Grazie
per il vostro duro lavoro, che ha contribuito anche a questa vittoria
La
vicenda: i genitori non sposati si accordano affinché la figlia comune, nata e
da sempre residente in Francia, passi un anno scolastico in Germania, per
imparare la lingua tedesca. Alla fine della scuola avrebbe dovuto ritornare in
Francia, ma il padre la ha trattenuta in Germania e ha ottenuto dal tribunale
tedesco (come da prassi di quel paese) il “diritto esclusivo di determinare il
luogo di soggiorno” della bambina. In sostanza, come sempre, si inizia con una mediazione per poi
effettuare una sottrazione e legalizzarla.
La
madre va in Germania, prende la figlia e la riporta in Francia, il giudice
penale tedesco la accusa di sottrazione internazionale. Siamo di fronte alla classica inversione dei ruoli operata dalla
Germania e grazie alla quale tutte le statistiche sulle sottrazioni risultano falsate.
Ho
collaborato alla risoluzione di questo caso nel quale è stata applicata la nota
metodologia tedesca per trattenere i bambini sotto la propria giurisdizione, usando
la mediazione per ben altri scopi e infine la vergognosa pressione sui giudici
non-tedeschi.
L’avvocato
con cui siamo in contatto in Francia e che abbiamo consigliato alla madre (tramite
l’Associazione Enfants Otages, con cui collaboro) per difendersi in Francia,
finalmente ci scrive:
“Abbiamo ottenuto il riconoscimento della giurisdizione francese
davanti al Tribunale per i Minorenni di T., che ha quindi determinato la
residenza abituale in Francia al momento del rinvio, anche se la bambina aveva
trascorso 10 mesi in Germania e la Germania sostiene addirittura un anno e
mezzo.
Nonostante
le telefonate del giudice tedesco e le lettere del giudice tedesco al giudice
francese (che ha svolto quindi un vero e proprio lavoro di lobbying!) affinché
decretasse la sua incompetenza, abbiamo vinto questa prima battaglia che pone
fine alla procedura di custodia tedesca. La Francia si pronuncerà sulla
custodia e ostacolerà la procedura di ritorno avviata dal padre, perché la
residenza abituale era in Francia: dunque nessun trasferimento illegale in
Francia.
Volevo informare tutti voi che ho usato anche la risoluzione EU
sullo Jugendamt che confermava i miei scritti e le mie memorie e che afferma
che la Germania non soddisfa i criteri
della Corte di giustizia europea di residenza abituale, in modo che il
giudice francese non ha più tenuto conto delle dichiarazioni della sua
controparte tedesca.
Quindi,
grazie per il vostro duro lavoro, che ha anche contribuito a questa vittoria!”
Questa
è anche un’ulteriore prova del fatto che il problema della sottrazioni si
risolve innanzi tutto con il sostegno del proprio paese, quello da cui il
minore è stato sottratto. E’ troppo facile e assolutamente improduttivo l’atteggiamento
di chi aspetta che il problema venga risolto dall’estero e ancor meno dalla
Germania.
Marinella
Colombo
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