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sabato 6 gennaio 2024

Il rifiuto di un genitore, anche se causato dalla manipolazione dell'altro genitore, giustifica la cancellazione di ogni contatto!

 




-Succede in Germania-

Traduciamo quanto deciso dalla Corte d'appello del Brandeburgo:


Se un figlio adolescente sviluppa un rifiuto deciso e profondo del padre, ciò giustifica la cancellazione di ogni contatto. Questo vale anche se la volontà del minore è stata manipolata dalla madre. Lo ha deciso il Tribunale regionale superiore [OLG – Corte d’appello] del Brandeburgo.

Nel caso in esame si tratta di genitori separatisi nel 2011, la cui bambina, aveva all'epoca circa otto anni. Da allora, i procedimenti per l'affidamento e il diritto di visita sono stati pressoché continui. A partire dal gennaio 2013 è emerso che la figlia mostrava chiari segni di rifiuto del padre, tra i quali anche sintomi psicosomatici come tremori e forti pianti. La bambina rifiutava ogni contatto con il padre. La bambina ha fatto suo l'atteggiamento negativo della madre nei confronti del padre. La madre dipingeva il padre come una minaccia, con accuse ripetute e non provate. Nel febbraio 2018, il tribunale locale di Cottbus ha colto il rifiuto della bambina, ormai adolescente, come un'opportunità per escludere i contatti del padre con la figlia. Pur rispettando l'atteggiamento di rifiuto della figlia, il padre temeva l’interruzione definitiva della loro relazione e pertanto ha presentato ricorso contro la decisione.

 

Legittima esclusione di ogni contatto onde evitare di recar danno al bene del bambino

Il Tribunale superiore del Brandeburgo ha confermato la decisione di prima istanza e ha quindi respinto il ricorso del padre della minore. La decisione di cancellare i contatti, anche in considerazione del principio di proporzionalità, era finalizzata a contrastare una minaccia allo sviluppo psicologico ed emotivo della minore, di ormai 15 anni e mezzo. Un contatto forzato con il padre avrebbe compromesso in modo significativo il bene della minore. Quest’ultima manifestava ormai un atteggiamento di radicale e profondo rifiuto nei confronti del padre.

 Se un figlio adolescente sviluppa un rifiuto deciso e profondo del padre, ciò giustifica la cancellazione di ogni contatto. Questo vale anche se la volontà del minore è stata manipolata dalla madre. Lo ha deciso il Tribunale regionale superiore [OLG – Corte d’appello] del Brandeburgo.

Nel caso in esame si tratta di genitori separatisi nel 2011, la cui bambina, aveva all'epoca circa otto anni. Da allora, i procedimenti per l'affidamento e il diritto di visita sono stati pressoché continui. A partire dal gennaio 2013 è emerso che la figlia mostrava chiari segni di rifiuto del padre, tra i quali anche sintomi psicosomatici come tremori e forti pianti. La bambina rifiutava ogni contatto con il padre. La bambina ha fatto suo l'atteggiamento negativo della madre nei confronti del padre. La madre dipingeva il padre come una minaccia, con accuse ripetute e non provate. Nel febbraio 2018, il tribunale locale di Cottbus ha colto il rifiuto della bambina, ormai adolescente, come un'opportunità per escludere i contatti del padre con la figlia. Pur rispettando l'atteggiamento di rifiuto della figlia, il padre temeva l’interruzione definitiva della loro relazione e pertanto ha presentato ricorso contro la decisione.

 

Legittima esclusione di ogni contatto onde evitare di recar danno al bene del bambino

Il Tribunale superiore del Brandeburgo ha confermato la decisione di prima istanza e ha quindi respinto il ricorso del padre della minore. La decisione di cancellare i contatti, anche in considerazione del principio di proporzionalità, era finalizzata a contrastare una minaccia allo sviluppo psicologico ed emotivo della minore, di ormai 15 anni e mezzo. Un contatto forzato con il padre avrebbe compromesso in modo significativo il bene della minore. Quest’ultima manifestava ormai un atteggiamento di radicale e profondo rifiuto nei confronti del padre.

 

Si deve tenere conto della volontà del minore seppur manipolata dalla madre.

Secondo il Tribunale regionale superiore [OLG – Corte d’appello] alcuni elementi suggeriscono che l'atteggiamento di rifiuto della minore sia stato causato dalla madre. Ma anche una volontà manipolata non può essere ignorata. La minore ha un'età in cui è in grado di elaborare una volontà propria e merita pertanto che il suo modo di vedere e i suoi desideri vengano tenuti in considerazione. La volontà manipolata del minore va ignorata solo nel caso in cui le sue dichiarazioni non corrispondano con le condizioni del legame stesso e ciò non era presente nel caso in esame.


Traduzione a cura di Dr. Marinella Colombo                                                                                            
Riproduzione della traduzione permessa solo previa autorizzazione da richiedersi a: sportellojugendamt@gmail.com

 

Fonte: https://mobil.kostenlose-urteile.de/OLG-Brandenburg_9-UF-8618_Umgangsausschluss-des-Vaters-mit-seinem-jugendlichen-Kind-wegen-grundlegender-Ablehnungshaltung-gegenueber-Vater.news28471.htm

 

Sentenza completa > https://openjur.de/u/2252949.html


mercoledì 19 luglio 2023

Discriminazione di fatto tra genitori tedeschi e non

 "Discriminazione di fatto tra genitori tedeschi e non".

Leggiamo nella recente interrogazione parlamentare alla commissione europea, presentata da un'eurodeputata francese, ciò che sosteniamo da anni e che tanti, troppi genitori non tedeschi vivono nella quotidianità e nel dolore di aver perso ogni contatto con i figli.





L'interrogazione precisa:

"Il regolamento stabilisce inoltre che qualsiasi riferimento all'interesse superiore del minore deve essere interpretato alla luce dell'articolo 24 della Carta dei diritti fondamentali dell'UE, che è giuridicamente vincolante per gli Stati membri, e della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo.

L'articolo 24 afferma che "ogni bambino ha il diritto di intrattenere regolarmente relazioni personali e contatti diretti con entrambi i genitori, a meno che ciò non sia contrario all'interesse superiore del bambino".

Tuttavia, in termini di responsabilità genitoriale, numerose decisioni dello Jugendamt, l’amministrazione tedesca per la gioventù, mettono in discussione questo principio, creando di fatto una discriminazione tra genitori tedeschi e non (perdita della potestà genitoriale, del diritto di visita, ecc.)"

Più sotto riportiamo il documento originale (e link relativo) pubblicato sul sito del parlamento europeo






Question prioritaire avec demande de réponse écrite P-002066/2023

à la Commission

Article 138 du règlement intérieur

Nathalie Colin-Oesterlé (PPE)

Objet:          Litiges familiaux transfrontaliers

En tant qu’États parties à la Convention des Nations unies relative aux droits de l’enfant (CNUDE), les États membres sont assujettis à ses règles.

Le Conseil a adopté, le 25 juin 2019, le règlement (UE) 2019/1111, lequel entend renforcer les droits des enfants dans les cas de litiges familiaux transfrontaliers au sein de l’Union européenne.

Les règles de compétence en matière de responsabilité parentale sont conçues en fonction de l’intérêt supérieur de l’enfant. De même, elles devraient être appliquées dans le respect de ce dernier.

Il est également indiqué dans le règlement que toute référence à l’intérêt supérieur de l’enfant devrait être interprétée à la lumière de l’article 24 de la charte des droits fondamentaux de l’Union, juridiquement contraignante pour les États membres, ainsi que de la CNUDE.

L’article 24 précise notamment que «tout enfant a le droit d’entretenir régulièrement des relations personnelles et des contacts directs avec ses deux parents, sauf si cela est contraire à son intérêt».

Pourtant, en matière de responsabilité parentale, de nombreuses décisions du Jugendamt, le service allemand d’aide sociale à l’enfance, remettent en cause ce principe, créant de facto une discrimination entre le parent allemand et le parent non allemand (perte de l’autorité parentale, droit de visite…).

Comment la Commission, en sa qualité de gardienne des traités, compte-t-elle remédier à cette situation?

Dépôt: 29.6.2023

Fonte: https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/P-9-2023-002066_FR.html


In inglese:

Priority question for written answer P-002066/2023

to the Commission

Rule 138

Nathalie Colin-Oesterlé (PPE)

Subject:       Cross-border family conflicts

As States parties to the UN Convention on the Rights of the Child (UNCRC), the Member States are bound by its rules.

On 25 June 2019, the Council adopted Regulation (EU) 2019/1111, which aims to strengthen children’s rights in cross-border family conflicts within the European Union.

The grounds of jurisdiction in matters of parental responsibility are shaped according to the best interests of the child. They should also be applied with due regard for that child.

The Regulation also states that any reference to the best interests of the child should be interpreted in light of Article 24 of the Charter of Fundamental Rights of the European Union, which is legally binding for the Member States, as well as the UNCRC.

Article 24 also specifies in particular that ‘every child shall have the right to maintain on a regular basis a personal relationship and direct contact with both his or her parents, unless that is contrary to his or her interests’.

However, in matters of parental responsibility, many decisions made by the Jugendamt – Germany’s child welfare service – call this principle into question, creating de facto discrimination between the German parent and the non-German parent, including loss of parental authority and rights of access.

As guardian of the Treaties, how does the Commission intend to address this situation?

Submitted:29.6.2023

 Fonte: https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/P-9-2023-002066_EN.html




mercoledì 24 febbraio 2021

La doppia faccia della giustizia familiare

 Non sei una buona madre se sei Italiana


La settimana scorsa abbiamo illustrato come un trasferimento in Germania possa comportare la perdita dei figli, portando ad esempio il caso concreto di un papà italiano. Oggi vogliamo illustrare, sempre basandoci su storie vere e ben documentate, ciò che succede se invece è la mamma del bambino ad essere italiana e il padre è tedesco. L’inizio della vicenda non ha nulla di particolare, i due si conoscono in Italia, si innamorano, si sposano, dal loro amore nasce un bambino. Poi lui la convince a trasferirsi in Germania ed è così che tutta la famiglia si trova sottoposta alla giurisdizione tedesca. Lei, come la maggior parte delle persone, ovviamente non sa nulla del sistema familiare di quel paese, inoltre pensa che tutto ciò non la riguardi, perché loro tre sono una famiglia unita. Quando però il comportamento del marito cambia e lei scopre con orrore il passato, ed ora anche il presente nascosto dell’uomo che ha sposato, dovrà scoprire anche come funziona il sistema familiare tedesco. Il marito era tossicodipendente ed è ora ricaduto nella dipendenza, ecco il motivo del suo cambiamento. La vita in comune si fa insostenibile e per tutelare sia se stessa che il bambino, si separa. Resta in Germania e continua a far frequentare al figlio il padre, cercando di nascondere al piccolo la triste dipendenza. Si adopera in tutti i modi affinché il piccolo continui a guardare il padre come il suo eroe, affinché i legami con la famiglia paterna si mantengano forti, affinché loro due genitori continuino a dialogare per il bene del bimbo. Lui si dimostra riconoscente nei confronti della moglie, lodandola spesso per come educa il bambino e per come ha imparato a gestire la sua vita in un paese straniero. Sembrerebbe che i due adulti siano riusciti in modo lucido e responsabile a gestire la nuova situazione e, tra un ricovero in clinica e l’altro, la famigliola si incontra per far sì che papà e figlio si vedano, ma i due non restano mai da soli, bensì sempre con almeno un membro della famiglia paterna presso cui la mamma porta il bambino. Ma quest’uomo, questo padre, mentre da un lato continua a dire e scrivere alla moglie quanto apprezza il suo operato, dall’altra la trascina in tribunale, sostenuto da un’avvocatessa decisa a far passare questa mamma per una, come oggi si dice, “madre malevola”.

Poiché non le si può oggettivamente rimproverare nulla e per fare in modo che la sua accondiscendenza vacilli, le si chiede di dar via a degli incontri in cui padre e bambino restino da soli. Di fronte ai problemi del marito, la donna non se la sente di avvallare tale modalità e chiede con forza la presenza di una terza persona che si prenda la responsabilità di quanto potrebbe accadere o meglio, che impedisca si concretizzino situazioni problematiche. Lei non vuole assolutamente essere sempre presente, ma chiede che gli incontri si svolgano con un parente (della famiglia paterna, visto che la sua è in Italia!) o con la persona che il giudice vorrà designare ed alla quale conferirà la responsabilità degli incontri. Il padre è unanimemente riconosciuto come affetto da dipendenza da sostanze e, secondo quanto scrive la sua stessa avvocata, in maniera irreversibile ed è forse per questo che nessuno vuole assumersi tale responsabilità. Il giudice non è stato fino ad ora in grado di nominare nessuno che svolga questo ruolo e le udienze in tribunale continuano. In quelle aule si procede lentamente ma inesorabilmente al capovolgimento dei fatti: il problema non è più il padre con dipendenze che entra ed esce dalle cliniche, ma la madre italiana che impedirebbe il rapporto padre-figlio. La spiegazione sintetica di quanto accade è una sola: la mamma è italiana e il padre è tedesco e questa è la giustizia equa e giusta del 2021 in Germania, Europa.

Dott.ssa Marinella Colombo

Fonte: https://www.ilpattosociale.it/rubriche/achtung-binational-babies-la-doppia-faccia-della-giustizia-familiare/





mercoledì 17 febbraio 2021

Missione o massacro? Un trasferimento in Germania può trasformarsi da avanzamento di carriera a incubo per la perdita dei figli


Negli articoli precedenti di questa rubrica abbiamo ripetutamente evidenziato come i bambini binazionali con un genitore tedesco ed uno straniero, nel nostro caso italiano, vengano sempre affidati al genitore tedesco, anche se con tutta evidenza inidoneo. Se, pur risiedendo in Germania, entrambi i genitori non sono tedeschi, l’affido andrà a colui che intende rimanere in Germania ed è più legato a lingua, mentalità e cultura di quel paese. Se nessuno dei due ha i requisiti necessari, il bambino viene dato, a breve o medio termine, ad una delle famiglie affidatarie selezionate dallo Jugendamt, l’ormai nota Amministrazione (tedesca) per la gioventù. Tutte le iniziative vengono rivestite con una buona dose di legalità, poiché ogni decisione viene presa, come indicato dalla legge, sia tedesca che internazionale, nel nome del “bene del bambino” (Kindeswohl). Ovviamente nessuna Autorità non tedesca – quelle italiane purtroppo brillano per la solitudine nella quale lasciano spesso i propri connazionali - si è mai preoccupata di indagare a fondo e sulla base di prove ed evidenze, in che cosa consista questo Kindeswohl. Consiste nel permettere alla Germania di impossessarsi di ogni bambino che abbia risieduto per almeno sei mesi sul suo territorio. Per quanto incredibile questo possa sembrare, succede anche di peggio. Il trasferimento che il datore di lavoro propone, o addirittura la missione all’estero a cui vengono chiamati alcuni militari dello Stato italiano rischia di trasformarsi, da riconoscimento e gratificazione, nel peggiore incubo della propria vita. Può succedere - e succede! - che il militare che si trasferisce con moglie e prole faccia rientro in Italia, dopo 3-4 anni, al termine della missione, spogliato di ogni diritto sui propri figli e spogliato anche dei propri averi che ha dovuto lasciare alla ormai ex-moglie che vuole rimanere in Germania. Le accuse lanciate contro il genitore italiano, in questi casi di solito il padre, non hanno bisogno di essere provate davanti al giudice tedesco ed hanno per conseguenza il suo allontanamento dalla casa e dai figli. L’avvocato in Germania - purtroppo la quasi totalità di quelli residenti in quel paese con nazionalità italiana o conoscenza della nostra lingua - non solo non difende efficacemente il proprio cliente, ma arriva a dirgli “Lei tornerà in Italia, sua moglie vuole restare qui ed è libera di farlo, mentre il bambino ormai si è abituato e non può essere sradicato, il bambino ormai è tedesco, rimarrà in Germania”. Inutile precisare che stiamo parlando di bambini interamente italiani o comunque senza una sola goccia di sangue tedesco. Per descrivere i sentimenti che affollano l’animo di un genitore che si sente dare una simile spiegazione, oltretutto dal proprio avvocato, non basterebbe lo spazio di questo articolo. Se l’atteggiamento delle autorità tedesche è inaccettabile, la reazione italiana lo è, se possibile, ancora di più: lo Stato Italiano, che il militare è andato a rappresentare e servire in Germania, non solo non supporta il proprio concittadino, non solo non previene mettendo in guarda del pericolo chi ancora non è partito, ma non sostiene chi di questi genitori tenta, purtroppo da solo, di non perdere quanto gli è più caro nella vita, i propri figli. Non solo i tribunali tedeschi considerano tedeschi questi bambini italiani, anche i tribunali italiani, che restano territorialmente competenti per molti aspetti delle problematiche familiari, trovano però molto più “comodo” delegare quelli tedeschi persino per quegli aspetti legali che, secondo i regolamenti europei, restano inequivocabilmente di competenza italiana. Chi si rivolge a Consolati ed Ambasciata, almeno per informare delle distorsioni e dei soprusi subiti, viene liquidato con lettere di circostanza nelle quali un elemento ricorre sempre: ha ragione la parte tedesca, noi qui siamo ospiti, il consolato non può intervenire nelle vicende giuridiche, ecc…

Ovviamente nessuno si aspetta né auspica ingerenze della politica nei tribunali. Ma ci si aspetta che venga fatto quello anche per cui il personale italiano all’estero è stipendiato: sostenere e restare al fianco del proprio concittadino, chiedere ed esigere dalle autorità locali informazioni precise e dettagliate, essere presente alle udienze, far valere il ruolo del Console quale giudice tutelare del minore, ecc.. Certamente ciò che ci aspettiamo è anche la spiegazione pubblica ed ufficiale del fatto che nell’ufficio del consolato che si occupa del sociale e di famiglia vengano assunti come capufficio dei cittadini tedeschi. Qualcuno potrebbe avere la sgradevole sensazione che non siano l’aiuto più indicato.

 Dott.ssa Marinella Colombo

Fonte: https://www.ilpattosociale.it/rubriche/achtung-binational-babies-missione-o-massacro/


venerdì 27 settembre 2019

Bambini sottratti ai genitori in Germania ad opera dello Jugendamt – Le cifre








































Poiché mi vengono ripetutamente chieste le statistiche relative ai bambini sottratti ai loro genitori in Germania, ripropongo le cifre ufficiali dell’Ente di statistica tedesco, Destatis, e mi permetto di evidenziare il totale: dal 2008 al 2018 sono stati sottratti ai genitori più di mezzo milione di bambini, dei quali una bassissima percentuale ha fatto ritorno a casa, la maggior parte è rimasta in strutture o affidata ad altre famiglie.
Per chi ritiene che questo non ci riguardi, ricordo pochi fatti:
  • Un’altissima percentuale di questi bambini ha almeno un genitore di origine straniera.
  • Gli italiani residenti in Germania, sia quelli registrati all’AIRE, sia quelli senza registrazione, si avvicinano al milione.
  • A queste cifre vanno aggiunti i genitori italiani residenti in Germania che si sono separati da un partner/coniuge tedesco e che sempre, solo perché italiani, vengono ritenuti genitori inidonei.

Questo è il modello di “tutela” del minore a cui si ispirano le varie Bibbiano d’Italia!

Le conclusioni possibili sono solo due:
  • la Germania è un paese di persone incapaci di occuparsi della prole ed è dunque un paese che andrebbe tenuto a debita distanza

oppure
  • siamo di fronte ad un sistema che ha mercificato il bambino a scopo soprattutto di lucro; si tratta dello stesso paese di fronte al quale l’Italia troppo spesso si inchina, anziché tutelare i propri connazionali; si tratta del paese che l’Italia prende volentieri a modello e che cerca di emulare.


Marinella Colombo 






lunedì 14 gennaio 2019

Parere della Commissione infanzia del Bundestag
























Gli attori del sistema familiare tedesco sono: Jugendamt, Giudice (Richter), Perito (Gutachter) e Controllore del procedimento (Verfahrensbeistand).


Dello Jugendamt (o Wächteramt, Ufficio di sorveglianza) e del suo ruolo di genitore di Stato si è occupata la Commissione Petizioni del Parlamento europeo: (http://jugendamt0.blogspot.com/2018/11/risoluzione-europea-contro-lo-jugendamt.html ) ed il Parlamento stesso (http://jugendamt0.blogspot.com/2018/12/esito-della-votazione-sulla-risoluzione.html ), evidenziando tra l’altro le discriminazioni che sistematicamente subisce il genitore non tedesco.

Degli altri tre attori si è occupata la Commissione infanzia del Bundestag ed ha emesso il suo parere nel mese di novembre 2018.

Credo che il testo sia sufficientemente chiaro ed inequivocabile: il sistema familiare tedesco non è qualificato e pertanto non affidabile.

Riportiamo qui sotto i passaggi salienti (testo originale seguito dalla traduzione) che si commentano da soli.


Stellungnahme der Kinderkommission des Deutschen Bundestages zum Thema „Qualitätssicherung in Kindschaftsverfahren: Qualifizierung von Familienrichterinnen und -richtern, Gutachtern und Verfahrensbeiständen“
Dichiarazione della Commissione infanzia del Bundestag tedesco sul tema "Garanzia di qualità nei procedimenti per l'infanzia: qualificazione di giudici di famiglia, esperti e Verfahrensbeiständen".


Im Jahr 2017 gab es über 340.000 Kindschaftsverfahren (Familiengerichtliche Verfahren ohne Scheidung und Ehesachen an Amtsgerichten und Oberlandesgerichten)
Nel 2017 sono stati aperti più di 340.000 procedimenti per l'affidamento dei figli (procedimenti familiari esclusi quelli di divorzio e separazione presso le Preture e le Corti d’Appello).


Das staatliche Wächteramt erfordert einerseits, jedes Kind vor Gefährdung und Schaden zu schützen, und andererseits garantiert die Verfassung, die Integrität und das Erziehungsrecht von Familien zu achten
Da una parte, lo Jugendamt (chiamato nel testo “Ufficio di sorveglianza statale”) deve proteggere ogni bambino da pericoli e danni, e dall'altro la Legge fondamentale (La Germania non ha una costituzione!) impone di rispettare, l'integrità e il diritto della famiglia all’educazione


Die Kinderkommission hat sich in drei Expertenanhörungen mit den Herausforderungen beschäftigt, die sich den genannten Professionen stellen. Zusätzlich wurden betroffene Kinder und Jugendliche zu ihren Erfahrungen befragt.
In tre audizioni di esperti, la Commissione per l'infanzia ha affrontato il tema delle capacità che i professionisti devono avere. Inoltre sono stati ascoltati relativamente alle loro esperienze dei bambini e dei ragazzi.


Die Kinderkommission musste zur Kenntnis nehmen, dass die angehörten Experten Mängel bei der Qualifikation, dem Aufgabenverständnis und den Verfahrensabläufen benannten. Auch wurden strukturelle Defizite festgestellt
La Commissione infanzia ha dovuto prendere atto del fatto che gli esperti consultati hanno individuato carenze nelle qualifiche, nella comprensione dei compiti e nelle procedure. Sono stati rilevati anche deficit strutturali.


1.1. Gruppe der Richter und Richterinnen
1.1. Primo gruppo: i giudici

Familienrecht wird in der Ausbildung der Juristen nicht oder nur in geringem Maße vermittelt, und zwar weder im Studium noch im Referendariat
Il diritto di famiglia non viene insegnato affatto o solo in misura limitata ai giuristi, né durante gli studi, né durante il tirocinio.

Die formalen Anforderungen wurden im Zusammenhang mit der Wiedervereinigung reduziert, so dass anstelle von drei Jahren nunmehr ein einziges Jahr Berufserfahrung für eine Bestellung zum Familienrichter ausreicht
Dalla riunificazione (1989), i requisiti formali sono stati ridotti, cosicché, invece di tre anni, è ora sufficiente un anno di esperienza professionale per la nomina a giudice di famiglia.

Weitere formale Voraussetzungen für die Eingangsbestellung, wie sie etwa für das Insolvenzrecht gelten, bestehen nicht.
Per la nomina non esistono altri requisiti formali, come avviene invece per i giudici fallimentari.

Die Zahl der offenen Stellen überschreitet die Nachfrage
Il numero dei posti scoperti è superiore all’offerta


1.2. Gruppe der psychologischen Sachverständigen bzw. Gutachter und Gutachterinnen
1.2. Secondo gruppo: i periti (psicologi ed esperti)

An den 50 universitären Psychologischen Instituten in Deutschland gibt es keine Professur für Rechtspsychologie
Non esiste una cattedra di psicologia giuridica presso i 50 Istituti di Psicologia delle Università in Germania

Der Richter oder die Richterin bestellt den/die Sachverständigen nach eigenem Ermessen
Il giudice nomina il perito (CTU) a sua discrezione

Einige Experten nannten außerdem Mängel in der Abfassung von Gutachten, so werde beispielsweise nicht immer die Tatsachen-beschreibung von ihrer Interpretation getrennt
Alcuni esperti (quelli scelti dalla commissione infanzia del Bundestag) hanno anche menzionato carenze nella redazione dei pareri degli esperti, ad esempio, la descrizione dei fatti non sempre separata dall’interpretazione personale.


1.3. Gruppe der Verfahrensbeistände
1.3. Terzo gruppo: i Verfahrensbeistände (di solito erroneamente tradotto con “avvocato del bambino

Die gesetzliche Anforderung sei lediglich „geeignete Person“. Dies sei aber zu unspezifisch
Il requisito giuridico è semplicemente "persona adatta". Ma questo è troppo generico.

So wurde beispielsweise bemängelt, dass Verfahrensbeistände ihre Aufgaben diffus wahrnähmen, ihre Rolle nicht klar von anderen professionellen Akteuren abgrenzten, z. B. zur psychologischen Begutachtung, und nicht immer zwischen Kindeswillen und Kindeswohl unterscheiden könnten
Ad esempio, è stato criticato il fatto che i consulenti procedurali svolgono i loro compiti in modo non chiaro, non distinguono chiaramente il loro ruolo da quello degli altri attori professionisti coinvolti, ad esempio relativamente alla valutazione psicologica, e non sempre sanno distinguere tra la volontà del bambino e il bene del bambino.


2. Handlungsempfehlungen
2. Raccomandazioni attuative

Die Kinderkommission fordert eine verbindliche Qualifizierung von Familienrichterinnen und –richtern
La Commissione infanzia auspica una qualificazione obbligatoria per i giudici familiari



Entsprechend soll das Familienrecht in der universitären Ausbildung gestärkt werden.
Di conseguenza, il diritto di famiglia dovrebbe essere maggiormente insegnato durante la formazione universitaria.

Die Kinderkommission fordert die Weiterführung des Prozesses zur Qualifizierung von psychologischen Sachverständigen. Dazu gehören die verpflichtende Fort- und Weiterbildung von Sachverständigen und der Ausbau der dazugehörigen Strukturen.
Wichtig ist darüber hinaus, die Rechtspsychologie an den Universitäten zu stärken,
La Commissione infanzia auspica la continuazione del processo di qualificazione degli esperti psicologici. Ciò include la formazione continua obbligatoria e l'ampliamento delle strutture associate.
È inoltre importante rafforzare l’insegnamento della psicologia forense nelle università.

[Es] sollte deshalb nicht länger davon ausgegangen werden, dass Psychotherapeuten grundsätzlich die Befähigung zur Erstellung psychologischer Gutachten im Familienrecht besitzen
Non si deve quindi più dare per scontato che gli psicoterapeuti siano di solito qualificati per la redazione di perizie psicologiche nell’ambito del diritto di famiglia.

Die Kinderkommission fordert verbindliche Qualitätsstandards für Verfahrensbeistände.
La Commissione infanzia auspica l'introduzione di norme di qualità vincolanti per i Verfahrensbeistände.

Es muss sichergestellt werden, dass die Auswahl der Verfahrensbeistände transparent und unter Einbeziehung der betroffenen Kinder erfolgt.
Diese sollten ihren Verfahrensbeistand ablehnen können.
Occorre garantire che la selezione dei Verfahrensbeistände sia trasparente e coinvolga i bambini interessati.
Essi dovrebbero poter rifiutare il Verfahrensbeistand loro assegnato [!].

Die Kinderkommission fordert verbindliche Standards bei der Anhörung von Kindern.
La Commissione infanzia richiede anche standard /protocolli vincolanti per l’ascolto dei minori.

Kinder und Jugendliche müssen während des Verfahrens nachfragen und sich beschweren können.
I bambini e gli adolescenti devono poter fare domande e lamentarsi durante il procedimento.

Kinder und Jugendliche möchten den vom Gericht bestellten Verfahrensbeistand ablehnen oder wechseln können.
I bambini e gli adolescenti desiderano poter rifiutare o cambiare il Verfahrensbeistand nominato dal tribunale.



sabato 4 agosto 2018

Quei viaggi senza ritorno dei bambini italiani … ma c’è chi riesce a far invertire il senso di marcia.

Torna in Italia la piccola A-G. S., portata illecitamente in Germania un anno fa!!

















La posizione delle istituzioni Italiane nei casi di sottrazione internazionale ha fatto sorgere in non pochi genitori e addetti del settore il dubbio che ci fosse un accordo (ovviamente da non rendere noto, in nessun caso!) stipulato tra dette istituzioni e gli omologhi degli altri paesi. Da anni l’Italia primeggia infatti nella statistica dei paesi che eseguono i rimpatri, cioè mandano i bambini dall’Italia verso l’estero, immediatamente dopo il primo grado di giudizio, quello del Tribunale per i Minorenni, ma si pone come fanalino di coda nei casi in cui il bambino sia stato portato illecitamente all’estero e debba rientrare in Italia. In sostanza, i bambini vengono mandati velocissimamente all’estero, ma quando si tratta invece di farli rientrare nessuno si muove e i bambini non rientrano. Peggio, il genitore che tenta di ottenere il rimpatrio non solo non viene aiutato, ma viene ostacolato dal suo stesso Paese.
Il caso più difficile e complicato è quello in cui il bambino è stato portato in Germania. Se l’Italia primeggia nel “regalare” agli altri paesi i propri figli, la Germania lo fa in senso inverso: trattiene sempre e comunque i bambini che hanno messo piede sul suolo tedesco. Il concetto nazionalista di “bene del bambino”, lo stravolgimento dei regolamenti europei e soprattutto i codici di procedura teutonici fanno sì che nessun bambino possa lasciare la Germania, anche se vi è stato portato a seguito di una sottrazione.
Questo noi non lo accettiamo! I bambini sottratti dall'Italia, in Italia devono tornare, tutti!!

Questo non è uno slogan, questo è il nostro impegno che diventa concretezza e … rimpatrio!
E’ infatti con estrema soddisfazione e gioia che vi comunico che siamo riusciti (anzi riuscite) ad ottenere il decreto di rimpatrio del giudice di Colonia per la piccola A.G.S., di 9 anni, portata un anno fa in Germania dalla madre senza il consenso e all'insaputa del padre.
La famiglia del padre ci aveva contattato quando era ormai molto tardi e dunque ottenere il rimpatrio era una davvero un’ardua impresa. Ma questo papà, che continua a voler giustamente fare il padre, senza pensare né aver mai pensato di eliminare o di sostituirsi alla madre, meritava il nostro sostegno. In Germania la bambina aveva perso il padre, in Italia potrà avere, anche se separati, entrambi i genitori. Così dovrebbe intendersi e così intendiamo noi la “tutela del minore”.

Con questo “noi” intendo l’Avv. Irene Margherita Gonnelli e tutte le persone che hanno voluto unire la loro professionalità e le loro competenze alle mie. Le persone che con me hanno creato una rete davvero efficiente nel coordinare l’intervento di istituzioni e di professionisti altamente qualificati per realizzare la tutela del minore italiano (o comunque residente in Italia) sottratto. A noi non interessa il passaporto, né il genere, né il colore della pelle, ma solo il fatto che i bambini portati via illecitamente dall’Italia devono farvi ritorno!

Dott.ssa Marinella Colombo

Avv. Irene Margherita Gonnelli

lunedì 25 giugno 2018

Lettera del Ministero tedesco con spiegazione relativa allo Jugendamt











Indagine della Commissione Petizioni del Parlamento Europeo
relativa al ruolo dello Jugendamt nei procedimenti familiari

A domande scritte della Commissione Petizioni del Parlamento Europeo, il Ministero Federale [tedesco] per la famiglia, gli anziani, le donne e i giovani (Bundesministerium für Familie, Senioren, Frauen und Jugend) risponde come segue (traduzione integrale in italiano).



1.  Potreste per favore elencare sulla base di quali principi lo Jugendamt[1] esercita la propria attività?

L’azione degli Jugendamt è basata sugli assunti prevalenti del § 1 del libro VIII del Codice sociale tedesco (SGB VIII), secondo i quali ogni giovane persona ha diritto al supporto nel suo sviluppo ed educazione, tale da renderlo una persona responsabile e atta alla vita sociale. La cura e l’educazione dei bambini rappresentano in questo il diritto naturale dei genitori ed il loro primo dovere; lo Stato interviene (solo) in qualità di “Amministrazione di controllo” [Wächteramt], Articolo 6, par. 2 della Legge fondamentale (GG). “L’aiuto alla gioventù” [Jugendhilfe] deve soprattutto favorire i giovani nel loro sviluppo individuale e sociale e contribuire ad evitare o eliminare gli svantaggi, deve consigliare e supportare i genitori e altri detentori dell’affido nell’educazione, deve proteggere i bambini e i giovani da pericoli al loro benessere, così come anche contribuire a mantenere o creare condizioni di vita positive per i giovani e le loro famiglie e un ambiente positivo per i bambini e le famiglie.  
I compiti che gli Jugendamt devono svolgere nell'ambito dell'aiuto pubblico ai giovani sono molteplici e spaziano dalle semplici offerte di consulenza e aiuto, ai doveri di coinvolgimento, fino agli obblighi di notifica e alle misure con carattere di intervento.
In linea di principio, gli Jugendamt non possono agire contro la volontà degli aventi diritto alla “cura della persona” [Personensorgeberechtigte][2], ad eccezione degli interventi urgenti[3] a breve termine in caso di pericolo per il benessere del bambino o del giovane.
Interventi di più lunga durata nel diritto all'educazione dei genitori, richiedono invece sempre una decisione del Tribunale familiare (cfr. ad es. 42 comma 3 frase 2 numero 2 SGB VIII).

Gli Jugendamt esercitano un'attività sovrana in quanto autorità municipale. In quanto tale, essi hanno il diritto di adottare provvedimenti e fornire servizi. In questo, essi sono vincolati dalla legge e dal diritto derivanti dall'articolo 20 capoverso 3 della Legge Fondamentale [Grundgesetz]. Pertanto, nelle loro decisioni, devono tenere conto e, per quanto possibile, conciliare in modo proporzionato tutte le posizioni giuridiche - comprese quelle protette dal diritto costituzionale - di tutte le parti interessate (ad esempio i bambini[4] e i loro genitori). Altri principi essenziali delle attività degli Jugendamt sono in particolare il dovere di tenere conto del desiderio e delle scelte dei beneficiari dei servizi (5 SGB VIII) nell'erogazione di tali servizi e l’ampia partecipazione delle persone aventi diritto all'affidamento e del bambino o del giovane ai processi decisionali e di aiuto.


2. Secondo il § 1697a BGB [Codice Civile Tedesco] ogni decisione va emessa sulla base del cosiddetto “principio del bene del bambino” [Kindeswohlprinzip]. Potreste definire il significato di “Kindeswohl” (bene del bambino) e citarne il fondamento giuridico nel Diritto tedesco? Il significato è applicabile anche alla “cura del patrimonio” [Vermögenssorge] o alla “cura della persona” [Personensorge]?

Il “principio del bene del bambino” [Kindeswohlprinzip] è il principio fondamentale e tema dominante di tutto il Diritto minorile; è l'orientamento costituzionale della “Amministrazione di controllo” [Wächteramt] Statale sui Diritti dei genitori (Corte Costituzionale, sentenza del 29 luglio 1959 – Raccolta sentenza CC 10, 59, 82; ultima decisione 3 febbraio 2017). Il significato di “Kindeswohl” (bene del bambino) è un termine giuridicamente non definito. Non esiste una definizione di Legge di questo concetto. Il significato di “Kindeswohl” (bene del bambino) va piuttosto ricercato nella giurisprudenza e nei criteri sviluppatisi con l’applicazione della Legge nei singoli casi.

In questo caso vanno tenute in considerazione le effettive circostanze del caso concreto, così come anche i fondati interessi delle parti in causa[5]. Poiché nessun bambino è uguale ad un altro e nessun rapporto genitoriale è paragonabile ad un altro, la concreta ponderazione dei diversi punti di vista non può essere trattata a mezzo della Legge. Vanno piuttosto considerate e valutate tutte le circostanze del singolo caso.
La giurisprudenza fa riferimento, per esempio nell'esame del “bene del bambino” in procedimenti portanti sull'affido, ai diversi cosiddetti criteri per l'affido, come il principio del sostegno [Förderungsprinzip], il principio della continuità [Kontinuitätsprinzip], così come anche i legami del bambino e la sua volontà.
Nella applicazione della legge devono anche trovare posto le attuali scoperte delle scienze extragiuridiche, quali ad esempio la pedagogia e la psicologia. Il legislatore non può tenere in considerazione tutte le possibili costellazioni di casi e regolarle tutte.
Proprio nel diritto di famiglia si deve dunque rinunciare a concetti giuridicamente definiti e non si possono dare definizioni univoche. Relativamente al concetto di “bene del bambino”, si trovano determinati concetti giuridicamente non definiti anche negli ordinamenti di altri Stati europei, così come anche nelle convenzioni internazionali.  Il “bene del bambino” quale principio basilare viene comunque particolarmente normato in numerosi e singoli articoli,  per esempio nei §§ 1631b, 1631d par. 1 capoverso 2, e 1634 par. 4 del Codice civile tedesco [BGB] che includono la regolamentazione nell'ambito della cura della persona; il §  1697a del Codice civile tedesco funge da orientamento generale e chiarisce l'autorevolezza del “bene del bambino” in quanto fondamento decisionale in ogni procedimento portante sull'affido e sul diritto di contatto. Va pertanto tenuto in considerazione anche nell'ambito delle decisioni sulla cura della persona o del patrimonio che sono parte della cura genitoriale.


3. In quale paragrafo del Codice civile tedesco [BGB] (a parte il § 1626, con il quale si definisce il concetto di “cura genitoriale” [elterliche Sorge]) si trova la definizione di “affido” [Sorgerecht]? Quale organo emette le decisioni relative alla “cura del patrimonio” [Vermögenssorge] del bambino? In questo caso è responsabile lo Jugendamt o il Tribunale familiare?

Il § 1626 Codice civile tedesco spiega il concetto di cura genitoriale e chiarisce che in esso sono comprese la cura della persona e del patrimonio. Dal § 1626 Cct si deduce che la cura genitoriale comprende anche la rappresentanza del bambino. Il contenuto della “cura della persona” [Personensorge] si deduce dal § 1631 Cct. e segg. Le regole relative alla “cura del patrimonio” [Vermögenssorge] si trovano nel § 1638 Cct. e segg. I decreti portanti sulla “cura del patrimonio” [Vermögenssorge] in quanto parte della cura genitoriale vengono emessi dal Tribunale familiare[6].


4. Potreste spiegare come la “tolleranza del legame” [Bindungstoleranz] viene interpretata dallo Jugendamt e dalle altre parti coinvolte nei procedimenti familiari?

Il concetto di “tolleranza del legame” [Bindungstoleranz] descrive la capacità dei genitori, soprattutto anche nelle dispute per l’affido, di dare al bambino un’immagine positiva dell’altro genitore e di permettere, senza tensioni, il contatto del bambino con quest’ultimo. La “tolleranza del legame” [Bindungstoleranz] dei genitori può essere determinante nelle decisioni sull’affido.


5. Quanti bambini sono toccati ogni anno dai provvedimenti o decisioni dello Jugendamt?[7]

Per via della generale competenza degli Jugendamt nell’aiuto a bambini e giovani [Kinder- und Jugendhilfe], come descritto al punto 1., fondamentalmente tutti i bambini sono, direttamente o indirettamente, interessati da provvedimenti e decreti dello Jugendamt. Non è possibile sapere il numero dei bambini coinvolti nei singoli provvedimenti. Da un lato, vengono registrate statisticamente solo alcune aree parziali. D'altra parte, nelle statistiche parziali più significative, viene registrato solo il numero dei provvedimenti e non quello dei bambini coinvolti. A causa della sovrapposizione delle diverse aree di responsabilità, il conteggio non è opportuno.


Con quali e quante Associazioni, Istituzioni e Fondazioni, “freie Träger” collabora lo Jugendamt?

Questo numero non è stato fino ad ora statisticamente rilevato.


Di quanti dipendenti dispongono i circa 700 Jugendamt e le associazioni non statali che lavorano con lo Jugendamt a protezione del “bene del bambino” [Kindeswohl]?

Il numero di enti locali che dispongono di un proprio Jugendamt è di 560[8]. Una indicazione del numero richiesto è possibile solo se si utilizza in modo esteso l'espressione "tutela del bene del bambino [Kindeswohl]", applicandola a tutti i servizi di aiuto a bambini e giovani. In totale 761.758 persone sono impiegate e remunerate in strutture, amministrazioni e Uffici per l’aiuto a bambini e giovani[9]. Al netto di altri tipi di collaborazione, il numero totale dei dipendenti è di 709.738 persone nella categoria “dipendenti, lavoratori, impiegati statali[10].


A quanto ammonta il budget annuale di uno [degli] Jugendamt? Tali cifre sono pubbliche?

Le statistiche ufficiali sull'aiuto a bambini e giovani mostrano gli esborsi per i vari programmi a livello federale, compreso il livello comunale.
I dati che esulano dalle pubblicazioni standard dell'Ufficio federale di statistica[11] sono accessibili a pagamento tramite gli Uffici nazionali di statistica [NdT.: non è specificato se il ministero non abbia tali statistiche o se invita il Parlamento a procurarsele in proprio, previo pagamento].
I dati dei singoli comuni non sono segreti. Nel 2014, a livello comunale, è stato versato un importo totale di € 35.449.813.757.
Calcolando la ripartizione sui 563 Jugendamt, per l’anno di riferimento corrisponde un importo medio di 63 milioni di euro per ognuno degli Jugendamt.
I bilanci effettivi differiscono inoltre in funzione della popolazione che vive nella rispettiva area di competenza. Le differenze di bilancio si spiegano, ad esempio, con i programmi di sovvenzioni statali, con i quali, ad esempio, i gestori degli asili nido sono in parte finanziati direttamente dallo Stato. Altre differenze sono legate alla struttura sociale della popolazione. Un confronto sovra-regionale degli esborsi comunali non è possibile su base forfettaria, perché va tenuto conto delle particolarità locali.


6. Quale autorità a livello statale o federale controlla le attività degli Jugendamt?

Gli uffici degli Jugendamt, in quanto istituzioni pubbliche locali per l'aiuto ai giovani, fanno parte dell'amministrazione (autonoma) comunale. Questa è soggetta alla supervisione legale organizzata all'interno del rispettivo stato federale che esamina la legittimità delle decisioni degli Jugendamt.
In ognuno dei Länder della Repubblica federale di Germania è diversamente regolato quale autorità è responsabile della supervisione giuridica dei singoli Jugendamt.
Non esiste un’istanza di controllo federale sulle decisioni degli Jugendamt.
A livello federale si stabiliscono le norme del Codice sociale tedesco, Libro VIII (SGB VIII) che sono determinanti per l’aiuto a bambini e giovani e che vengono poi messe in pratica da ogni Land in autonomia, ex art. 83 della Legge fondamentale.
Naturalmente, il governo federale è in regolare contatto con i Länder circa il contenuto e l'applicazione di queste norme che riguardano, sia la progettazione di nuove regolamentazioni, sia l'applicazione di norme esistenti.
E’ esclusa l’influenza diretta della Confederazione [Bundes] sulle singole decisioni degli Jugendamt a causa della giurisdizione costituzionale della Repubblica federale di Germania. Le decisioni dello Jugendamt possono essere rivendicate dinnanzi agli organi giurisdizionali; le persone interessate possono farle riesaminare dai tribunali competenti.


A che punto della controversia viene trasmessa la raccomandazione dello Jugendamt al Tribunale familiare?

Non vi sono disposizioni procedurali per la trasmissione della raccomandazione dello Jugendamt al Tribunale. Si rimanda tuttavia alla regolamentazione della partecipazione attiva [Mitwirkung] dello Jugendamt in tribunale, ai sensi del §162 del Codice di procedura in materia familiare e di libera giurisdizione (FamFG) [testo: § 162 - Mitwirkung des Jugendamts.
(1) Das Gericht hat in Verfahren, die die Person des Kindes betreffen, das Jugendamt anzuhören. Unterbleibt die Anhörung wegen Gefahr im Verzug, ist sie unverzüglich nachzuholen.
(2) In Verfahren nach den §§ 1666 und 1666a des Bürgerlichen Gesetzbuchs ist das Jugendamt zu beteiligen. Im Übrigen ist das Jugendamt auf seinen Antrag am Verfahren zu beteiligen.
(3) In Verfahren, die die Person des Kindes betreffen, ist das Jugendamt von Terminen zu benachrichtigen und ihm sind alle Entscheidungen des Gerichts bekannt zu machen. Gegen den Beschluss steht dem Jugendamt die Beschwerde zu[12]].
Nell’ambito della partecipazione o della consultazione dello Jugendamt, anche le sue raccomandazioni vengono inviate al Tribunale.


Il genitore interessato viene informato dallo Jugendamt, prima dell'udienza, della raccomandazione di cui sopra? Un genitore ha il diritto, durante il procedimento, di opporsi alla raccomandazione dello Jugendamt?

Ai sensi del § 160 del Codice di procedura in materia familiare e di libera giurisdizione (FamFG), i genitori devono essere ascoltati nel corso del procedimento. Durante l'audizione, i genitori avranno ovviamente la possibilità di presentare le loro osservazioni relative a quanto sostenuto dallo Jugendamt. Se il tribunale intende basare la propria decisione sulle constatazioni formulate dallo Jugendamt nella sua presa di posizione, la parti avranno comunque già avuto occasione di presentare le proprie osservazioni[13] (§ 37 Par. 2 Codice di procedura in materia familiare e di libera giurisdizione (FamFG).


I genitori vengono ascoltati dallo Jugendamt prima del procedimento in tribunale? Questi ascolti vengono documentati dallo Jugendamt? I dati vengono messi a disposizione dei genitori?

Ai sensi del § 50, par. 2 Codice sociale tedesco, Libro VIII [SGB VIII], lo Jugendamt informa il tribunale della famiglia in particolare sui servizi già offerti e già messi in atto [NdT.: per esempio se ha già allontanato il bambino dalla famiglia], introduce punti di vista educativi e sociali relativamente allo sviluppo del bambino o del giovane e indica ulteriori possibilità di aiuto (per i giovani).
Nelle cause portanti su minori, lo Jugendamt informa il Tribunale sullo stato del processo di consulenza, ex § 155 par. 2 Codice di procedura in materia familiare e di libera giurisdizione [FamFG]. Questo presuppone che lo Jugendamt, prima del procedimento in tribunale, sia già entrato in contatto con i genitori e li abbia consigliati e supportati o che abbia tentato di stabilire tale contatto per poter offrire un aiuto. Come base per l’elaborazione dell’aiuto va redatto un piano di aiuto con i detentori dell’affido e con il bambino o giovane che contenga la precisazione delle necessità, del tipo di aiuto e degli interventi necessari (ved. §36 par. 2 frase 2 del Codice sociale tedesco, Libro VIII). Questo piano di aiuto [Hilfeplan] serve anche come base per l’informazione al tribunale. Non avviene nessun ascolto formale relativo alla presa di posizione che presenterà lo Jugendamt al tribunale. Nella misura in cui un piano di aiuto viene elaborato insieme ai genitori [NdT.: imposto], non è necessario metterlo a disposizione poiché il suo contenuto è stato elaborato insieme. Il diritto alla restituzione e la documentazione pertinente si orienta secondo le regole generali del diritto di informazione sui dati sociali degli interessati, ex § 83 del decimo libro del Codice sociale tedesco (SGB X), ai sensi di §§ 61 e segg. Codice sociale tedesco, libro VIII.


7. Prima dell’esecuzione di un decreto del tribunale, lo Jugendamt può attuare provvedimenti provvisori relativi al bambino. Questo avviene per esempio in presenza di una Beistandschaft, tema ricorrente tra i petenti. Perciò la Commissione Petizioni vorrebbe ricevere informazioni dettagliate circa tali provvedimenti e relativamente alla Beistandschaft:

Esiste per i genitori la possibilità di presentare opposizione contro tali provvedimenti? Chi decide l’apertura di una Beistandschaft e questo in base a quali criteri avviene? L’intervento del giudice è presupposto necessario all’apertura di una Beistandschaft? entrambi i genitori possono avvalersi di un provvedimento o di una decisione di Beistandschaft prima della decisione del giudice sulla custodia del minore? Su quali criteri si basano le decisioni relative all’apertura di una Beistandschaft dello Jugendamt? Esiste la possibilità di opporsi ad una Beistandschaft? Se si, un tale ricorso sospenderà o cancellerà la Beistandschaft? Il controllore del procedimento [Verfahrensbeistand] è in contatto con i genitori prima che la relazione sia presentata in tribunale?

La Beistandschaft dello Jugendamt è regolamentata dai §§ 1712 e segg. del Codice civile tedesco [BGB]. E’ una speciale forma della rappresentanza giuridica del minore. Si tratta di un supporto volontario che viene offerto dallo Jugendamt alle madri, nel caso in cui i genitori non siano sposati, ex § 52a del Codice sociale tedesco, Libro VIII. La Beistandschaft presuppone, ex §1712 del Codice civile tedesco, la richiesta scritta del genitore indirizzata allo Jugendamt di competenza. La richiesta può essere presentata dal genitore che detiene la responsabilità genitoriale esclusiva [NdT.: = in Germania la madre non sposata] relativamente all’ambito cui si riferisce la Beistandschaft, oppure, nel caso in cui entrambi i genitori detengano la responsabilità genitoriale, dal genitore presso il quale vive il bambino (§1713 Par. 1 Codice civile tedesco). Non avviene nessun controllo giuridico. Lo Jugendamt controlla solo la ricevibilità della richiesta. La Beistandschaft è un’offerta di aiuto dello Jugendamt che dipende solo dalla volontà di accedervi del richiedente avente diritto e che ha inizio con il ricevimento della richiesta presso lo Jugendamt competente. Non è necessario un decreto del tribunale. Pertanto non è neppure possibile presentare opposizione. La Beistandschaft termina, ex § 1715 del Codice civile tedesco, su domanda scritta di chi ne aveva fatto richiesta.

La Beistandschaft è limitata alle aree di responsabilità specificate nel § 1712 del Codice civile tedesco:
La determinazione della paternità e la rivendicazione dei crediti alimentari, nonché la disponibilità di tali crediti. Nell'ambito di questi compiti, lo Jugendamt diventa, attraverso la Beistandschaft, il rappresentante del bambino e agisce a fianco del genitore che ha il diritto di rappresentare il bambino. Ciò non è necessariamente accompagnato da una limitazione della responsabilità genitoriale. Inoltre, lo Jugendamt non può adottare provvedimenti più estesi della rappresentanza nelle suddette aree di responsabilità.

Il sostegno ai sensi del § 1712 del Codice civile tedesco non va confuso con il controllore del procedimento [Verfahrensbeistand]. Il controllore del procedimento è nominato dal Tribunale, nei casi previsti dalla legge (ad es. §§ 158, 167, 174, 191 Codice di procedura in materia familiare e di libera giurisdizione [FamFG]).
Il controllore del procedimento [Verfahrensbeistand] ha il compito di determinare l'interesse del minore e di farlo valere nel procedimento in tribunale. Tuttavia, questo non lo rende il rappresentante legale del bambino.
Il controllore del procedimento [Verfahrensbeistand] deve inoltre informare adeguatamente il minore in merito all'oggetto, allo svolgimento e al possibile esito del procedimento (§ 158, par. 4, capoverso 2 del Codice di procedura in materia familiare e di libera giurisdizione).
Il tribunale può affidare al controllore del procedimento anche il compito di avere colloqui con i genitori e con altre persone di riferimento del bambino e di lavorare al raggiungimento di una composizione amichevole (art. 158 par. 4 capoverso 3 Codice di procedura in materia familiare e di libera giurisdizione).


8. La Commissione Petizioni vorrebbe sapere se gli Jugendamt sono in grado di valutare le prestazioni dei giudici nei procedimenti in materia di diritto di famiglia. In caso affermativo, quali misure vengono adottate per garantire che tale valutazione non incida sulle carriere dei giudici? Esistono dati anche sul numero di casi in cui il giudice emette un decreto diverso da quanto proposto dallo Jugendamt?

Come già spiegato nella risposta alla domanda 6, la partecipazione dello Jugendamt nei procedimenti giuridici in materia di famiglia è disciplinata dall'articolo 162 del Codice di procedura in materia familiare e di libera giurisdizione. Inoltre lo Jugendamt ha particolari diritti, quello di essere ascoltato e di essere parte in causa.  Con ciò gli Jugendamt concorrono al chiarimento dei fatti, così come deve essere fatto in via istruttoria dal tribunale.

Non spetta tuttavia alle autorità valutare l'attività dei tribunali. Qualsiasi influenza, di qualsiasi tipo sul lavoro dei tribunali o sulla carriera dei giudici non sarebbe conciliabile con il principio costituzionale dell’indipendenza dei giudici (Articolo 97, Par. 1 della Legge Fondamentale).

La tutela giuridica dei genitori ex Art. 19, Par. 4, della Legge fondamentale (GG) contro una presa di posizione dello Jugendamt, è disciplinata dalle disposizioni del Codice di procedura in materia familiare e di libera giurisdizione [FamFG]. Il controllo della decisione di primo grado da parte della Corte d'appello conclude l'accertamento dei fatti, e così la dichiarazione dello Jugendamt quale parte non indipendente del procedimento del tribunale familiare. Dati sul numero di casi in cui il giudice di primo grado non ha seguito la valutazione dello Jugendamt non tuttavia sono disponibili.


9. Nei procedimenti in materia di diritto di famiglia, in Germania i minori vengono sentiti a partire dai tre anni di età. In altri Stati membri dell'UE, i bambini di questa età sono considerati troppo giovani e non sufficientemente maturi per essere consultati nelle controversie tra i genitori.

La Commissione Petizioni vorrebbe pertanto sapere se le autorità tedesche rifiutano sistematicamente di eseguire decisioni giudiziarie emesse all'estero, nei casi in cui i minori non siano stati ascoltati (anche nel caso di bambini molto piccoli).

Ex Art 23 del Regolamento (CE) n. 2201/2003 del Consiglio, del 27 novembre 2003, relativo alla competenza, al riconoscimento e all'esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e in materia di responsabilità genitoriale, che abroga il regolamento (CE) n. 1347/2000 (detto “Bruxelles II bis”) le decisioni relative alla responsabilità genitoriale non vengono riconosciute se, salvo i casi d'urgenza, la decisione è stata resa senza che il minore abbia avuto la possibilità di essere ascoltato, in violazione dei principi fondamentali di procedura dello Stato membro richiesto.

I giudici nazionali sono tenuti ad ascoltare personalmente il minore, se ha compiuto i 14 anni. Se il procedimento riguarda solo i beni del minore, si può rinunciare a un'audizione personale, se questa non è appropriata alla natura della questione. Se il bambino non ha ancora compiuto 14 anni, deve essere ascoltato personalmente se gli interessi, i legami o la volontà del bambino sono importanti ai fini della decisione, o se per altri motivi è richiesta un'udienza personale (art. 159 Par. 1 e 2 Codice di procedura in materia familiare e di libera giurisdizione [FamFG]).
Secondo la giurisprudenza della Corte costituzionale federale può essere richiesto l’ascolto di un bambino di quasi tre anni al momento dei fatti, o per lo meno va nominato un controllore del procedimento [Verfahrensbeistand]. La volontà espressa da un bambino molto piccolo non è espressione del diritto di autodeterminazione del bambino. Dall’ascolto possono però emergere i legami del bambino[14] con uno dei genitori, che a loro volta vanno tenuti in considerazione nel processo decisionale (ved. Corte costituzionale federale, decisione del 26 settembre 2006, 1 BvR 1827/06, Rz. 24). Solo in casi eccezionali si può rinunciare all’ascolto. Se pertanto l’ascolto è necessario in base a questi principi, un mancato ascolto impedisce in genere il riconoscimento in Germania di una decisone straniera (ved. Rauscher in Europäisches Zivilprozess- und Kollisionsrecht, 4 edizione, Art. 23 Bruxelles II bis, Rz. 8 – 9).

Di conseguenza, la Corte d'Appello di Monaco, ad esempio, ha ritenuto necessaria l'audizione di bambini di cinque e otto anni e ha rifiutato il riconoscimento di una decisione perché nello Stato di origine, a causa della tenera età dei bambini, si era rinunciato ad ascoltarli (Corte d'Appello di Monaco, decreto del 20 ottobre 2014, 12 UF 1383/14, II.3.a).

Il mancato ascolto non costituisce un impedimento al riconoscimento se la decisone da riconoscere è stata emessa in via d’urgenza (Corte federale di giustizia, decisone del 8 aprile 2015 – XII ZB 148/14 – BGHZ 205, 10 – 22, Rz. 46)-


L’ascolto del minore non viene registrato e i genitori ricevono solo un breve riassunto.

Ex § 28 Par.4 2 Codice di procedura in materia familiare e di libera giurisdizione [FamFG] va redatto un documento relativo all’ascolto del bambino. Nella nota vanno indicati i passaggi più significativi dell’ascolto personale. La realizzazione della nota è possibile in forma di documento giuridico elettronico [NdT.: dunque risposta affermativa al quesito]


In relazione a quanto sopra, indicate per favore chi partecipa all’ascolto del bambino

Se il tribunale ha nominato un controllore del procedimento [Verfahrensbeistand] ex § 158 del Codice di procedura in materia familiare e di libera giurisdizione [FamFG], l’ascolto deve svolgersi in sua presenza. Inoltre, il modo in cui viene effettuato l’ascolto è a discrezione[15] del tribunale, ex § 159 Par 4, capoverso 4 Codice di procedura in materia familiare e di libera giurisdizione [FamFG]. Il tribunale deve rendere possibili delle condizioni di dialogo positive e protette, che permettano al bambino di esprimere apertamente desideri e necessità. Pertanto in molti casi può essere necessario effettuare l’ascolto del bambino in assenza dei genitori e dei loro avvocati, per non mettere il bambino in condizioni conflittuali rispetto ai genitori quando fa dichiarazioni veritiere e perché la loro presenza può influenzare l’imparzialità del bambino[16]. Ai genitori va comunque comunicato l’esito dell’ascolto, nel rispetto del diritto ad un equo processo[17].



[1] NdT. La Commissione Petizioni ha deciso di NON tradurre più la parola JUGENDAMT, poiché lo Jugendamt NON è un Servizio sociale e poiché, oltre ad essere il terzo genitore di ogni bambino sotto residente in Germania, detiene poteri neppure lontanamente paragonabili a quelli dei Servizi sociali degli altri Stati dell’Unione.
[2] NdT. In quanto terzo genitore, lo Jugendamt può, anche in mancanza assoluta di prove, richiedere al tribunale il trasferimento a se stesso dei diritti genitoriali.
[3] NdT. Con questi “interventi urgenti” si intende l’allontanamento dei bambini dai loro genitori anche in mancanza di decisione giuridica. In questo modo lo Jugendamt crea un dato di fatto a seguito del quale non dovrà più dimostrare l’inidoneità dei genitori, ma saranno i genitori a dover dimostrare di essere particolarmente idonei per tentare di riavere i propri figli.
[4] NdT. Esistono numerose testimonianze di bambini divenuti adulti che rivelano di essere stati costretti a dire che non volevano tornare dai genitori.
[5] NdT. Sempre almeno 3: lo Jugendamt e i due genitori!
[6] NdT. Dunque la risposta conferma che non esiste una definizione di “diritto di affido”. Esiste solo una “cura del patrimonio” e una “cura della persona”.
[7] I dati statistici relativi a tutte le sotto-questioni della domanda 5. si basano su indagini relative a finalità statistiche ancora da realizzare su bambini e giovani, come da  §§ 98 e segg. del libro VIII del Codice sociale tedesco.
[8] Stand 2016; Fonte: Ricerche dell’ufficio statistico su aiuti a bambini e giovani [Recherchen der Arbeitsstelle Kinder- und Jugendhilfestatistik]
[9] Escluso il personale tecnico/domestico, al dicembre 2014 (tutte le aree tranne la custodia giornaliera) cioè fino al marzo 2015 (custodia giornaliera o assistenza diurna).
[10] NdT. Questi dati omettono completamente quelli relativi per es. ai “freie Träger” di cui alla domanda precedente ed il cui personale è per lo meno altrettanto numeroso di quello dello Jugendamt.
[12] Gegen den Beschluss steht dem Jugendamt die Beschwerde zu = Lo Jugendamt ha il diritto di presentare opposizione al decreto.
[13] NdT.: La risposta alla domanda è dunque, NO
[14] NdT.: Per questo motivo il genitore non-tedesco viene allontanato molto prima del procedimento in tribunale. Vengono fatti passare molti mesi (tempo che risulta ancora più lungo in caso di bambino piccolo) prima di arrivare al procedimento e alla convocazione in tribunale. Solo allora, quando il legame con il genitore allontanato è stato pregiudicato, si procede all’ascolto per affermare che il bambino ha legami solo con il genitore tedesco ed è con lui/lei che deve restare.
[15] NdT.: spesso si legge nei fascicoli di genitori binazionali di ascolti fatti al bar con il bambino, il genitore tedesco e il controllore del procedimento
[16] NdT.: Il “vetro-specchio” o vetro unidirezionale non è assolutamente contemplato in Germania. Anche negli altri paesi si evita di procedere all’ascolto del minore in presenza di troppe persone, ma questo non significa che le parti e i loro avvocati e consulenti tecnici debbano essere all’oscuro, pertanto si utilizza la tecnica di cui sopra o almeno si registra l’ascolto. Di tutto ciò NON c’è traccia in Germania. Nessuno sa cosa e come è stato chiesto al bambino né cosa lui abbia veramente risposto. Il riassunto dell’accaduto è inevitabilmente una interpretazione soggettiva.
[17] NdT.: In realtà, il principio dell’equo processo non è tutelato dalla  mera relazione conclusiva di quanto avvenuto senza che le parti (o perlomeno quella non-tedesca) abbiano avuto la possibilità di partecipare attivamente.