Riceviamo
e volentieri pubblichiamo, per aiutare l’opinione pubblica ad informarsi
relativamente al diritto di famiglia tedesco ed alla sua applicazione.
Ci
auguriamo che la nostra attività di prevenzione possa evitare a tanti bambini italiani, figli di genitori che emigrano, di
crescere nelle famiglie affidatarie tedesche, perdendo completamente ogni
contatto con i propri affetti, la propria lingua e la propria cultura.
La
vignetta del cartellone “Jugendamt? Nein, Danke”, presente in rete, soprattutto
in Germania, è stata realizzata nel 2009 da Alfio Riccardo Krancic, in
occasione della deportazione in Germania dei figli di Marinella Colombo.
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Questa
e la traduzione del messaggio di una mamma francese. La figlia, non restituita
dal padre tedesco dopo un fine settimana passato da lui, vive in Germania da
anni [sottrazione legalizzata], con il padre e la di lui moglie tedesca. La
ragazzina porta il cognome francese della madre (i genitori non erano sposati),
ma questo disturba molto il sistema di germanizzazione, quindi …
“Un
avvocato tedesco ha fatto istanza, nel maggio del 2016, a nome di mia figlia
[minorenne] chiedendo la sostituzione del cognome (lei porta il mio cognome)
con quello dell’attuale moglie del padre. Nel luglio 2016 ho risposto
evidenziando che mia figlia è minorenne e che la responsabilità genitoriale è
congiunta e che dunque lei non può avviare procedimenti in tribunale! La
giudice [tedesca] ha avviato e continuato il procedimento come niente fosse. Ho
informato il Consolato di Monaco di Baviera che ha contattato lo Jugendamt di N. Ho presentato una
Petizione al Parlamento europeo. La Commissione europea ha inviato il fascicolo
allo Jugendamt di Berlino per avere
spiegazioni. Quest’ultimo ha chiamato la giudice di N. Nel settembre del 2016 ho
dovuto prendere anch’io un avvocato in Germania. Abbiamo ribadito più volte
alla giudice che l’istanza introduttiva del procedimento non era ricevibile, ma
lei continuava imperterrita.
Seguendo
i consigli di Marinella, con l’insistenza del mio avvocato, le telefonate a
Monaco e Berlino, la giudice alla fine ha scritto alla controparte chiedendo il
suo parere [dellacontroparte!] circa il fatto che mia figlia è minorenne e che “sembrerebbe
che la legge non permetta ad un minore di essere parte richiedente in un
procedimento di questo tipo”. L’avvocato [di fatto incaricato dal padre tedesco
di mia figlia] si è alla fine trovato costretto a ritirare la richiesta, ma ha
già annunciato che ne presenterà una nuova.
Bilancio:
nel processo della mia cancellazione amministrativa hanno perso un anno.
Speriamo
che aver messo qualche ostacolo sul loro cammino li calmi, almeno per un po’!”
Fai attenzione che ti fanno poedere la Testa e Soldi ma Tanti
RispondiEliminaA chi è riferito il suo commento anonimo?
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