sabato 1 luglio 2017

Un altro strumento del sistema familiare tedesco ...

Riceviamo e volentieri pubblichiamo, per aiutare l’opinione pubblica ad informarsi relativamente al diritto di famiglia tedesco ed alla sua applicazione.


Ci auguriamo che la nostra attività di prevenzione possa evitare a tanti bambini italiani, figli di genitori che emigrano, di crescere nelle famiglie affidatarie tedesche, perdendo completamente ogni contatto con i propri affetti, la propria lingua e la propria cultura.

La vignetta del cartellone “Jugendamt? Nein, Danke”, presente in rete, soprattutto in Germania, è stata realizzata nel 2009 da Alfio Riccardo Krancic, in occasione della deportazione in Germania dei figli di Marinella Colombo.

Questa e la traduzione del messaggio di una mamma francese. La figlia, non restituita dal padre tedesco dopo un fine settimana passato da lui, vive in Germania da anni [sottrazione legalizzata], con il padre e la di lui moglie tedesca. La ragazzina porta il cognome francese della madre (i genitori non erano sposati), ma questo disturba molto il sistema di germanizzazione, quindi …

“Un avvocato tedesco ha fatto istanza, nel maggio del 2016, a nome di mia figlia [minorenne] chiedendo la sostituzione del cognome (lei porta il mio cognome) con quello dell’attuale moglie del padre. Nel luglio 2016 ho risposto evidenziando che mia figlia è minorenne e che la responsabilità genitoriale è congiunta e che dunque lei non può avviare procedimenti in tribunale! La giudice [tedesca] ha avviato e continuato il procedimento come niente fosse. Ho informato il Consolato di Monaco di Baviera che ha contattato lo Jugendamt di N. Ho presentato una Petizione al Parlamento europeo. La Commissione europea ha inviato il fascicolo allo Jugendamt di Berlino per avere spiegazioni. Quest’ultimo ha chiamato la giudice di N. Nel settembre del 2016 ho dovuto prendere anch’io un avvocato in Germania. Abbiamo ribadito più volte alla giudice che l’istanza introduttiva del procedimento non era ricevibile, ma lei continuava imperterrita.
Seguendo i consigli di Marinella, con l’insistenza del mio avvocato, le telefonate a Monaco e Berlino, la giudice alla fine ha scritto alla controparte chiedendo il suo parere [dellacontroparte!] circa il fatto che mia figlia è minorenne e che “sembrerebbe che la legge non permetta ad un minore di essere parte richiedente in un procedimento di questo tipo”. L’avvocato [di fatto incaricato dal padre tedesco di mia figlia] si è alla fine trovato costretto a ritirare la richiesta, ma ha già annunciato che ne presenterà una nuova.
Bilancio: nel processo della mia cancellazione amministrativa hanno perso un anno.
Speriamo che aver messo qualche ostacolo sul loro cammino li calmi, almeno per un po’!”

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