolti altri dati.

Cordiali saluti (segue timbro e firma)” - Il documento è l’immagine che pubblichiamo:

In questo modo, con perizie e audizioni completamente segrete e praticamente sempre arbitrarie, si può dare parvenza di legalità a qualsiasi decisione. Se non è possibile motivare la decisione di allontanamento con la nazionalità del genitore è invece estremamente agevole costruire motivazioni apparenti manipolando il bambino con domande suggestive, o addirittura – caso per nulla raro – completare a piacimento le risposte del bambino. Poiché non esiste neppure la trascrizione di quanto è stato chiesto e risposto e solo un riassunto compare nel fascicolo (il riassunto esiste solo se l’audizione è fatta dal giudice stesso e non da un perito) è facile comprendere come, nel riassumere, si possa modificare il senso di ogni affermazione.

Anche per questo non si può parlare in Germania di “interesse superiore del bambino” (in tedesco, beste Interesse des Kindes) così come tutelato dalle convenzioni internazionali, ma esclusivamente di bene della comunità dei tedeschi attraverso il bambino, ciò che nei documenti tedeschi viene indicato come Kindeswohl. Chiunque sia passato per un tribunale di famiglia tedesco potrà ritrovare questa parola nei suoi documenti, purtroppo quasi sempre tradotta erroneamente in italiano.

Fonte: https://www.ilpattosociale.it/rubriche/achtung-binational-babies-i-segreti-dello-psicologo-e-le-menzogne-teutoniche/

Dott.ssa Marinella Colombo

Membro della European Press Federation
Responsabile nazionale dello Sportello Jugendamt, Associazione C.S.IN. Onlus – Roma
Membro dell’Associazione European Children Aid (ECA) – Svizzera
Membro dell’Associazione Enfants Otages – Francia